Problemi cronici di studio-fuoricorso
Salve, ho venticinque anni e sono fuoricorso a Giurisprudenza, mi mancano circa dieci esami più tesi.
Oltre a grossi problemi di autostima e timidezza(i primi due anni disastrosi come fuorisede, poi sono tornato a casa per studiare da solo), non riesco a sbloccare questa situazione con lo studio.
Nonostante passi molto tempo sui libri, i miei risultati sono poveri e mediocri.
Ho tentato vari metodi di studio senza successo, quindi ciò che faccio consiste soltanto di una lettura, approfondita con consultazione di archivi on line, cercando di arricchire il più possibile.
Il problema è che non mi sento mai sicuro, e difatti ho sempre la sensazione di avere una grossa confusione mentale, che poi si traduce in voti bassi.
Proprio dopodomani dovrò sostenere un esame, e come al solito non sono riuscito a prepararmi al meglio.
Sono molto nervoso, e di fronte al molto materiale ancora da ripassare (non ce la farò) mi cadono le braccia.
Venerdì dovrò assistere alla tesi di un mio amico di un anno più piccolo, e questo mi rende ancora più frustrato.
Tutti parlano dei loro successi accademici, e io non so cosa dire, se non che sono fuoricorso con una media bassissima.
Negli ultimi tempi ho deciso di finire, cercando di concentrarmi, e in effetti ho sostenuto diversi esami, accontentandomi dei voti, ma mi sento sempre insicuro.
Non so più cosa fare, spero che possiate darmi un consiglio.
Grazie mille
Oltre a grossi problemi di autostima e timidezza(i primi due anni disastrosi come fuorisede, poi sono tornato a casa per studiare da solo), non riesco a sbloccare questa situazione con lo studio.
Nonostante passi molto tempo sui libri, i miei risultati sono poveri e mediocri.
Ho tentato vari metodi di studio senza successo, quindi ciò che faccio consiste soltanto di una lettura, approfondita con consultazione di archivi on line, cercando di arricchire il più possibile.
Il problema è che non mi sento mai sicuro, e difatti ho sempre la sensazione di avere una grossa confusione mentale, che poi si traduce in voti bassi.
Proprio dopodomani dovrò sostenere un esame, e come al solito non sono riuscito a prepararmi al meglio.
Sono molto nervoso, e di fronte al molto materiale ancora da ripassare (non ce la farò) mi cadono le braccia.
Venerdì dovrò assistere alla tesi di un mio amico di un anno più piccolo, e questo mi rende ancora più frustrato.
Tutti parlano dei loro successi accademici, e io non so cosa dire, se non che sono fuoricorso con una media bassissima.
Negli ultimi tempi ho deciso di finire, cercando di concentrarmi, e in effetti ho sostenuto diversi esami, accontentandomi dei voti, ma mi sento sempre insicuro.
Non so più cosa fare, spero che possiate darmi un consiglio.
Grazie mille
[#1]
"Il problema è che non mi sento mai sicuro, e difatti ho sempre la sensazione di avere una grossa confusione mentale, che poi si traduce in voti bassi."
Gentile Utente,
forse il problema è che l'ansia ti porta alla sensazione di avere questa confusione e al dubbio di non essere mai davvero preparato.
Unendo questo alla timidezza (che di per sè non è patologica, ma in alcuni contesti si traduce come mancanza di abilità sociali e relazionali: perchè sei tornato a casa per studiare da solo?) e alla bassa autostima, il risultato (in termini di sofferenza personale) mi pare adeguato per giustificare questo andamento.
Nella tua facoltà c'è uno psicologo con cui parlare di questo problema?
Oppure, hai pensato di rivolgerti all'ASL o consultorio o Spazio Giovani?
Gentile Utente,
forse il problema è che l'ansia ti porta alla sensazione di avere questa confusione e al dubbio di non essere mai davvero preparato.
