Violenza
Buongiorno, sono una giovane ragazza. Anni fa (sono passati ormai quasi 20 anni) ho subito una violenza sessuale da parte di una persona molto vicina alla mia famiglia. Non l'ho mai denunciata anche perchè ero sinceramente troppo piccola e, soprattutto, perchè questa persona di cui mi fidavo mi ha detto di non farne parola con nessuno..e così ho fatto. Per anni sono restata in silenzio. Solo dopo 12 anni ho avuto la forza di parlarne con la mia amica per sfogarmi e mi è stata per quanto possibile vicina. Quest'uomo lo vedo molto spesso essendo, appunto, legato molto alla mia famiglia. Ne ho parlato anche con il mio fidanzato: prima che avessimo rapporti sessuali ho sentito la necessità di confidargli che non ero una persona 'pura' (in quegli anni mi ritenevo molto 'sporca') come per dargli la possibilità di scappare prima di sporcarsi a sua volta. Ogni tanto ho delle crisi al pensiero di ciò che mi è successo, ma lui (pur rimanendomi vicino) non mi aiuta passando il tempo a chiedermi il nome dell'uomo (che nessuno sa, manco la mia amica) e criticandomi per il fatto che non l'ho denunciato, appesantendo la cosa accusandomi di aver lasciato 'a piede libero' una persona del genere. Gli rispondo che ero piccola e che non posso rovinare una famiglia per colpa mia (la sua e la mia, per la precisione). A volte vorrei andare dallo psicologo, ma non me lo posso permettere...e soprattutto, chi crederebbe a una ragazza che si decide a chiedere aiuto dopo tanti anni? In questo momento non so più cosa fare: col mio ragazzo non riesco più a confidarmi, non volendo dare il nome (potrebbe, del resto, prendere decisioni affrettate e rovinare la 'protezione' che per anni ho dato alla mia famiglia e alla famiglia di quell'uomo) e non ho modo comunque di alleggerire questo peso: anche se ne parlo non mi vengono restituiti gli anni di felicità che mi sono stati tolti per donarmi anni di sofferenza e dubbi, di odio e durezza verso me stessa per aver permesso a quell'uomo di far ciò che ha fatto. Quell'uomo, infatti, prima mi ha chiesto come una sorta di permesso, ma ero troppo piccola e, me lo ripeto come scusante, non capendo bene ho detto 'si'. Vorrei sapere che fare, come affrontare la questione...non ce la faccio più, ho bisogno di trovare serenità. Non c'è giorno senza che mi venga in mente quello che ho vissuto. Non posso permettermi uno psicologo e non so con chi parlare...Avreste dei consigli, per favore? Grazie per l'aiuto, cordiali saluti.
[#1]
Gentile Ragazza,
i consigli non servirebbero a molto e, d'altro canto, per questo c'è già il suo ragazzo.
Ciò che le potrebbe essere davvero d'aiuto è un lavoro su di sé svolto con l'aiuto di un professionista, che, nonostante le difficoltà economiche, potrà trovare presso il Servizio di Psicologia o il Consultorio della sua Asl.
Non trascuri ulteriormente questo suo malessere e, ora che può decidere consapevolmente, si prenda cura di sé.
Auguri.
i consigli non servirebbero a molto e, d'altro canto, per questo c'è già il suo ragazzo.
Ciò che le potrebbe essere davvero d'aiuto è un lavoro su di sé svolto con l'aiuto di un professionista, che, nonostante le difficoltà economiche, potrà trovare presso il Servizio di Psicologia o il Consultorio della sua Asl.
Non trascuri ulteriormente questo suo malessere e, ora che può decidere consapevolmente, si prenda cura di sé.
Auguri.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
La ringrazio per la pronta risposta.
Mi scusi l'ulteriore domanda: è possibile usufruire di quei servizi anche a distanza di così tanti anni? Richiedono la denuncia per poterne usufruire? I miei familiari non ne verranno a conoscenza?
La ringrazio nuovamente per la disponibilità, cordiali saluti
Mi scusi l'ulteriore domanda: è possibile usufruire di quei servizi anche a distanza di così tanti anni? Richiedono la denuncia per poterne usufruire? I miei familiari non ne verranno a conoscenza?
La ringrazio nuovamente per la disponibilità, cordiali saluti
[#3]
Gentile ragazza,
ritengo che un lavoro psicologico per cambiare la prospettiva che hai di ciò che è accaduto sia indispensabile. Certamente puoi usufruire di tali servizi anche a distanza di anni, tenendo conto che ci si rivolge allo psicologo quanto c'è motivo di sofferenza.
