Depersonalizzazione
buonasera, ho fatto tre anni di psicoterapia ma sto male...quindi posso dire che la psicologa mi ha fregato un bel po di soldi.
comunque sabato scorso per la prima volta ho avuto un attacco di panico, ma tutta la settimana precedente alla crisi mi sentivo strano..in confusione..le voci mi rimbombavano..
ora sto ancor peggio perchè ho una paura terribile e soprattutto ho i sintomi di depersonalizzazione!..
Da quella psicoterapeuta non ci voglio più andare perche in tre anni ha saputo fare ben poco e non ci siamo lasciati bene ( a mio parere), solo che lei conosce la mia storia..
cominciare con un altro psicologo sarebbe possibile?
non vorrebbe dire cominciare tutto ex novo?
grazie
comunque sabato scorso per la prima volta ho avuto un attacco di panico, ma tutta la settimana precedente alla crisi mi sentivo strano..in confusione..le voci mi rimbombavano..
ora sto ancor peggio perchè ho una paura terribile e soprattutto ho i sintomi di depersonalizzazione!..
Da quella psicoterapeuta non ci voglio più andare perche in tre anni ha saputo fare ben poco e non ci siamo lasciati bene ( a mio parere), solo che lei conosce la mia storia..
cominciare con un altro psicologo sarebbe possibile?
non vorrebbe dire cominciare tutto ex novo?
grazie
[#1]
Gentile utente che tipo di psicoterapia ha fatto?
se comincia con un approccio alternativo non significa ricominciare ex novo ma, semplicementem, fare un altro lavoro.
saluti
se comincia con un approccio alternativo non significa ricominciare ex novo ma, semplicementem, fare un altro lavoro.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Ex utente
Dottore non glielo so proprio dire, ci andavo una volta a settimana, non mi dava compiti da svolgere.
Devo dire che quando facevo terapia avevo raggiunto un elevato grado di benessere, ma quando lasciavo ero di nuovo punto e accapo..come ora del resto.
Lei mi consiglierebbe un altro tipo di terapia visto che quella da me fatta non ha visto comunque i suoi frutti?
Devo dire che quando facevo terapia avevo raggiunto un elevato grado di benessere, ma quando lasciavo ero di nuovo punto e accapo..come ora del resto.
Lei mi consiglierebbe un altro tipo di terapia visto che quella da me fatta non ha visto comunque i suoi frutti?
[#6]
[#8]
Gent.le ragazzo,
in primo luogo eviterei le autodiagnosi perché ti inducono a pensare a te stesso come persona "malata" e quindi a comportarti come tale.
In secondo luogo se vuoi fare una ricerca mirata dello Psicologo-Psicoterapeuta nella tua zona di residenza puoi utilizzare il link contenuto in questa pagina:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2629-come-verificare-le-credenziali-dello-psicologo.html
"Da quella psicoterapeuta non ci voglio più andare perche in tre anni ha saputo fare ben poco e non ci siamo lasciati bene ( a mio parere), solo che lei conosce la mia storia..
cominciare con un altro psicologo sarebbe possibile?"
La psicoterapia non è un intervento chirurgico durante il quale la condizione richiesta è la passività, al contrario è fondamentale che lei sia attivamente coinvolto in un processo di cambiamento la cui efficacia va monitorata e periodicamente valutata da entrambi: psicoterapeuta e cliente, a tal proposito le consiglio di leggere l'articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
in primo luogo eviterei le autodiagnosi perché ti inducono a pensare a te stesso come persona "malata" e quindi a comportarti come tale.
In secondo luogo se vuoi fare una ricerca mirata dello Psicologo-Psicoterapeuta nella tua zona di residenza puoi utilizzare il link contenuto in questa pagina:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2629-come-verificare-le-credenziali-dello-psicologo.html
"Da quella psicoterapeuta non ci voglio più andare perche in tre anni ha saputo fare ben poco e non ci siamo lasciati bene ( a mio parere), solo che lei conosce la mia storia..
cominciare con un altro psicologo sarebbe possibile?"
