Affrontare la pma
Gentili Dottori,
mi rivolgo a voi perchè un anno e mezzo fa io e mio marito abbiamo cominciato a cercare una gravidanza, ma dopo circa sei mesi, siccome in cuor sentivo che c'era qualcosa che "non funzionava", ho eseguito degli accertamenti e ho scoperto che probabilmente l'unica strada per diventare madre era affrontare il percorso della fecondazione assistita. E' stato un vero trauma, che in realtà ancora oggi non ho superato, perchè fondamentalmente non accetto che mi stia capitando anche questo...nella mia vita ho dovuto affrontare tante avversità e ora sono stanca....ho tanta rabbia dentro...
Il vero problema è che in realtà già all'inizio della ricerca della gravidanza, non ero convinta di voler diventare madre, principalmente per la paura che un figlio potesse rovinare un rapporto di coppia che definirei perfetto. Ho un rapporto con mio marito davvero meraviglioso, che dura da tanti anni, e riconosco di avere una dipendenza da lui, nel senso che per me lui è tutto ed è centrale nella mia esistenza. Lui desidera tanto un figlio e io mi sento tremendamente in colpa perchè purtroppo la causa dell'infertilità sono io e quindi da una parte vorrei accontentarlo, ma dall'altra il percorso della fecondazione assistita mi pesa e spaventa tremendamente...se dipendesse solo da me accetterei quello che il destino mi ha riservato, ma non posso non provarci perchè probabilmente gli toglierei la possibilità di diventare padre, anche se la fecondazione assistita ha comunque poche possibilità di successo (e penso già all'eventuale fallimento...). I giorni passano e io sono sempre triste e angosciata e non faccio altro che pensare a questo problema che non riesco proprio ad accettare. Le persone che conoscono la situazione mi dicono di non pensarci, di vivere alla giornata, ma io non riesco, il mio pensiero è sempre lì e ogni mese spero in un miracolo (=rimanere incinta), che mi "salvi" dalla fecondazione assistita (che alla fine farò, perchè non posso vivere con il rimpianto di non averci provato). Vorrei tanto riacquistare un pò di serenità e spensieratezza, ma non so davvero come fare....mi potete dare un consiglio? Grazie di cuore.
mi rivolgo a voi perchè un anno e mezzo fa io e mio marito abbiamo cominciato a cercare una gravidanza, ma dopo circa sei mesi, siccome in cuor sentivo che c'era qualcosa che "non funzionava", ho eseguito degli accertamenti e ho scoperto che probabilmente l'unica strada per diventare madre era affrontare il percorso della fecondazione assistita. E' stato un vero trauma, che in realtà ancora oggi non ho superato, perchè fondamentalmente non accetto che mi stia capitando anche questo...nella mia vita ho dovuto affrontare tante avversità e ora sono stanca....ho tanta rabbia dentro...
Il vero problema è che in realtà già all'inizio della ricerca della gravidanza, non ero convinta di voler diventare madre, principalmente per la paura che un figlio potesse rovinare un rapporto di coppia che definirei perfetto. Ho un rapporto con mio marito davvero meraviglioso, che dura da tanti anni, e riconosco di avere una dipendenza da lui, nel senso che per me lui è tutto ed è centrale nella mia esistenza. Lui desidera tanto un figlio e io mi sento tremendamente in colpa perchè purtroppo la causa dell'infertilità sono io e quindi da una parte vorrei accontentarlo, ma dall'altra il percorso della fecondazione assistita mi pesa e spaventa tremendamente...se dipendesse solo da me accetterei quello che il destino mi ha riservato, ma non posso non provarci perchè probabilmente gli toglierei la possibilità di diventare padre, anche se la fecondazione assistita ha comunque poche possibilità di successo (e penso già all'eventuale fallimento...). I giorni passano e io sono sempre triste e angosciata e non faccio altro che pensare a questo problema che non riesco proprio ad accettare. Le persone che conoscono la situazione mi dicono di non pensarci, di vivere alla giornata, ma io non riesco, il mio pensiero è sempre lì e ogni mese spero in un miracolo (=rimanere incinta), che mi "salvi" dalla fecondazione assistita (che alla fine farò, perchè non posso vivere con il rimpianto di non averci provato). Vorrei tanto riacquistare un pò di serenità e spensieratezza, ma non so davvero come fare....mi potete dare un consiglio? Grazie di cuore.
