Per la dott. muscarà fregonese - gruppo dei pari

buongiorno a tutti.
ho letto con particolare interesse il blog della dottoressa Muscarà riguardo alle problematiche adolescenziali...del cosiddetto gruppo dei pari e leggo sempre con piacere le sue risposte perchè mi toccano molto.
;MI ritrovo pienamente in questa fase per molti motivi...la voglia di crescere ma la paura di farlo,l invaghirsi molto facilmente di persone impossibili, perchè quelle possibili mi annoiano, nonchè andare al settimo cielo per una bella parola della persona "amata", e poi buttarsi giù ai livelli paurosi, di sentirsi inutili quando sembra che la persona possa vivere senza di me, e magari è con un amico.
La mia psicoterapeuta dalla quale vado da alcuni mesi è d'accordo con me che le ho detto di sentirmi pienamente incastrato in queste dinamiche e addirittura mi ha detto che io son ancora un po indietro, quasi all'infanzia dato che il mio senso di onnipotenza effimero è degno dei bambini.
I miei amici son in realtà pedine che mi servono per scoprirmi e son spesso in conflitto con loro perchè sono in conflitto con me stesso, non mi accetto e non mi piaccio abbastanza per cui sono sempre in cerca di conferme, la mia psicoterapeuta dice che è molto dovuto a un'omosessualità non accettata da me e che mi fa stare male coi miei genitori.
la cosa che piu temo al mondo è il rifiuto d'amore...al punto tale da aver paura di conoscere persone... il problema è che io non ho esperienze sentimentali, perchè la paura mi ha sempre bloccato a me piace solo conquistare e poi non riesco a andare avanti.
Il problema è che io son grande, ho 26 anni, e pur essendo razionalmente consapevole dei miei problemi non riesco a uscirne pur volendo.
Da quello che leggo a proposito del "gruppo dei pari" sembra quasi sia una fase di passaggio che col tempo si assesta spontaneamente, ma nel mio caso non sta andando cosi.

fE' solo il tempo e l'esperienza a essere utile, è normale soffrire cosi molto per un rifiuto ?
E' possibile superare questa fase a furia di prendere porte in faccia, riiuto dopo rifiuto, o questo fa anche peggio per l'autostima?
Qual è il limite tra accettarsi fisicamente o migliorarsi dato che non mi piaccio e per questo ho molti complessi pur non essendo realmente più brutto della media?
Se io riuscissi a sentirmi accettato in famiglia in quanto gay, e in primis lo accettassi io, cercherei ancora cosi ossessivamente di piacere a tutti al di fuori? Non dico che bisogna far accettare a due persone non giovanissime un qualcosa che è spesso difficile da accettare però vorrei sentirmi più amato per quello che sono....e non so come fare.
Complimenti per lo splendido lavoro che fate
[#1]
Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Caro giovanotto, mi fa piacere sentirmi apprezzata da Lei e di riuscire, a volte ad esserLe utile, e di questa stima La ringrazio.
Ho letto con attenzione i suoi precedenti quesiti e noto una costante nel suo vivere, cioè l'essere molto esigente con sè stesso.. è tipico dell'età che ha attraversato ( e l'adolescenza , secondo studi recenti dura fino a 27 anni, dati i cambiamenti del nostro mondo)
come dicevo nel blog , attraversare momenti di slancio, ma anche di depressione, di insicurezza, anche di angoscia, per non sentirsi del tutto accettati, per amori delusi, per incomprensioni in famiglia.
