Incapacità di amare
Buongiorno,
ho 38 anni e non sono mai stata felice veramente.
Ho deciso di scrivere questa mail dopo l'ennesima pugnalata inflittami da mia madre anche se involontariamente. Premetto che mia madre ha 79 anni con un matrimonio infelice alle spalle, due figli di quasi 60 anni e una figlia (che sarei io).
La mia è sempre stata una famiglia molto "triste", con un padre pressochè assente prima per lavoro e poi per carattere, diciamo che il ruolo di padre non gli si addiceva. Io essendo la più piccola e l'unica femmina ho sempre ricevuto più attenzioni, mentre per i miei fratelli non c'è mai stato. Mia madre invece ha vissuto praticamente per i figli visto che suo marito era troppo occupato con il lavoro e le donne, almeno stando a quello che mi ha sempre detto e ripetuto fin da bambina. Non posso biasimare nulla a mia madre se non il fatto di avermi sempre viziata ed essere stata iper protettiva nei miei confronti. Però io sono cresciuta nella consapevolezza di avere un brutto carattere, a parte un bell'aspetto non ho mai avuto altro. Sono timida e cattiva...non amo nessuno se non me stessa e questa cosa mia madre me l'ha spesso ripetuta scatenando in me una cattiveria ancora maggiore e una corazza verso gli altri che mi ha sempre provocato pietà verso me stessa. Oggi sono andata a trovarla e mi ha riferito dei problemi di salute dei miei fratelli, uno di questi vive con lei e non ha nessun amico. Io e lui non siamo mai andati d'accordo e ci parliamo pochissimo. Fatto sta che oggi lui era nella sua camera e mia madre voleva che andassi a trovarlo, poi se ne è uscita con questa frase: " tu sembra che non vuoi bene a nessuno...non ti interessa di nessuno..." al che mi sono alzata e sono andata via.
Ma possibile che io non abbia sentimenti? sono un mostro davvero?
Io ora ho un compagno che non amo, non ho figli e sono infelice anche se potrei esserlo visto che il mio compagno mi vuole molto bene e sta con me nonostante gli abbia confessato che non lo amo...sono già stata in terapia e prendo delle gocce di seratonina che mi alleviano un pò la tristezza ma non la morte che ho nel cuore.
ho 38 anni e non sono mai stata felice veramente.
Ho deciso di scrivere questa mail dopo l'ennesima pugnalata inflittami da mia madre anche se involontariamente. Premetto che mia madre ha 79 anni con un matrimonio infelice alle spalle, due figli di quasi 60 anni e una figlia (che sarei io).
La mia è sempre stata una famiglia molto "triste", con un padre pressochè assente prima per lavoro e poi per carattere, diciamo che il ruolo di padre non gli si addiceva. Io essendo la più piccola e l'unica femmina ho sempre ricevuto più attenzioni, mentre per i miei fratelli non c'è mai stato. Mia madre invece ha vissuto praticamente per i figli visto che suo marito era troppo occupato con il lavoro e le donne, almeno stando a quello che mi ha sempre detto e ripetuto fin da bambina. Non posso biasimare nulla a mia madre se non il fatto di avermi sempre viziata ed essere stata iper protettiva nei miei confronti. Però io sono cresciuta nella consapevolezza di avere un brutto carattere, a parte un bell'aspetto non ho mai avuto altro. Sono timida e cattiva...non amo nessuno se non me stessa e questa cosa mia madre me l'ha spesso ripetuta scatenando in me una cattiveria ancora maggiore e una corazza verso gli altri che mi ha sempre provocato pietà verso me stessa. Oggi sono andata a trovarla e mi ha riferito dei problemi di salute dei miei fratelli, uno di questi vive con lei e non ha nessun amico. Io e lui non siamo mai andati d'accordo e ci parliamo pochissimo. Fatto sta che oggi lui era nella sua camera e mia madre voleva che andassi a trovarlo, poi se ne è uscita con questa frase: " tu sembra che non vuoi bene a nessuno...non ti interessa di nessuno..." al che mi sono alzata e sono andata via.
Ma possibile che io non abbia sentimenti? sono un mostro davvero?
Io ora ho un compagno che non amo, non ho figli e sono infelice anche se potrei esserlo visto che il mio compagno mi vuole molto bene e sta con me nonostante gli abbia confessato che non lo amo...sono già stata in terapia e prendo delle gocce di seratonina che mi alleviano un pò la tristezza ma non la morte che ho nel cuore.
[#1]
<sono già stata in terapia e prendo delle gocce di seratonina che mi alleviano un pò la tristezza ma non la morte che ho nel cuore.>
Gentile Signora,
quanto tempo fa è stata in terapia?
