Panico con ragazza
Salve,
sono un ragazzo di 25 anni. Circa due anni fa ho trascorso un bruttissimo periodo in cui soffrivo di frequenti attacchi di panico, paura di morire, paura di far male ad altre persone, paura che tutto finisse improvvisamente. Ho iniziato una terapia psicologica, accompagnata da una farmacologica (cipralex e xanax). Sono riuscito nel giro di qualche mese a riprendermi abbastanza bene, anche se qualche breve ricaduta c'è stata e la terapia non è ancora conclusa (prendo ancora cipralex la sera, e una compressa di xanax al bisogno). Nel frattempo ho subito la perdita di mio padre, venuto a mancare circa un anno e mezzo fa, che costituiva il mio principale punto di riferimento, come si può capire. Ho concluso, a fine ottobre, brillantemente la carriera universitaria e da quasi due mesi (in coincidenza con la laurea) sono fidanzato con una ragazza che conoscevo già da tre anni, con la quale non c'è mai stata semplice amicizia ma un sentimento profondo da parte di entrambi, culminato, appunto, 1 mese e mezzo fa, in un rapporto di coppia.
Premetto che è la mia vera prima storia, non ho mai avuto alcuna relazione che durasse più di un mese in precedenza, ma con lei sento che durerà parecchio, perchè siamo in totale complicità e sento che è la persona giusta.
Fatto sta che per il primo mese è andato tutto divinamente, eravamo persi l'uno dell'altra, io mi sentivo totalmente innamorato, un battito forte del cuore ogni volta che la vedevo e la toccavo.
Poi, all'improvviso, una sera, in un momento di totale rilassatezza, un pensiero si incunea: il pensiero ipotetico di lei con un altro e io che non sono geloso. Più una paura che un vero pensiero. Però ne sono rimasto traumatizzato, ho iniziato a farmi domande, a chiedermi se mi piacesse realmente, a guardare le altre e a "testare" il mio livello di eccitazione. Mi mettevo, e mi metto, alla prova su tutto. Cerco di immaginare la mia vita senza di lei e, in questo momento, la risposta la trovo, ed è quella che dice che senza di lei ormai non riesco a vedermi, che voglio passare la vita solo con lei.
Fatto sta che non riesco più a comportarmi spontaneamente con lei, molte volte quando ci vediamo provo panico, ansia totale al punto da desiderare di tornarmene a casa, per stare da solo e rilassarmi. Lei si sta dimostrando comprensiva, mi dice che è innamorata di me e che per me farebbe tutto. Ed io mi sento tremendamente in colpa, perchè lei è costretta a sentirsi dire queste cose da me.
Io ho pensato che il fatto di essere stato praticamente sempre solo prima d'ora possa avere influito parecchio. Ora con lei spesso mi sento completamente bloccato, anche sessualmente non riesco a portare a termine, o anche ad iniziare un rapporto.
Premettendo che sto continuando il percorso terapeutico e che ho intenzione di intensificare gli incontri con la mia psicologa, vi chiedo gentilmente cosa ne pensate al riguardo.
Grazie in anticipo
sono un ragazzo di 25 anni. Circa due anni fa ho trascorso un bruttissimo periodo in cui soffrivo di frequenti attacchi di panico, paura di morire, paura di far male ad altre persone, paura che tutto finisse improvvisamente. Ho iniziato una terapia psicologica, accompagnata da una farmacologica (cipralex e xanax). Sono riuscito nel giro di qualche mese a riprendermi abbastanza bene, anche se qualche breve ricaduta c'è stata e la terapia non è ancora conclusa (prendo ancora cipralex la sera, e una compressa di xanax al bisogno). Nel frattempo ho subito la perdita di mio padre, venuto a mancare circa un anno e mezzo fa, che costituiva il mio principale punto di riferimento, come si può capire. Ho concluso, a fine ottobre, brillantemente la carriera universitaria e da quasi due mesi (in coincidenza con la laurea) sono fidanzato con una ragazza che conoscevo già da tre anni, con la quale non c'è mai stata semplice amicizia ma un sentimento profondo da parte di entrambi, culminato, appunto, 1 mese e mezzo fa, in un rapporto di coppia.
Premetto che è la mia vera prima storia, non ho mai avuto alcuna relazione che durasse più di un mese in precedenza, ma con lei sento che durerà parecchio, perchè siamo in totale complicità e sento che è la persona giusta.
