Paura - decisioni
Buongiorno, ho bisogno di una parola esperta e neutra per capire dove stò sbagliando! ho una relazione a distanza da 6 anni,stiamo parlando di un futuro matrimonio e di avere dei figli,siamo innamorati.Da un anno la lontananza che poteva essere gestita è aumentata a causa di una proposta lavorativa, ora il mio fidanzato lavora dall'altro capo del mondo mentre io sono qui per problemi relativi alla mia famiglia e il tempo che riusciamo a trascorrere insieme è davvero limitato.Rientra per 15 giorni ogni 50 giorni.Lui è innamorato del mondo che ha trovato,ha la possibilità di crearsi una buona posizione lavorativa nel mondo dei suoi sogni.Io sono già stata dove lui lavora, sono molto felice per lui anche se niente mi attira realmente in quel posto se non la voglia di realizzare il suo desiderio.Lui lo sa e io so che lui ama quel posto e quella vita che gli permette di essere economicamente soddisfatto e che dice 'ci potrebbe permettere un futuro sereno'.Io sono molto legata alle mie origini, alla mia terra, alla mia famiglia.Vivo da sempre con un solo genitore, giovanile ma ormai anziano, con il quale sono molto legata e che non mi ha mai fatto mancare niente,ma che in fondo dipende moralmente dalla mia presenza.Non abbiamo molte possibilità economiche in questo periodo e parte del problema me lo sono cercata in quanto in un certo senso ho perso l'ambizione lavorativa che fino a qualche anno fa credevo appartenermi e mi sono adeguata ai lavoretti fatti più per arrotondare che per costruirmi una professione.L'altro genitore è gravemente malato e nonostante un pessimo rapporto che ci lega stò tentando in tutto e per tutto di assisterlo in questo ultimo e triste periodo nella consapevolezza che sarà la mia ultima occasione di un, seppur in parte irreale, rapporto famigliare.Nonostante tutto parlando con il mio fidanzato gli ho parlato della mia intenzione di volermi trasferire da lui, quando sarà terminato il triste percorso di questi mesi.Non ho mancato di dirgli, ma non è una novità, che io voglio questo trasferimento per stare insieme con lui ma che allo stesso tempo vorrei costruire qualcosa anche qui per poter ritornare tra un pò di anni e per poter poter realizzare il mio desiderio di non staccarmi completamente da qui.Ne è derivata una forte discussione, mi sono sentita accusare di essere capricciosa, di vivere per i miei familiari, di averlo deluso con questa insistenza di voler costruire un appoggio qui, di non amarlo abbastanza, di non avere interesse per il suo lavoro e essere troppo infantile; la conclusione è stata che lui non ha nessuna intenzione, al momento di costruire niente qui, che il suo e nostro futuro ora lui lo vede nel posto dove si trova e che se voglio è così altrimenti 'ognuno andrà per la sua strada'.Pur conoscendo la sua forte personalità e la sua, a volte, arroganza, mi ha lasciata senza parole e ora non so che decisione prendere.Sono terrorizzata all'dea si perderlo ma non accetto la sua insensibilità e non so cosa fare.
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Gentile signora,
a volte la vita ci porta a realizzare sogni e desideri che forse valgono più di ciò che abbiamo.
Magari aspettavamo quella chiamata da una vita, e quando ci troviamo ad un bivio,
con il cuore scegliamo ciò che realmente vogliamo dalla vita.
A questo punto dato che il suo fidanzato sembri che abbia preso una decisione, ora è lei
che si trova o dover decidere quale strada percorrere. Si ascolti bene, cercando di non
sopprimere un suo desiderio.
In bocca al lupo
a volte la vita ci porta a realizzare sogni e desideri che forse valgono più di ciò che abbiamo.
Magari aspettavamo quella chiamata da una vita, e quando ci troviamo ad un bivio,
con il cuore scegliamo ciò che realmente vogliamo dalla vita.
A questo punto dato che il suo fidanzato sembri che abbia preso una decisione, ora è lei
che si trova o dover decidere quale strada percorrere. Si ascolti bene, cercando di non
sopprimere un suo desiderio.
In bocca al lupo
Dr. Amleto Petrarca
Psicologo-Psicoterapeuta Bologna ISTDP
www.amletopetrarca.com
[#2]
Gentile signora. E' come se, da quello che scrive, stia vivendo una forte ambivalenza su che direzione prendere nella sua vita: da un lato non vuole staccarsi dalla sua famiglia e, dall'altro, vorrebbe crearsi una sua famiglia con la persona che ama e ciò significherebbe separarsi dalle sue origini. Il fatto che un suo genitore sia malato, certamente non aiuta emotivamente nella scelta. Da come descrive il rapporto con la sua famiglia, sento come, alla base della sua relazione, ci sia (mi corregga se sbaglio) un forte senso di dedizione verso l'altro, tanto da soffocare ogni sorta di idea di aspirazione personale e di sana separazione. E' come se la sua preoccupazione per i suoi genitori abbia preso il sopravvento sui suoi desederi professionali (scrive che ha lascitao la sua professioni per adattarsi a lavori più umili) e sui suoi bisogni d amore. Si chieda davvero cosa vuole, anche se questo può faler paura. La decisione è sua ed è dentro di lei. In tal senso, le chiedo: come si sente all'idea di separarsi dalla sua famiglia? Quali emozioni prova? Quanta fiducia ha in se stessa? I suoi genitori accetterebbero la sua decisione? Sono domande queste che potrebberlo aiutarla nella sua autoesplorazione, che la potrebbero aiutare nella scelta di questo bivio esistenziale. E poi, ci rifletta bene: sarebbe davvero un bivio? Stare con il suo ragazzo significherebbe interrompere tutti i suoi rapporti familiari?