C'entra il suo sentirsi gay?Fino ad un certo punto, anche soggetti eterosessuali hanno momenti di scarsa autostima, di sconforto, di ansia, come vediamo continuamente nei nostri studi oltre che nelle consulenze che facciamo on line..
Penso che lei per primo dovrebbe accettare questo suo sentire , mai come ora la società è aperta alle varie modalità espressive della sessualità.
D'altra parte le faccio notare che il suo corso di studi è stato, come ci racconta, di ottimo, soddisfacente livello, di questo può essere felice e fiero e questo Le farà trovare lavoro e un posto nella società.
Impari ad essere per primo contento di sè di quel che fa, di quel che è, di quel che sente..
Credo che se Lei si aprisse con sua mamma sarebbe una decisione saggia , ne parli con la sua psicoterapeuta.
Cerchiamo di avere uno sguardo più sereno sul mondo e sulle relazioni con gli altri e cerchi anche di avere interessi diversi, per non sentirsi circoscritto, cerchi di alzare lo sguardo, là fuori c'è un mondo interessante, colorato, con luoghi, libri, riviste, musica ed anche persone che migliorano l'aria che respiriamo, e le nostre speranze.
Le faccio molti auguri, se vorrà siamo, sono sempre qui..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Caro giovanotto, mi fa piacere sentirmi apprezzata da Lei e di riuscire, a volte ad esserLe utile, e di questa stima La ringrazio.
Ho letto con attenzione i suoi precedenti quesiti e noto una costante nel suo vivere, cioè l'essere molto esigente con sè stesso.. è tipico dell'età che ha attraversato ( e l'adolescenza , secondo studi recenti dura fino a 27 anni, dati i cambiamenti del nostro mondo).
Come dicevo nel blog , attraversare momenti di slancio, ma anche di depressione, di insicurezza, anche di angoscia, per non sentirsi del tutto accettati, per amori delusi, per incomprensioni in famiglia, è molto frequente.
C'entra il suo sentirsi gay?Fino ad un certo punto, anche soggetti eterosessuali hanno momenti di scarsa autostima, di sconforto, di ansia, come vediamo continuamente nei nostri studi oltre che nelle consulenze che facciamo on line..
Penso che Lei per primo dovrebbe accettare questo suo sentire , mai come ora la società è aperta alle varie modalità espressive della sessualità.
D'altra parte Le faccio notare che il suo corso di studi è stato, come ci racconta, di ottimo, soddisfacente livello, di questo può essere felice e fiero e questo Le farà trovare lavoro e un posto nella società.
Impari ad essere per primo contento di sè di quel che fa, di quel che è, di quel che sente..
Credo che se Lei si aprisse con sua mamma sarebbe una decisione saggia , ne parli con la sua psicoterapeuta.
Cerchiamo di avere uno sguardo più sereno sul mondo e sulle relazioni con gli altri e cerchi anche di avere interessi diversi, per non sentirsi circoscritto, cerchi di alzare lo sguardo, là fuori c'è un mondo interessante, colorato, con luoghi, libri, riviste, musica ed anche persone che migliorano l'aria che respiriamo, e le nostre speranze.
Le faccio molti auguri, se vorrà siamo, sono, sempre qui..
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Parafrasando quanto le ha detto la collega, su cui mi trovo d'accordo, potrebbe essere che la non accettazione dell'omosessualità sia solo uno dei modi in cui si sta esprimendo il suo essere eccessivamente esigente. Verso se stesso, ma anche verso gli altri.

