Genitori oppressivi, vietano tutto

Salve, sono una ragazza di 20anni, figlia unica. I miei genitori vanno molto d'accordo tra loro, la pensano allo stesso modo in tutto e ogni volta che discutiamo(motivi grandi o piccoli) si coalizzano contro di me. Tutta la mia adolescenza è stata un continuo di NO, le uscite la sera, il motorino, un piercing, una vacanza con il primo ragazzo, ecc...il periodo dei 18 anni è stato ancora più difficile perchè alle feste la sera ero sempre la prima ad andare via, mio padre mi aspettava fuori il locale alle 23 quindi nelle foto della torta, al momento delle candeline, io non c'ero mai. Ovviamente questo mi intristiva e innervosiva allo stesso tempo e tutte le volte che lo facevo presente la risposta era" io il giorno dopo devo lavorare, ringrazia di esserci stata". La loro mentalità riguardo le mie uscite non è cambiata: puoi comunque dire di esserci stata, anche se per poco, anzi dovresti ringraziarmi.....secondo me è un controsenso perchè spesse volte la serata diventava divertente nel momento che io dovevo andare via e io ci stavo male. Ora ho 20 anni vado all’università, e sono anche brava( anche alle superiori non ho mai dato problemi scolastici, né ho mai bevuto, fumato o altro) i problemi che ho scritto sopra esistono ancora e anzi io li avverto ancora di più. Ho stretto amicizia con ragazzi di Roma e alcune volte hanno organizzato delle uscite serali alle quali io non ho mai partecipato. Il problema è sempre lo stesso: mio padre lavora e non mi vuole portare. Ho la patente da quasi due anni ma non mi hanno mai fatto guidare la macchina da sola, sempre con loro accanto e comunque mai in compagnia di miei amici. (Le scuse: devi ancora fare pratica, non sei ancora pronta, la macchina non è affidabile è vecchia…) Due anni di pratica secondo me sono sufficienti! Proprio ieri è avvenuta l’ennesima litigata: gli amici dell’univ. hanno organizzato un’uscita, e io ho avvertito i miei ancora prima del 31 ottobre così che mio padre potesse organizzarsi con il lavoro. In questo periodo mi chiedevano come pensavo di organizzarmi, a che ora andare, dove si trovava il locale, ecc.. ieri sera mostrandogli il percorso che ho cercato da internet per arrivare se ne escono con” pensi di andare? È indispensabile questa cosa? Lo sai che tuo padre lavora”.Da ieri sera non ci parliamo.Ho provato a spiegare che sentirmi dire questo la sera prima non mi ha fatto piacere ma loro hanno risposto che si aspettavano che io capissi da sola, che sono egoista a chiedere di uscire durante la settimana, che mostro di non avere rispetto per i sacrifici che fa mio padre lavorando,e in segno di maturità dovevo dire che non sarei andata. Ma non mi sembra affatto corretta come cosa!Credo che a 20 anni sia giusto voler uscire, e nel mio caso si tratta di una volta ogni tanto e non avendo la possibilità di guidare io la macchina è ovvio che chiedo loro di accompagnarmi.Vi chiedo consiglio perché ora più che mai mi sento oppressa non ce la faccio più a sentirmi colpevolizzata
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile ragazza,

è comprensibile il tuo stato d'animo, ma forse sbagli qualcosa nell'approccio con i tuoi genitori. Mi spiego meglio: fermo restando che loro sono così, funzionano così per ragioni loro che qui non ci interessano... ma tu come mai non ti organizzi in maniera diversa, in modo tale da non dover costantemente dipendere da loro? come mai non guidi la macchina se dopo due anni di pratica ti senti sicura e vorresti farlo? come mai non ti fai venire a prendere dal tuo ragazzo o dai tuoi amici?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 128
Gentile ragzza, se la percezione delle sue esigenze è giusta non ha alcun motivo di sentirsi colpevolizzata. purtroppo molti genitori, seppur in buona fede, utilizzano questa tecnica per ottenere un magigor controllo della situazione famigliare. E, ancora purtroppo, determinate mentalità non cambiano. (alcuni sono disposti a vedere i figli abbandonare la famiglia piuttosto che concedere qualcosa in più)
quindi?
Non le resta che autonomizzarsi anche sotto l'aspetto emotivo.
Non ci sono altre parole da aggiungere. La prole chiave è cercare l'autonomia.
Sempre che lei non voglia confrontarsi con uno psicologo se questo lavoro le risulta difficile.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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[#3]
Utente
Utente
Riguardo la macchina, non guido perchè loro mi vietano di farlo e non posso andare li prendere le chiavi e uscire. E' un argomento che affrontiamo da tempo. Riguardo le uscite, quando si organizzano uscite con amici della mia zona faccio come ha detto lei ma siccome gli amici dell'università abitano tutti molto lontano da dove abito io sarebbe impensabile pretendere che passino a prendermi.

Vorrei un consiglio su come afforntare al meglio queste situazioni, magari quali argomentazioni usare per far capire loro le mie ragioni
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509 41
Gentile ragazza,

forse l'atteggiamento dei tuoi genitori è anche rafforzato dal tuo comportamento. Se prendessi le chiavi della macchina, che potrebbe accadere? Loro come reagirebbero? E tu temi la loro reazione?
Se quando sai che fai molto tardi ti organizzi per dormire fuori in modo da non aver la serata rovinata dal papà che alle 23 ti porta via o addirittura per non rinunciare ad andarci, che succederebbe? I tuoi si arrabbierebbero? Potrebbero punirti?

Purtroppo, o per fortuna, con i genitori bisogna anche imparare a negoziare e a strappare loro dei permessi. Questo è indispensabile per poter crescere. Anche perchè se non riesci a guadagnare un po' di potere e perdi delle occasioni per fare esperienza, il rischio è non aver acquisito esperienze.

Magari i tuoi si arrabbieranno con te se cominci ad essere proattiva e ad organizzarti in modo diverso... ma tu, sennò, come pensi di fare a cambiare la situazione?