Unendo questo alla timidezza (che di per sè non è patologica, ma in alcuni contesti si traduce come mancanza di abilità sociali e relazionali: perchè sei tornato a casa per studiare da solo?) e alla bassa autostima, il risultato (in termini di sofferenza personale) mi pare adeguato per giustificare questo andamento.
Nella tua facoltà c'è uno psicologo con cui parlare di questo problema?
Oppure, hai pensato di rivolgerti all'ASL o consultorio o Spazio Giovani?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
<<Ho tentato vari metodi di studio senza successo>>
Gentile Utente,
a quali metodi di studio si riferisce?
Quando frequentava le superiori, le cose andavano meglio?
Ha notato se ci sono state differenze (anche piccole) nella difficoltà di preparazione tra i vari esami che ha sostenuto?
Ha scelto Lei la facoltà che sta frequentando? Le piace ancora? Quali prospettive ha per il futuro?
Non le è mai accaduto di preparare un esame con un compagno di studi?
Saluti.
Gentile Utente,
a quali metodi di studio si riferisce?
Quando frequentava le superiori, le cose andavano meglio?
Ha notato se ci sono state differenze (anche piccole) nella difficoltà di preparazione tra i vari esami che ha sostenuto?
Ha scelto Lei la facoltà che sta frequentando? Le piace ancora? Quali prospettive ha per il futuro?
Non le è mai accaduto di preparare un esame con un compagno di studi?
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Gentile utente,
studiare tante ore non è sufficiente per ottenere un risultato soddisfacente. E' importante la modalità con cui lei si accosta allo studio. Sia l'ansia che la bassa autostima sono fattori che giocano a suo sfavore.
L'ansia incide negativamente sulla concentrazione e dunque, pur studiando diverso tempo, le informazioni non rimangono in memoria; non credere in se stessi, inoltre, porta a non essere obiettivi sulle proprie capacità ed a studiare in maniera, già in partenza, sfiduciata...
Ha mai pensato a intraprendere un percorso con uno psicologo? Perchè se lavorasse su questi aspetti, ne trarrebbe certamente beneficio.
Saluti
studiare tante ore non è sufficiente per ottenere un risultato soddisfacente. E' importante la modalità con cui lei si accosta allo studio. Sia l'ansia che la bassa autostima sono fattori che giocano a suo sfavore.
L'ansia incide negativamente sulla concentrazione e dunque, pur studiando diverso tempo, le informazioni non rimangono in memoria; non credere in se stessi, inoltre, porta a non essere obiettivi sulle proprie capacità ed a studiare in maniera, già in partenza, sfiduciata...
Ha mai pensato a intraprendere un percorso con uno psicologo? Perchè se lavorasse su questi aspetti, ne trarrebbe certamente beneficio.
Saluti
Dr.ssa Fabrizia Lodeserto
sito: http://www.fabrizialodeserto.it/
Psicologo Taranto e Psicologo Online
[#4]
Utente
Anzitutto grazie per la pronta e cortese risposta ad entrambi.
Dr.ssa Pileci:
l'ansia c'è senza dubbio.
Ultimamente gli eventi non han fatto altro che abbassare la mia autostima già claudicante.
Sono tornato a casa perché non mi ero ambientato, sono riuscito a fare solo un esame dopo il primo anno di lezioni, e ho avuto per due anni di seguito esperienze pessime con i coinquilini.Nel frattempo non avevo alcuna cognizione di cosa stessi facendo e di come gestire la mia vita da studente. Ed ecco che mi ritrovo in questo stato.
Ho fatto spendere tanti soldi inutilmente ai miei genitori, e allora ho deciso di troncare con questa esperienza frustrante e negativa.
Ci ho pensato, ma mai fatto il passo perché non mi fido, e ho paura di peggiorare solo le cose. Ci sono tanti approcci diversi e nessuno mi assicura che mi sia di giovamento.
Nella situazione contingente, non so se mi giova ripassare, o no.
Dr.ssa Scalco:
ho tentato con i classici metodi del "ripetere" e "fare riassunti scritti", ma li ho trovati stucchevoli e troppo macchinosi, non avendomi dato grande aiuto.