[#1]
Gentile Signora,
prima di affrontare una gravidanza sarebbe opportuno che ne fosse pienamente convinta e non mossa solo dal desiderio di accontentare suo marito e dal senso di colpa,. Ha parlato con lui dei suoi timori e delle sue perplessità?
La decisione di avere un figlio dovrebbe essere frutto di una condivisione profonda tra i coniugi.
Come avete finora affrontato l'argomento?
Ci sono due aspetti sui quali sarebbe utile fare chiarezza: il suo timore che la "coppia perfetta" ne soffra e il timore della fecondazione assistita.
Sarebbe utile un consulto psicologico magari in coppia, anche presso il Consultorio Familiare ASL, per affrontare e chiarire la situazione prima di prendere decisioni.
Cordialmente
prima di affrontare una gravidanza sarebbe opportuno che ne fosse pienamente convinta e non mossa solo dal desiderio di accontentare suo marito e dal senso di colpa,. Ha parlato con lui dei suoi timori e delle sue perplessità?
La decisione di avere un figlio dovrebbe essere frutto di una condivisione profonda tra i coniugi.
Come avete finora affrontato l'argomento?
Ci sono due aspetti sui quali sarebbe utile fare chiarezza: il suo timore che la "coppia perfetta" ne soffra e il timore della fecondazione assistita.
Sarebbe utile un consulto psicologico magari in coppia, anche presso il Consultorio Familiare ASL, per affrontare e chiarire la situazione prima di prendere decisioni.
Cordialmente
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
innanzitutto grazie per il tempestivo riscontro.
Sì, ne abbiamo parlato tanto, ci sono stati anche momenti di tensione che fortunatamente abbiamo superato, ma mi ha detto che il suo desiderio di diventare padre è molto grande e che secondo lui almeno un tentativo bisognerebbe farlo. Il compromesso è stato che non ci accaniremo, se il tentativo andrà male probabilmente ci fermeremo e lui cercherà di farsene una ragione.
Io penso che non potrei convivere con il senso di colpa di aver rinunciato alla possibilità di provarci, persino i dottori mi hanno detto che visto che sono ancora "giovane" è un peccato non provare questa strada, che secondo loro può dare dei risultati.
Io penso che mio marito sia un po' egoista, ma al tempo stesso riconosco che non si sta parlando del desiderio di un'auto o di un vestito, ma di un figlio e quindi forse è legittimo che lui cerchi di convincermi.
Sicuramente se la fecondazione assistita non avrà l'esito sperato, sarà necessario avvalerci di una terapia psicologica, perchè temo sarà molto difficile per lui superare una simile delusione e questo potrebbe avere anche delle ricadute negative sulla coppia.
Grazie ancora.
Saluti
innanzitutto grazie per il tempestivo riscontro.
Sì, ne abbiamo parlato tanto, ci sono stati anche momenti di tensione che fortunatamente abbiamo superato, ma mi ha detto che il suo desiderio di diventare padre è molto grande e che secondo lui almeno un tentativo bisognerebbe farlo. Il compromesso è stato che non ci accaniremo, se il tentativo andrà male probabilmente ci fermeremo e lui cercherà di farsene una ragione.
Io penso che non potrei convivere con il senso di colpa di aver rinunciato alla possibilità di provarci, persino i dottori mi hanno detto che visto che sono ancora "giovane" è un peccato non provare questa strada, che secondo loro può dare dei risultati.
Io penso che mio marito sia un po' egoista, ma al tempo stesso riconosco che non si sta parlando del desiderio di un'auto o di un vestito, ma di un figlio e quindi forse è legittimo che lui cerchi di convincermi.