Sa dire che tipo di percorso ha effettuato, quanto è durato, come è terminato, ha ricevuto diagnosi?
Ne ha tratto qualche beneficio?
Gentile Signora,
quanto tempo fa è stata in terapia?
Sa dire che tipo di percorso ha effettuato, quanto è durato, come è terminato, ha ricevuto diagnosi?
Ne ha tratto qualche beneficio?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
<<Io ora ho un compagno che non amo, non ho figli e sono infelice anche se potrei esserlo visto che il mio compagno mi vuole molto bene e sta con me nonostante gli abbia confessato che non lo amo...sono già stata in terapia e prendo delle gocce>>
Gentile Utente,
ciò che più mi ha colpito del suo post è la sua conclusione: mi consenta alcune domande per comprendere meglio.
Non ha figli perché non ne vuole, perché non sono venuti, perché non ne può avere?
Non mi stupisce che il suo compagno, che le vuole bene, stia con Lei, ma perché Lei continua a stare con un uomo che non ama?
Che tipo di terapia ha effettuato? Quanto tempo fa? Quanto è durata? Quali benefici ne ha tratto?
Riesce a spiegare con qualche esempio cosa intende con l'espressione "la morte nel cuore"?
Cordiali saluti.
Gentile Utente,
ciò che più mi ha colpito del suo post è la sua conclusione: mi consenta alcune domande per comprendere meglio.
Non ha figli perché non ne vuole, perché non sono venuti, perché non ne può avere?
Non mi stupisce che il suo compagno, che le vuole bene, stia con Lei, ma perché Lei continua a stare con un uomo che non ama?
Che tipo di terapia ha effettuato? Quanto tempo fa? Quanto è durata? Quali benefici ne ha tratto?
Riesce a spiegare con qualche esempio cosa intende con l'espressione "la morte nel cuore"?
Cordiali saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Utente
Ringrazio anticipatamente per la pronta risposta.
La prima volta che sono andata dalla "psichiatra" è stato a 19 anni per una forte depressione a causa di un amore finito. Ho fatto una sola seduta accompagnata da mia madre che alla fine è servita più a lei che a me visto che ha tirato fuori il suo matrimonio infelice...va beh poi sono tornata diversi anni dopo quando ormai ero gia fidanzata per una tristezza generale dovuta al lavoro e al fatto che non mi piace il mio carattere e a cui do la colpa dei miei insuccessi sia nel campo lavorativo che nel campo affettivo. La mia forte timidezza e insicurezza mi hanno portato a mettermi con una persona che mi ha sempre dato serenità perchè è un bravo ragazzo e sto bene con lui ma non ne sono mai stata innamorata. Risultato che dopo due anni dalla convivenza quando avevo 31 anni ho cominciato a tradirlo e non vi dico quel tradimento cosa ha scatenato in me. Ero quasi impazzita non mi riconoscevo più, e li ho cominciato la terapia con lo psicologo più lunga...circa un anno. Per un periodo di tempo sono stata super euforica, piena di voglia di vivere, mi sentivo buona, bella, simpatica tutto insomma, però la forza di mollare il mio compagno per l'ignoto non l'ho mai avuta e non avendo un lavoro fisso non avevo altra alternativa che quella di tornare con mia madre il che sarebbe come cadere dalla padella alla brace.
Cosi per un paio di anni sono riuscita a mantenere una doppia vita e a ritagliarmi i miei momenti di svago con un ragazzo verso il quale oltre l'attrazione fisica non c'è mai stato altro. Per un pò mi è bastato ma poi....non mi dava più felicità nemmeno quello...in più mi si è presentato un altro problema molto grave per me. Ho avuto un peggioramento improvviso della mia calvizie e questa cosa mi ha gettato in una depressione mai avuta nella mia vita. Sono tornata dalla psichiatra, (non più dallo psicologo) che per me è una persona speciale e grazie al cipralex che tutt'ora prendo sono riuscita a risalire piano piano ma questo problema estetico che ancora non è grave so che peggiorerà e per me è come avere una ghigliottina sopra la testa che si avvicina sempre più. Nel periodo in cui ho capito di essere "affetta" da questo problema ho pensato che l'unico modo per essere felice e non pensare a me era quello di avere un figlio ma dopo un anno e mezzo di tentativi ed esami in cui non sembrano esserci problemi abbiamo smesso di cercarlo o meglio ho deciso di non cercarlo più. il motivo? probabilmente non sono mai stata convinta di volerlo e poi ho conosciuto una persona che mi ha fatto perdere la testa ma che non mi ricambia. E' il classico uomo che è meglio perdere che trovare ma con lui un figlio ce lo farei eccome e non so per quale motivo lui ha un grosso desiderio di paternità. Da incosciente ho lasciato che il destino decidesse per me ma non sono rimasta incinta, fortunatamente chissà. Ora ho deciso di riprendere la mia solita vita, di non vederlo più e riprovarci con il mio compagno che sa che l'ho tradito. E adesso? mi ritrovo con il desiderio di avere un figlio ma non con lui. Sono da sempre ferma nello stesso punto, una ragazzina che non è mai cresciuta e che vede la vita passarle davanti. Mi sono divertita si ho avuto tanti corteggiatori ma la vecchiaia incombe...e cosa mi rimarrà? dicono che il desiderio di maternità una donna ce l'abbia a prescindere dal compagno ma io un figlio lo vorrei da una persona che amo. Il mio psicologo oltre ad ascoltarmi non mi sa consigliare una strada da prendere. Penso di aver spiegato a sufficenza cosa significa per me morte nel cuore. scusate se sono stata troppo prolissa!