La psicoterapia non è un intervento chirurgico durante il quale la condizione richiesta è la passività, al contrario è fondamentale che lei sia attivamente coinvolto in un processo di cambiamento la cui efficacia va monitorata e periodicamente valutata da entrambi: psicoterapeuta e cliente, a tal proposito le consiglio di leggere l'articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#9]
Ex utente
Si dottoressa, so che il mio ruolo è attivo, anzi molto attivo, e lo sono stato, moltiaspetti di me sono cambiati, ma l'ansia è rimasta.
Andavo alla seduta come per andare a prendere la pillola di mantenimento del mio stato di benessere.
Non sò...
è possibile che l'attacco di panico che ho avuto sia una caso isolato??
Dottoressa grazie del Suo interesse
Andavo alla seduta come per andare a prendere la pillola di mantenimento del mio stato di benessere.
Non sò...
è possibile che l'attacco di panico che ho avuto sia una caso isolato??
Dottoressa grazie del Suo interesse
[#11]
Ex utente
Si devo dire che è difficile da comprendere.
Pero devo dire che mi ci sono ritrovato, e anche i "requisiti" che deve avere un terapeuta, la mia ce li aveva...
Ma alla fine quello che conta sono i FATTI.
e i fatti dicono che 3 anni di terapia non sono riusciti a risolvere le mie ansie...
io credo di non aver fallito perchè sono stato costante e ho assunto un ruolo molto attivo.
Ricordo che Lei ad un certo punto delle sedute mi diceva che LA MIA MENTE SI RIFIUTAVA DI LAVORARE (dopo anni). Eravamo fermi in un punto....forse perchè io avevo raggiunto uno stato di benessere, e allora le motivazioni venivano a mancare..ecco forse lì ho sbagliato!
Se rispondesse mi farebbe piacere
Pero devo dire che mi ci sono ritrovato, e anche i "requisiti" che deve avere un terapeuta, la mia ce li aveva...
Ma alla fine quello che conta sono i FATTI.
e i fatti dicono che 3 anni di terapia non sono riusciti a risolvere le mie ansie...
io credo di non aver fallito perchè sono stato costante e ho assunto un ruolo molto attivo.
Ricordo che Lei ad un certo punto delle sedute mi diceva che LA MIA MENTE SI RIFIUTAVA DI LAVORARE (dopo anni). Eravamo fermi in un punto....forse perchè io avevo raggiunto uno stato di benessere, e allora le motivazioni venivano a mancare..ecco forse lì ho sbagliato!
Se rispondesse mi farebbe piacere
[#12]
Gent.le ragazzo,
in psicoterapia può accadere che ci sia un momento di impasse ma va affrontato ed elaborato insieme allo Psicoterapeuta, perché non è mai casuale e solitamente offre spunti significativi per continuare il percorso di crescita personale.
in psicoterapia può accadere che ci sia un momento di impasse ma va affrontato ed elaborato insieme allo Psicoterapeuta, perché non è mai casuale e solitamente offre spunti significativi per continuare il percorso di crescita personale.
[#13]
Ex utente
Comunque consulterò uno psichiatra, perchè sto davvero malissimo mi sento di impazzire,ad esempio stasera avevo la mia ragazza accanto l'ho guaradata ed in un certo momento ho avuto la sensazione di non riconoscerla...stessa cosa con mia zia..mi ci trovavo a parlare, e stessa sensazione. questa sensazione mi fa andare in panico.
ho paura
ho paura
[#15]
Ex utente
La psichiatra a cui mi voglio rivolgere è anche psicoterapeuta cognitivo comportamentale.
L'unica cosa che mi preoccupa è che ho fatto 3 anni di terapia mascherando solo l'ansia.
Quanto è vera, quanto funziona la psicoterapia?
io no ne posso parlare bene, e questa cosa mi provoca paura
L'unica cosa che mi preoccupa è che ho fatto 3 anni di terapia mascherando solo l'ansia.
Quanto è vera, quanto funziona la psicoterapia?
io no ne posso parlare bene, e questa cosa mi provoca paura
[#16]
"ho fatto 3 anni di terapia mascherando solo l'ansia."