Sicuramente se la fecondazione assistita non avrà l'esito sperato, sarà necessario avvalerci di una terapia psicologica, perchè temo sarà molto difficile per lui superare una simile delusione e questo potrebbe avere anche delle ricadute negative sulla coppia.
Grazie ancora.
Saluti
[#3]
Gentile Signora,
a mio avviso un intervento psicologico andrebbe richiesto adesso, per capire se c'è dell'altro che la blocca oltre al legittimo desiderio di non avere figli, più che dopo il fallimento della PMA che lei sembra mettere già in conto, visto che ci dice questo:
"Il vero problema è che in realtà già all'inizio della ricerca della gravidanza, non ero convinta di voler diventare madre, principalmente per la paura che un figlio potesse rovinare un rapporto di coppia che definirei perfetto."
Mi sembra di capire che in realtà lei non vuole un figlio perchè sta bene così e non ne sente la mancanza.
Suo marito però la sente e questo la sta portando ad accontentarlo accettando di sottoporsi a un tentativo di PMA più che altro per metterlo a tacere: in cuor suo però non riesce a non percepirlo come un egoista che le vuole imporre qualcosa che rovinerebbe tutto, più che come un uomo con un legittimo desiderio di paternità.
Da quanto siete sposati?
Prima di sposarvi non avete parlato delle vostre idee circa la possibilità di avere figli?
Cosa ci può dire della sua sua esperienza personale come figlia?
E' stata molto viziata e coccolata o, al contrario, ha avuto un rapporto conflittuale con i suoi genitori?
a mio avviso un intervento psicologico andrebbe richiesto adesso, per capire se c'è dell'altro che la blocca oltre al legittimo desiderio di non avere figli, più che dopo il fallimento della PMA che lei sembra mettere già in conto, visto che ci dice questo:
"Il vero problema è che in realtà già all'inizio della ricerca della gravidanza, non ero convinta di voler diventare madre, principalmente per la paura che un figlio potesse rovinare un rapporto di coppia che definirei perfetto."
Mi sembra di capire che in realtà lei non vuole un figlio perchè sta bene così e non ne sente la mancanza.
Suo marito però la sente e questo la sta portando ad accontentarlo accettando di sottoporsi a un tentativo di PMA più che altro per metterlo a tacere: in cuor suo però non riesce a non percepirlo come un egoista che le vuole imporre qualcosa che rovinerebbe tutto, più che come un uomo con un legittimo desiderio di paternità.
Da quanto siete sposati?
Prima di sposarvi non avete parlato delle vostre idee circa la possibilità di avere figli?
Cosa ci può dire della sua sua esperienza personale come figlia?
E' stata molto viziata e coccolata o, al contrario, ha avuto un rapporto conflittuale con i suoi genitori?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Utente
Grazie Dottoressa...in effetti è proprio come ha detto, sto bene così e non ne sento la mancanza. Non lo vedo come un valore aggiunto alla nostra coppia. Se un figlio fosse arrivato naturalmente l'avrei accolto con felicità, anche se con il timore che potesse rovinare il nostro equilibrio di coppia.
Siamo sposati da 4 anni, ma viviamo insieme da 14 anni...
La mia esperienza come figlia è stata abbastanza disastrosa, nel senso che ho avuto un papà che era violento con mia mamma e di questo ho sofferto tremendamente e per questo motivo non sono mai riuscita ad avere un legame con lui. Poi si sono separati quando avevo circa 7 anni (e lui è morto 10 anni dopo), ma la vita con mia mamma non è stata molto semplice: poco affetto, tanta severità e continuo confronto con chi era meglio di me a scuola, etc... A 19 anni, dopo il diploma, sono andata a vivere con quello che oggi e mio marito e lui mi ha sempre dato tutto l'affetto, le cure e la dolcezza di cui avevo bisogno. Ammetto che in lui vedo un po' anche un papà, lo so che è sbagliato, ma mi riempie completamente quei vuoti che mi porto dietro dall'infanzia. Non posso stare senza di lui...infatti quando capita che dobbiamo stare separati per un paio di giorni, sto malissimo...è come se mi mancasse l'aria.
