Solitudine, vita vuota e senza speranze
Gentili dottori,
Sono una ragazza di 22 anni e ho deciso di scrivere qui perchè sto vivendo una situazione ormai insostenibile... ho sempre avuto delle relazioni sociali insoddisfacenti, e riconosoco le mie responsabilità in questo: durante l'adolescenza invece che cercare gli altri, fuggivo e non ho mai capito il vero motivo di questo, in alcuni periodi addirittura stavo bene da sola. più o meno a 18 anni sono cambiata, ho acquistato più fiducia in me, mi trovavo bene con gli altri, mi sembrava di essere rinata.
Finito il liceo ho iniziato l'università con entusiasmo, era tutto praticamente perfetto e tutto questo fino alla fine del 2006. Sicuramente sembra una cosa ridicola vista dall'esterno, ma io credevo molto nelle amicizie che mi ero creata (in particolare con due persone) e in un rapporto con un ragazzo che per me era diventato più di una semplice amicizia, ma per lui non era così... fino a che mi sono accorta che l'interessamento era solo da parte mia, e gradualmente sono rimasta sola. Così ho iniziato ad abbattemi a dire a me stessa "che tanto sarà sempre così"... Ora la mia situazione è questa da un anno: ho lasciato l'università perchè non riesco più a concentrarmi su niente, passo le giornate a casa, piango spesso anche per cose banali e mi sfogo sul cibo, di conseguenza sono ingrassata un pò... il mio sforzo principale ora è nascondere in famiglia quello che sto passando, quanto sto soffrendo. Mi sembra di aver perso tutto quello che avevo costruito, come se fossi tornata di nuovo al punto di partenza. Quando in famiglia mi fanno notare qualcosa del mio atteggiamento ho solo un gran senso di colpa per come mi sento, solo questo e basta, le parole degli altri non hanno nessun effetto positivo...
Ci sarebbe tanto altro da dire, comunque il punto centrale è questo. Non so neanche io cosa mi aspetto da questa domanda, semplicemente volevo dire a qualcuno queste cose; nella realtà mi è rimasta solo un'amica che mi ha chiesto più volte di parlare ma io ho sempre rifiutato, mi vergogno e ho paura di parlare di me a una persona che mi conosce molto poco e mi crede una persona diversa, servirebbe solo a farmi sentire peggio. Mi ripeto che ce la posso fare, che in fondo sono una ragazza carina, che ci sono persone che stanno molto peggio, ma non serve a nulla, mi sto detestando sempre di più.
Vi ringrazio per l'opportunità di sfogo e spero in un vostro consiglio.
Sono una ragazza di 22 anni e ho deciso di scrivere qui perchè sto vivendo una situazione ormai insostenibile... ho sempre avuto delle relazioni sociali insoddisfacenti, e riconosoco le mie responsabilità in questo: durante l'adolescenza invece che cercare gli altri, fuggivo e non ho mai capito il vero motivo di questo, in alcuni periodi addirittura stavo bene da sola. più o meno a 18 anni sono cambiata, ho acquistato più fiducia in me, mi trovavo bene con gli altri, mi sembrava di essere rinata.
Finito il liceo ho iniziato l'università con entusiasmo, era tutto praticamente perfetto e tutto questo fino alla fine del 2006. Sicuramente sembra una cosa ridicola vista dall'esterno, ma io credevo molto nelle amicizie che mi ero creata (in particolare con due persone) e in un rapporto con un ragazzo che per me era diventato più di una semplice amicizia, ma per lui non era così... fino a che mi sono accorta che l'interessamento era solo da parte mia, e gradualmente sono rimasta sola. Così ho iniziato ad abbattemi a dire a me stessa "che tanto sarà sempre così"... Ora la mia situazione è questa da un anno: ho lasciato l'università perchè non riesco più a concentrarmi su niente, passo le giornate a casa, piango spesso anche per cose banali e mi sfogo sul cibo, di conseguenza sono ingrassata un pò... il mio sforzo principale ora è nascondere in famiglia quello che sto passando, quanto sto soffrendo. Mi sembra di aver perso tutto quello che avevo costruito, come se fossi tornata di nuovo al punto di partenza. Quando in famiglia mi fanno notare qualcosa del mio atteggiamento ho solo un gran senso di colpa per come mi sento, solo questo e basta, le parole degli altri non hanno nessun effetto positivo...
