Scelta lavori differente grado responsabilità
Buonasera dottori, vorrei un consiglio per "conoscermi" meglio e poter operare una scelta funzionale con l'obbiettivo di non trovarmi male in futuro come mi è successo. Mi spiego: sono una persona molto intelligente e con capacità organizzative forti, sono molto precisa nell'ambito lavorativo.. a volte perfezionista ma non in modo patologico, riconosco il limite di ciò che non riesco a fare e in quei casi mi accontento di dove arrivo. Ho finito le superiori con il massimo dei voti, ma volendomi confrontare con il mondo reale, quello dove ti pagano per stare li anziche pagare tu per stare li, ho deciso di entrare nel mondo del lavoro. Ho fatto inizialmente per circa un anno l'operaia (ma facevo di tutto, anche organizzazione dei turni) in un azienda del settore inerente i miei studi, poi per problemi di orari che non mi consentivano di vedere il mio fidanzato (lavoravo anche nel weekend) mi sono licenziata e sono entrata sempre da operaia in un altra azienda sempre del settore. Qui il lavoro mi piaceva molto, veramente molto, ma la mia condizione era molto precaria per busta paga bassa e poche garanzie, quindi quando dopo mezzo anno circa capitò che mi chiamassero da un altra azienda accettai e me ne andai. In quest altro posto mi sono confrontata con un lavoro veramente organizzativo, avevo molta responsabilità ma avevo comunque un appoggio di un supervisore che mi aiutava. Nel frattempo ho iniziato un università con modalità a distanza e nel tempo libero studiavo.Purtroppo l'azienda chiuse, ma dopo poco mi hanno chiamato da un altra azienda (nel frattempo ho dato molti esami). Ho lavorato un anno li, in breve mi sono trovata ad avere ENORMI responsabilità tutte su di me(se lo avessi saputo non avrei accettato!) da togliermi il sonno tanta era la preoccupazione, e di sera tornavo a casa distrutta nella mente e nel fisico ma mi mettevo a studiare e ho dato quattro esami durante l'inverno, come dovevo da piano universitario. Ho subito molti controlli al lavoro nel frattempo, di cui inzialmente non mi avevano spiegato, e per fortuna che sono perfezionista e che rimanevo li ogni giorno due ore in piu e il sabato lavoravo da casa, insomma sono riuscita, da inesperta, a sitemare tutte le situazioni e tutto il lavoro anche arretrato che c'era e anche dovendo fare lavoro che altre persone non facevano (perchè alla fine la responsabilità era tutta mia quindi alcuni non facevano e dovevo farlo io).A primavera, "riportata la nave in porto" cioè passati tutti i controlli e terminato il progetto annuale brillantemente aggiungerei, ho avuto un crollo e dalla sera alla mattina mi sono licenziata (rimanendo poi 2 mesi in piu per formare il mio successore).Tra pochi mesi avrò finito l'università (triennale) e sarei tentata nonostante le mie capacità di cercare comunque un lavoro non di responsabilità, perchè ho provato sulla mia pelle questa esperienza che mi ha segnato al.Vorrei un vostro parere..secondo voi ho io un problema con ruoli di responsabilità o no?
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Gentie ragazza,
Se per lei una resposabilita' significa non vivere piu', lavorare fino allo sfinimento, non sapere mettere dei lmiti, allora si, lei ha un problema con tali lavori.
Se e" il perfezionismo eccessivo a guidarla lei impieghera' sempre molte energie per soddisfarsi e con costi personali alti.
Il mio consiglo sarebbe di capire a cosa lei stia in realta' rispondendo. A quale esigenza.
Come era la sua vita infantile? Era in competizione per ricevere attenzione o affeto?
I migliorii saluti
Se per lei una resposabilita' significa non vivere piu', lavorare fino allo sfinimento, non sapere mettere dei lmiti, allora si, lei ha un problema con tali lavori.
Se e" il perfezionismo eccessivo a guidarla lei impieghera' sempre molte energie per soddisfarsi e con costi personali alti.
Il mio consiglo sarebbe di capire a cosa lei stia in realta' rispondendo. A quale esigenza.
Come era la sua vita infantile? Era in competizione per ricevere attenzione o affeto?
I migliorii saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile ragazza, mi verrebbe da chiederle se la mansione e la retribuzione del lavoro che faceva erano soddisfacenti in rapporto al suo livello di responsabilità.
Per chiarire meglio la sua situazione (risorse, punti di forza e di debolezza) potrebbe essere opportuno fare un bilancio delle competenze. È un servizio che potrebbe provare a richiedere al Centro per l'Impiego della sua zona, oppure ad un professionista qualificato.