La psicoterapia non implica un "atto di fede", è un'esperienza in cui la relazione terapeutica crea le condizioni favorevoli ad avviare un processo di crescita personale, nel quale la persona attraverso l'autoconsapevolezza e il recupero del potere personale può attingere alle sue risorse.
Nella lettura dell'articolo cosa ha trovato difficile da comprendere?
La psicoterapia non implica un "atto di fede", è un'esperienza in cui la relazione terapeutica crea le condizioni favorevoli ad avviare un processo di crescita personale, nel quale la persona attraverso l'autoconsapevolezza e il recupero del potere personale può attingere alle sue risorse.
Nella lettura dell'articolo cosa ha trovato difficile da comprendere?
[#17]
Ex utente
"La psicoterapia non implica un "atto di fede", è un'esperienza in cui la relazione terapeutica crea le condizioni favorevoli ad avviare un processo di crescita personale, nel quale la persona attraverso l'autoconsapevolezza e il recupero del potere personale può attingere alle sue risorse"
e attingendo alle proprie risorse che và via l'ansia o il panico?
e questo che non capisco il collegamento fra questa crescita personale e l'ansia, fobia DOC ecc ecc
e attingendo alle proprie risorse che và via l'ansia o il panico?
e questo che non capisco il collegamento fra questa crescita personale e l'ansia, fobia DOC ecc ecc
[#18]
Ex utente
Per quanto riguarda la difficle comprensione del testo, mi riferisco in generale...ho dovuto leggere certe frasi piu di una volta e lentamente per capire cosa volevano dire.
E' un testo difficile...
non Le è mai capitato di leggere un testo universitario difficile? ecco..così...
la parte finale è molto più comprensibile
E' un testo difficile...
non Le è mai capitato di leggere un testo universitario difficile? ecco..così...
la parte finale è molto più comprensibile
[#19]
Gent.le ragazzo,
se la psicoterapia promuove un passaggio da uno stato di malessere ad una condizione di benessere, ciò accade perché all'interno della relazione terapeutica la persona impara ad entrare in contatto con le emozioni, i pensieri e la sofferenza che da essi derivano, trasformandola in consapevolezza ed individuando modalità alternative (risorse) che appartengono al proprio modo di essere, per affrontare il disagio.
Può sembrarle un discorso astratto ma in realtà è proprio il contrario, si tratta di fare esperienza di tutto ciò sulla propria "pelle" ed è possibile se ci si sente ascoltati, compresi empaticamente e non giudicati dallo Psicologo-Psicoterapeuta.
La comprensione empatica riguarda la capacità da parte dello specialista di:
“ …Sentire il mondo personale del cliente come se fosse nostro, senza però mai perdere questa qualità del come se, questa è empatia: sentire l'ira, la paura, il turbamento del cliente, senza però aggiungervi la nostra paura, il nostro turbamento”. (Carl Rogers)
se la psicoterapia promuove un passaggio da uno stato di malessere ad una condizione di benessere, ciò accade perché all'interno della relazione terapeutica la persona impara ad entrare in contatto con le emozioni, i pensieri e la sofferenza che da essi derivano, trasformandola in consapevolezza ed individuando modalità alternative (risorse) che appartengono al proprio modo di essere, per affrontare il disagio.
Può sembrarle un discorso astratto ma in realtà è proprio il contrario, si tratta di fare esperienza di tutto ciò sulla propria "pelle" ed è possibile se ci si sente ascoltati, compresi empaticamente e non giudicati dallo Psicologo-Psicoterapeuta.
La comprensione empatica riguarda la capacità da parte dello specialista di:
“ …Sentire il mondo personale del cliente come se fosse nostro, senza però mai perdere questa qualità del come se, questa è empatia: sentire l'ira, la paura, il turbamento del cliente, senza però aggiungervi la nostra paura, il nostro turbamento”. (Carl Rogers)
[#20]
Ex utente
Capito..io lunedi alle 16 ho un colloquio...ma da qui a lunedi come temporeggio...mi sent in confusione..poco fa mentre pranzavamo non ho rivolto la parola a nessuno perche se gli parlavo sentivo la mia voce e quella degli altri "strana".. in confusione..e da li poi si scatena a paura..
un consiglio pratico.?
grazie grazie
un consiglio pratico.?
grazie grazie
[#21]
Gent.le ragazzo,
puoi provare a focalizzare l'attenzione sulla tua respirazione cercando di allungare i tempi di ispirazione ed espirazione per alcuni minuti.