Ci sarebbe tanto altro da dire, comunque il punto centrale è questo. Non so neanche io cosa mi aspetto da questa domanda, semplicemente volevo dire a qualcuno queste cose; nella realtà mi è rimasta solo un'amica che mi ha chiesto più volte di parlare ma io ho sempre rifiutato, mi vergogno e ho paura di parlare di me a una persona che mi conosce molto poco e mi crede una persona diversa, servirebbe solo a farmi sentire peggio. Mi ripeto che ce la posso fare, che in fondo sono una ragazza carina, che ci sono persone che stanno molto peggio, ma non serve a nulla, mi sto detestando sempre di più.
Vi ringrazio per l'opportunità di sfogo e spero in un vostro consiglio.
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Gentile utente,
la descrizione di tali fenomeni puo' introdurre l'argomento in merito a fenomeni di tipo depressivo oltre che aspetti relativi a problematiche gia' presenti prima di tali fenomeni.
La consultazione con uno specialista le puo' essere utile per capire quanto tali fenomeni siano la reale rappresentazione di una problematica psicologica e le strade da intraprendere per risolverla.
la descrizione di tali fenomeni puo' introdurre l'argomento in merito a fenomeni di tipo depressivo oltre che aspetti relativi a problematiche gia' presenti prima di tali fenomeni.
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile utente,
viste le difficoltà che lei riconosce in qesto momento, nel raggiungere i suoi obiettivi e ad avere relazioni sociali che siano per lei soddisfacenti, potrebbe essere utile cercare "un'opportunità di sfogo" (come la chiama lei) anche in uno spazio e tempo dedicati. Potrebbe rivolgersi ad uno specialita, chiedendo un colloquio, magari anche presso un servizio pubblico della sua città (ad esempio consultori o cps), così da iniziare ad affrontare in modo diverso. Mi sembra che il bisogno da lei espresso in questo momento sia di condividere e avere consigli, potrebbe iniziare proprio così, facendo colloqui con qualcuno competente in grado di valutare sia il tipo di disagio, sia eventualmente di trovare insieme a lei strategiie efficaci per poter uscire dall'empasse in cui ora si trova.
Cordialmente
dott.sa Maria Francesca Basoni
viste le difficoltà che lei riconosce in qesto momento, nel raggiungere i suoi obiettivi e ad avere relazioni sociali che siano per lei soddisfacenti, potrebbe essere utile cercare "un'opportunità di sfogo" (come la chiama lei) anche in uno spazio e tempo dedicati. Potrebbe rivolgersi ad uno specialita, chiedendo un colloquio, magari anche presso un servizio pubblico della sua città (ad esempio consultori o cps), così da iniziare ad affrontare in modo diverso. Mi sembra che il bisogno da lei espresso in questo momento sia di condividere e avere consigli, potrebbe iniziare proprio così, facendo colloqui con qualcuno competente in grado di valutare sia il tipo di disagio, sia eventualmente di trovare insieme a lei strategiie efficaci per poter uscire dall'empasse in cui ora si trova.
Cordialmente
dott.sa Maria Francesca Basoni
[#3]
Gentile ragazza,
intanto grazie per averci scritto, è sempre bello sapere di poter "raccogliere" lo sfogo di qualcuno come te, che si sente sola profondamente, per cui non scusarti dello sfogo, anzi...
