Il mio carattere mi sta distruggendo
Gentilissimi dott.ri,
sono una ragazza di 24 anni con un carattere incontrollabile. Sono una persona molto lunatica. Il mio carattere sta diventando ingestibile Sono capace di alzarmi la mattina e non dire una parola per tutto il giorno. Arrivo ad odiare chiunque mi rivolga la parola o mi sfiori. Ovviamente l'ambiente di lavoro non è dei più rilassanti al mondo, anzi al contrario. Se la sera sto per uscire sono capace di tirarmi indietro all'ultimo minuto proprio per il gusto di "ferire" chi mi sta aspettando, spesso il mio fidanzato. Ma poi finisco per avere dei sensi di colpa infiniti. Se mia madre mi chiede di farle sapere se la sera rimango a cena, lo faccio apposta ad avvertirla mezz'ora prima proprio per farla innervosire, ovviamente pentendomi. Non so cosa mi succede in queste occasioni. Vorrei passare molto più tempo con i miei genitori, specialmente con il mio papà. Vorrei uscire con lui, fare delle passeggiate ma poi non lo facciamo mai. Vorrei dirgli che lo adoro, che andrà tutto bene ma non ci riesco. Ho sempre l'impressione che non me lo stia godendo. Spesso mi scontro con mia mamma, ma anche con lei vorrei passare più tempo. Invece tendo a isolarmi nella mia cameretta. Mi odio per come sono. Non riesco a trovare una vera amica, non mi sta bene nessuno. Mi sento sempre uno scalino più in su di tutti, quando poi non è così. Non riesco ad aprirmi, non riesco a socializzare più di tanto e quando mi sono confidata con qualcuno l'ho fatto troppo presto e le mie confidenze si sono ritrovate sulla piazza. Secondo Voi come posso migliorare?
sono una ragazza di 24 anni con un carattere incontrollabile. Sono una persona molto lunatica. Il mio carattere sta diventando ingestibile Sono capace di alzarmi la mattina e non dire una parola per tutto il giorno. Arrivo ad odiare chiunque mi rivolga la parola o mi sfiori. Ovviamente l'ambiente di lavoro non è dei più rilassanti al mondo, anzi al contrario. Se la sera sto per uscire sono capace di tirarmi indietro all'ultimo minuto proprio per il gusto di "ferire" chi mi sta aspettando, spesso il mio fidanzato. Ma poi finisco per avere dei sensi di colpa infiniti. Se mia madre mi chiede di farle sapere se la sera rimango a cena, lo faccio apposta ad avvertirla mezz'ora prima proprio per farla innervosire, ovviamente pentendomi. Non so cosa mi succede in queste occasioni. Vorrei passare molto più tempo con i miei genitori, specialmente con il mio papà. Vorrei uscire con lui, fare delle passeggiate ma poi non lo facciamo mai. Vorrei dirgli che lo adoro, che andrà tutto bene ma non ci riesco. Ho sempre l'impressione che non me lo stia godendo. Spesso mi scontro con mia mamma, ma anche con lei vorrei passare più tempo. Invece tendo a isolarmi nella mia cameretta. Mi odio per come sono. Non riesco a trovare una vera amica, non mi sta bene nessuno. Mi sento sempre uno scalino più in su di tutti, quando poi non è così. Non riesco ad aprirmi, non riesco a socializzare più di tanto e quando mi sono confidata con qualcuno l'ho fatto troppo presto e le mie confidenze si sono ritrovate sulla piazza. Secondo Voi come posso migliorare?
[#1]
Gentile ragazza,
Per mutare il suo comportamento dovrebbe comprendere le sue motivazioni interiori.
E' agggressiva abitualmente? Lo e' sempre stata?
Ha dei rancori inespressi che "vendica" con tali atteggiamenti? Si sente riconosciuta nella sua maniera di essere?
La sua e' distruttivita' o un modo di attirare la loro attenzione?
Per mutare il suo comportamento dovrebbe comprendere le sue motivazioni interiori.
E' agggressiva abitualmente? Lo e' sempre stata?
Ha dei rancori inespressi che "vendica" con tali atteggiamenti? Si sente riconosciuta nella sua maniera di essere?
La sua e' distruttivita' o un modo di attirare la loro attenzione?
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentile utente,
potrebbe provare a cambiare, ma è necessario o vedere bene e prendere le distanze dalle dinamiche relazionali che ha descritto. In genere può essere utile un lavoro psicoterapico perchè questa difficoltà è un tema da psicoterapia.
Da qui però posso solo suggerirLe una prima valutazione dallo psicologo che poi, eventualmente, Le prescriverà -dopo una diagnosi- il trattamento adeguato.