Il colloquio con lo Psicologo non va considerato come una "pillola" da prendere al bisogno ma l'inizio di un percorso nel quale sarai tua concordare insieme allo Psicologo-Psicoterapeuta gli obiettivi da raggiungere.
puoi provare a focalizzare l'attenzione sulla tua respirazione cercando di allungare i tempi di ispirazione ed espirazione per alcuni minuti.
Il colloquio con lo Psicologo non va considerato come una "pillola" da prendere al bisogno ma l'inizio di un percorso nel quale sarai tua concordare insieme allo Psicologo-Psicoterapeuta gli obiettivi da raggiungere.
[#25]
Ex utente
Grazie, posso dire che quando mi distraggo e non ci penso và meglio...ad esempio stamattina mi sono tenuto impegnato e sono stato meglio..anche se con il morale giu!...
ma quando mi torna il pensiero della depersonalizzazione..mi sento strano..
comunque stanotte ho dormito malissimo mi svegliavo continuamente con la sensazione che mi mancava l'aria.
QUINDI LEI MI CONSIGLIA DI VIVERE TRANQUILLAMENTE?
e poi può possibile che quest attacco di panico potrebbe essere un caso isolato?
grzie mille...davvero Lei mi aiuta!
ma quando mi torna il pensiero della depersonalizzazione..mi sento strano..
comunque stanotte ho dormito malissimo mi svegliavo continuamente con la sensazione che mi mancava l'aria.
QUINDI LEI MI CONSIGLIA DI VIVERE TRANQUILLAMENTE?
e poi può possibile che quest attacco di panico potrebbe essere un caso isolato?
grzie mille...davvero Lei mi aiuta!
[#26]
Ex utente
Da due giorni piango ininterrottamente pensando che la mia mamma non mi ha mai abbracciato e detto ti voglio bene, e nemmeno io le ho mai detto una cosa del genere...
la mia psicoterapeuta batteva molto su questa cosa...
io all'inizio del percorso ero molto scettico su questo, anzi ci ridevo su quando la psicol mi chiedeva della mia famiglia...questi tre anni mi sono serviti anche a questo..
Adesso dico:
chi lo sà se abbracciare mia mamma dopo 26 anni e dirle tutto quello che non gli ho detto potrebbe essere la soluzione dei miei problemi che mi porto dietro da sempre?
piango mentre scrivo
la mia psicoterapeuta batteva molto su questa cosa...
io all'inizio del percorso ero molto scettico su questo, anzi ci ridevo su quando la psicol mi chiedeva della mia famiglia...questi tre anni mi sono serviti anche a questo..
Adesso dico:
chi lo sà se abbracciare mia mamma dopo 26 anni e dirle tutto quello che non gli ho detto potrebbe essere la soluzione dei miei problemi che mi porto dietro da sempre?
piango mentre scrivo
[#28]
Gentile Utente,
faccio un po' di fatica a comprendere il problema: Lei soffre da tre anni di un disturbo d'ansia diagnosticato dallo psichiatra? E in questi tre anni è stato in cura dalla psichiatra e ha seguito parallelamente una psicoterapia con una psicologa, che però non Le ha dato beneficio, dico bene?
Se la diagnosi formulata è di disturbo d'ansia e se il trattamento precedente non è stato efficace, vale la pena cambiare tipo di psicoterapia, come Le ha già suggerito il Collega.
Inoltre, in attesa di incontrare lo psicologo (e nell'attesa si renderà conto che i sintomi d'ansia sono sì fastidiosi e anche inquietanti come la depresonalizzazione, ma certamente d'ansia non si muore, nel senso che può imparare a modularla sempre meglio... e questo deve diventare uno degli obiettivi della psicoterapia) deve evitare di evitare le situazioni temute. Quindi deve continuare a fare tutto ciò che ha sempre fatto.
