Depressione (ma non solo) in 71enne
Salve.
Scrivo per mia mamma che ha 71 anni.
Sposata a 24 anni, ha avuto quattro figli (una delle quali morta all'età di sei mesi).
Ha smesso di lavorare dopo pochissimi anni per dedicarsi a noi figli, anche se molto aiutata dai suoi genitori che vivevano nell'appartamento adiacente.
All'età di circa 30 anni mia madre ha avuto il suo primo "esaurimento", per il quale è stata anche ricoverata in clinica. L'argomento in famiglia è tabù, quindi non conosco i particolari del caso, nè tantomeno il tipo di cure a cui è stata sottoposta in quell'occasione.
Di sicuro non ha mai fatto psicoterapia, anche se per molto tempo, negli anni successivi, ha avuto come punto di riferimento un neuropsichiatra da cui andava a "parlare" nei momenti più difficili.
Io ho 47 anni e da quando posso ricordarmi è sempre stata "depressa", alternando periodi di grave malinconia, pianti e chiusura in se stessa a momenti più sereni in cui però ostentava una specie di euforia esagerata. La sua unica "cura" erano cucchiaiate di Lexotan quando si sentiva particolarmente agitata.
Da quando il suo neuropsichiatra di riferimento è mancato, una decina di anni fa, ha rifiutato categoricamente di rivolgersi ad altri medici.
Credo di poter dire, quindi, che non è stata mai davvero curata.
Ha un carattere fortissimo, è prepotente e dispotica, non ascolta i consigli di nessuno e non accetta di essere contraddetta. Non ha mai ammesso di avere un problema psicologico (o psichiatrico), accusando invece noi familiari di "renderle la vita difficile" e di "non aiutarla" ad affrontare i suoi malesseri.
Quando viene contrariata reagisce con furia rabbiosa oppure fa la vittima, piagnucolando e lamentandosi che nessuno la capisce.
In tutto questo, la sua "vittima" è essenzialmente mio padre che, di carattere debole e accomodante, l'ha sempre assecondata e blandita ma non ha mai avuto la forza di imporle di curarsi.
La situazione è andata via via peggiorando.
Da un paio d'anni mia madre vive praticamente murata viva, chiusa in cucina con la tv perennemente accesa, fumando e risolvendo ossessivamente le parole crociate.
Non vuole mai uscire, non vede nessuno, trascura se stessa e la casa, che infatti è sporca e in disordine. Rifiuta categoricamente un aiuto domestico e anche di vedere un dottore. Non credo prenda più il Lexotan, anche perchè non aveva più effetto.
Ultimamente è diventata aggressiva, le sue crisi di rabbia si rivolgono anche contro i nipotini di 6 e 3 anni, al punto che mia sorella non si fida a lasciarli soli con lei (che pure ogni tanto manifesta il desiderio di vederli).
Richieste, preghiere e minacce perchè accetti di andare da un medico psichiatra o da uno psicologo provocano accessi di collera.
Non sappiamo più cosa fare, ci sentiamo impotenti.
Potete consigliarmi cosa fare?
Grazie!
Scrivo per mia mamma che ha 71 anni.
Sposata a 24 anni, ha avuto quattro figli (una delle quali morta all'età di sei mesi).
Ha smesso di lavorare dopo pochissimi anni per dedicarsi a noi figli, anche se molto aiutata dai suoi genitori che vivevano nell'appartamento adiacente.
All'età di circa 30 anni mia madre ha avuto il suo primo "esaurimento", per il quale è stata anche ricoverata in clinica. L'argomento in famiglia è tabù, quindi non conosco i particolari del caso, nè tantomeno il tipo di cure a cui è stata sottoposta in quell'occasione.
Di sicuro non ha mai fatto psicoterapia, anche se per molto tempo, negli anni successivi, ha avuto come punto di riferimento un neuropsichiatra da cui andava a "parlare" nei momenti più difficili.
Io ho 47 anni e da quando posso ricordarmi è sempre stata "depressa", alternando periodi di grave malinconia, pianti e chiusura in se stessa a momenti più sereni in cui però ostentava una specie di euforia esagerata. La sua unica "cura" erano cucchiaiate di Lexotan quando si sentiva particolarmente agitata.
Da quando il suo neuropsichiatra di riferimento è mancato, una decina di anni fa, ha rifiutato categoricamente di rivolgersi ad altri medici.
Credo di poter dire, quindi, che non è stata mai davvero curata.
Ha un carattere fortissimo, è prepotente e dispotica, non ascolta i consigli di nessuno e non accetta di essere contraddetta. Non ha mai ammesso di avere un problema psicologico (o psichiatrico), accusando invece noi familiari di "renderle la vita difficile" e di "non aiutarla" ad affrontare i suoi malesseri.
Quando viene contrariata reagisce con furia rabbiosa oppure fa la vittima, piagnucolando e lamentandosi che nessuno la capisce.
In tutto questo, la sua "vittima" è essenzialmente mio padre che, di carattere debole e accomodante, l'ha sempre assecondata e blandita ma non ha mai avuto la forza di imporle di curarsi.
La situazione è andata via via peggiorando.
Da un paio d'anni mia madre vive praticamente murata viva, chiusa in cucina con la tv perennemente accesa, fumando e risolvendo ossessivamente le parole crociate.