In questo senso accettare l'omosessualità di per sé potrebbe senz'altro farle fare passi avanti, ma può darsi che poi resterebbe altra strada da fare. Riuscire invece a crescere davvero, a capire che essere adulti significa avere se stessi come solido punto di riferimento, senza bisogni ossessivi di paragonarsi al mondo esterno o di ricevere conferme, potrebbe essere la svolta decisiva.

Dico "potrebbe", perché da qui non si può andare oltre le ipotesi. Se è già seguito da un collega è lì che deve cercare le risposte di cui ha bisogno.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Dottoressa Fregonese, ho letto tante volte il suo blog perchè ritrovandomi pienamente in tutto quello che veniva descritto,sentivo come se qualcuno mi leggesse davvero dentro...e sentivo come una voce che mi ascoltava, che mi capiva,e che finalmente mi accettava,mi fa sentire meno "diverso" dagli altri,meno inadeguato; in più noto sempre dei commenti molto mirati e davvero affettuosi,partecipi,che è cio di cui tante persone che vengono qui hanno bisogno, e faccio davvero i complimenti per questo perchè non so se immagina quanto è prezioso.
Dato che vengo a leggere molto spesso perchè mi da un senso di pace interiore, ho parlato con la mia psicoterapeuta del blog e del "gruppo dei pari" e lei ha confermato che io sia in una fase in cui fatico a essere adulto e mi sto scoprendo, conoscendo tramite i coetanei e cercando di fare quello che più mi riesce difficile, cioè staccarmi dalla mia famiglia e diventare indipendente.
Infatti ha confermato ciò che ha scritto dott. Santonocito, e cioè che il mio non accettarmi in quanto gay è un po solo una manifestazione del mio non accettarmi a 360 gradi.
La scorsa settimana ho parlato della mia omosess con mia mamma e mia sorella, facendo quasi una violenza dentro di me; l'ho detto quasi per dovere, per sentirmi a posto con la coscienza ma infondo non ne ho voluto piu parlare, non hanno reagito male ma provo un senso di vergogna forte, e ho paura di dare una delusione, di non dare loro quello che si aspettavano da me.
So che è sbagliato ma cerco di accontentare tutti sempre, e solo ora sto aprendo gli occhi, iniziando a vivere davvero ciò che sono e sento un dolore pazzesco, per questo non ho mai fatto esperienze,
Son confusissimo su ciò che voglio: non so mai se una cosa la faccio perchè la voglio veramente o per dimostrarmi che posso farcela.
In piu questo periodo mi son concentrato su un ragazzo che è immaturo, poco sensibile, poco intelligente, tutti mi dicono che nn mi merita eppure mi son attaccato a lui pur essendo chiaro che non gli interesso: mi son affezionato e mi attacco al niente che mi da...un sms con scritto "ciao" può migliorarmi la giornata, la grande gioia mia sarebbe dimostrarmi che anche io posso meritarmi qualcuno, ma lo faccio sempre con chi so che non mi vorrà.
Dott. Santonocito,io parlo con la mia psicoterapeuta con cui mi trovo benissimo perchè sa leggere dentro di me come se fosse l'oracolo, ma sembra non bastarmi. "avere se stessi come solido punto di riferimento" io non so nemmeno cosa voglia dire, son cresciuto con l'idea che il mo valore dipendesse da quanti "traguardi" riuscissi a tagliare; per questo è forte la preoccupazione che sia ormai una parte di me auesto modo di essere a tal punto da non poter cambiare
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Caro giovanotto, bravo che ha parlato con mamma e sorella.. vede che non l 'hanno presa male?.. a loro interessa che lei stia bene, sia più sereno e anche a Lei dovrebbe interessare questo, cioè stare e mettersi con qualcuno che si merita lei.. non so se mi sono spiegata e non con qualcuno che se la tira e bontà sua si concede.. ma scherziamo.. scegliere il meglio bisogna.. avere l'ambizione della qualità.. Lei mi sembra molto intelligente, usi l'intelligenza non solo per gli esami , ma per distinguere la gente, non vale mica la pena di sbattersi per tutti..E cerchi di essere interessante, come diceva qualche tempo fa Santonocito, per le cose che fa, per le cose che dice..poi per il lavoro che farà.
Coraggio, che si troverà presto in mano un pezzo di cielo..
Cari auguri...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> So che è sbagliato ma cerco di accontentare tutti sempre
>>>

Chi si comporta sempre in modo da accontentare tutti, finisce per essere cercato non per ciò che è, ma per ciò che può fare per gli altri. Lei cerca di accontentare tutti perché non è contento di se stesso ed è per questo, probabilmente, che finisce per impantanarsi in relazioni sub-ottimali: perché si accontenta, appunto, ritenendo di non meritare di meglio.

>>> "avere se stessi come solido punto di riferimento" io non so nemmeno cosa voglia dire
>>>

Direi che era abbastanza evidente. Ma è una cosa che s'impara con il tempo e l'esperienza. Intanto aver parlato con sua mamma e sua sorella è un buon inizio, e anche se dopo si è sentito vergognato e disgustato, è verso quella direzione che occorre andare, provando vergogna fino a quando ci avrà fatto l'abitudine e dopo non ci farà più caso. A quel punto sarà più libero di procedere, avrà acquistato un grado importante di libertà.

Forse avrebbe bisogno di ricevere qualche indicazione più precisa su cosa fare o non fare. Ne parli con il suo terapeuta.

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Utente
Utente
Vi ringrazio tantissimo per le risposte.
Dottor Santonocito, Io ho parlato con la mia psicologa piu volte del fatto che a me servano consigli pratici, concreti.
Lei con un sorriso come di chi sa bene ciò che fa, mi ha sempre detto che in sostanza devo fare tutto io, e lei ha un altro ruolo che non dare consigli, anche perchè lei sostiene che io sia molto reattivo e veloce, più di quanto io stesso non pensi.
Io non mi sogno di mettere in dubbio la sua professionalità per cui mi affido a lei però ho manifestato più volte la paura di essere lasciato in balia del mio destino, anche perchè non è solo la questione familiare a farmi stare in ansia ma anche le scelte sul futuro.
Io non ho disturbi particolari, ma in cosa dovrebbe consistere una psicoterapia? anche in consigli pratici suppongo!