Secondo Lei perchè fa fatica a relazionarsi con gli altri? Se dicesse al papà quello che sente, lui come reagirebbe? Se fosse meno aggressiva con la mamma, che cosa cambierebbe?
potrebbe provare a cambiare, ma è necessario o vedere bene e prendere le distanze dalle dinamiche relazionali che ha descritto. In genere può essere utile un lavoro psicoterapico perchè questa difficoltà è un tema da psicoterapia.
Da qui però posso solo suggerirLe una prima valutazione dallo psicologo che poi, eventualmente, Le prescriverà -dopo una diagnosi- il trattamento adeguato.
Secondo Lei perchè fa fatica a relazionarsi con gli altri? Se dicesse al papà quello che sente, lui come reagirebbe? Se fosse meno aggressiva con la mamma, che cosa cambierebbe?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#3]
Utente
Gentili Dott.sse,
grazie per le Vostre risposte celeri. Sto cercando di dare una risposta alle Vs domande e di aprirmi.. Bhè se sono stata sempre una persona aggressiva? si. Se provo rancore? Forse si ma non so bene verso chi. In effetti si la mia è solo una tattica per attirare l'attenzione e per sentirmi al centro di tutto. Faccio fatica a relazionarmi con gli altri perchè non mi fido di nessuno. Ho raccontato cose molto intime ad una persona che pensavo mi fosse vicina, che consideravo come una sorella ma mi sono ritrovata a sentir dire "sei troppo intelligente per stare con il tuo ragazzo, tu devi trovare uno più alla tua altezza e con i soldi", quando il mio ragazzo (con il quale sto da 4 anni e mezzo) è l'unica base solida che ho, dopo la mia famiglia. Se dicessi a mio padre che sono orgogliosa di lui, che lo ammiro reagirebbe sicuramente bene, ma non è questo il punto. Ho paura di perderlo un giorno, forse troppo presto e rimpiangere il tempo che non ho trascorso con lui. Circa 5 anni fa ebbi una fobia. Ebbi la sensazione che mio padre dovesse morire da un momento all'altro(nonostante fosse in ottima salute) così lasciai tutto. Gli amici, le amiche.. Tutto questo per un anno. Un anno insieme a lui. Ad uscire, a fare le passeggiate, a fare la spesa.. sempre attaccata a lui. Riuscii a superare poi la cosa, capendo che la mia paura era infondata. Ma da li capii che qualcosa in me era strano. Da li cominciai mano a mano a perdere tutto e tutti..
grazie per le Vostre risposte celeri. Sto cercando di dare una risposta alle Vs domande e di aprirmi.. Bhè se sono stata sempre una persona aggressiva? si. Se provo rancore? Forse si ma non so bene verso chi. In effetti si la mia è solo una tattica per attirare l'attenzione e per sentirmi al centro di tutto. Faccio fatica a relazionarmi con gli altri perchè non mi fido di nessuno. Ho raccontato cose molto intime ad una persona che pensavo mi fosse vicina, che consideravo come una sorella ma mi sono ritrovata a sentir dire "sei troppo intelligente per stare con il tuo ragazzo, tu devi trovare uno più alla tua altezza e con i soldi", quando il mio ragazzo (con il quale sto da 4 anni e mezzo) è l'unica base solida che ho, dopo la mia famiglia. Se dicessi a mio padre che sono orgogliosa di lui, che lo ammiro reagirebbe sicuramente bene, ma non è questo il punto. Ho paura di perderlo un giorno, forse troppo presto e rimpiangere il tempo che non ho trascorso con lui. Circa 5 anni fa ebbi una fobia. Ebbi la sensazione che mio padre dovesse morire da un momento all'altro(nonostante fosse in ottima salute) così lasciai tutto. Gli amici, le amiche.. Tutto questo per un anno. Un anno insieme a lui. Ad uscire, a fare le passeggiate, a fare la spesa.. sempre attaccata a lui. Riuscii a superare poi la cosa, capendo che la mia paura era infondata. Ma da li capii che qualcosa in me era strano. Da li cominciai mano a mano a perdere tutto e tutti..
[#4]
Gentile Signorina,
Se lei ha una capacita' introspettiva cosi' raffinata avra' tante domande che non hanno trovato ancora una risposta .
E dare loro un senso potrebbe dischiudere delle porte che attualmente lei tiene chiuse per l'incertezza di sapere o meno gestire la sua affettivita'.
Si tratta di un terreno impervio dove puo' esserci sofferenza e questa percezione potrebbe essere stata alla base della sua fobia.
La sofferenza e la gioia sono la sostanza di cui e' fatta la nostra affettivita' e si dovrebbe riuscire a viverle entrambe fino in fondo sapendo che siamo stutturati per attraversare incolumi!
