Confusione ed ansia riguardo al rapporto di coppia
Salve,vi scrivo in un momento di relaitva tranquillità,spesso infatti sono preda di periodi di ansia e depressione che fortunatamente ora riesco a gestire un po'meglio.
Sono sposata da 6 anni con un uomo di 8 anni più grande.L'ho conosciuto dopo una storia che mi ha letteralmente devastata psicologicamente e che sento di non aver mai superato.Storia che seguiva tante altre storie sbagliate,e che si aggiungeva al dolore ed alla sofferenza di essere cresciuta in una famiglia profondamente disfunzionale che ha sempre opposto violenza e freddezza al mio bisogno di affetto,provocandomi traumi profondi.
Mio marito è rimasto scioccato dalla mia situazione familiare ed ha reagito in modo violento allontanandomi dai miei genitori dopo averli costretti ad ammettere in sua presenza gli atti commessi su di me fisicamente e psicologicamente.Superare il distacco per me è stato tuttavia molto difficile,perchè per quanto incomprensibile ne sento la mancanza e tendo probabilmente a colpevolizzarlo.
La conseguenza di tutto questo dolore è stata che ci siamo allontanati soprattutto fisicamente: i nostri rapporti sessuali, già scarsi ed insoddisfacenti inizialmente,si sono diradati fino a sparire negli ultimi tre anni. Ho spesso pensato di lasciarlo, ma la mia situazione economica e la mancanza dei genitori - viviamo tra l'altro molto lontano dalla città di origine, per via del suo lavoro - mi hanno sempre distolta da questa idea.
Quest'ultimo anno è stato molto duro,anche per problemi economici: dalle liti sopravvenute è scaturita fortunatamente una forma di dialogo che ci ha resi più consapevoli dei nostri problemi.
Vorrei tanto affrontare la situazione ma non so da che parte iniziare...se rivolgermi ad un terapeuta,e di che tipo...inoltre sono perplessa e demotivata perchè i miei genitori mi hanno portata da una dozzina di specialisti dicendo che ero pazza o cose del genere, e l'unica volta in cui una psicologa ha proposto una terapia familiare avendo subito individuato nella famiglia l'origine del mio malessere, mi hanno portata via sballottandomi tra specialisti di ogni tipo (dal neurologo, allo psicanalista junghiano allo psichiatra...ovviamente senza arrendersi quando provavano a dir loro che ero perfettamente normale).
Io voglio un bene infinito a mio marito, non voglio rinunciare a lui che mi ha letteralmente salvato la vita, ma non so come comportarmi. Spesso di notte sogno di avere una vita mia, autonoma ed indipendente, una mia casa,o di fare sesso con un uomo bello e giovane che ricambia i miei sentimenti...ma in questi sogni manca sempre qualcosa, cioè lui, che è il mio compagno di vita e la mia famiglia. Insomma è una situazione piena di sfumature che non so come affrontare.Avrei pensato di rivolgermi ad un counselor perchè magari un approccio pragmatico è quello che mi ci vuole...ma non sono sicura e temo di spendere soldi (che non ho) inutilmente.Sarei davvero felice se poteste darmi un consiglio sulla strada da intraprendere.
Grazie per l'attenzione.
Sono sposata da 6 anni con un uomo di 8 anni più grande.L'ho conosciuto dopo una storia che mi ha letteralmente devastata psicologicamente e che sento di non aver mai superato.Storia che seguiva tante altre storie sbagliate,e che si aggiungeva al dolore ed alla sofferenza di essere cresciuta in una famiglia profondamente disfunzionale che ha sempre opposto violenza e freddezza al mio bisogno di affetto,provocandomi traumi profondi.
Mio marito è rimasto scioccato dalla mia situazione familiare ed ha reagito in modo violento allontanandomi dai miei genitori dopo averli costretti ad ammettere in sua presenza gli atti commessi su di me fisicamente e psicologicamente.Superare il distacco per me è stato tuttavia molto difficile,perchè per quanto incomprensibile ne sento la mancanza e tendo probabilmente a colpevolizzarlo.
La conseguenza di tutto questo dolore è stata che ci siamo allontanati soprattutto fisicamente: i nostri rapporti sessuali, già scarsi ed insoddisfacenti inizialmente,si sono diradati fino a sparire negli ultimi tre anni. Ho spesso pensato di lasciarlo, ma la mia situazione economica e la mancanza dei genitori - viviamo tra l'altro molto lontano dalla città di origine, per via del suo lavoro - mi hanno sempre distolta da questa idea.
Quest'ultimo anno è stato molto duro,anche per problemi economici: dalle liti sopravvenute è scaturita fortunatamente una forma di dialogo che ci ha resi più consapevoli dei nostri problemi.