La prima volta che sono andata dalla "psichiatra" è stato a 19 anni per una forte depressione a causa di un amore finito. Ho fatto una sola seduta accompagnata da mia madre che alla fine è servita più a lei che a me visto che ha tirato fuori il suo matrimonio infelice...va beh poi sono tornata diversi anni dopo quando ormai ero gia fidanzata per una tristezza generale dovuta al lavoro e al fatto che non mi piace il mio carattere e a cui do la colpa dei miei insuccessi sia nel campo lavorativo che nel campo affettivo. La mia forte timidezza e insicurezza mi hanno portato a mettermi con una persona che mi ha sempre dato serenità perchè è un bravo ragazzo e sto bene con lui ma non ne sono mai stata innamorata. Risultato che dopo due anni dalla convivenza quando avevo 31 anni ho cominciato a tradirlo e non vi dico quel tradimento cosa ha scatenato in me. Ero quasi impazzita non mi riconoscevo più, e li ho cominciato la terapia con lo psicologo più lunga...circa un anno. Per un periodo di tempo sono stata super euforica, piena di voglia di vivere, mi sentivo buona, bella, simpatica tutto insomma, però la forza di mollare il mio compagno per l'ignoto non l'ho mai avuta e non avendo un lavoro fisso non avevo altra alternativa che quella di tornare con mia madre il che sarebbe come cadere dalla padella alla brace.
Cosi per un paio di anni sono riuscita a mantenere una doppia vita e a ritagliarmi i miei momenti di svago con un ragazzo verso il quale oltre l'attrazione fisica non c'è mai stato altro. Per un pò mi è bastato ma poi....non mi dava più felicità nemmeno quello...in più mi si è presentato un altro problema molto grave per me. Ho avuto un peggioramento improvviso della mia calvizie e questa cosa mi ha gettato in una depressione mai avuta nella mia vita. Sono tornata dalla psichiatra, (non più dallo psicologo) che per me è una persona speciale e grazie al cipralex che tutt'ora prendo sono riuscita a risalire piano piano ma questo problema estetico che ancora non è grave so che peggiorerà e per me è come avere una ghigliottina sopra la testa che si avvicina sempre più. Nel periodo in cui ho capito di essere "affetta" da questo problema ho pensato che l'unico modo per essere felice e non pensare a me era quello di avere un figlio ma dopo un anno e mezzo di tentativi ed esami in cui non sembrano esserci problemi abbiamo smesso di cercarlo o meglio ho deciso di non cercarlo più. il motivo? probabilmente non sono mai stata convinta di volerlo e poi ho conosciuto una persona che mi ha fatto perdere la testa ma che non mi ricambia. E' il classico uomo che è meglio perdere che trovare ma con lui un figlio ce lo farei eccome e non so per quale motivo lui ha un grosso desiderio di paternità. Da incosciente ho lasciato che il destino decidesse per me ma non sono rimasta incinta, fortunatamente chissà. Ora ho deciso di riprendere la mia solita vita, di non vederlo più e riprovarci con il mio compagno che sa che l'ho tradito. E adesso? mi ritrovo con il desiderio di avere un figlio ma non con lui. Sono da sempre ferma nello stesso punto, una ragazzina che non è mai cresciuta e che vede la vita passarle davanti. Mi sono divertita si ho avuto tanti corteggiatori ma la vecchiaia incombe...e cosa mi rimarrà? dicono che il desiderio di maternità una donna ce l'abbia a prescindere dal compagno ma io un figlio lo vorrei da una persona che amo. Il mio psicologo oltre ad ascoltarmi non mi sa consigliare una strada da prendere. Penso di aver spiegato a sufficenza cosa significa per me morte nel cuore. scusate se sono stata troppo prolissa!