Un cordiale saluto
Un cordiale saluto
Dr.ssa Francesca Carubbi
Psicologa - Psicoterapeuta Centrata sul Cliente
www.psicologafano.com
338.4810340
[#3]
"Vivo da sempre con un solo genitore (...) che in fondo dipende moralmente dalla mia presenza."
Gent.le Sig.ra,
il processo di svincolo dalla propria famiglia di origine inizia con l'adolescenza, anche se a volte è ostacolato da condizioni sfavorevoli dando luogo a relazioni "invischiate", che non facilitano l'autonomia dei figli dai genitori.
Oggi lei è una persona adulta che sta costruendo un progetto di vita con un'altra persona, tuttavia mettersi nella condizione di scegliere tra la famiglia d'origine e il suo partner significa intrappolarsi in una dinamica che potrebbe cronicizzare il suo conflitto interiore.
Provi a riflettere su questi aspetti lasciando emergere liberamente pensieri ed emozioni che essi suscitano.
Gent.le Sig.ra,
il processo di svincolo dalla propria famiglia di origine inizia con l'adolescenza, anche se a volte è ostacolato da condizioni sfavorevoli dando luogo a relazioni "invischiate", che non facilitano l'autonomia dei figli dai genitori.
Oggi lei è una persona adulta che sta costruendo un progetto di vita con un'altra persona, tuttavia mettersi nella condizione di scegliere tra la famiglia d'origine e il suo partner significa intrappolarsi in una dinamica che potrebbe cronicizzare il suo conflitto interiore.
Provi a riflettere su questi aspetti lasciando emergere liberamente pensieri ed emozioni che essi suscitano.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#4]
Utente
Innanzitutto grazie per le risposte, non potete immaginare quanto mi siano di aiuto in questo momento.Come giustamente avete costatato il mio rapporto con il genitore debole con cui convivo è sempre stato molto particolare.Purtroppo ho vissuto i vari dolori subiti da mia madre e ho sempre cercato di fare il possibile per darle supporto creando in lei una sorta di dipendenza.Fin dall'adolescenza ho sempre creato l'aspettativa in lei e in tutti che comunque il mio sogno sarebbe stato di viverle accanto in modo da non abbandonarla e io in prima persona ho sempre alimentato questo meccanismo, facendo scelte in tal senso, dalla professione allo stile di vita vero e proprio.Scelte mie però, non imposte da nessuno, mie perchè in quel modo mi sentivo in pace con me stessa.Quando ho conosciuto il mio fidanzato c'è stata effettivamente in lei dell'ostilità nei confronti del nuovo arrivato che veniva da lontano e per questo sono stati fatti molti e molti litigi sia tra noi che tra me e mia madre.Da mettere comunque in conto la sua paura per il carattere a volte un pò aggressivo del mio fidanzato. Questa la premessa.Ora lei sa di questa mia situazione, dei miei sentimenti, e mi sta incoraggiando per 'almeno provarci' e forse anche per questo ho deciso che quando sarà terminato questo triste periodo di malattia di mio padre farò il possibile per trasferirmi.Quello che non sopporto è che il mio fidanzato vede in tutto ciò un capriccio, una mancanza di rispetto nei miei e nei suoi confronti senza capire che quello che ho dentro non è così banale per me.Per me la scelta di vivere là da ricchi non è per niente migliore del vivere qui da normali con la possibilità di avere i famigliari accanto e per poter così esserci in caso di bisogno,per me potrebbe essere una sorta di trasferimento al fine di accumulare qualcosa per poter, un domani tornare qui con più risorse,il resto le vedo solo come 'cose' in più. Lui invece ora si è addirittura impuntato sul fatto che lui qui non ci vorrà mai più tornare se non fino al momento in cui la situazione economica-finanziaria dovesse essere di maggior vantaggio.. cosa che vedo impossibile dato che lui vuole comunque iniziare a costruire li il suo 'impero'. Il tutto ha creato in me ulteriore confusione perchè non capisco se il problema sia che non mi ama abbastanza da poter almeno venirmi incontro e regalarmi la rassicurazione che un domani ci sarà il modo o la possibilità di esaudire anche il mio sentire o se veramente sono io che offuscata dalla mia malinconica personalità e dal periodo triste che sto vivendo non sono in grado di amarlo abbastanza da fare quella scelta senza pensare ai miei desideri.Il mio trasferimento mi regalerà sicuramente la gioia di averlo accanto ma allo stesso tempo so che avrò bisogno di parecchie rimpatriate per venire a controllare la situazione qui. E poi... adesso sarebbero possibile ma con dei figli?! gli rovinerei l'esistenza? non mi capisco più. So che lo amo, che amo anche mia madre e che scapperei da tutto per non affrontare la vita. Grazie ancora per il vostro lavoro. Grazie di cuore
[#5]
Gent.le Sig.ra,
come vede ci sono molti aspetti da approfondire forse uno o più colloqui con uno Psicologo-Psicoterapeuta servirebbero a sviluppare l'autoconsapevolezza necessaria ad affrontare serenamente le scelte che si prospettano nella sua vita.
come vede ci sono molti aspetti da approfondire forse uno o più colloqui con uno Psicologo-Psicoterapeuta servirebbero a sviluppare l'autoconsapevolezza necessaria ad affrontare serenamente le scelte che si prospettano nella sua vita.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.7k visite dal 13/11/2012.
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