Le consiglierei, se vuole di contattare uno psicologo psicoterapeuta che l'aiuti in questa elaborazione dell'affettivita'.
E' una dimensione importante della personalitaa' che va trattata con cura!
Mi faccia sapere
Se lei ha una capacita' introspettiva cosi' raffinata avra' tante domande che non hanno trovato ancora una risposta .
E dare loro un senso potrebbe dischiudere delle porte che attualmente lei tiene chiuse per l'incertezza di sapere o meno gestire la sua affettivita'.
Si tratta di un terreno impervio dove puo' esserci sofferenza e questa percezione potrebbe essere stata alla base della sua fobia.
La sofferenza e la gioia sono la sostanza di cui e' fatta la nostra affettivita' e si dovrebbe riuscire a viverle entrambe fino in fondo sapendo che siamo stutturati per attraversare incolumi!
Le consiglierei, se vuole di contattare uno psicologo psicoterapeuta che l'aiuti in questa elaborazione dell'affettivita'.
E' una dimensione importante della personalitaa' che va trattata con cura!
Mi faccia sapere
[#5]
Gentile Utente,
questi possono diventare degli obiettivi sensati su cui lavorare con l'aiuto di uno psicologo:
"Bhè se sono stata sempre una persona aggressiva? si. Se provo rancore? Forse si ma non so bene verso chi. In effetti si la mia è solo una tattica per attirare l'attenzione e per sentirmi al centro di tutto. Faccio fatica a relazionarmi con gli altri perchè non mi fido di nessuno."
Cioè modificare la modalità con cui si relaziona con gli altri (da aggressiva ad assertiva); essere riconosciuta e amata per ciò che è e non attraverso "tattiche" per attirare l'attenzione e a sperimentare relazioni all'interno delle quali può fidarsi.
Dice che non si fida di nessuno e che il fidanzato e la famiglia sono però una base sicura; di loro si fida completamente?
Attualmente ha ancora la paura di perdere il papà? Continua ad evitare situazioni temute come lasciare solo il papà? Com'è la Sua vita sociale?
questi possono diventare degli obiettivi sensati su cui lavorare con l'aiuto di uno psicologo:
"Bhè se sono stata sempre una persona aggressiva? si. Se provo rancore? Forse si ma non so bene verso chi. In effetti si la mia è solo una tattica per attirare l'attenzione e per sentirmi al centro di tutto. Faccio fatica a relazionarmi con gli altri perchè non mi fido di nessuno."
Cioè modificare la modalità con cui si relaziona con gli altri (da aggressiva ad assertiva); essere riconosciuta e amata per ciò che è e non attraverso "tattiche" per attirare l'attenzione e a sperimentare relazioni all'interno delle quali può fidarsi.
Dice che non si fida di nessuno e che il fidanzato e la famiglia sono però una base sicura; di loro si fida completamente?
Attualmente ha ancora la paura di perdere il papà? Continua ad evitare situazioni temute come lasciare solo il papà? Com'è la Sua vita sociale?
[#6]
Gentile ragazza,
da quello che ci descrive appaiono aspetti ambivalenti verso le persone a lei più vicine: genitori e ragazzo perchè ad es. da una parte vorrebbe stare più tempo con sua mamma e dall'altra la indispettisce.
La fobia del passato sottolinea questo suo desiderio di stare più tempo con i suoi genitori soprattutto con suo padre.
Ci domanda come potrebbe migliorare questo suo carattere. Certamente uno psicologo può aiutarla a chiarire i motivi alla base della sua scontentezza e della sua ambivalenza e a migliorare la sua vita relazionale; mi sento comunque di consigliarle di parlare un po' di più con i suoi genitori. Le modalità di rapporto instaurate con le figure genitoriali infatti sono in genere alla base anche della nostra capacità di relazionarci con i coetanei e gli altri in generale.
da quello che ci descrive appaiono aspetti ambivalenti verso le persone a lei più vicine: genitori e ragazzo perchè ad es. da una parte vorrebbe stare più tempo con sua mamma e dall'altra la indispettisce.
La fobia del passato sottolinea questo suo desiderio di stare più tempo con i suoi genitori soprattutto con suo padre.
Ci domanda come potrebbe migliorare questo suo carattere. Certamente uno psicologo può aiutarla a chiarire i motivi alla base della sua scontentezza e della sua ambivalenza e a migliorare la sua vita relazionale; mi sento comunque di consigliarle di parlare un po' di più con i suoi genitori. Le modalità di rapporto instaurate con le figure genitoriali infatti sono in genere alla base anche della nostra capacità di relazionarci con i coetanei e gli altri in generale.
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 5.8k visite dal 05/11/2012.
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