"...soluzione dei miei problemi che mi porto dietro da sempre?"
Con la psicologa che tipo di collegamento aveva fatto a tal riguardo? Oppure è una Sua ipotesi?
Inoltre vorrei chiederLe se con la psichiatra che è anche una psicoterapeuta di tipo cognitivo-comportamentale ha avuto ricevuto prescrizioni comportamentali o compiti da eseguire tra una seduta e l'altra.
Saluti,
faccio un po' di fatica a comprendere il problema: Lei soffre da tre anni di un disturbo d'ansia diagnosticato dallo psichiatra? E in questi tre anni è stato in cura dalla psichiatra e ha seguito parallelamente una psicoterapia con una psicologa, che però non Le ha dato beneficio, dico bene?
Se la diagnosi formulata è di disturbo d'ansia e se il trattamento precedente non è stato efficace, vale la pena cambiare tipo di psicoterapia, come Le ha già suggerito il Collega.
Inoltre, in attesa di incontrare lo psicologo (e nell'attesa si renderà conto che i sintomi d'ansia sono sì fastidiosi e anche inquietanti come la depresonalizzazione, ma certamente d'ansia non si muore, nel senso che può imparare a modularla sempre meglio... e questo deve diventare uno degli obiettivi della psicoterapia) deve evitare di evitare le situazioni temute. Quindi deve continuare a fare tutto ciò che ha sempre fatto.
"...soluzione dei miei problemi che mi porto dietro da sempre?"
Con la psicologa che tipo di collegamento aveva fatto a tal riguardo? Oppure è una Sua ipotesi?
Inoltre vorrei chiederLe se con la psichiatra che è anche una psicoterapeuta di tipo cognitivo-comportamentale ha avuto ricevuto prescrizioni comportamentali o compiti da eseguire tra una seduta e l'altra.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#29]
Ex utente
"faccio un po' di fatica a comprendere il problema: Lei soffre da tre anni di un disturbo d'ansia diagnosticato dallo psichiatra? E in questi tre anni è stato in cura dalla psichiatra e ha seguito parallelamente una psicoterapia con una psicologa, che però non Le ha dato beneficio, dico bene?"
No, non sono stato seguito dallo psichiatra (anche se 2 volte ci sono stato prima di andare dallo psicologo, perchè avevo pensieri omosessuali,scatenati in seguito a "cilecca" alla mia prima volta), lui mi disse che erano solo pensieri e non dovevo darci retta.
Dopo anni il problema si ripresento all'occasione (cilecca), mi terrorizzai e andai da un andrologo, il quale mi fece ormoni e cure di cialis, senza analisi e diagnosticare patologie. (un vero ladro bastardo) il problema persisteva e stavo malissimo.
Andai da una psicologa. la quale mi disse che soffrivo di una forte ansia...dopo un po di tempo riusci ad avere rapporti con la mia ragazza...(io do il merito sia alla psicoterapia che alla mia ragazza che con dolcezza mi ha capito).
Ma l'ansia si trasformava in altre paranoie.. ad esempio ero convinto di avere la sclerosi...
Ho fatto quasi 3 anni di psicoterapia..nn so se cognitiva comportamentale...comunque non avevo compiti da eseguire ..credo si trattasse di psicoanalisi.
"Con la psicologa che tipo di collegamento aveva fatto a tal riguardo? Oppure è una Sua ipotesi?"
non è una mia ipotesi...addirittura Lei in una seduta mi disse : -la risposta ce l'ha davanti agli occhi. La dottoressa mi aveva detto che questa "mancanza" era causa di mie paure..e mie rabbie soprattutto! Lei mi diceva che sentiva una forte RABBIA!
Quando lascia la terapia Lei mi disse che il mio percorso non era finito ( questi 3 anni non furono continui ma intervallate da 2 pause lunghe), ma io ero molto stanco ormai non avevo piu stimoli perche credevo di stare bene...
Adesso a distanza di 2 anni si è presentato questo attacco di panico, devo dire che tutta la settimana precedente alla crisi mi sentivo strano, credo si trattasse di depersonalizzazione..