Non vuole mai uscire, non vede nessuno, trascura se stessa e la casa, che infatti è sporca e in disordine. Rifiuta categoricamente un aiuto domestico e anche di vedere un dottore. Non credo prenda più il Lexotan, anche perchè non aveva più effetto.
Ultimamente è diventata aggressiva, le sue crisi di rabbia si rivolgono anche contro i nipotini di 6 e 3 anni, al punto che mia sorella non si fida a lasciarli soli con lei (che pure ogni tanto manifesta il desiderio di vederli).
Richieste, preghiere e minacce perchè accetti di andare da un medico psichiatra o da uno psicologo provocano accessi di collera.
Non sappiamo più cosa fare, ci sentiamo impotenti.
Potete consigliarmi cosa fare?
Grazie!
[#1]
GGentile Signora,
Puo' darsi che la diagnosi di sua madre sia depressione, ma mi sembra una depressione complicata.
Purtroppo a livello legale non si puo' costringere nessuno a curarsi a meno che non intervengano degli acting out che possano consigliare un TSO ma anche in quel caso il trattamento non e' perenne.
Se la patologia di sua madre e' di vecchia data inoltre sara' impermeabile e corazzata contro "suggerimenti".
L'unica risorsa puo' essere una persona che abbia un certo ascendente (medico curante, amici) che possa consigliarle un altro psichiatra di riferimento.
Le faccio i migliori auguri e ci faccia sapere come procede.
Puo' darsi che la diagnosi di sua madre sia depressione, ma mi sembra una depressione complicata.
Purtroppo a livello legale non si puo' costringere nessuno a curarsi a meno che non intervengano degli acting out che possano consigliare un TSO ma anche in quel caso il trattamento non e' perenne.
Se la patologia di sua madre e' di vecchia data inoltre sara' impermeabile e corazzata contro "suggerimenti".
L'unica risorsa puo' essere una persona che abbia un certo ascendente (medico curante, amici) che possa consigliarle un altro psichiatra di riferimento.
Le faccio i migliori auguri e ci faccia sapere come procede.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Ex utente
Grazie per la cortese risposta.
Ha ragione, dottoressa: la depressione di mia madre è molto complicata.
Il neuropsichiatra che la seguiva (anche se saltuariamente) aveva fatto una diagnosi anche di schizofrenia.
Purtroppo temo che in famiglia (parlo dei miei nonni e di mio padre, mia madre è figlia unica) all'epoca si siano spaventati di questa diagnosi e abbiano nascosto la testa sotto la sabbia non affrontando il problema, che si è in un certo senso cronicizzato.
All'epoca io e i miei fratelli eravamo ragazzi e, come dicevo, l'argomento era tabù e non se ne doveva parlare. Una volta arrivati all'età in cui potevamo prendere in mano noi la situazione, questa era ormai diventata ingestibile.
Ora, davvero, non sappiamo che fare.
Mia madre si è completamente isolata, non frequenta e non vede nessuno e i tentativi di qualche cugina o amica di penetrare nel suo muro di isolamento provocano reazioni rabbiose di rifiuto.
La sua dottoressa di base, che è l'unico medico da cui accetta di andare, le ha prescritto un antidepressivo (purtroppo non ne ricordo il nome) ma non era adatto a lei, le ha provocato reazioni avverse importanti e adesso mia madre rifiuta categoricamente di assumere qualsiasi psicofarmaco (legge minuziosamente i bugiardini ed è impossibile "imbrogliarla").
E' diffidente, sospettosa, irascibile e collerica, ed essendo alta e robusta (pesa quasi 90 chili, mio padre sembra la metà di lei) in un certo senso ne abbiamo timore.
Sono preoccupata, mi sento impotente e sono anche spaventata.
Non so che fare.
Scusate lo sfogo.
Ha ragione, dottoressa: la depressione di mia madre è molto complicata.
Il neuropsichiatra che la seguiva (anche se saltuariamente) aveva fatto una diagnosi anche di schizofrenia.
Purtroppo temo che in famiglia (parlo dei miei nonni e di mio padre, mia madre è figlia unica) all'epoca si siano spaventati di questa diagnosi e abbiano nascosto la testa sotto la sabbia non affrontando il problema, che si è in un certo senso cronicizzato.
All'epoca io e i miei fratelli eravamo ragazzi e, come dicevo, l'argomento era tabù e non se ne doveva parlare. Una volta arrivati all'età in cui potevamo prendere in mano noi la situazione, questa era ormai diventata ingestibile.
Ora, davvero, non sappiamo che fare.
Mia madre si è completamente isolata, non frequenta e non vede nessuno e i tentativi di qualche cugina o amica di penetrare nel suo muro di isolamento provocano reazioni rabbiose di rifiuto.
La sua dottoressa di base, che è l'unico medico da cui accetta di andare, le ha prescritto un antidepressivo (purtroppo non ne ricordo il nome) ma non era adatto a lei, le ha provocato reazioni avverse importanti e adesso mia madre rifiuta categoricamente di assumere qualsiasi psicofarmaco (legge minuziosamente i bugiardini ed è impossibile "imbrogliarla").
E' diffidente, sospettosa, irascibile e collerica, ed essendo alta e robusta (pesa quasi 90 chili, mio padre sembra la metà di lei) in un certo senso ne abbiamo timore.
Sono preoccupata, mi sento impotente e sono anche spaventata.
Non so che fare.
Scusate lo sfogo.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 2k visite dal 04/12/2012.
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