Percezione strana di sé.
Sto già seguendo un percorso di psicoterapia e, tra i miei disagi, ci sono anche quelli che rientrano nel campo dei disturbi alimentari, anche se non gravi.
Negli ultimi mesi mangiare è diventato ancora più complicato e, ancora più complicato, è diventato anche avere a che fare con il mio corpo. Rilevarlo e trovare un punto fermo, un equilibrio che, prima, anche se malato, riuscivo a mantenere.
Ho perso dei chili che rileva solo la bilancia. Mi tocco e mi do fastidio, mi sento fisicamente e mi do fastidio, mi guardo e sento fastidio, devo mangiare e c'è disagio e paura.
La domanda è questa: quanto davvero è possibile non vedersi magra se gli altri te lo dicono? Perché tutta questa fatica, questo accumulo di pensieri e disagio riguardo questi argomenti? Si può parlare di dispercezione?
Sono stanca di tutto ciò, e di altro.
Negli ultimi mesi mangiare è diventato ancora più complicato e, ancora più complicato, è diventato anche avere a che fare con il mio corpo. Rilevarlo e trovare un punto fermo, un equilibrio che, prima, anche se malato, riuscivo a mantenere.
Ho perso dei chili che rileva solo la bilancia. Mi tocco e mi do fastidio, mi sento fisicamente e mi do fastidio, mi guardo e sento fastidio, devo mangiare e c'è disagio e paura.
La domanda è questa: quanto davvero è possibile non vedersi magra se gli altri te lo dicono? Perché tutta questa fatica, questo accumulo di pensieri e disagio riguardo questi argomenti? Si può parlare di dispercezione?
Sono stanca di tutto ciò, e di altro.
[#1]
Gentile Ragazza,
come mai se è seguita da un terapeuta pone a noi queste domande?
Ha affrontato questi argomenti con il suo curante?
Si tratta della medesima terapia di cui parlava nei precedenti consulti?
come mai se è seguita da un terapeuta pone a noi queste domande?
Ha affrontato questi argomenti con il suo curante?
Si tratta della medesima terapia di cui parlava nei precedenti consulti?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#3]
Dunque permangono le medesime difficoltà a comunicare in terapia che ci raccontava in precedenza.
Si sente facilitata dal suo curante nelle sue espressioni verbali?
< ho spesso la sensazione che ci siano cose più rilevanti di cui dover parlare e da risolvere.>
Occorrerebbe fare il punto della situazione con il suo curante, cosa pensa la potrebbe facilitare nel farlo?
Ha ottenuto finora qualche beneficio dal percorso in atto?
Si sente facilitata dal suo curante nelle sue espressioni verbali?
< ho spesso la sensazione che ci siano cose più rilevanti di cui dover parlare e da risolvere.>
Occorrerebbe fare il punto della situazione con il suo curante, cosa pensa la potrebbe facilitare nel farlo?
Ha ottenuto finora qualche beneficio dal percorso in atto?
[#4]
Gentile Ragazza,
segue anche una farmacoterapia?
Che tipo di diagnosi ha ricevuto del suo disagio?
La "dismorfofobia" è l'incapacità a percepirsi come in relatà si è, lei si percepisce ancora troppo grassa e non è una percezione aderente alla realtà, oltre tutte le altre difficoltà-
segue anche una farmacoterapia?
Che tipo di diagnosi ha ricevuto del suo disagio?
La "dismorfofobia" è l'incapacità a percepirsi come in relatà si è, lei si percepisce ancora troppo grassa e non è una percezione aderente alla realtà, oltre tutte le altre difficoltà-
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
Utente
Quando ho scritto che ci sono altre situazioni da risolvere, intendevo la mia attuale situazione di vita. Non vedo nessuno, oltre mia madre e il terapeuta, non ho un lavoro, non studio.
Prendo Modalina da luglio, ma da poco ho iniziato anche e vedere una psichiatra, su invio dello psicoterapeuta. Credo che a breve ci saranno cambiamenti, non so esattamente quali.
Non mi vedo grassa, non esattamente. Ma nemmeno magra, né normale. Mi do fastidio ed è una sensazione quasi costante. Come se avessi sacchi pesanti addosso, da tenere insieme, da trasportare, che comunque danno fastidio. Mi devo controllare continuamente, ma non arrivo mai ad un riscontro, c'è sempre necessità di controllare. Ma non so spiegare per bene la sensazione.
Non ho ricevuto mai diagnosi vere e proprie. Ultimamente si è parlato di depressione, un'altra volta il terapeuta ha parlato di malattia del pensiero, ma non mi è mai stata comunicata una diagnosi precisa.
Prendo Modalina da luglio, ma da poco ho iniziato anche e vedere una psichiatra, su invio dello psicoterapeuta. Credo che a breve ci saranno cambiamenti, non so esattamente quali.
Non mi vedo grassa, non esattamente. Ma nemmeno magra, né normale. Mi do fastidio ed è una sensazione quasi costante. Come se avessi sacchi pesanti addosso, da tenere insieme, da trasportare, che comunque danno fastidio. Mi devo controllare continuamente, ma non arrivo mai ad un riscontro, c'è sempre necessità di controllare. Ma non so spiegare per bene la sensazione.
Non ho ricevuto mai diagnosi vere e proprie. Ultimamente si è parlato di depressione, un'altra volta il terapeuta ha parlato di malattia del pensiero, ma non mi è mai stata comunicata una diagnosi precisa.
[#6]
Si può parlare certamente di dispercezione nell'anoressia, sempre se fosse questa la diagnosi. Del resto nell'anoressia è tipica la difficoltà a considerare problematico il proprio stato, ossia si ha un problema nel riconoscere il problema. E infatti, così come nelle sedute non riesce a non pensare che occorrerebbe parlare di altro, anche lo scrivere a noi è un modo di "fuggire" inconsapevolmente dalla sola strada che potrebbe aiutarla.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.7k visite dal 03/11/2012.
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