Fatto sta che per il primo mese è andato tutto divinamente, eravamo persi l'uno dell'altra, io mi sentivo totalmente innamorato, un battito forte del cuore ogni volta che la vedevo e la toccavo.
Poi, all'improvviso, una sera, in un momento di totale rilassatezza, un pensiero si incunea: il pensiero ipotetico di lei con un altro e io che non sono geloso. Più una paura che un vero pensiero. Però ne sono rimasto traumatizzato, ho iniziato a farmi domande, a chiedermi se mi piacesse realmente, a guardare le altre e a "testare" il mio livello di eccitazione. Mi mettevo, e mi metto, alla prova su tutto. Cerco di immaginare la mia vita senza di lei e, in questo momento, la risposta la trovo, ed è quella che dice che senza di lei ormai non riesco a vedermi, che voglio passare la vita solo con lei.
Fatto sta che non riesco più a comportarmi spontaneamente con lei, molte volte quando ci vediamo provo panico, ansia totale al punto da desiderare di tornarmene a casa, per stare da solo e rilassarmi. Lei si sta dimostrando comprensiva, mi dice che è innamorata di me e che per me farebbe tutto. Ed io mi sento tremendamente in colpa, perchè lei è costretta a sentirsi dire queste cose da me.
Io ho pensato che il fatto di essere stato praticamente sempre solo prima d'ora possa avere influito parecchio. Ora con lei spesso mi sento completamente bloccato, anche sessualmente non riesco a portare a termine, o anche ad iniziare un rapporto.
Premettendo che sto continuando il percorso terapeutico e che ho intenzione di intensificare gli incontri con la mia psicologa, vi chiedo gentilmente cosa ne pensate al riguardo.
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile Ragazzo,
è fortunato ad avere accanto una ragazza che le vuole bene e che si dimostra comprensiva nei suoi confronti. Allo stesso modo è fortunato ad avere una psicoterapia in corso: quello è il luogo deputato per affrontare queste nuove manifestazioni della sua ansia.
Non cerchi rassicurazioni altrove, ma ne parli con chi già la conosce di persona e la segue da tempo: vedrà che tornerà ad una vita più serena.
Cordialmente,
è fortunato ad avere accanto una ragazza che le vuole bene e che si dimostra comprensiva nei suoi confronti. Allo stesso modo è fortunato ad avere una psicoterapia in corso: quello è il luogo deputato per affrontare queste nuove manifestazioni della sua ansia.
Non cerchi rassicurazioni altrove, ma ne parli con chi già la conosce di persona e la segue da tempo: vedrà che tornerà ad una vita più serena.
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
"Circa due anni fa ho trascorso un bruttissimo periodo in cui soffrivo di frequenti attacchi di panico, paura di morire, paura di far male ad altre persone, paura che tutto finisse improvvisamente...."
"...Poi, all'improvviso, una sera, in un momento di totale rilassatezza, un pensiero si incunea: il pensiero ipotetico di lei con un altro e io che non sono geloso. Più una paura che un vero pensiero..."
Gentile Utente,
con i limiti della distanza, penso comunque che possa trattarsi ugualmente di un problema d'ansia. Se davvero le cose stanno così, è indispensabile parlarne col curante.
Non mi è chiaro che tipo di percorso psicologico sta facendo, se si tratta di una psicoterapia e di che tipo... e se il problema dell'ansia sia stato risolto o no.
Ad ogni modo, è probabile che non dovrà intensificare gli incontri, come se la psicoterapia fosse un Pronto Soccorso, ma semplicemente lavorare sull'ansia.
Un cordiale saluto,
"...Poi, all'improvviso, una sera, in un momento di totale rilassatezza, un pensiero si incunea: il pensiero ipotetico di lei con un altro e io che non sono geloso. Più una paura che un vero pensiero..."
Gentile Utente,
con i limiti della distanza, penso comunque che possa trattarsi ugualmente di un problema d'ansia. Se davvero le cose stanno così, è indispensabile parlarne col curante.
Non mi è chiaro che tipo di percorso psicologico sta facendo, se si tratta di una psicoterapia e di che tipo... e se il problema dell'ansia sia stato risolto o no.
Ad ogni modo, è probabile che non dovrà intensificare gli incontri, come se la psicoterapia fosse un Pronto Soccorso, ma semplicemente lavorare sull'ansia.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 12/12/2012.
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