A volte penso che il motivo per cui non rimango incinta sia anche psicologico (o sentito parlare di infertilità psicogena), visto che anche il centro che mi segue, pur evidenziando un problema, non ha escluso che io possa avere una gravidanza naturale.
Siamo sposati da 4 anni, ma viviamo insieme da 14 anni...
La mia esperienza come figlia è stata abbastanza disastrosa, nel senso che ho avuto un papà che era violento con mia mamma e di questo ho sofferto tremendamente e per questo motivo non sono mai riuscita ad avere un legame con lui. Poi si sono separati quando avevo circa 7 anni (e lui è morto 10 anni dopo), ma la vita con mia mamma non è stata molto semplice: poco affetto, tanta severità e continuo confronto con chi era meglio di me a scuola, etc... A 19 anni, dopo il diploma, sono andata a vivere con quello che oggi e mio marito e lui mi ha sempre dato tutto l'affetto, le cure e la dolcezza di cui avevo bisogno. Ammetto che in lui vedo un po' anche un papà, lo so che è sbagliato, ma mi riempie completamente quei vuoti che mi porto dietro dall'infanzia. Non posso stare senza di lui...infatti quando capita che dobbiamo stare separati per un paio di giorni, sto malissimo...è come se mi mancasse l'aria.
A volte penso che il motivo per cui non rimango incinta sia anche psicologico (o sentito parlare di infertilità psicogena), visto che anche il centro che mi segue, pur evidenziando un problema, non ha escluso che io possa avere una gravidanza naturale.
[#5]
Se fisicamente lei è in grado di procreare è molto probabile che il motivo del mancato concepimento sia legato anche alla sua pessima esperienza familiare pregressa, come avviene in molti casi quando una persona perfettamente o comunque sufficientemente sana non riesce ad avere figli.
Ciò che ha aggiunto al riguardo avvalora questa ipotesi: lei ha un'immagine negativa del rapporto mamma-figlia e una pessima del rapporto papà-figlia, tanto che sta in parte ritrovando in suo marito quella figura paterna che non ha avuto nell'infanzia.
Quello che ci dice delinea un quadro piuttosto chiaro:
"mi riempie completamente quei vuoti che mi porto dietro dall'infanzia. Non posso stare senza di lui...infatti quando capita che dobbiamo stare separati per un paio di giorni, sto malissimo...è come se mi mancasse l'aria."
Le reazioni che lei ha sono tipiche dell'ansia da separazione nel bambino, che si manifesta quando per qualche motivo deve stare lontano dal genitore e il rapporto non è sufficientemente saldo nè l'attaccamento sufficientemente sicuro da consentirgli di avere fiducia nel ritorno di mamma o papà.
Questa dinamica non solo influenza negativamente la possibilità di avere un figlio, che sarebbe per lei null'altro che un rivale, una sorta di fratello (o sorella) minore che le ruberebbe l'affetto e l'attenzione del marito-papà, ma incide sicuramente sul vostro rapporto di coppia rendendolo non adulto e non paritario come invece potrebbe essere.
Alla luce di quello che ci ha raccontato lei ha molti buoni motivi per non avere un bambino:
- si aspetta di poter essere una cattiva madre come la sola che ha conosciuto da vicino e cioè la sua, che purtroppo è il suo modello naturale di mamma
- teme di perdere l'affetto esclusivo di suo marito
- non desidera uscire dalla posizione di moglie-figlia per occuparsi di un altro essere umano.
Nella sua vita ora non c'è posto per un bambino perchè lei non ha ancora finito di ricevere quell'affetto esclusivo che suo marito le dà e che non ha avuto nell'infanzia, e perchè teme che potrebbe fare un disastro comportandosi proprio come i suoi hanno fatto con lei.
