Blocchi essestenziali
Buona sera,
il mio problema e' ormai presente da diversi mesi e si e' manifestato dopo una mancata partenza. Avevo deciso di andare dall'altra parte del mondo e di sposarmi con questa ragazza con cui sono stato insieme fisicamente per tre mesi ma con cui ho stabilito rapporti online per quasi un anno. Li dall'altra parte del mondo ho dei parenti anche ed inoltre, essendoci stato, avrei potuto dare una svolta alla mia vita, avendo 30 anni ed avendo si un contratto indeterminato ma in una azienda in cui vi era la tendenza a ridurre le ore di lavoro e cercare di rendere impossibile le condizioni lavorative ad un salario non soddisfacente. Cosi avevo deciso di lasciare il mio lavoro e partire per sposare lei, tralaltro una settimana dopo la mia partenza. Ma il giorno della partenza, o meglio gia' da qualche giorno prima, ho cominciato ad avere delle forti ansie sul mio futuro li, e cosi non sono riuscito a partire. Da allora mi son completamente bloccato, non riesco ad essere positivo non riesco ad andare da nessuna parte ed a temere la poverta' e che un giorno i miei genitori sarebbero morti e che sarei restato da solo. Questa ragazza nonostante tutto mi cerca ancora, ed a volte mi convinco che la giusta soluzione sarebbe andare li sia perche' e' un paese dove c'e' lavoro, sia perche' c'e' una ragazza che nonostante tutto mi ama. Ma nel momento in cui inizio a pensarci seriamente mi vengono fuori tante paure, le stesse ed in iu' e' subentrata la paura del lungo volo e la paura di sentirmi male in aereo, insomma paura di vivere. Quando penso al mio futuro qui in italia con la crisi che c'e' mi viene l'angoscia. ma quando penso di andare li mi vengono paure ma la vedo come l'unica soluzione, temendo molto la solitudine.
Vivo quotidianamente un conflitto interiore e spesso e volentieri piango per questa mia incapacita' di affrontare la mia vita ed ho paura del mio futuro, della mia immaturita' e della mia incapacita' di affrontare la vita. Piango spesso prendo medicinali a base di erbe sia per l'umore sia per l'ansia. Sto andando da una psicologa di psicoterapia analitica la quale ritiene che il mio desiderio fosse il voler fuggire dalle mie incapacita' di relazionarmi e di vivere bene con me stesso di insicurezza, e del mio aver vissuto la mia vita accontentandomi. Vorrei a questo punto capire se e' giusto proseguire questa psicoterapia analitica che pero' richiede tempo e purtroppo avendo il visto che mi scade entro aprile non posso permettermi, visto che vivo da un lato con la paura di andare li ma dal'altro con il forte desiderio di andare in quel paese dove potrei farmi una mia vita( dimenticavo di dire che ci sono stato 8 mesi con un altra ragazza e mi piaceva da impazzire il loro stile di vita, tanto che allora non volevo piu tornare) oppure dovrei rivolgermi per questa serie di problemi ad un altro tipo di medico? grazie mille
il mio problema e' ormai presente da diversi mesi e si e' manifestato dopo una mancata partenza. Avevo deciso di andare dall'altra parte del mondo e di sposarmi con questa ragazza con cui sono stato insieme fisicamente per tre mesi ma con cui ho stabilito rapporti online per quasi un anno. Li dall'altra parte del mondo ho dei parenti anche ed inoltre, essendoci stato, avrei potuto dare una svolta alla mia vita, avendo 30 anni ed avendo si un contratto indeterminato ma in una azienda in cui vi era la tendenza a ridurre le ore di lavoro e cercare di rendere impossibile le condizioni lavorative ad un salario non soddisfacente. Cosi avevo deciso di lasciare il mio lavoro e partire per sposare lei, tralaltro una settimana dopo la mia partenza. Ma il giorno della partenza, o meglio gia' da qualche giorno prima, ho cominciato ad avere delle forti ansie sul mio futuro li, e cosi non sono riuscito a partire. Da allora mi son completamente bloccato, non riesco ad essere positivo non riesco ad andare da nessuna parte ed a temere la poverta' e che un giorno i miei genitori sarebbero morti e che sarei restato da solo. Questa ragazza nonostante tutto mi cerca ancora, ed a volte mi convinco che la giusta soluzione sarebbe andare li sia perche' e' un paese dove c'e' lavoro, sia perche' c'e' una ragazza che nonostante tutto mi ama. Ma nel momento in cui inizio a pensarci seriamente mi vengono fuori tante paure, le stesse ed in iu' e' subentrata la paura del lungo volo e la paura di sentirmi male in aereo, insomma paura di vivere. Quando penso al mio futuro qui in italia con la crisi che c'e' mi viene l'angoscia. ma quando penso di andare li mi vengono paure ma la vedo come l'unica soluzione, temendo molto la solitudine.