Molte cose che scrivi farebbero pensare ad un problema legato al tuo umore (ti senti giù, è cambiato il rapporto col cibo, tendi a sentirti in colpa, hai smesso di studiare, ecc.) e per questo ti consiglio una consulenza psichiatrica. Potresti avere bisogno di un supporto farmacologico momentaneo, e prima fai la consulenza psichiatrica, prima eventualmente ti verrà fatta una prescrizione: il rischio, aspettando, è che le prescrizioni farmacologiche siano più "pesanti", per cui con tutta serenità, farei questa visita
In secondo luogo, tu stessa "senti" ceh da un po' di tempo qualcosa non va, è come se una piccola parte di te si facesse un po' gli affari suoi, no? Forse è proprio questo il segnale per iniziare una nuova vita; ed in questo senso la consulenza psicologica secondo me sarebbe utilissima per te
Fai così: prenditi 7 giorni e pensaci, poi decidi il da farsi, e se lo ritieni, non esitare a riscrivere
intanto grazie per averci scritto, è sempre bello sapere di poter "raccogliere" lo sfogo di qualcuno come te, che si sente sola profondamente, per cui non scusarti dello sfogo, anzi...
Molte cose che scrivi farebbero pensare ad un problema legato al tuo umore (ti senti giù, è cambiato il rapporto col cibo, tendi a sentirti in colpa, hai smesso di studiare, ecc.) e per questo ti consiglio una consulenza psichiatrica. Potresti avere bisogno di un supporto farmacologico momentaneo, e prima fai la consulenza psichiatrica, prima eventualmente ti verrà fatta una prescrizione: il rischio, aspettando, è che le prescrizioni farmacologiche siano più "pesanti", per cui con tutta serenità, farei questa visita
In secondo luogo, tu stessa "senti" ceh da un po' di tempo qualcosa non va, è come se una piccola parte di te si facesse un po' gli affari suoi, no? Forse è proprio questo il segnale per iniziare una nuova vita; ed in questo senso la consulenza psicologica secondo me sarebbe utilissima per te
Fai così: prenditi 7 giorni e pensaci, poi decidi il da farsi, e se lo ritieni, non esitare a riscrivere
[#4]
Gentile utente,
quale è il prezzo che si deve pagare mper dare agli "altri" un'immagine che non corrisponde alla realtà. Quanto tempo ancora deve soffrire prima di piangere con una sua amica o prima di parlare dei suoi problemi ai suoi familiari? La strada per iniziare a volersi un po' più di bene comincia anche da qui: scrivendo il proprio disagio. Il passo successivo potrebbe essere quello di rivolgersi dal vivo ad un professionista (pubblico o privato che sia) e continuare ad aprirsi pian piano. Non aspetti ancora. E ci tenga informati.
In bocca al lupo
quale è il prezzo che si deve pagare mper dare agli "altri" un'immagine che non corrisponde alla realtà. Quanto tempo ancora deve soffrire prima di piangere con una sua amica o prima di parlare dei suoi problemi ai suoi familiari? La strada per iniziare a volersi un po' più di bene comincia anche da qui: scrivendo il proprio disagio. Il passo successivo potrebbe essere quello di rivolgersi dal vivo ad un professionista (pubblico o privato che sia) e continuare ad aprirsi pian piano. Non aspetti ancora. E ci tenga informati.
In bocca al lupo
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#5]
Ex utente
Vi ringrazio tanto per le risposte. In realtà avevo già pensato di rivolgermi a un professionista e ho motivo di pensare che i farmaci potrebbero essermi utili, e in seguito una consulenza psicologica. Questo perchè ho anche dei problemi a livello fisico e sono sicura che questo ha influito molto anche sul resto. In particolare fin dai 14 anni mi è stata diagnosticata la policistosi ovarica e da allora sono in cura presso un endocrinologo molto competente. Ho assunto fino all'anno scorso anti concezionali (etinilestradiolo, Fedra, etc..) a dosaggi sempre diversi. Invece quest anno il professore ha notato delle anomalie nelle analisi e nell'ecografia e mi ha fatto fare altri accertamenti. Ora mi ha detto che è tutto a posto, però per la visita e per la nuova terapia devo aspettare fino a giugno. Quindi io in questa situazione, senza sapere che farmaci prenderò non ci penso proprio a farmene prescrivere altri da uno psichiatra, dovrei andare da lui con un quadro chiaro, sapendo che cosa ho al livello fisico. In particolare io sono preoccupata per i valori di TSH e di cortisolo che sono leggermente alti e non li avevo mai avuti così, senza contare molti valori degli ormoni che sono sballati(tra cui il testosterone e tutto quello che comporta) e infatti ho avuto un peggioramento generale un pò in tutti gli aspetti della vita.
