Depressione e "doppia vita"
Buongiorno. Sono un ragazzo di 29 anni e penso di essere depresso. Da un paio di mesi sto preparando un esame per l'abilitazione alla professione ma nonostante stia dieci ore al giorno sui libri non ho ancora letto una pagina del materiale che dovrei studiare. Vivo in casa con la mia famiglia, dopo un periodo trascorso fuori all'universitá ora lavoro nello studio professionale di famiglia anche se non amo particolarmente il lavoro che faccio: spesso sono stressato, annoiato, non mi interessano le pratiche che seguo. Vivo come un grande peso ogni impegno professionale, con la conseguenza che da un paio di anni soffro di colon irritabile, inappetenza, perditte e aumenti di peso incontrollati, vari problemi digestivi e insonnia. Tuttavia non ho grandi entusiasmi o progetti alternativi a questo lavoro, nè ho mai coltivato sogni o aspettative precise per il futuro. La mia vita affettiva/sentimentale è bloccata da anni e non ho mai avuto rapporti affettivi né tantomeno sessuali con ragazze, vivendo in una specie di solitudine auto-forzata a causa della timidezza e della paura di relazionarmi davvero con le altre persone.
In questi mesi, pur non lavorando in ufficio, mi distraggo continuamente e non studio, mi addormento e mi risveglio ripetutamente, passo ore in silenzio a fissare oggetti della mia stanza e quando non mi trovo in questo stato di confusione/incoscienza trascorro ore su internet senza un motivo preciso, finendo spesso su contenuti erotici e masturbandomi. Vivo questa situazione di confusione e smarrimento praticamente di nascosto, nel senso che i miei familiari, amici e colleghi, pur essendo al corrente della mia latente insoddisfazione per il lavoro che faccio e delle conseguenze che questa ha sul mio fisico, non sanno dell'intensitá che il mio disagio ha raggiunto. Essendo questi disturbi presenti giá da tempo, un anno fa mi sono rivolto ad uno psicologo, per circa sei mesi ci siamo incontrati settimanalmente ma mi sentivo sempre peggio e ad un certo punto, sentendomi frustrato e demoralizzato ho deciso di interrompere la terapia, in quanto nelle sedute mi ritrovavo a fare dei monologhi logorroici e l'insoddisfazione e il disagio per la mia condizione aumentavano. Lo psicologo ha accettato la mia scelta ed é rimasto disponibile, però al momento non me la sento di riprendere la terapia. A questo punto non so come fare, l'esame è a giorni, mi rendo conto che non sono in grado di affrontarlo, vorrei spiegare la situazione effettiva a qualcuno ma non trovo il coraggio perchè tutti mi vedono come una persona matura e coerente, mi deprimo ulteriormente, sento le aspettative della famiglia e degli amici nei miei confronti e non vorrei deluderle e poi appena esco di casa tutti mi chiedono dell'esame e del mio futuro professionale e sono stanco di inventarmi storie senza dare risposte né avere alcun
entusiasmo. Infine l'aspetto che più mi preoccupa è che cerco di isolarmi continuamente e le giornate passano senza un senso. Non so come fare.
In questi mesi, pur non lavorando in ufficio, mi distraggo continuamente e non studio, mi addormento e mi risveglio ripetutamente, passo ore in silenzio a fissare oggetti della mia stanza e quando non mi trovo in questo stato di confusione/incoscienza trascorro ore su internet senza un motivo preciso, finendo spesso su contenuti erotici e masturbandomi. Vivo questa situazione di confusione e smarrimento praticamente di nascosto, nel senso che i miei familiari, amici e colleghi, pur essendo al corrente della mia latente insoddisfazione per il lavoro che faccio e delle conseguenze che questa ha sul mio fisico, non sanno dell'intensitá che il mio disagio ha raggiunto. Essendo questi disturbi presenti giá da tempo, un anno fa mi sono rivolto ad uno psicologo, per circa sei mesi ci siamo incontrati settimanalmente ma mi sentivo sempre peggio e ad un certo punto, sentendomi frustrato e demoralizzato ho deciso di interrompere la terapia, in quanto nelle sedute mi ritrovavo a fare dei monologhi logorroici e l'insoddisfazione e il disagio per la mia condizione aumentavano. Lo psicologo ha accettato la mia scelta ed é rimasto disponibile, però al momento non me la sento di riprendere la terapia. A questo punto non so come fare, l'esame è a giorni, mi rendo conto che non sono in grado di affrontarlo, vorrei spiegare la situazione effettiva a qualcuno ma non trovo il coraggio perchè tutti mi vedono come una persona matura e coerente, mi deprimo ulteriormente, sento le aspettative della famiglia e degli amici nei miei confronti e non vorrei deluderle e poi appena esco di casa tutti mi chiedono dell'esame e del mio futuro professionale e sono stanco di inventarmi storie senza dare risposte né avere alcun
entusiasmo. Infine l'aspetto che più mi preoccupa è che cerco di isolarmi continuamente e le giornate passano senza un senso. Non so come fare.