Cerco di badare alla qualità Dottoressa, ma purtroppo son sempre attirato dal cosiddetto "st....." e tendo a non interessarmi alla brava persona, perchè è solo lo s.... che una volta conquistato, mi dà quella sensazione di appagamento, anche se sfuggevole, fasulla!
Son consapevole che queste siano distorsioni del mio carattere con le quali ho intenzione di combattere!
Non sapete quanto io voglio cambiare,sentirmi adulto, indipendente non impantanarmi più in situazioni che in partenza non mi danno nulla di buono ma nella pratica son quasi zero.


<<<Ma è una cosa che s'impara con il tempo e l'esperienza. Intanto aver parlato con sua mamma e sua sorella è un buon inizio, e anche se dopo si è sentito vergognato e disgustato, è verso quella direzione che occorre andare, provando vergogna fino a quando ci avrà fatto l'abitudine e dopo non ci farà più caso. A quel punto sarà più libero di procedere, avrà acquistato un grado importante di libertà.>>>

questo è sicuramente il mio problema-cardine che mi ha portato sino a ora a non affrontare proprio determinate situazioni fonte di grande senso di vergogna o paura accumulando il problema. Il discorso è che ora ho tanta voglia di affrontare le mie insicurezze ma non so dosare i passi da fare, oscillo tra il *non fare* e il fare gesti controproducenti pur di non stare fermo, come delle brutte litigate coi miei in cui rivendico la libertà, anzichè pormi come adulto IO PER PRIMO nei loro confronti senza pretendere che loro cambino,ed è solo un piccolo esempio.
perchè è un po come se si volesse imparare a guidare in autostrada andando a 150 all'ora.
Non prendere la macchina per paura è un errore, ma se la si prende alla cieca si rischiano dei gran begli incidenti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Non prendere la macchina per paura è un errore, ma se la si prende alla cieca si rischiano dei gran begli incidenti.
>>>

Infatti, è per questo che esistono le scuole guida. Ed è per questo che non basta la teoria: ci vuole anche la pratica.

>>> Io non ho disturbi particolari, ma in cosa dovrebbe consistere una psicoterapia? anche in consigli pratici suppongo!
>>>

Alcune forme di terapia sono più "avare" di prescrizioni, altre fanno dei suggerimenti diretti e mirati un punto cardine.

Ciò di cui lei ha bisogno, a mio parere, è sperimentare comportamenti e situazioni nuove in maniera controllata (non a 150km/h), resistendo alle sensazioni sgradevoli che inizialmente proverà, in modo da ampliare nel tempo il repertorio delle situazioni in cui riesce a sentirsi a proprio agio. Ossia, ha bisogno di teoria e pratica.

Se sente di aver bisogno di ricevere orientamento pratico, ma nella sua attuale terapia ciò non sta avvenendo, può dirlo chiaramente alla terapeuta, ed eventualmente pensare a cambiare.

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Utente
Utente
Forse sono io che non interpreto bene i suoi segnali come dei consigli, dal momento che in tre mesi in cui lei dice che ho lavorato bene, ho fatto passi avanti (come ilcoming out) che lei non mi ha suggerito ma in concreto senza di lei NON L'AVREI MAI FATTO, e vengo da una brutta delusione sentimentale (son stato pesantemente preso in giro) che tempo addietro non so come mi avrebbe ridotto, e invece ora dico..si sto soffrendo ma ce la posso fare, sto crescendo!!

Ma se ho dubbi pratici come ad esempio migliorarmi fisicamente dato che non mi piaccio e son complessato! e io le chiedo: dovrei iscrivermi in palestra per essere più sicuro di me? e lei non da mai risposte a queste cose nella maniera più assoluta
(dice che lei è messa lì per tirare fuori il mio potere decisionale che soffoco per paura!)
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
io invece le dico che fa bene a iscriversi in palestra, a volersi bene, a migliorarsi che poi è quello che fanno in tanti ,ragazzi e ragazze, le faccio un pò da starter dato che siamo on line..
E' un inizio, ma concreto, si sentirà un pò contento e intanto andrà aventi..
Politica dei piccoli passi, coraggio che un pò alla volta gli st.. le piaceranno meno..!!
[#11]
Utente
Utente
Dottoressa, mi ha fatto davvero sorridere!!!!! eehhe
Anche io credo che se iniziassi a volermi un pò più bene io, darei loro meno importanza!!!
Io domani mattina ne parlo con la terapeuta....anche io son di quell'avviso e penso che sino a ora abbia rimandato troppo queste cose per concentrarmi sullo studio, la politica del *non fare tanto non risolverebbe i miei problemi lo stesso*, e intanto non si prova e non si fa mai nulla.......