Questa situazione ha bisogno di un supporto psicologico concreto?
Salve,sono una ragazza di ventidue anni e studio lingue.Convivo con la situazione di cui vado a scrivere un riassunto che sia il più esplicativo possibile, da anni ma che adesso è divenuta insostenibile.Provengo da una famiglia che è stata molto rigida nei mie confronti. I miei genitori hanno sempre preteso tanto da me: dovevo essere brava a scuola, educata, intelligente,seria , insomma senza un difetto alcuno. E se a scuola prendevo un sette al posto di un otto ero considerata una fallita. Raggiunta l'età ,tra l'altro ,ho dovuto conciliare(ovviamente secondo loro volontà) lavoro e studio e lo faccio tutt'ora senza che loro ne capiscano le difficoltà. Comprendono solo un 28, non 23 perchè non ho avuto il tempo di studiare. Hanno tagliato anche la mia libertà su ogni fronte : non potevo uscire quasi mai, quando lo facevo dovevo rispettare un coprifuoco assurdo, per un pò, frequentai un corso di hip hop ,mi piaceva da morire, ma non lo ritennero all'altezza della "brava ragazza" che dovevo diventare, e mi impedirono anche questo.Le loro manie possessive mi impedirono di stringere molte amicizie(ad ora conto due amiche in tutto) e arrivata a 19 anni mi gettai, dopo una prima storiella adolescenziale, in una storia d'amore on line che durò piè di 2 anni: ho amato da morire quel ragazzo . Non dico cosa successe quando lo scoprirono. Così quando partii per l'università, ero diventata una fantasma . Fuori dal mondo, non parlavo con nessuno e quasi non avevo vita. Ora, a 22 anni, mi ritrovo ad avere una marea di rimpianti, che non riesco più a gestire da quando ho un fidanzato vero. Lui ha fatto tutto quello che io avrei voluto e che chiunque ha fatto (uscire, avere degli amici, ecc..) e questo mi fa stare male.Allora, tra di noi, alcuni argomenti sono diventati tabù e se per caso vengono anche solo sfiorati sto male, mi arrabbio, mi viene da piangere, voglio cambiare discorso. In particolare non si può parlare della sua esperienza come volontario FP1 e le sole parole Catania(dove ha prestato servizio) o esercito o Elisa ecc.. mi fanno stare male. Oggi mi sento come incatenata : non avrò mai la vita che volevo, ora che sono fidanzata. E, ho pensato di lasciarlo per un pò , e cercare di stare bene con me stessa ma so che lui non mi aspetterebbe.In più non potrei perchè per i miei è lui che dovrò sposare, quindi a meno che non ci sia un motivo valido, non posso lasciarlo. Ma questo mi fa stare male, e fa stare male entrambi.ci amiamo, si, ma il nostro rapporto è sempre sull'attenti :lui vorrebbe impegnarsi sempre di più ,ma io no, in quanto impegnarmi significherebbe condannarmi.Così credo che non avrò mai una vita futura nè con lui, nè con nessun altro.Ora chiedo ho bisogno di uno psicologo?Altrimenti cosa devo fare?Credo che sia importante anche sottolineare che questa situazione mi porta, a rifugiarmi spesso e volentieri in alcune mie fantasie, in una sorta di mondo immaginario non so spiegarlo se non così.Credo sia normale comunque.
Grazie a tutti.
Grazie a tutti.
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
penso che dovrebbe rivedere almeno certe sue convinzioni, tipo "non avrò mai la vita che volevo", e in questo uno psicologo potrebbe essere di aiuto per chiarire le idee.
Purtroppo non si può tornare indietro e "rivivere daccapo", però si può _guardare avanti_ (e in un certo senso _si deve_) e cercare di "prendersi la rivincita" procurandosi sane soddisfazioni appena ci è possibile.
penso che dovrebbe rivedere almeno certe sue convinzioni, tipo "non avrò mai la vita che volevo", e in questo uno psicologo potrebbe essere di aiuto per chiarire le idee.
Purtroppo non si può tornare indietro e "rivivere daccapo", però si può _guardare avanti_ (e in un certo senso _si deve_) e cercare di "prendersi la rivincita" procurandosi sane soddisfazioni appena ci è possibile.
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.3k visite dal 09/11/2012.
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