Tra un esame e l'altro noto sì differenze, ma in generale non ho molta padronanza della miei mezzi, per poveri che siano, e dunque non so come gestire il lavoro.
Tutto ha una ragione.
Sono in queste condizioni perché al liceo riuscivo a prendere bei voti senza studiare quasi per nulla, preferendo fare sport il pomeriggio.
Nonostante questo, capivo molto bene a lezione e mi bastava.
Mi hanno solo elogiato e premiato più per le mie supposte capacità (di cui dubito grandemente) che per il mio impegno.
Ciò mi ha provocato qualche antipatia da parte di compagni che faticavano sui libri, e che infatti non hanno avuto alcun intoppo nel loro percorso, ma solo successi.
Mi furono dati vari suggerimenti, e scelsi di fare Legge.
Ho sempre avuto curiosità per molti settori delle scienze, e questo mi ha penalizzato nel focalizzarmi.
Il problema della velleità o meno l'ho risolto con la sospensione del giudizio, posto che non a tutti è dato di avere vocazioni o esser sicuri.
Mi piacerebbe fare un master, la carriera forense non la vedo come una prospettiva alla mia portata.
In generale mi sento non maturo come persona, non solo come studente.
Non ho mai studiato insieme ad altre persone, ho sempre fatto tutto da solo, nel bene e nel male.
Vi ringrazio ancora
Dr.ssa Pileci:
l'ansia c'è senza dubbio.
Ultimamente gli eventi non han fatto altro che abbassare la mia autostima già claudicante.
Sono tornato a casa perché non mi ero ambientato, sono riuscito a fare solo un esame dopo il primo anno di lezioni, e ho avuto per due anni di seguito esperienze pessime con i coinquilini.Nel frattempo non avevo alcuna cognizione di cosa stessi facendo e di come gestire la mia vita da studente. Ed ecco che mi ritrovo in questo stato.
Ho fatto spendere tanti soldi inutilmente ai miei genitori, e allora ho deciso di troncare con questa esperienza frustrante e negativa.
Ci ho pensato, ma mai fatto il passo perché non mi fido, e ho paura di peggiorare solo le cose. Ci sono tanti approcci diversi e nessuno mi assicura che mi sia di giovamento.
Nella situazione contingente, non so se mi giova ripassare, o no.
Dr.ssa Scalco:
ho tentato con i classici metodi del "ripetere" e "fare riassunti scritti", ma li ho trovati stucchevoli e troppo macchinosi, non avendomi dato grande aiuto.
Tra un esame e l'altro noto sì differenze, ma in generale non ho molta padronanza della miei mezzi, per poveri che siano, e dunque non so come gestire il lavoro.
Tutto ha una ragione.
Sono in queste condizioni perché al liceo riuscivo a prendere bei voti senza studiare quasi per nulla, preferendo fare sport il pomeriggio.
Nonostante questo, capivo molto bene a lezione e mi bastava.
Mi hanno solo elogiato e premiato più per le mie supposte capacità (di cui dubito grandemente) che per il mio impegno.
Ciò mi ha provocato qualche antipatia da parte di compagni che faticavano sui libri, e che infatti non hanno avuto alcun intoppo nel loro percorso, ma solo successi.
Mi furono dati vari suggerimenti, e scelsi di fare Legge.
Ho sempre avuto curiosità per molti settori delle scienze, e questo mi ha penalizzato nel focalizzarmi.
Il problema della velleità o meno l'ho risolto con la sospensione del giudizio, posto che non a tutti è dato di avere vocazioni o esser sicuri.
Mi piacerebbe fare un master, la carriera forense non la vedo come una prospettiva alla mia portata.
In generale mi sento non maturo come persona, non solo come studente.
Non ho mai studiato insieme ad altre persone, ho sempre fatto tutto da solo, nel bene e nel male.
Vi ringrazio ancora
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4.8k visite dal 09/12/2012.
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