Grazie della pazienza !
No, non sono stato seguito dallo psichiatra (anche se 2 volte ci sono stato prima di andare dallo psicologo, perchè avevo pensieri omosessuali,scatenati in seguito a "cilecca" alla mia prima volta), lui mi disse che erano solo pensieri e non dovevo darci retta.
Dopo anni il problema si ripresento all'occasione (cilecca), mi terrorizzai e andai da un andrologo, il quale mi fece ormoni e cure di cialis, senza analisi e diagnosticare patologie. (un vero ladro bastardo) il problema persisteva e stavo malissimo.
Andai da una psicologa. la quale mi disse che soffrivo di una forte ansia...dopo un po di tempo riusci ad avere rapporti con la mia ragazza...(io do il merito sia alla psicoterapia che alla mia ragazza che con dolcezza mi ha capito).
Ma l'ansia si trasformava in altre paranoie.. ad esempio ero convinto di avere la sclerosi...
Ho fatto quasi 3 anni di psicoterapia..nn so se cognitiva comportamentale...comunque non avevo compiti da eseguire ..credo si trattasse di psicoanalisi.
"Con la psicologa che tipo di collegamento aveva fatto a tal riguardo? Oppure è una Sua ipotesi?"
non è una mia ipotesi...addirittura Lei in una seduta mi disse : -la risposta ce l'ha davanti agli occhi. La dottoressa mi aveva detto che questa "mancanza" era causa di mie paure..e mie rabbie soprattutto! Lei mi diceva che sentiva una forte RABBIA!
Quando lascia la terapia Lei mi disse che il mio percorso non era finito ( questi 3 anni non furono continui ma intervallate da 2 pause lunghe), ma io ero molto stanco ormai non avevo piu stimoli perche credevo di stare bene...
Adesso a distanza di 2 anni si è presentato questo attacco di panico, devo dire che tutta la settimana precedente alla crisi mi sentivo strano, credo si trattasse di depersonalizzazione..
Grazie della pazienza !
[#30]
A questo punto direi che il primo step è proprio la diagnosi e solo successivamente l'impostazione di un trattamento adeguato.
Se si tratta di disturbo d'ansia, ci sono alcuni trattamenti psicoterapici che NON sono adeguati. Legga qui:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2106-ansia-quale-psicoanalisi-un-libro-per-capire.html
Invece per la cura dell'ansia è ottimo l'approccio cognitivo-comportamentale ad es. che mira proprio ad intercettare gli schemi di pensiero e di comportamento che Lei certamente ha appreso in passato e che mette in atto in maniera automatica, ma che sono disfunzionali, e a sostituirli con altri più funzionali.
In tal senso si potrebbe ipotizzare, con i limiti di un consulto on line, che anche i pensieri legati all'omosessualità fossero conseguenza di una eccessiva ansia, meccanismo che si era instaurato a seguito di un evento per Lei critico (cilecca con la Sua ragazza). Questo meccanismo in una terapia va spezzato e quindi, poichè quel problema ora è stato superato, credo si debba capire con il terapeuta come intervenire sugli attacchi di panico che sperimenta adesso.
Per quanto riguarda la psicoterapia, in una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale ad esempio è sempre il paziente che costruisce il significato e che cerca le risposte, seppur con l'aiuto del terapeuta.
"...la risposta ce l'ha davanti agli occhi..." non è mica detto che sia la risposta del pz, ma -detta così- sembra appartenere al terapeuta che è giunto alle sue conclusioni personali e alle sue teorie sul pz. Se quindi è un'ipotesi in terapia è sensatissimo verificarla ed, eventualmente, smentirla. Infatti le cose potrebbero anche non essere così. Il maggior esperto sul pz, in una terapia, è il pz stesso e non il terapeuta che può mostrare, facilitare, indicare, ma non attribuire significati al posto del pz. perchè sarebbero - in quel caso- i significati del terapeuta e non del pz.
"La dottoressa mi aveva detto che questa "mancanza" era causa di mie paure..e mie rabbie soprattutto! Lei mi diceva che sentiva una forte RABBIA!"
