Confessione volontà di farsi del male

Buonasera, scrivo perché ho bisogno di un supporto che mi aiuti ad affrontare razionalmente ciò che mi è successo questa sera e, se possibile, a trovare la giusta strada verso la risoluzione del problema.
Poco fa mio fratello di 23 anni ha confessato a me e ad i miei genitori che, contrariamente a quanto pensavamo e a quanto lui ci ha fatto credere fino ad ora, non è in procinto di laurearsi, ma non ha quasi sostenuto esami. Nella stessa circostanza ci ha rivelato che è stanco di vivere, che non trova alcuno stimolo o ragione per portare avanti la sua esistenza e che ciò non è conseguenza della sua mancata riuscita universitaria, ma piuttosto un antecedente logico.
Mi ha anche mostrato i tagli che si è procurato sul braccio, tagli che a mio parere denotano la volontà di ferirsi, piuttosto che quella di porre fine alla vita, considerata la profondità e l'orientamento (perpendicolari rispetto all'arteria dell'avambraccio).
Mio fratello è una persona colta, sveglia e intelligente. Da sempre ha mostrato poco interesse alle relazioni sociali, preferendo di gran lunga la lettura di libri, soprattutto di filosofia, ma sinceramente mai e poi mai avrei pensato che questa tendenza potesse essere sintomo di un malessere diffuso che solo da stasera ho compreso esiste.
Vi scrivo quindi per chiedervi quali siano i provvedimenti da prendere ora e come debba io ora affrontare la cosa e come debbano affrontarla i miei genitori (che sono separati in casa ma pur sempre presenti, soprattutto mio mamma).
Sperando di avere da voi delle indicazioni circa il giusto modo di procedere, per adesso vi ringrazio e vi auguro buona serate.

Lua
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

se Suo fratello è d'accordo, una visita psichiatrica per una prima valutazione potrebbe essere indispensabile in questo momento.

Un cordiale saluto,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Magda Muscarà Fregonese Psicoterapeuta, Psicologo 3.8k 149
Gentile utente, questo fratello "colto,sveglio intelligente" mi sembra anche profondamente infelice, così da lontano è solo possibile ipotizzare aspetti depressivi nel suo vivere..
Certo ci vuole una visita psichiatrica, senza aver paura, ed anche prendere contatto con uno psicologo psicoterapeuta col quale pensare e approfondire le dinamiche, le storie ,le sofferenze che sono alle spalle di questa fuga dallo studio e dall'essere valutati e di questa aggressivita introiettata che deve essere ricanalizzata e diventare "elan vital" come dicono i francesi, cioè spinta, slancio, intraprendenza e coraggio...
Potrebbe essere utile, a mio parere un collega di scuola psicodinamica e o sistemico relazionale..
Molti auguri..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Ragazza,
Quanto dolore e sofferenza nella vita incompiuta di suo fratello.
Spesso il dolore " fisico" , procurato attraverso i tagli e simili, serve a non sentire quello " psichico" , perche' insopportabile, cupo, sordo ed infinito.
Credo che un primo approccio, per evitare di fargli provare ulteriore paura, sia un colloquio con uno psicoterapeuta, che possa accoglierlo, empaticamente riceverlo e, con modalita' non giudicanti, decodificare la sua sofferenza, per trasformarla poi, come saggiamente detto dalla Dott. Muscara' , in elementi vitali e vivificatori.
Cari auguri...

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Utente
Utente
ora, l'ostacolo più grosso da superare sarà quello di convincere i miei genitori della necessità di un aiuto di uno specialista. Se ieri sera, dopo le scoperte, ne erano convinti, stamane la loro convinzione vacilla e la motivazione addotta è la paura "che ce lo imbottiscano di farmaci e non ne esca più".
E' una situazione straziante, in cui non avrei mai e poi mai pensato di vedere la mia famiglia.... perché se da un lato mi rendo conto della verità dei pensieri di mio fratello circa la piccolezza della vita umana, dall'altra capisco che ciò che non va in lui sta proprio nel non aver trovato qualcosa per cui questa vita meriti di essere vissuta. Mi dispiace moltissimo, mi fa soffrire saperlo infelice, non poterlo aiutare e soprattutto il fatto che ora io lo veda come un oggetto "da maneggiare con cura", qualcosa che potrebbe rompersi al primo urto.... mi fa arrabbiare poi sapere che l'intelligenza brillante di cui è dotato, di quella che può servire a fare grandi cose, sia forse la causa di questo suo mal di vivere.
passando alle domande dopo questo sfogo, per il quale chiedo scusa, vi chiedo come posso reperire uno specialista, se devo rivolgermi al medico di famiglia oppure se esiste un altro modo per trovare qualcuno di veramente in gamba, che ci aiuti ad affrontare questa cosa. In zona Milano esiste qualche centro specializzato, che voi sappiate?
grazie ancora per le "consulenze" e le parole di incoraggiamento.

Lua
[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Le resistenze maggiori da parte dei suoi genitori, saranno correlate alla paura del loro fallimento genitoriale, quando un figlio sta male, un genitore pensa di ave sbagliato in qualcosa.
Dia tempo per metabolizzare l' accaduto, del resto suo fratello e' maggiorenne, potrebbe andare da solo in terapia
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile signora, a Milano avrà l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda le strutture che possono accogliere e occuparsi di Suo fratello. In qualunque struttura pubblica può prenotare una visita psichiatrica e sarà poi il medico a spiegarvi bene cosa e come fare. Qui non possiamo fare nomi di professionisti iscritti. Eventualmente può scrivere privatamente a qualcuno di noi della zona per riferimenti più precisi.

E' importante far capire ai Suoi genitori, magari mostrando questa mail, che il problema di Suo fratello NON riguarda un male di vivere o una banale svogliatezza, ma è molto più profondo e disfunzionale (tagli). A tal proprosito, forse vale la pena assumere un farmaco che possa salvargli la vita, piuttosto che rischiare che si faccia male davvero la prossima volta, non crede?

Le dico questo perchè, ripensando a quello che ci ha scritto ieri, mi sono chiesta come sia stato possibile per voi non accorgervi di tale disagio. Probabilmente vi serve raccontare questa storia in altri termini, per alleviare la sofferenza. Ma è anche vero che vi occorrono strategie diverse da attuare con Suo fratello per sapere come comportarvi con lui per facilitare poi la guarigione, senza colludere.

Ci faccia sapere.