Come riprendersi da una separazione

Ho 41 anni e mi sto separando dopo 10 anni di matrimonio senza figli.
Ho due domande da porre:
1) La separazione sarà consensuale e ci lasceremo in ottimi rapporti, ma in questo periodo quando la vedo (per portarmi via la roba da casa e per altro) lei è convinta sì della scelta ma è come esaurita, triste e non vuole più vedere nessuno. Mi fa anche pena. In questi casi devo mantenere in futuro un rapporto diciamo di "amicizia" o conviene sempre troncare quanto prima i rapporti con una ex?
2) Per riprendersi nel periodo post-separazione quali sono le prime cose su cui dovrei puntare? Amici? Hobby? Eventuale nuova relazione? Restare da solo a riflettere?
Grazie
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
gentile utente, la separazione è come un lutto da elaborare e non ci sono regole fisse. L'unica, assoluta, è il tempo necessario per questa elaborazione. Per il resto ognuno ha le sue strategie. può andar avanti per prove ed errori fino a cercare la sua.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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Dr. Ronnie Bonomelli Psicologo 1
Gent. lettore,
ogni separazione rappresenta una sorta di "lutto", una perdita non solo dell'altro/a, ma anche di una certa immagine di sé; aspetti depressivi e di "ripiegamento" su di sé non sono necessariamente segnali patologici, ma possono rappresentare una fase quasi "fisiologica" in cui ristrutturare il proprio modo di essere e stare in relazione. Possono anche essere letti come un bisogno di accudimento (di fronte alle persone tristi, normalmente, o ci si avvicina per offrire sostegno, oppure si fugge perché spaventati dalle emozioni negative). La misura in cui questi atteggiamenti possono essere involutivi oppure solo transitori dipende molto dalla storia personale, da come una persona "vede" sé stessa e le proprie relazioni. Se ad esempio una persona tende a leggere la propria storia in chiave "vittimistica", potrebbe pensare "ecco una conferma del fatto che il mondo ce l'ha con me"; oppure, se tende a leggerla in chiave competitiva, potrà pensare "ecco un fallimento, devo capire dove ho sbagliato", e così via.
Sicuramente, il problema nelle separazioni è che cambia drasticamente la definizione dei ruoli nella relazione. Quindi, è molto utile poter definire in modo chiaro il proprio ruolo nei confronti dell'altro/a, evitando di lasciare adito a fraintendimenti che non permetterebbero di superare l'impasse del momento, e si rivelerebbero dannosi per entrambi.
Per "riprendersi" da una separazione è buona norma portare l'attenzione sui significati che attribuiamo all'evento; piuttosto che semplicemente "riempire" il vuoto con qualcosa (un hobby, una nuova relazione, un periodo di solitudine, etc...), è bene domandarsi "che cosa ho/abbiamo voluto cambiare della mia/nostra vita con la separazione?", "cosa posso fare ora che mi faccia star bene e che prima non facevo?", "in che modo cambia ora il mio progetto di vita? oppure è rimasto lo stesso". E certamente, la possibilità di essere un po' più soli ci mette nella condizione di sentire come "stiamo in relazione" con noi stessi ("sento il bisogno di qualcun altro perché da solo non sto bene? ci sono cose che vorrei e che da solo non posso raggiungere? e così via).
Sperando di esserle stato in qualche misura utile, un cordiale saluto.

Dr. Ronnie Bonomelli
info@ronniebonomelli.com - +39 349 35 21 836

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Apparentemente sembrate entrambi smarriti e provati dalla separazione, perciò non vedrei niente di male a darvi conforto l'uno con l'altra. In fondo siete due persone che hanno convissuto sotto lo stesso tetto per 10 anni. Se la separazione è stata consensuale, altrettanto potrebbe essere l'accompagnamento che reciprocamente potreste darvi per portare a compimento la cosa.

Di certo, se la separazione è destinata a diventare tale, da ora in poi ciasuno dei due dovrà pensare anche a una vita per conto proprio.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile utente,
mi scusi se sposto un po' la prospettiva, ma tutti i suoi dubbi e il comportamento di sua moglie mi fanno pensare che ci sia dell'incertezza oltre che scontentezza forse in entrambi.
Purtroppo molto spesso i coniugi in crisi non si fanno aiutare da uno psicologo ed invece a mio avviso sarebbe opportuno prima di prendere la decisione di separarsi.
Uno psicologo infatti può capire più approfonditamente i motivi di dissidio e cercare delle soluzioni diverse dalla separazione. Spesso inoltre non è così facile ricostruire un rapporto stabile con un'altra persona.
La invito pertanto a valutare questa possibilità insieme al coniuge.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6
Caro utente,

se siete entrambi d'accordo è il caso di mantenere i rapporti, se pensare che potrebbe essere di supporto ad entrambi. Non ci sono regole fisse in queste, è giusto ascoltare i propri bisogni. Se doveste però accorgervi che tenervi in contatto non vi spinge a superare il vostro "lutto" allora prendete le dovute distanze, senza per questo litigare però.
Trovo che anche il consiglio dato dalla collega, di farvi sostenere da uno psicologo, sia ottimo. Se non vi interessa più intraprendere un percorso di coppia potreste comunque sempre optare per un percorso di sostegno individuale. Questo lei lo deve decidere a prescindere dalla sua ex. Ognuno per sè a questo punto. La motivazione è la chiave di tutto, la costrizione non risolve granchè.

In bocca al lupo per tutto

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it