Le paure, a dire il vero, possono essere apprese in molti modi e spesso, nella mia esperienza, non è necessario scomodare gli altri attorno a noi, cercando cause. L'importante è imparare a superarle. Altrimenti c'è il rischio di colpevolizzare ingiustamente qualcun altro. Anche per quanto riguarda la rabbia, poichè si tratta di un'emozione sanissima e utilissima (la rabbia spinge all'azione, ad es. se subiamo un'ingiustizia...) è possibile che sia sperimentata da ciascuno di noi, ma la cosa importante di un percorso è imparare ad usarla in una maniera adattiva e a nostro vantaggio. modulandola.
Buona giornata,
Se si tratta di disturbo d'ansia, ci sono alcuni trattamenti psicoterapici che NON sono adeguati. Legga qui:
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/2106-ansia-quale-psicoanalisi-un-libro-per-capire.html
Invece per la cura dell'ansia è ottimo l'approccio cognitivo-comportamentale ad es. che mira proprio ad intercettare gli schemi di pensiero e di comportamento che Lei certamente ha appreso in passato e che mette in atto in maniera automatica, ma che sono disfunzionali, e a sostituirli con altri più funzionali.
In tal senso si potrebbe ipotizzare, con i limiti di un consulto on line, che anche i pensieri legati all'omosessualità fossero conseguenza di una eccessiva ansia, meccanismo che si era instaurato a seguito di un evento per Lei critico (cilecca con la Sua ragazza). Questo meccanismo in una terapia va spezzato e quindi, poichè quel problema ora è stato superato, credo si debba capire con il terapeuta come intervenire sugli attacchi di panico che sperimenta adesso.
Per quanto riguarda la psicoterapia, in una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale ad esempio è sempre il paziente che costruisce il significato e che cerca le risposte, seppur con l'aiuto del terapeuta.
"...la risposta ce l'ha davanti agli occhi..." non è mica detto che sia la risposta del pz, ma -detta così- sembra appartenere al terapeuta che è giunto alle sue conclusioni personali e alle sue teorie sul pz. Se quindi è un'ipotesi in terapia è sensatissimo verificarla ed, eventualmente, smentirla. Infatti le cose potrebbero anche non essere così. Il maggior esperto sul pz, in una terapia, è il pz stesso e non il terapeuta che può mostrare, facilitare, indicare, ma non attribuire significati al posto del pz. perchè sarebbero - in quel caso- i significati del terapeuta e non del pz.
"La dottoressa mi aveva detto che questa "mancanza" era causa di mie paure..e mie rabbie soprattutto! Lei mi diceva che sentiva una forte RABBIA!"
Le paure, a dire il vero, possono essere apprese in molti modi e spesso, nella mia esperienza, non è necessario scomodare gli altri attorno a noi, cercando cause. L'importante è imparare a superarle. Altrimenti c'è il rischio di colpevolizzare ingiustamente qualcun altro. Anche per quanto riguarda la rabbia, poichè si tratta di un'emozione sanissima e utilissima (la rabbia spinge all'azione, ad es. se subiamo un'ingiustizia...) è possibile che sia sperimentata da ciascuno di noi, ma la cosa importante di un percorso è imparare ad usarla in una maniera adattiva e a nostro vantaggio. modulandola.
Buona giornata,
[#31]
Ex utente
Dottoressa, io La ringrazio infinitamente per il tempo e la passione che sta dedicandomi.
Da quello che scrive capisco che la psicoanalisi ha strategie diverse dalla cogniti comportamentali.
quindi da quello che ho capito, secondo la Sua teoria, non è importante capire da dove vengono le paure profonde di una persona, ma è superarla?
io nella mia formazione in questi 3 anni, mi sono inculcato in testa che ad es. per superare la paura è necessario rivivere quel momento che secondo il paziente ha causato paure eccessive..
Adesso l'unica perplessità è che, per ipotesi, cominciare un nuovo lavoro con un altro metodo, possa venirmi più difficile da "imparare" visti i 3 anni di psicoanalisi.