[#1]
<<al momento non me la sento di riprendere la terapia>>
Non se la sente in generale o proprio con quello specifico psicoterapeuta?
Può essere che il suo tipo di approccio non facesse per Lei o per la sua situazione, mentre magari con un altro professionista le cose andrebbero diversamente.
Da quanto scrive, mi pare che ormai le cose siano andate piuttosto avanti, per cui da solo le riesce difficile uscire da questa situazione di disagio, che evidentemente non è limitata all'esame (pur importante) da affrontare. Le questioni in gioco sono davvero tante e tutte molto importanti, perciò credo che andrebbero sviscerate di persona con un Collega della sua zona.
Saluti.
Non se la sente in generale o proprio con quello specifico psicoterapeuta?
Può essere che il suo tipo di approccio non facesse per Lei o per la sua situazione, mentre magari con un altro professionista le cose andrebbero diversamente.
Da quanto scrive, mi pare che ormai le cose siano andate piuttosto avanti, per cui da solo le riesce difficile uscire da questa situazione di disagio, che evidentemente non è limitata all'esame (pur importante) da affrontare. Le questioni in gioco sono davvero tante e tutte molto importanti, perciò credo che andrebbero sviscerate di persona con un Collega della sua zona.
Saluti.
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
<un anno fa mi sono rivolto ad uno psicologo, per circa sei mesi ci siamo incontrati settimanalmente ma mi sentivo sempre peggio>
Gentile Utente,
comprendo la sua delusione rispetto ad un tentativo non soddisfacente di affrontare i suoi disagi affidandosi ad un aiuto specialistico,tuttavia sarebbe opportuno che non si scoraggiasse e si rivolgesse nuovamente ad uno psicologo/psicoterapeuta.
La sintomatologia che riferisce e le limitazioni che sperimenta nella sua vita rendono più che opportuna una consultazione specialistica per una valutazione diretta e un eventuale trattamento atto a restituirle miglior benessere e qualità di vita.
Le suggerisco la lettura di questi articoli per usufruire di informazioni dettagliate in merito alla scelta del professionista a cui rivolgersi
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Cordialmente
Gentile Utente,
comprendo la sua delusione rispetto ad un tentativo non soddisfacente di affrontare i suoi disagi affidandosi ad un aiuto specialistico,tuttavia sarebbe opportuno che non si scoraggiasse e si rivolgesse nuovamente ad uno psicologo/psicoterapeuta.
La sintomatologia che riferisce e le limitazioni che sperimenta nella sua vita rendono più che opportuna una consultazione specialistica per una valutazione diretta e un eventuale trattamento atto a restituirle miglior benessere e qualità di vita.
Le suggerisco la lettura di questi articoli per usufruire di informazioni dettagliate in merito alla scelta del professionista a cui rivolgersi
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Utente
Grazie per le risposte e la disponibilità, la situazione che vi ho descritto è complessa e non è possibile riassumerla e affrontarla adeguatamente con dei brevi consulti on-line, perció vi ringrazio ancora perchè avevo bisogno di confrontarmi, in qualche modo, con qualcuno.
L'unica alternativa che vedo per il momento é quindi rientrare in terapia, anche se uno dei problemi è che mi sento incapace di migliorare tramite la consulenza di uno psicologo e il senso di inutilitá e sfiducia che ne deriva mi deprime ancora di più. Non dipende dello psicologo che ho davanti, é il mio approccio che non riesco a cambiare, pur non essendo felice. So che probabilmente sbaglio, perché adesso non sto bene, ma in parte non ho ancora accettato l'idea di aver bisogno di un aiuto, di non non potercela fare da solo. È come se dovessi gestire due volontá separate, una che non ce la fa piú, cerca relazioni e chiede aiuto ed una che invece si isola e pensa di poter rimediare, ma che in molti casi credo, perchè non lo so piú neanche io, abbia sostenuto la mia forza di volontá e la mia autostima. Per questo non so come fare.
Non voglio abusare ulteriormente di questo spazio gratuito. Spero in qualche modo di riuscire a riprendere il cammino e di uscire da questa situazione. Grazie ancora.