[#4]
<< Il mio psicologo oltre ad ascoltarmi non mi sa consigliare una strada da prendere.>>
Non è infatti questo il suo compito: uno psicologo NON DEVE dare consigli "sostituendosi" ai pazienti, ma fare in modo che le persone giungano a comprendere quale sia la strada che LORO vogliono prendere.
Quali obiettivi terapeutici sono stati fissati?
Che orientamento segue il suo terapeuta?
Anche ora non ha un'indipendenza economica?
Non è infatti questo il suo compito: uno psicologo NON DEVE dare consigli "sostituendosi" ai pazienti, ma fare in modo che le persone giungano a comprendere quale sia la strada che LORO vogliono prendere.
Quali obiettivi terapeutici sono stati fissati?
Che orientamento segue il suo terapeuta?
Anche ora non ha un'indipendenza economica?
[#6]
<<Obiettivi terapeutici? orientamento? non so di cosa stia parlando...>>
Proprio questo temevo. E se le cose stanno così, è comprensibile che non abbia tratto giovamento dai suoi monologhi non finalizzati ad una maggiore comprensione di sé, dei suoi meccanismi di funzionamento, delle sue modalità di intessere relazioni....
<<Mi potrebbe gentilmente spiegare la differenza tra psicologo e psicoterapeuta? >>
Lo psicologo è un laureato in psicologia che, dopo un anno di tirocinio e il superamento di un esame di stato abilitante all'esercizio della professione, si iscrive all'Albo degli psicologi e può svolgere una serie di attività, ma non può fare psicoterapia.
Lo psicoterapeuta, invece, è uno psicologo o un medico che, dopo la trafila precedente, segue un corso quadriennale di specializzazione in psicoterapia (che può essere di orientamenti molto differenti tra loro) con un parallelo consistente monte ore di tirocinio. Al termine di questo percorso si sostiene un altro esame e poi si può aggiungere alla propria iscrizione all'Albo l'abilitazione all'esercizio della psicoterapia.
Tutto questo è visibile a chiunque, consultando i dati degli Ordini Regionali o di quello nazionale:
http://www.ordpsicologier.it/search.php
https://areariservata.psy.it/cgi-bin/areariservata/albo_nazionale.cgi
Per maggiori approfondimenti le consiglio la lettura dei seguenti articoli:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/90-psichiatra-psicoterapeuta-e-psicologo-differenze-tra-le-tre-figure-professionali.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1404-quale-professionista-psi.html
Alla luce di tutto ciò, il mio suggerimento è quello di fare una riflessione sull'opportunità di intraprendere un percorso psicologico più efficace di quanto non sia stato quello precedente.
Nella sua regione non avrà difficoltà a trovare validi professionisti anche nel servizio pubblico.
Resto a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Buona domenica.
Proprio questo temevo. E se le cose stanno così, è comprensibile che non abbia tratto giovamento dai suoi monologhi non finalizzati ad una maggiore comprensione di sé, dei suoi meccanismi di funzionamento, delle sue modalità di intessere relazioni....
<<Mi potrebbe gentilmente spiegare la differenza tra psicologo e psicoterapeuta? >>
Lo psicologo è un laureato in psicologia che, dopo un anno di tirocinio e il superamento di un esame di stato abilitante all'esercizio della professione, si iscrive all'Albo degli psicologi e può svolgere una serie di attività, ma non può fare psicoterapia.
Lo psicoterapeuta, invece, è uno psicologo o un medico che, dopo la trafila precedente, segue un corso quadriennale di specializzazione in psicoterapia (che può essere di orientamenti molto differenti tra loro) con un parallelo consistente monte ore di tirocinio. Al termine di questo percorso si sostiene un altro esame e poi si può aggiungere alla propria iscrizione all'Albo l'abilitazione all'esercizio della psicoterapia.
Tutto questo è visibile a chiunque, consultando i dati degli Ordini Regionali o di quello nazionale:
http://www.ordpsicologier.it/search.php
https://areariservata.psy.it/cgi-bin/areariservata/albo_nazionale.cgi
Per maggiori approfondimenti le consiglio la lettura dei seguenti articoli:
https://www.medicitalia.it/minforma/psichiatria/90-psichiatra-psicoterapeuta-e-psicologo-differenze-tra-le-tre-figure-professionali.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1404-quale-professionista-psi.html
Alla luce di tutto ciò, il mio suggerimento è quello di fare una riflessione sull'opportunità di intraprendere un percorso psicologico più efficace di quanto non sia stato quello precedente.
Nella sua regione non avrà difficoltà a trovare validi professionisti anche nel servizio pubblico.
Resto a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.
Buona domenica.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 15.2k visite dal 17/11/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.