Riprendendo quello che hai scritto nel primo post, diciamo che il copione ha seguito regole ben precise dell'abuso: tu non hai detto "sì" perchè una bambina/ragazzina non è nelle condizioni di fornire il proprio consenso per avere approcci sessuali di alcun tipo.
Inoltre la sensazione di essere sporca o di essere di poco valore o in colpa può e deve essere cambiata in un lavoro psicologico: una bambina, ovviamente, non sa che cosa sta accadendo, non ha una rappresentazione della sessualità che solo gli adulti possono avere.
Inoltre tali sensazioni vengono sia dall'esperienza vissuta, sia dalla manipolazione dell'abusante: "se lo dici a qualcuno, ci saranno conseguenze". Tu infatti dici di non aver voluto rovinare le due famiglie in contatto...
E' tutto molto comprensibile ma molto doloroso, anche perchè - se guardi oggi quella bambina/ragazzina che ha subito un abuso sessuale- non potrai non provare tenerezza e compassione, e non colpa o vergogna.
Questo è il risultato cui devi arrivare con l'aiuto di uno psicologo e, francamente, mi fa piacere che dopo tanta sofferenza, tu abbia deciso di chiedere aiuto.
Sei stata coraggiosa anche a dirlo al tuo fidanzato che non sa forse gestire nella maniera migliore la propria rabbia... perchè questi eventi generano sempre rabbia e disgusto.
Ora però affidati con fiducia a un bravo psicologo pscioterapeuta nella tua città.
Saluti,
ritengo che un lavoro psicologico per cambiare la prospettiva che hai di ciò che è accaduto sia indispensabile. Certamente puoi usufruire di tali servizi anche a distanza di anni, tenendo conto che ci si rivolge allo psicologo quanto c'è motivo di sofferenza.
Riprendendo quello che hai scritto nel primo post, diciamo che il copione ha seguito regole ben precise dell'abuso: tu non hai detto "sì" perchè una bambina/ragazzina non è nelle condizioni di fornire il proprio consenso per avere approcci sessuali di alcun tipo.
Inoltre la sensazione di essere sporca o di essere di poco valore o in colpa può e deve essere cambiata in un lavoro psicologico: una bambina, ovviamente, non sa che cosa sta accadendo, non ha una rappresentazione della sessualità che solo gli adulti possono avere.
Inoltre tali sensazioni vengono sia dall'esperienza vissuta, sia dalla manipolazione dell'abusante: "se lo dici a qualcuno, ci saranno conseguenze". Tu infatti dici di non aver voluto rovinare le due famiglie in contatto...
E' tutto molto comprensibile ma molto doloroso, anche perchè - se guardi oggi quella bambina/ragazzina che ha subito un abuso sessuale- non potrai non provare tenerezza e compassione, e non colpa o vergogna.
Questo è il risultato cui devi arrivare con l'aiuto di uno psicologo e, francamente, mi fa piacere che dopo tanta sofferenza, tu abbia deciso di chiedere aiuto.
Sei stata coraggiosa anche a dirlo al tuo fidanzato che non sa forse gestire nella maniera migliore la propria rabbia... perchè questi eventi generano sempre rabbia e disgusto.
Ora però affidati con fiducia a un bravo psicologo pscioterapeuta nella tua città.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#4]
[#5]
<<Richiedono la denuncia per poterne usufruire? I miei familiari non ne verranno a conoscenza?>>
No di certo, ad entrambe le domande.
Lei è maggiorenne, pertanto non necessita un consenso da parte dei suoi genitori.
Questo non esclude, però, che tra un po' di tempo, quando sarà mutata la prospettiva da cui ora guarda a quegli eventi, non sia Lei stessa magari a volersi confidare anche solo con uno dei due.
Ecco dove può cercare la struttura a cui rivolgersi:
http://www.usl7.toscana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11&Itemid=49
http://www.usl7.toscana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=315&Itemid=177
Cordialmente,
No di certo, ad entrambe le domande.
Lei è maggiorenne, pertanto non necessita un consenso da parte dei suoi genitori.
Questo non esclude, però, che tra un po' di tempo, quando sarà mutata la prospettiva da cui ora guarda a quegli eventi, non sia Lei stessa magari a volersi confidare anche solo con uno dei due.
Ecco dove può cercare la struttura a cui rivolgersi:
http://www.usl7.toscana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11&Itemid=49
http://www.usl7.toscana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=315&Itemid=177
Cordialmente,
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