I migliori auguri per la laurea e per il resto!
Per chiarire meglio la sua situazione (risorse, punti di forza e di debolezza) potrebbe essere opportuno fare un bilancio delle competenze. È un servizio che potrebbe provare a richiedere al Centro per l'Impiego della sua zona, oppure ad un professionista qualificato.
I migliori auguri per la laurea e per il resto!
Dr.ssa Francesca Coluccini
psicologa psicoterapeuta sessuologo clinico
www.francescacoluccini.it
[#3]
Utente
Grazie per le risposte !! Allora rispondendo con ordine. Dr.Esposito: si in effetti ho dato tutto fino allo sfinimento, ma purtroppo mi trovavo in una situazione in cui o facevo così e riuscivo a sistemare tutto alla perfezione e a fare tutte le mille attività dell'anno in corso sistemando anche le pendenze, o ne andava della sopravvivenza dell'azienda.Ce l'ho dovuta fare, anche perchè sarebbe stato un "marchio" pesante su di me e non sarebbe stato facile anche in futuro con altri datori di lavoro, far capire che la situazione non era dipesa da me (l'ambiente è "ristretto" e la cosa si sarebbe saputa! Il mio fallimento sarebbe stato pesante anche non avendo tutte le colpe..). In competizione..non saprei,di primo acchito direi di no..anche se durante tutta la mia carriera scolastica ho un po sentito il peso delle aspettative riposte su di me, come se siccome davo abitualmente il massimo ottenendo il massimo dei voti non mi fosse concesso, non mi potessi permettere, di scendere al di sotto di quello, sarebbe stato per me un fallimento. La mia famiglia invece, e questo posso dirlo con sicurezza, non ne avrebbe fatto un fallimento, insomma più che altro ero io e l'ambiente scolastico, professori, chissà cosa avrebbero pensato) ad imporlo. Comunque nella scelta della scuola superiore, forse non potendone più, ho spiazzato tutti e ho scelto un indirizzo che tutti mi sconsigliavano e invece ho fatto bene perchè era un ambiente un pò meno "tirato" e mi è piaciuto. Comunque anche li non mi concedevo di non studiare, neanche un giorno saltavo. Forse ho pensato che questo ultimo lavoro, sfortunatamente, è andato a sbattere su un aspetto di me che mi ha fatto arrivare al limite, tirando fuori questa questione..non so, lei cosa ne pensa? Per la dott.Coluccini: in effetti per tutta quella responsabilità avrei dovuto avere ben altri compensi credo, ma comunque per me era una buona paga e andava benissimo, cioè avrei continuato se non avessi toccato proprio il limite..comunque grazie, ottimo consiglio e in futuro dovessi aver bisogno farò questo bilancio! Per entrambe le dottoresse: a me quel lavoro piaceva e riusciva bene, mi dispiace anche un po, ma ho mollato quando un giorno, prima dell'ultimo controllo (poi per alcuni mesi non ce ne sarebbero stati), guidando ho avuto i sintomi di un attacco di panico e sono arrivata anche a pensare che pur di non dover andare e affrontare tutto sarei potuta (e l'ho pensato tranquillamente, anche se solo per un attimo) andare fuori strada "volontariamente"). Tanta era la mia sofferenza e stanchezza, pensate un po. Alla fine della giornata di controlli andata brillantemente ho realizzato che QUELLO era il limite..ho colto il segnale che il corpo m'aveva dato e ..dimissioni. Aggiungo che la persona che mi è succeduta, CON MOLTA più esperienza di me, sta anche lei trovando molta difficoltà tanto che un pò la aiuto "a distanza"..
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Gentile ragazza, riuscire bene e stare bene non sempre possono andare d'accordo, per fortuna o purtroppo, soprattutto se le aspettative ideali cozzano poi con la realtà.
Il fatto che lei abbia saputo quando tirare il freno e fermarsi mi fa pensare che lei abbia una qualche consapevolezza dei limiti. Riuscirà sicuramente a trovare la giusta mediazione tra dovere e piacere se ascolterà attentamente i segnali che il suo corpo le dà. L'ansia e la tensione sono campanelli d'allarme preziosi che sarebbe opportuno non sottovalutare.
Cordialmente
Il fatto che lei abbia saputo quando tirare il freno e fermarsi mi fa pensare che lei abbia una qualche consapevolezza dei limiti. Riuscirà sicuramente a trovare la giusta mediazione tra dovere e piacere se ascolterà attentamente i segnali che il suo corpo le dà. L'ansia e la tensione sono campanelli d'allarme preziosi che sarebbe opportuno non sottovalutare.
Cordialmente
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L'attacco di panico e' stato provvidenziale allora!