Tutte queste ragioni incidono sulle sue possibilità di concepire rendendola "sterile psichicamente" prima che fisicamente.
Non posso che consigliarle sentitamente di richiedere asistenza psicologica per approfondire questi temi e sciogliere i nodi che devono essere sciolti non tanto per riuscire a concepire (almeno fino a quando non lo vorrà davvero), quanto per salvaguardare il rapporto con suo marito e prevenire future incomprensioni.
Ciò che ha aggiunto al riguardo avvalora questa ipotesi: lei ha un'immagine negativa del rapporto mamma-figlia e una pessima del rapporto papà-figlia, tanto che sta in parte ritrovando in suo marito quella figura paterna che non ha avuto nell'infanzia.
Quello che ci dice delinea un quadro piuttosto chiaro:
"mi riempie completamente quei vuoti che mi porto dietro dall'infanzia. Non posso stare senza di lui...infatti quando capita che dobbiamo stare separati per un paio di giorni, sto malissimo...è come se mi mancasse l'aria."
Le reazioni che lei ha sono tipiche dell'ansia da separazione nel bambino, che si manifesta quando per qualche motivo deve stare lontano dal genitore e il rapporto non è sufficientemente saldo nè l'attaccamento sufficientemente sicuro da consentirgli di avere fiducia nel ritorno di mamma o papà.
Questa dinamica non solo influenza negativamente la possibilità di avere un figlio, che sarebbe per lei null'altro che un rivale, una sorta di fratello (o sorella) minore che le ruberebbe l'affetto e l'attenzione del marito-papà, ma incide sicuramente sul vostro rapporto di coppia rendendolo non adulto e non paritario come invece potrebbe essere.
Alla luce di quello che ci ha raccontato lei ha molti buoni motivi per non avere un bambino:
- si aspetta di poter essere una cattiva madre come la sola che ha conosciuto da vicino e cioè la sua, che purtroppo è il suo modello naturale di mamma
- teme di perdere l'affetto esclusivo di suo marito
- non desidera uscire dalla posizione di moglie-figlia per occuparsi di un altro essere umano.
Nella sua vita ora non c'è posto per un bambino perchè lei non ha ancora finito di ricevere quell'affetto esclusivo che suo marito le dà e che non ha avuto nell'infanzia, e perchè teme che potrebbe fare un disastro comportandosi proprio come i suoi hanno fatto con lei.
Tutte queste ragioni incidono sulle sue possibilità di concepire rendendola "sterile psichicamente" prima che fisicamente.
Non posso che consigliarle sentitamente di richiedere asistenza psicologica per approfondire questi temi e sciogliere i nodi che devono essere sciolti non tanto per riuscire a concepire (almeno fino a quando non lo vorrà davvero), quanto per salvaguardare il rapporto con suo marito e prevenire future incomprensioni.
[#6]
Utente
Quello che ha scritto mi ha colpita molto, perchè riflettendoci mi ritrovo in ogni parola... E' tutto verissimo, mi rendo conto che in effetti vedo il figlio come un rivale, come qualcosa che mi toglierà l'esclusivo affetto di mio marito.
Ma è davvero possibile che un blocco psicologico di questo tipo, non renda possibile il concepimento dal punto di vista fisico?
Ma è davvero possibile che un blocco psicologico di questo tipo, non renda possibile il concepimento dal punto di vista fisico?
[#8]
Utente
Le chiedo un'ultima cosa, poi non La disturbo più.
Secondo Lei da dove potrei cominciare per superare questo mio problema, c'è qualcosa da cui posso partire?
Anche se in realtà sto talmente bene in questa situazione (a parte il problema della fecondazione assistita) che quasi non voglio "guarire". Quando sono con mio marito provo delle sensazioni bellissime di serenità interiore, di pienezza affettiva che forse, nel caso in cui decidessi di "curare" questo mio problema psicologico, non proverei più....e non so se voglio rinunciare a tutto questo.
