Traumi dell'infanzia o egoismo?

Gentili dottori,
ho 30 anni e al momento sto facendo cura antalgica per gravi patologie. Non ho mai sofferto, a livello ansioso, per la mia persona. Convivo da 2 anni con il mio compagno epocale e con il quale sto davvero bene.

Il mio problema però è altro.
Mia sorella maggiore da sempre ha avuto un carattere particolare.
Non segue regole, ha sofferto di anoressia, attacchi di panico e forse di borderline, dico forse perché la diagnosi è stata poi smentita dagli stessi medici che l'avevano diagnosticata.
Non lavora per motivi da lei imputabili alla società e all'età.

E' stata via da casa dei miei genitori e a loro spese per 4 anni circa (soldi dati per aiutarla a crearsi un futuro, ma senza risultati) e gli ultimi 3 mesi passati a semiconvivere con il ragazzo di 15 anni di meno e a spese di lui perché le finanze dei miei sono finite. Lui decide che per mettere soldi da parte sarebbe stato meglio che, per un periodo limitato, lei tornasse dai miei. Da circa 2 settimane sta
dai miei.
E così il ragazzo, per motivi a me sconosciuti la lascia.

E la storia si ripete.

In visita a casa dei miei, la sento piangere e così le chiedo il permesso di entrare nella sua stanza.
Le chiedo cosa sia successo, e la risposta è l'ennesima delusione d'amore.

Siamo completamente diverse, io sono pratica e minimalista, lei l'opposto. Ho sempre cercato di non dare preoccupazioni, anche nei momenti più drammatici relativi ai miei problemi di salute, e per questo mia sorella dice che mi reprimo.
Le ho detto che se evito di dare preoccupazioni è perché so cosa significhi stare male per gli altri, e ho cercato di farle capire quanto siamo sempre stati in pena per lei, anche se lei pensa che non ce ne importa niente.
Dicendo queste parole mi è venuto da piangere e l'ho abbracciata, anche se per carattere non amo i contatti fisici, ma so che è ciò che lei vuole.
A questo punto mi è venuto un fortissimo dolore addominale sx in un punto indefinito mai avuto prima, al contrario del mal di testa che è sempre scontato in casi di forti emozioni.

Il mio problema sta nel fatto che lei sta dando infinite preoccupazioni ai miei, che ritengo siano adorabili, ma lei dall'adolescenza ha sempre cercato di farmi odiare, in quanto dice che sono l'origine dei suoi (di lei) mali. A partire dalla sua infanzia, perché dice che non l'hanno mai difesa dalle battute che i parenti facevano.

Ora io non capisco come reagire. Da sempre in realtà. Le ho detto che deve fare in modo di farsi aiutare dagli specialisti ma lei, essendo molto colta, interpreta a suo modo e non ritiene validi i metodi che consisterebbero in farmaci.

Comunque come sempre minaccia il suicidio.Non so più se la sua è cattiveria mista ad egoismo,e questo pensiero mi fa esplodere di rabbia, o se invece ha un vero e proprio problema.

Non so cosa fare e mi scuso se non sono stata chiara ma ci sono troppe cose da dire e sono davvero stufa e sto male.
Vi prego di darmi una dritta su cosa fare. Grazie.
[#1]
Psicologo attivo dal 2012 al 2016
Psicologo
Gentile Utente,

senza conoscere certi dettagli è difficile definire la situazione, tuttavia penso che sarebbe opportuno che Sua sorella fosse seguita sia dal medico sia dallo psicologo.

Ho l'impressione che certi tratti caratteriali vadano approfonditi, e la collaborazione tra i due professionisti sarebbe l'ideale.

Se ho ben capito, c'è una certa resistenza da parte di Sua sorella a consultare degli specialisti e ciò costituisce l'ostacolo maggiore per l'efficacia di eventuali trattamenti.

Nessuno meglio di Lei la conosce abbastanza per trovare le argomentazioni più convincenti, e questo sarebbe il primo passo da fare; va invece assolutamente evitata ogni forzatura perché controproducente.
[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
il mezzo telematico contiene in sè grandi limitazioni, per interposta persona ne contiene ancor di più.
sarebbe utile una visita dal curante ed un approfondimento psicologico, ma solo se la diretta interessata desidera farlo.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
Utente
Utente
Vi ringrazio infinitamente per le risposte, purtroppo per rispondere al Dr. Repici, l'ostacolo è proprio la resistenza la cosa più insormontabile.