Vorrei tanto affrontare la situazione ma non so da che parte iniziare...se rivolgermi ad un terapeuta,e di che tipo...inoltre sono perplessa e demotivata perchè i miei genitori mi hanno portata da una dozzina di specialisti dicendo che ero pazza o cose del genere, e l'unica volta in cui una psicologa ha proposto una terapia familiare avendo subito individuato nella famiglia l'origine del mio malessere, mi hanno portata via sballottandomi tra specialisti di ogni tipo (dal neurologo, allo psicanalista junghiano allo psichiatra...ovviamente senza arrendersi quando provavano a dir loro che ero perfettamente normale).
Io voglio un bene infinito a mio marito, non voglio rinunciare a lui che mi ha letteralmente salvato la vita, ma non so come comportarmi. Spesso di notte sogno di avere una vita mia, autonoma ed indipendente, una mia casa,o di fare sesso con un uomo bello e giovane che ricambia i miei sentimenti...ma in questi sogni manca sempre qualcosa, cioè lui, che è il mio compagno di vita e la mia famiglia. Insomma è una situazione piena di sfumature che non so come affrontare.Avrei pensato di rivolgermi ad un counselor perchè magari un approccio pragmatico è quello che mi ci vuole...ma non sono sicura e temo di spendere soldi (che non ho) inutilmente.Sarei davvero felice se poteste darmi un consiglio sulla strada da intraprendere.
Grazie per l'attenzione.
[#1]
Gentile Signora,
il consiglio è certamente quello di lasciar perdere l'idea di rivolgersi ad un counselor, ma di cercare un professionista che sia psicologo iscritto all'Albo, meglio ancora se è anche psicoterapeuta.
Per ulteriori approfondimenti le allego due link: nel primo potrà trovare la spiegazione del mio suggerimento e nel secondo cercare un collega con adeguate abilitazioni.
http://www.ordinepsicologi.piemonte.it/news/counselling-la-posizione-dellordine/
http://www.ordpsicologier.it/search.php
Credo che sarebbe opportuno che, almeno inizialmente, ci andasse da sola per chiarirsi meglio le idee e far luce su ciò che davvero desidera, rimandando eventualmente ad un momento successivo i colloqui di coppia.
Saluti.
il consiglio è certamente quello di lasciar perdere l'idea di rivolgersi ad un counselor, ma di cercare un professionista che sia psicologo iscritto all'Albo, meglio ancora se è anche psicoterapeuta.
Per ulteriori approfondimenti le allego due link: nel primo potrà trovare la spiegazione del mio suggerimento e nel secondo cercare un collega con adeguate abilitazioni.
http://www.ordinepsicologi.piemonte.it/news/counselling-la-posizione-dellordine/
http://www.ordpsicologier.it/search.php
Credo che sarebbe opportuno che, almeno inizialmente, ci andasse da sola per chiarirsi meglio le idee e far luce su ciò che davvero desidera, rimandando eventualmente ad un momento successivo i colloqui di coppia.
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio innanzitutto per la rapidissima risposta.
Purtroppo per motivi economici non mi è proprio possibile ricorrere ad uno psicoterapeuta privato, con i quali peraltro ho avuto solo pessime esperienze, mentre è stato appunto il counseling ciò che mi ha aiutata di più durante l'adolescenza. Le confesso peraltro di non aver molta fiduca per un'eventuale psicoterapia presso strutture pubbliche. Sbaglio?
Grazie.
la ringrazio innanzitutto per la rapidissima risposta.
Purtroppo per motivi economici non mi è proprio possibile ricorrere ad uno psicoterapeuta privato, con i quali peraltro ho avuto solo pessime esperienze, mentre è stato appunto il counseling ciò che mi ha aiutata di più durante l'adolescenza. Le confesso peraltro di non aver molta fiduca per un'eventuale psicoterapia presso strutture pubbliche. Sbaglio?
Grazie.
[#3]
La possibilità di trovare professionisti validi e preparati non cambia, a mio parere, tra pubblico e privato.
Piuttosto i limiti della struttura pubblica potrebbero consistere nell'impossibilità di scegliere un operatore specifico (uomo o donna, di un orientamento terapeutico o di un altro....) e la durata del percorso, che di solito è prestabilita in un numero fisso (magari non troppo elevato) di sedute.
Tutto ciò però è necessariamente generico: prima di rinunciare a priori, si informi bene sulle possibilità presenti nel suo territorio e poi decida.
Salve.
Piuttosto i limiti della struttura pubblica potrebbero consistere nell'impossibilità di scegliere un operatore specifico (uomo o donna, di un orientamento terapeutico o di un altro....) e la durata del percorso, che di solito è prestabilita in un numero fisso (magari non troppo elevato) di sedute.
Tutto ciò però è necessariamente generico: prima di rinunciare a priori, si informi bene sulle possibilità presenti nel suo territorio e poi decida.
Salve.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 19/12/2012.
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Approfondimento su Ansia
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