Intanto oggi avrò il colloquio con una psichiatra, anche Lei partecipa/va a questo forum.
Da quello che scrive capisco che la psicoanalisi ha strategie diverse dalla cogniti comportamentali.
quindi da quello che ho capito, secondo la Sua teoria, non è importante capire da dove vengono le paure profonde di una persona, ma è superarla?
io nella mia formazione in questi 3 anni, mi sono inculcato in testa che ad es. per superare la paura è necessario rivivere quel momento che secondo il paziente ha causato paure eccessive..
Adesso l'unica perplessità è che, per ipotesi, cominciare un nuovo lavoro con un altro metodo, possa venirmi più difficile da "imparare" visti i 3 anni di psicoanalisi.
Intanto oggi avrò il colloquio con una psichiatra, anche Lei partecipa/va a questo forum.
[#32]
Ex utente
Salve, oggi sono andato dalla psichiatra, specializzata in pscicoterapia cogniyìt-comport. e dopo avergli raccontato la mia storia, mi ha proposto di integrare i farmaci (xanax e cipiolex) e la psicoterapia...
mi ha detto che gli attacchi di panico sono superabilissimi, e non è vero che è difficile uscirne.
L'unica mia perplessità è che l'attacco di panico l'ho avuto UNA sola volta, dopo, ho avuto problemi di depersonalizzazione e derealizzazione.
Diciamo che la cosa che a me ha fatto piu paura non è l'attacco di panico ma la depersonal. e derealizzazione...cioe non posso affermare di soffrire di attacchi di panico...quindi quando comincerò la cognitiv comportam. come faccio ad analizzare una cosa di cui non mi sento ancora "vittima"???
Al momento mi sento di dire di soffrire di depersonaliz e derealizzazione.....non è forse un po sbagliato cominciare la cura per attacchi di panico?????
aiutatemiiii!!!!!!
Se si trattasse di un caso isolato di panico?
mi ha detto che gli attacchi di panico sono superabilissimi, e non è vero che è difficile uscirne.
L'unica mia perplessità è che l'attacco di panico l'ho avuto UNA sola volta, dopo, ho avuto problemi di depersonalizzazione e derealizzazione.
Diciamo che la cosa che a me ha fatto piu paura non è l'attacco di panico ma la depersonal. e derealizzazione...cioe non posso affermare di soffrire di attacchi di panico...quindi quando comincerò la cognitiv comportam. come faccio ad analizzare una cosa di cui non mi sento ancora "vittima"???
Al momento mi sento di dire di soffrire di depersonaliz e derealizzazione.....non è forse un po sbagliato cominciare la cura per attacchi di panico?????
aiutatemiiii!!!!!!
Se si trattasse di un caso isolato di panico?
[#33]
Depersonalizzazione e derealizzazione sono comunque sintomi d'ansia. Quindi è corretta l'indicazione della psichiatra.
"come faccio ad analizzare una cosa di cui non mi sento ancora "vittima"???"
Infatti non c'è nulla da analizzare, deve solo seguire lo psicoterapeuta. Inoltre lasci che sia il professionista a fare diagnosi.
Un cordiale saluto,
"come faccio ad analizzare una cosa di cui non mi sento ancora "vittima"???"
Infatti non c'è nulla da analizzare, deve solo seguire lo psicoterapeuta. Inoltre lasci che sia il professionista a fare diagnosi.
Un cordiale saluto,
[#37]
Gent.le ragazzo,
focalizzarsi sulla diagnosi può essere controproducente, perché si rischia di ignorare o sottovalutare tante altre sfaccettature del tuo vissuto.
L'aspetto fondamentale è avviare un processo di cambiamento che avvenga attraverso l'utilizzo delle tue risorse.
focalizzarsi sulla diagnosi può essere controproducente, perché si rischia di ignorare o sottovalutare tante altre sfaccettature del tuo vissuto.
L'aspetto fondamentale è avviare un processo di cambiamento che avvenga attraverso l'utilizzo delle tue risorse.
Questo consulto ha ricevuto 38 risposte e 6k visite dal 13/11/2012.
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Approfondimento su Attacchi di panico
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