Grazie ancora..
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

se Sua sorella non si è sentita protetta in passato dai Suoi genitori e ancora oggi lo rinfaccia, perchè Lei ha il sospetto che possa trattarsi di egoismo e non di altro, tipo una patologia che si esprime anche attraverso questi comportamenti?

Il punto non è che cosa hanno fatto i Suoi genitori o se siano adorabili; il punto fondamentale è che Sua sorella non si è sentita protetta in determinate circostanze in cui, secondo lei, veniva minacciata o derisa, ecc... e questo ancora oggi le brucia.

L'aspetto patologico della questione, con estrema sintesi, è che Sua sorella non è riuscita a prenderne le distanze, come avrebbe magari fatto Lei, ma ancora oggi è invischiata in relazioni poco accudenti e protettive (fidanzati che la lasciano, il tutto amplificato dalla reazione di Sua sorella). Perchè è patologico questo aspetto? Perchè è mancata l'elaborazione che normalmente permette all'adulto di guardare la bambina che è stata, ma anche di comprendere le difficoltà che i genitori -adulti- hanno fatto, ad esempio non comprendendo la sofferenza della loro bimba/ragazzina.

E questo accade, dal momento che nessuno di noi ha genitori perfetti, ma da adulti e da figli, riusciamo poi a capirli. Sua sorella non riesce a farlo probabilmente perchè la patologia che Lei ha qui menzionato (DCA e forse disturbo borderline) spesso dà esiti del genere, ovvero un deficit di metacognizione, di capacità riflessiva, ecc... che rendono difficilissime le relazioni con gli altri. E le frequenti rotture sentimentali e i problemi con i parenti ne sono un esempio.

Io mi rendo conto che dall'esterno il disagio di Sua sorella sia davvero illeggibile, oltre che drammatico e incomprensibile.
Ma, proprio per queste ragioni, si tratta di un disagio profondo e grave.

Tornando alle Sua richiesta, non c'è modo di essere coinvolti quando Sua sorella torna dallo psichiatra, anche se non ci vuole andare volentieri?

Voi parenti siete infatti uno strumento importantissimo, sia d'aiuto al medico perchè il vostro operato e la vostra visione a casa è importante, sia per imparare a relazionarvi in modo sempre più efficace con Sua sorella, altrimenti continuerete a trattarla sempre nello stesso modo e -così facendo- si amplificheranno quelle dinamiche malate.


Cosa fare allora?

- mostrarsi accoglienti ma autorevoli
- regolare e rispettare le distanze relazionali e interpersonali
- accettare le variazioni del tono dell'umore
- esprimere in modo chiaro gli intenti e i motivi
- sottolineare le sue capacità
- validare le emozioni di Sua sorella
- cominciare a porre pochi limiti ma cercare di mantenerli stabili
- evitare l'eccesso e la drammatizzazione nella comunicazione e negli scambi
- concedere la scena ogni tanto, ma fissare dei limiti
- mostrare interesse ogni volta in cui lei ha comportamenti "normali"
- aspettarsi di passare agli occhi di Sua sorella dallo stato di eroe a quello di miserabile e viceversa

Da NON fare:

- minacciare la rottura del rapporto o abbandono (cosa temuta da Sua sorella), soprattutto da parte delle figure di sostegno e protezione come voi parenti
- discutere quando Sua sorella è emotivamente alterata
- lasciarsi impressionare dall'instabilità della condotta e dell'umore
- lasciarsi coinvolgere nelle lotte di potere
- assumere il ruolo di giudice
- lasciarsi turbare dai tentativi di seduzione che sono spesso artificiosi
- lascirsi intenerire o impressionare

Tuttavia io ritengo che potrebbe esservi utile (a Lei e ai Suoi genitori) un aiuto più mirato: a volte negli ospedali vengono organizzati gruppi per i parenti.
Può provare a domandare, se ne ha occasione, allo psichiatra che segue Sua sorella.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Cara ragazza,

concordo in pieno con la dottoressa Pileci. Cerchi soprattutto di essere comprensiva, autorevole e non autoritaria.

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

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