Poi vorrei aggiungere una cosa: io non ho mai avuto difficoltà a parlare dei miei problemi con le persone a me più vicine, in particolare l'ho fatto con quei pochi amici che ho avuto. certo, con la famiglia è diverso, cmq loro in realtà sanno molte cose anche se io non le dico, non sono così ermetica. Io penso che i miei abbiano capito abbastanza di me e ora hanno deciso di farsi un pò da parte, perchè pressioni da parte loro potrebbero solo farmi danno.
La mia reticenza attuale a parlare di quello che sto passando con l'unica amica che ho, deriva da una risposta che ho ricevuto recentemente da una persona a cui avevo raccontato molto di me: mi ha detto di avermi allontanato perchè stava vivendo un bel momento e voleva essere spensierata, io l'avrei appesantita... Nonostante tutto questo io le mie vittorie le ho avute, il problema è che perdo tutto molto facilmente.
Non credo che sia corretto dire che ho dato un'immagine diversa di me agli altri, a volte l'ho fatto per essere accettata questo è vero, ma c'è stata più di una persona che mi ha conosciuto come sono in realtà... e poi le cose che ho fatto per far contenti gli altri in fondo facevano contenta anche me altrimenti non le avrei fatte. In sistesi io non credo di essere una persona che ha represso sè stessa, o si è sacrificata per gli altri, forse in piccola parte sì, ma più che repressa attualmente sono depressa, credo che sia il termine giusto.
Poi vorrei aggiungere una cosa: io non ho mai avuto difficoltà a parlare dei miei problemi con le persone a me più vicine, in particolare l'ho fatto con quei pochi amici che ho avuto. certo, con la famiglia è diverso, cmq loro in realtà sanno molte cose anche se io non le dico, non sono così ermetica. Io penso che i miei abbiano capito abbastanza di me e ora hanno deciso di farsi un pò da parte, perchè pressioni da parte loro potrebbero solo farmi danno.
La mia reticenza attuale a parlare di quello che sto passando con l'unica amica che ho, deriva da una risposta che ho ricevuto recentemente da una persona a cui avevo raccontato molto di me: mi ha detto di avermi allontanato perchè stava vivendo un bel momento e voleva essere spensierata, io l'avrei appesantita... Nonostante tutto questo io le mie vittorie le ho avute, il problema è che perdo tutto molto facilmente.
Non credo che sia corretto dire che ho dato un'immagine diversa di me agli altri, a volte l'ho fatto per essere accettata questo è vero, ma c'è stata più di una persona che mi ha conosciuto come sono in realtà... e poi le cose che ho fatto per far contenti gli altri in fondo facevano contenta anche me altrimenti non le avrei fatte. In sistesi io non credo di essere una persona che ha represso sè stessa, o si è sacrificata per gli altri, forse in piccola parte sì, ma più che repressa attualmente sono depressa, credo che sia il termine giusto.
[#6]
Ex utente
Dato che siete stati tanto gentili con me a rispondere volevo aggiornarvi sulle ultime novità. Nel frattempo la situazione è un pò cambiata: ho parlato con i miei genitori e gli ho detto delle mie difficoltà nello studio, non ho accennato a nient altro, mi sono limitata solo a parlare dell'università... ovviamente ci sono rimasti male e anche per me non è stato facile, però sono contenta di averlo fatto... adesso mi sento più libera, mi sembra di essermi tolta un peso e sono più decisa a rivolgermi ad uno specialista.
Non ho intenzione di nascondere questa cosa a loro, ma ancora non ne sono sicura su parlarne o meno, questo si vedrà. Intanto prenoto una prima visita senza dirlo a nessuno, poi non so... Grazie ancora per il vostro interessamento.
Non ho intenzione di nascondere questa cosa a loro, ma ancora non ne sono sicura su parlarne o meno, questo si vedrà. Intanto prenoto una prima visita senza dirlo a nessuno, poi non so... Grazie ancora per il vostro interessamento.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 25k visite dal 13/04/2008.
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