L'unica alternativa che vedo per il momento é quindi rientrare in terapia, anche se uno dei problemi è che mi sento incapace di migliorare tramite la consulenza di uno psicologo e il senso di inutilitá e sfiducia che ne deriva mi deprime ancora di più. Non dipende dello psicologo che ho davanti, é il mio approccio che non riesco a cambiare, pur non essendo felice. So che probabilmente sbaglio, perché adesso non sto bene, ma in parte non ho ancora accettato l'idea di aver bisogno di un aiuto, di non non potercela fare da solo. È come se dovessi gestire due volontá separate, una che non ce la fa piú, cerca relazioni e chiede aiuto ed una che invece si isola e pensa di poter rimediare, ma che in molti casi credo, perchè non lo so piú neanche io, abbia sostenuto la mia forza di volontá e la mia autostima. Per questo non so come fare.
Non voglio abusare ulteriormente di questo spazio gratuito. Spero in qualche modo di riuscire a riprendere il cammino e di uscire da questa situazione. Grazie ancora.
[#4]
<ma in parte non ho ancora accettato l'idea di aver bisogno di un aiuto, di non non potercela fare da solo.>
La comprendo, tuttavia se fosse stato possibile farcela senza un aiuto specialistico ora non avrebbe sentito il bisogno di scriverci, poiché sarebbe in una condizione di benessere.
Provi a leggere questo articolo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Molti auguri
La comprendo, tuttavia se fosse stato possibile farcela senza un aiuto specialistico ora non avrebbe sentito il bisogno di scriverci, poiché sarebbe in una condizione di benessere.
Provi a leggere questo articolo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Molti auguri
[#5]
Caro Utente,
l'essere umano non possiede solo una caratteristica, ma più parti, anche se le stesse possono andare in contraddizione fra loro. Lei ha una parte che la spinge a vivere a pieno,a relazionarsi,ad uscire da questa empasse, l'altra invece tende a "fare resistenza" portandola a continuare a chiudersi in se stesso.
E' proprio la componente della resistenza che rende più complesso l'iter di una psicoterapia.
Ciò che però è importante è che è attiva in lei anche quella parte più volitiva, volta al cambiamento. Infatti i problemi più difficili da affrontare rappresentano quelli in cui non c'è conflitto, ma la persona contatta solo la parte più resistente al cambiamento,senza avvertire dentro di sè la spinta a voler star meglio.
Si allei a quella dimensione di sè che desidera uscire da questa situazione, continuando la psicoterapia. Non è necessario che ciò avvenga con il precedente psicologo. L'importante è non lasciar prevalere in lei quegli aspetti che le stanno facendo procrastinare, rimandare ulteriormente.
Si merita di stare bene,di vivere a pieno la sua vita. Non si neghi questa possibilità.
La saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
l'essere umano non possiede solo una caratteristica, ma più parti, anche se le stesse possono andare in contraddizione fra loro. Lei ha una parte che la spinge a vivere a pieno,a relazionarsi,ad uscire da questa empasse, l'altra invece tende a "fare resistenza" portandola a continuare a chiudersi in se stesso.
E' proprio la componente della resistenza che rende più complesso l'iter di una psicoterapia.
Ciò che però è importante è che è attiva in lei anche quella parte più volitiva, volta al cambiamento. Infatti i problemi più difficili da affrontare rappresentano quelli in cui non c'è conflitto, ma la persona contatta solo la parte più resistente al cambiamento,senza avvertire dentro di sè la spinta a voler star meglio.
Si allei a quella dimensione di sè che desidera uscire da questa situazione, continuando la psicoterapia. Non è necessario che ciò avvenga con il precedente psicologo. L'importante è non lasciar prevalere in lei quegli aspetti che le stanno facendo procrastinare, rimandare ulteriormente.
Si merita di stare bene,di vivere a pieno la sua vita. Non si neghi questa possibilità.
La saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
Dr.ssa serena rizzo
[#6]
Utente
Grazie anche per quest'ultimo consiglio, arrivato in un momento opportuno. L'esame è passato, inutile dire che non l'ho superato, la tensione si è allentata, è ripresa la routine. Sarebbe la situazione giusta per ricominciare la terapia. Da un paio di giorni sto gestendo un conflitto quasi continuo con la mia volontá: può sembrare ridicolo, ma sto proprio faticando nel decidermi a ricontattare lo psicologo... Penso che prima di rivolgermi ad un nuovo professionista preferirei tornare comunque dal precedente, perché conosce la situazione e si é giá mostrato disponibile anche ad indicarmi suoi colleghi nel caso continuassi ad avere dubbi e disagi riguardo al lavoro che mi propone. Spero di decidermi prima o poi! Grazie ancora.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.1k visite dal 16/11/2012.
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Approfondimento su Insonnia
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