Vivo quotidianamente un conflitto interiore e spesso e volentieri piango per questa mia incapacita' di affrontare la mia vita ed ho paura del mio futuro, della mia immaturita' e della mia incapacita' di affrontare la vita. Piango spesso prendo medicinali a base di erbe sia per l'umore sia per l'ansia. Sto andando da una psicologa di psicoterapia analitica la quale ritiene che il mio desiderio fosse il voler fuggire dalle mie incapacita' di relazionarmi e di vivere bene con me stesso di insicurezza, e del mio aver vissuto la mia vita accontentandomi. Vorrei a questo punto capire se e' giusto proseguire questa psicoterapia analitica che pero' richiede tempo e purtroppo avendo il visto che mi scade entro aprile non posso permettermi, visto che vivo da un lato con la paura di andare li ma dal'altro con il forte desiderio di andare in quel paese dove potrei farmi una mia vita( dimenticavo di dire che ci sono stato 8 mesi con un altra ragazza e mi piaceva da impazzire il loro stile di vita, tanto che allora non volevo piu tornare) oppure dovrei rivolgermi per questa serie di problemi ad un altro tipo di medico? grazie mille
[#1]
Gentile Utente,
provi a leggere questi articoli che le forniscono informazioni specifiche sui vari orientamenti terapeutici.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Sta a lei decidere se continuare con il percorso in atto o sceglierne un altro focalizzato sui problemi e le difficoltà in essere, di tipo più breve.
Ci faccia eventualmente conoscere le sue riflessioni dopo la lettura degli articoli linkati.
Cordiali saluti
provi a leggere questi articoli che le forniscono informazioni specifiche sui vari orientamenti terapeutici.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Sta a lei decidere se continuare con il percorso in atto o sceglierne un altro focalizzato sui problemi e le difficoltà in essere, di tipo più breve.
Ci faccia eventualmente conoscere le sue riflessioni dopo la lettura degli articoli linkati.
Cordiali saluti
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la sua immediata risposta, ma il punto e' proprio come fare a capire quale sia quella giusta piu' efficace e piu' duratura per le proprie esigenze i proprio obiettivi. ad esempio se si e' capito che si soffre di ansia e si e' capito che si vuole modificare alcuni lati caratteriali, insicurezza aumentare l'autostima e sentirsi dunque piu' maturi e piu' in grado di affrontare la vita in maniera autonoma, quale bisognerebbe scegliere, perche' dalla descrizione sembrano tutte buone e chiaramente sarebbe piu' semplice optare per quelle brevi, ma avendo come obiettivi quelli appena citati quali sarebbe consigliabile, oltretutto vivendo il periodo in maniera depressa ed inerte?
grazie mille
grazie mille
[#3]
Gentilissimo,
Le consiglio l'approccio cognitivo-comportamentale, che non ha una lunga durata, ma dà al paziente il modo di gestire anche a livello pratico certe situazioni difficili.
Oltre quindi ad una ristrutturazione cognitiva (si cerca di eliminare il pensiero disfunzionale con pensieri più positivi) c'è una parte comportamentale, con consegne che il paziente deve eseguire a livello del suo agito quotidiano.
Cordialmente
Le consiglio l'approccio cognitivo-comportamentale, che non ha una lunga durata, ma dà al paziente il modo di gestire anche a livello pratico certe situazioni difficili.
Oltre quindi ad una ristrutturazione cognitiva (si cerca di eliminare il pensiero disfunzionale con pensieri più positivi) c'è una parte comportamentale, con consegne che il paziente deve eseguire a livello del suo agito quotidiano.
Cordialmente
Dr. Sara Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.3k visite dal 23/11/2012.
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