In ogni caso, La voglio ringraziare di cuore per l'attenzione che mi ha dato e per essere riuscita a disegnare un perfetto quadro interiore della mia persona, e quindi per avermi fatto riflettere su cose alle quali non avevo mai pensato, pur avendo a Sua disposizione solo pochi elementi. Grazie davvero.
Secondo Lei da dove potrei cominciare per superare questo mio problema, c'è qualcosa da cui posso partire?
Anche se in realtà sto talmente bene in questa situazione (a parte il problema della fecondazione assistita) che quasi non voglio "guarire". Quando sono con mio marito provo delle sensazioni bellissime di serenità interiore, di pienezza affettiva che forse, nel caso in cui decidessi di "curare" questo mio problema psicologico, non proverei più....e non so se voglio rinunciare a tutto questo.
In ogni caso, La voglio ringraziare di cuore per l'attenzione che mi ha dato e per essere riuscita a disegnare un perfetto quadro interiore della mia persona, e quindi per avermi fatto riflettere su cose alle quali non avevo mai pensato, pur avendo a Sua disposizione solo pochi elementi. Grazie davvero.
[#9]
Cara signora,
concordo anche io con la dottoressa Massaro. Inizi quanto prima un sostegno psicologico, i timori iniziali bisogna trattarli prima di andare avanti o affrontare qualcosa forse che non desidera realmente per il momento.
Le auguro il meglio.
Un abbraccio
concordo anche io con la dottoressa Massaro. Inizi quanto prima un sostegno psicologico, i timori iniziali bisogna trattarli prima di andare avanti o affrontare qualcosa forse che non desidera realmente per il momento.
Le auguro il meglio.
Un abbraccio
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#11]
Gent.le Sig.ra,
Lei stessa definisce il suo rapporto di coppia come una dipendenza, che ha dei vantaggi secondari, ma forse interferisce con l'avvio di un processo di crescita personale che favorisca anche un'evoluzione nel rapporto con suo marito, a prescindere dalla possibilità di avere un figlio.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#12]
I suoi timori sono comprensibili, ma una storia che dura da così tanti anni si può tranquillamente evolvere e includere anche un figlio senza che questo rappresenti una minaccia.
Un bambino potrebbe anzi rappresentare un arricchimento e un coronamento del vostro rapporto.
Rendere il legame con suo marito più adulto e paritario non significa che non potrà più appoggiarsi a lui o stare bene con lui, ma solo che il suo ruolo potrà diventare un po' più complesso e meno cristallizzato di quanto lo sia ora.
Immagino che anche suo marito stia bene con lei, ma non teme di perderla se avrete un figlio: eppure, detto francamente, è molto frequente che il padre sia messo da parte dopo la nascita di un bambino, quindi è lui che potrebbe essere preoccupato per l'arrivo di un "terzo incomodo".
E' quindi molto importante che prima di decidere se effettuare la PMA o meno inizi a rivolgersi ad uno psicologo per esporre questi dubbi e chiarirsi le idee su cosa fare e su cosa aspettarsi.
Un bambino potrebbe anzi rappresentare un arricchimento e un coronamento del vostro rapporto.
Rendere il legame con suo marito più adulto e paritario non significa che non potrà più appoggiarsi a lui o stare bene con lui, ma solo che il suo ruolo potrà diventare un po' più complesso e meno cristallizzato di quanto lo sia ora.
Immagino che anche suo marito stia bene con lei, ma non teme di perderla se avrete un figlio: eppure, detto francamente, è molto frequente che il padre sia messo da parte dopo la nascita di un bambino, quindi è lui che potrebbe essere preoccupato per l'arrivo di un "terzo incomodo".
E' quindi molto importante che prima di decidere se effettuare la PMA o meno inizi a rivolgersi ad uno psicologo per esporre questi dubbi e chiarirsi le idee su cosa fare e su cosa aspettarsi.
Questo consulto ha ricevuto 12 risposte e 4.5k visite dal 04/11/2012.
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