L'impressione che ricevo dalle sue parole e' di un alto livello di attivazione, troppo alto.
Forse in certa misura e' anche piacevole, stimollante forse, diciamo persino eccitante, ma dovrebbe rifletterci un po' su. Ha mai avuto l'impressione che tale perfezionismo e iperattivita' le siano davvero indispensabili ? O siano vitali? Entusiasmanti?
L'impressione che ricevo dalle sue parole e' di un alto livello di attivazione, troppo alto.
Forse in certa misura e' anche piacevole, stimollante forse, diciamo persino eccitante, ma dovrebbe rifletterci un po' su. Ha mai avuto l'impressione che tale perfezionismo e iperattivita' le siano davvero indispensabili ? O siano vitali? Entusiasmanti?
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Utente
"riuscire bene e stare bene non sempre possono andare d'accordo" è una bellissima cosa che terrò a mente, grazie, mi ci rispecchio abbastanza. Io d'istinto credo che andrò verso un lavoro di "medio profilo" o forse di basso profilo perchè in realtà, mi riesce bene quasi tutto ma la gioia vera me la danno di piu le attività manuali! In ogni caso che sia ben delineata la linea delle mie responsabilità. Solo penso che da qualche parte dentro di me ci sarà sempre una vocina che mi dirà che potevo arrivare in alto a fare carriera e che ho "scelto" di non andarci. Un pò il rimpianto di "essermi buttata via"..anche se fare un lavoro che piace penso ripaghi di tutto, anche delle volte che farà un pò male vedere ex compagni meno brillanti nel passato arrivare in posti ambiti, un pò sta già succedendo e un pò male mi fa, ma se devo tornare a essere quella che ero diventata, ben venga un lavoro meno di responsabilità! Grazie mille ancora per i preziosi consigli, cercherò di "ascoltarmi" bene per trovare la mediazione giusta.
[#7]
Utente
Per la dottoressa Esposito (mi scusi non avevo visto il suo ultimo post): in quel periodo, quando già comunque ero stressata sia dai problemi lavorativi che dallo studio che mi impegnava fino a tarda notte, ho avuto l'impressione (la ha avuta anche il mio fidanzato che mi conosce meglio di me quasi) che anche se una sera ad esempio avevo fatto tutto brillantemente e il giorno successivo non si preannunciavano particolari grossi problemi, comunque il mio livello di stress non si riduceva neanche un po, perchè se non ero a organizzare per l'immediato comunque iniziavo a stressarmi per organizzare il lavoro della settimana dopo, etc.. oppure un particolare che mi era sfuggito durante la giornata e che avrei dovuto controllare l'indomani si "ingigantiva" dentro la mia testa, quasi a voler riempire il vuoto lasciato dai problemi. Io sul momento interpretai la cosa come un bisogno che avevo di non far scendere questo "livello di attenzione" di mantenermi reattiva e in allerta per scattare, non so. Questo si è successo per lungo tempo! Mi sentivo come se questo stress continuo era la mia unica arma per combattere perchè mi manteneva al massimo delle mie facoltà. Che comunque essere sempre a mille è stata dura ma se non fosse stato così sarei andata a rotoli perchè non avrei gestito lavoro ed esami.. Lei dottoressa pensa che sia stata una risposta dettata dalla difficile situazione (le assicuro che era difficile, e molto) oppure che in questo ci sia qualcosa da approfondire, per risolvere questo?
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Utente
Dottoressa Coluccini: ha ragione sulla vita extralavorativa!! Io poi non 'ho detto nella richiesta di consulto ma ero così stressata che a parte un eczema che ancora mi porto dietro, anche di notte quando ero con il mio fidanzato, non avevo nessuna voglia di fare niente un pò per la stanchezza, ma soprattutto perchè dovevo pensare all'organizzazione del lavoro e a come fare domani, etc.. mi ricordo distintamente che ero sotto le coperte con lui e fingevo di dormire per non essere interrotta nei pensieri invece pensavo freneticamente al lavoro. Se alla mia età la vita sessuale diventa un fastidio perchè ti sconcentra dal lavoro..qualche problemino c'è in effetti non si può vivere così. Grazie davvero!!
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Gentile ragazza, non si ramarichi della sua scelta: lei e' forse troppo vulnerabile allob stress, a causa del suo stile personale di confrontarsi con gli imegni e le responsabilita'!
Ha fatto una scelta che la possa proteggere e penso. Sia quella migliore per lei.
I migliori auguri! Per tutto!
Ha fatto una scelta che la possa proteggere e penso. Sia quella migliore per lei.
I migliori auguri! Per tutto!
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 1.7k visite dal 05/12/2012.
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