Vorrei avere sempre tutte le possibilità del mondo

Gent.mi, vi scrivo perchè è da tanto tempo che rifletto su di me e su quello che voglio veramente ma non riesco a venirne a capo,
Mi trovo in questo periodo a vivere una situazione di profondo disagio dato che da qualche settimana ho lasciato il mio fidenzato dopo 12 anni di fidanzamento appunto.L'ho lasciato per tutta una serie di motivi legati al fatto principalmente che sentivo che il nostro legame era diventato da molto tempo simbiotico e che le mie aspirazioni venivano come limitate da lui e dal nostro rapporto. Ora è qui che ho cominciato ad interrogarmi su cosa in realtà volessi veramente e su di una serie di comportamenti che anche in passato secondo me sono stati guidati da una sorta di paura di perdere delle possibilità che la vita ancora mi può riservare.
Per capirci meglio faccio degli esempi: sposarmi vorrebbe dire perdere la possibilità di avere altre esperienze con altri e questo mi fa star male, avere dei figli vorrebbe dire perdere la possibilità per esempio di avere certe libertà come uscire la sera, fare vacanze in posti lontani ecc almeno per un certo periodo, avere un lavoro da dipendente vorrebbe dire perdere la possibilità di prendere ed andarmene magari all'estero per un periodo a lavorare...insomma mi sembra che qualunque costrizione, qualunque legame o vincolo mi rendano insofferente...io vorrei avere sempre aperte tutte le possibilità del mondo...poi magari non le colgo tutte queste possibilità ma il solo fatto di non averle piu per la mia vita mi angoscia. Questo tuttavia condiziona inevitabilmente tutto ciò che mi circonda (famiglia, fidenzato ecc) e mi rendo conto che questo fa a volte anche molto soffrire gli altri e di conseguenza provoca in me molti sensi di colpa come se alla fine fossi io, con il mio modo sbagliato di vedere le cose, a creare sempre problemi e sofferenze agli altri.
Vorrei sapere come giudicate voi questo mio modo di pensare e se potrò mai, secondo voi, accettare che prima o poi queste possibilità svaniranno e quindi accettare di fare delle scelte definitive.

Molte grazie.
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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile ragazza, c'è una stagione della vita in cui ci sente onnipotenti, con tutte le strade, le svolte davanti a noi, luminose, possibili.
Forse ora , lei ha la sensazione di dover scegliere e ansiosamente le pare di chiudersi in strade ristrette. E' anche un sentimento che tutti abbiamo provato, ma oltre a interrogarsi sulla sua motivazione, cioè domandarsi cosa è davvero bello, importante, possibile per lei , forse si può pensare che a un certo punto c'è anche bisogno di costruire, nel lavoro , nella vita affettiva, nella realtà.
Perchè , se non si decide, dopo aver riflettuto certo, si rischia di lasciare che la vita decida per noi,forse conviene cercare di avere qualche punto fermo, ad evitare di trovarsi con le mani piene di vento..
Coraggio, pensi a cosa vuole veramente e cosa è possibile e buono per lei..
Molti auguri..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
E se non riuscissi o non volessi decidere?le mie certezze sono la mia famiglia di origine però altre certezze mi spaventano più che rassicurarmi...secondo lei avrei bisogno di indagare meglio perchè?perchè sono fatta così?a 33 anni dovrei ormai pensare a come impostare la mia vita..come dice lei a mettere dei punti fermi...eppure è più forte di me...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> una serie di comportamenti che anche in passato secondo me sono stati guidati da una sorta di paura di perdere delle possibilità che la vita ancora mi può riservare
>>>

>>> io vorrei avere sempre aperte tutte le possibilità del mondo...poi magari non le colgo tutte queste possibilità ma il solo fatto di non averle piu per la mia vita mi angoscia
>>>

Sembra che le sue ansie siano dettate dalla necessità di tenere sotto controllo tutto ciò che di buono il destino potrebbe riservarle, e di conseguenza dal bisogno di scartare qualunque alternativa percepita come sub-ottimale.

Solo che, correndo dietro all'ossessione di volersi lasciare aperte tutte le strade, finisce che non ha più energie per percorrerne nessuna con decisione. Sembra paura di spendersi. È un po' come l'atteggiamento di chi si vuol mantenere "vergine" (non necessariamente in senso sessuale) attendendo l'occasione buona, che però non arriva mai, perché nessuna occasione è sufficientemente buona quando si hanno standard così alti.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
<<ho cominciato ad interrogarmi su cosa in realtà volessi veramente>>

Quali risposte, seppur parziali, è riuscita a darsi fino ad ora?
Il nostro comportamento è guidato da scopi (più o meno consapevoli): potrebbe forse esserle d'aiuto riflettere su quali siano gli obiettivi irrinunciabili della sua esistenza -gli scopi terminali- per poter così comprendere quali possano essere gli obiettivi immediati, strumentali al conseguimento delle mete prefissate.



<<E se non riuscissi o non volessi decidere?>>

Anche su questo sarebbe utile ragionare: non scegliere potrebbe significare non dover rinunciare a nulla, ma potrebbe anche voler dire rinunciare a vivere il presente, con il rischio di ritrovarsi a conclusione della propria esistenza con un pugno di mosche in mano e non avere più tempo a disposizione per rimediare: conosce l'aneddoto filosofico dell'asino di Buridano?
Le sue non-scelte vanno in direzione di una ricerca di libertà o sono frutto dell'evitamento e/o della paura di vivere con pienezza (assumendosi la responsabilità di eventuali errori) la propria vita?


Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Utente
Utente
Si forse come dice il Dott.Santonocito io sono abbastanza perfezionista...ho sempre cercato di fare sia nel lavoro che nei rapporti con le persone del mio meglio per ottenere un risultato che per me era soddisfacente ed appagante..a volte se le cose non riesco a farle come voglio sono insoddisfatta e me la prendo con me stessa...in generale comunque mi spendo molto per gli obiettivi che mi fisso e sono molto caparbia nelle mie cose.

Il vero problema è forse che non riesco a focalizzare che senso e che obiettivi voglio percorrere nella mia vita...pensando e ripensando come suggerisce la Dott.ssa Scalco forse vorrei prima di tutto essere appagata professionalmente e dimostrare a me stessa ed agli altri che posso arrivare dove mi ero prefissata (sono un architetto). Capisco che questo oggi come oggi non sia un obiettivo facile dati i tempi di crisi e forse anche per questo sono così frustrata ultimamente..d'altra parte razionalmente capisco anche che alla mia età forse dovrei pensare a ciò che voglio dalla vita oltre il lavoro che forse non mi appagherà mai come vorrei fosse...non so sono molto confusa...Forse non sono matura in questo senso..forse non voglio crescere definitivamente e la dimensione affettiva vuol dire alla fine per me crescere...non so...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> in generale comunque mi spendo molto per gli obiettivi che mi fisso e sono molto caparbia nelle mie cose
>>>

>>> forse vorrei prima di tutto essere appagata professionalmente e dimostrare a me stessa ed agli altri che posso arrivare dove mi ero prefissata
>>>

Flessibilità e adattabilità consistono nel rendersi conto, strada facendo, se e quanto un obiettivo che ci siamo prefissi è raggiungibile e a che prezzo e, se necessario, fare degli aggiustamenti per ridefinire tale obiettivo.

La rigidità consiste invece nella mancanza o scarsità di tale capacità. Alcuni definiscono la caparbietà un pregio, ma è solo perché non riescono a comportarsi diversamente. Il rischio, in questi casi, è di non accontentarsi mai e di percepirsi come troppo POCO caparbi. "Tutto ciò che devo fare è sbattere la testa ancora più forte, e alla fine sicuramente riuscirò".

Si tratta solo d'ipotesi, è ovvio, dato che da qui non si può andare oltre le ipotesi, ma è possibile che nel suo caso (come per altre persone) il problema non stia nell'obiettivo in sé ma a a monte, cioè nella capacità di sceglierlo e, soprattutto, di ridefinirlo via via se necessario.

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Utente
Utente
Forse ha ragione Dott.Santonocito...forse non riesco a vedere chiaro il mio obiettivo...forse perchè non so cosa veramente mi soddisfa e mi appaga..se il lavoro, una relazione ecc...forse perchè in entrambi i casi vorrei sempre qualcosa di travolgente..di estremo..e se nessuna di queste cose lo è alla fine non so ma non mi sembra sia degno di essere il mio obiettivo...cosa posso fare secondo lei?cioè..dovrei riflettere meglio su questo?dovrei impormi di trovare un obiettivo comunque ed eventualmente accettare un obiettivo mediocre?non so..sono un po' confusa...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> forse perchè in entrambi i casi vorrei sempre qualcosa di travolgente..di estremo
>>>

L'insicuro soffre di scarsa capacità di valutare la propria soddisfazione e il modo di reagire agli eventi gratificanti, in modo tale che qualunque successo gli sembra sempre troppo piccolo. Per questo crede che i risultati accettabili siano solo quelli estremamente favorevoli (che per definizione sono difficili da ottenere). E quindi non riesce ad apprezzare quelli di grado inferiore.

Tipicamente questo tipo di persone, quando viene in terapia, anche quando sta facendo progressi non se ne accorge, gli sembrano insignificanti. Perciò la cura consiste anche nel "resettare" la soglia che fa da criterio e che da la misura del senso di soddisfazione per ciò che si è intrapreso.

Se tutte queste ipotesi sono plausibili, il suo bisogno eccessivo di voler controllare si chiama ossessività. Dovrebbe quindi verificare se le cose stanno così chiedendo un parere a uno psicologo esperto in disturbi d'ansia, per farsi aiutare, se c'è bisogno, a diventare più flessibile e acquistare maggior capacità di scelta.

Le preannuncio che l'idea di rivolgersi a uno psicologo viene molte volte accolta male da chi ha il suo problema, a causa della percepita necessità di dover "fare da sé". Il tema dei "doveri", infatti, rientra a pieno titolo nelle tendenze ansioso-ossessive.

Se sta continuando a riconoscersi nelle restituzioni che le sto dando, legga qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

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Utente
Utente
Molte grazie Dott.Santonocito ed anche grazie a tutti gli altri che hanno risposto a questo mio consulto.
Si forse ha ragione sul fatto che ho questa soglia alta del grado di soddisfazione e che quindi in effetti cerco sempre di avventurarmi in cose che sembrano difficili, impegnative..la tranquillità e la facilità delle cose non mi stimola per nulla, non mi fa sentire soddisfatta di me..tante volte ho pensato che forse per sentirmi davvero soddisfatta di me dovrei andarmene in un posto nuovo dove non conosco nessuno dove dovrei ricominciare tutto da capo...a volte addirittura mi sono detta:partire per l'africa magari lì non avendo nulla, in condizioni estreme, la mia vita potrebbe avere un senso, potrei sentire che sto facendo qualcosa di grande e bello...potrei sentirmi realizzata.
Il fatto di andare da uno specialista in effetti lo avevo già valutato..attraverso questo consulto volevo cercare di capire se secondo voi era il caso davvero di andare per poter trovare una via per risolvere un po' questi miei problemi...per cercare di venire a capo della cosa...