Ragazzino in prima media

Buongiorno

Sono il padre di un ragazzino di 11 anni che frequenta la prima media.
Ha frequentato le elementari con buon profitto in una scuola pubblica della nostra città. Ora è invece iscritto in una scuola privata di una città vicina. La scelta è
stata obbligata perché sia io che mia moglie lavoriamo e la scuola scelta attua il tempo pieno.
Ovviamente per Giovanni questo cambiamento è stato un piccolo trauma in quanto
ha perso tutti i suoi punti di riferimento. E' quindi per noi naturale che il ragazzo si trovi un po in difficoltà in questo nuovo inizio.
Giovanni sta affrontando comunque bene la situazione e si sta impegnando molto
nello studio.
La mia unica preoccupazione riguarda la matematica, in particolare il "blocco" che
avverto in Giovanni di fronte alla risoluzione dei problemi. Questa difficoltà la avevamo riscontrata anche alle elementari ma solo nei compiti a casa perché a
scuola l'insegnate non ci ha mai segnalato nulla di anomalo.
Premetto che io ho sempre seguito mio figlio nei compiti di matematica e che, lo riconosco, sono sempre piuttosto intransigente (ho avuto un'educazione piuttosto rigida).
Il problema è che di fronte ad un problema, anche banale, Giovanni si blocca, inizia a tremare e non apre bocca. Se lo incalzo chiedendogli di provare a fare un ragionamento o darmi una soluzione, la sua risposta è totalmente casuale (in questi momenti non riesce a connettere e se gli chiedo quanto fa due più due la risposta è del tutto casuale). La sua autostima di conseguenza crolla e lui mi ripete che non potrà mai migliorare e diventare bravo come me.
Avverto che Giovanni ha una sorta di complesso di inferiorità nei miei confronti, crede che io sia una sorta di genio che riesce in tutto e che lui invece sia un incapace che non arriverà mai a eguagliare il padre.
Credo che questa sia un'eredità lasciata dai nonni che lo hanno seguito alle elementari e che mi hanno sempre messo su un piedistallo per i risultati raggiunti facendolo probabilmente pesare al ragazzino.
Le chiedo un consiglio su come provare a uscire da questa situazione di stallo.
Io tengo più alla serenità e felicità di Giovanni che ai sui risultati scolastici e vorrei
che il ragazzo acquistasse più autostima e fiducia in se stesso.

Grazie
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> Premetto che io ho sempre seguito mio figlio nei compiti di matematica e che, lo riconosco, sono sempre piuttosto intransigente (ho avuto un'educazione piuttosto rigida).
Il problema è che di fronte ad un problema, anche banale, Giovanni si blocca, inizia a tremare e non apre bocca.
>>>

E quindi, secondo lei, il problema potrebbe essere più di aiutare suo figlio a non bloccarsi, o aiutare lei a diventare più rilassato e meno intransigente?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119
Gentile Utente,
sarebbe utile facesse un passo indietro, incalzare suo figlio in questo modo non è certamente di aiuto.
< La sua autostima di conseguenza crolla e lui mi ripete che non potrà mai migliorare e diventare bravo come me> e questa ne è la naturale conseguenza. .

Giovanni avrebbe bisogno di tempo e fiducia per trovare da solo le soluzioni, semmai con qualche piccolo spunto, ed essere apprezzato anche solo per qualche piccolo passo avanti e certo che davanti ad ogni errore o tentativo non andato a buon fine si riponga comunque fiducia in lui e nelle sue possibilità di riuscire a farcela. Cerchi di farlo sentire accettato e compreso.

<Avverto che Giovanni ha una sorta di complesso di inferiorità nei miei confronti, crede che io sia una sorta di genio che riesce in tutto e che lui invece sia un incapace che non arriverà mai a eguagliare il padre>. Questo aspetto andrebbe ridimensionato, dopotutto si impara anche sbagliando, a lei non è mai successo? Credo sarebbe utile passare questo a suo figlio. Sbagliando si impara ed errare è umano, perdoni la retorica.

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
Dr.ssa Paola Scalco Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 4.3k 102
Gentile Signore,
per cercare di rendere un po' più simpatica la matematica a suo figlio, potrebbe anche ricorrere alle innumerevoli risorse presenti sul web, magari giocando insieme a lui. Ecco un esempio di attività per bambini fino ad 11 anni:
http://www.piccolimatematici.it/

Qui, invece, trova tanto altro:
http://www.math.it/bookmark.htm

Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i