Problemi di relazione
Gentile Dottore/Dottoressa,
le scrivo per un problema (se in questo modo si può definire) riguardo la relazione con il mio ragazzo.
Sto con lui da circa due anni, siamo sempre stai felici e sereni insieme, una fantastica storia.
Da circa tre mesi però il mio ragazzo dice di non essere sereno in qualche occasione; all'inizio pensavo a una mia colpa (magari lamentarmi troppo con lui o mettere il muso per le ragioni più sciocche, come in effetti capitava spesso..). Ma con il tempo, in cui mi sono sforzata di attenuare questi miei difetti, sia io che lui abbiamo capito che il motivo del suo "disturbo" non era questo.
Cerco di descriverlo il meglio possibile, anche se non è semplice. Mentre è con me lo vedo felice e sereno e anche lui stesso lo conferma, ma dice che quando se ne va a volte si sente pervadere da una mancanza di serenità e tranquillità che viene dal nulla, come se tra di noi non fosse andata bene. Quando siamo insieme facciamo progetti per il futuro, lui menziona sempre la nostra futura casa, come sarebbe bello vivere insieme, che vuole sole me nella sua vita etc... Qualche giorno fa, in seguito a una mia domanda, mi ha telefonato dicendomi che spera in un nostro futuro ma ha paura di amarmi meno di prima, dicendo di essere confuso per quei brutti pensieri e dubbi su di noi che si presentano spesso e senza un motivo particolare. Il giorno seguente ci siamo visti ed è andato tutto benissimo come al solito, lui parlava dei soliti progetti, abbiamo ricordato tutti i nostri più bei momenti e...era come al solito. In un altro episodio al seguito di una telefonata in cui io volevo sapere come andava con i pensieri e i dubbi (dopo un mese di tranquillità), mi ha detto che c'erano ancora e al seguito di questa risposta mi sono un po' arrabbiata dicendo che non era possibile. Quando ci siamo visti qualche giorno più tardi mi ha detto di non aver dormito la notte e di amarmi e che non mi lascerebbe mai perchè sarebbe il più grande errore della sua vita.
Queste contraddizioni vanno avanti da tre mesi. Io lo vedo felice con me, lo conosco da tempo e conosco a memoria i suoi sguardi e il modo in cui mi abbraccia...lui stesso è il primo a dire di star bene con me. Ma non capisco...
Ho letto del DOC da relazione, ma non essendo un'esperta non posso certo fare una diagnosi anche se i sintomi sembrano corrispondere. Mi sembrano tutte paranoie infondate...
Mi saprebbe aiutare?
Cordialmente
le scrivo per un problema (se in questo modo si può definire) riguardo la relazione con il mio ragazzo.
Sto con lui da circa due anni, siamo sempre stai felici e sereni insieme, una fantastica storia.
Da circa tre mesi però il mio ragazzo dice di non essere sereno in qualche occasione; all'inizio pensavo a una mia colpa (magari lamentarmi troppo con lui o mettere il muso per le ragioni più sciocche, come in effetti capitava spesso..). Ma con il tempo, in cui mi sono sforzata di attenuare questi miei difetti, sia io che lui abbiamo capito che il motivo del suo "disturbo" non era questo.
Cerco di descriverlo il meglio possibile, anche se non è semplice. Mentre è con me lo vedo felice e sereno e anche lui stesso lo conferma, ma dice che quando se ne va a volte si sente pervadere da una mancanza di serenità e tranquillità che viene dal nulla, come se tra di noi non fosse andata bene. Quando siamo insieme facciamo progetti per il futuro, lui menziona sempre la nostra futura casa, come sarebbe bello vivere insieme, che vuole sole me nella sua vita etc... Qualche giorno fa, in seguito a una mia domanda, mi ha telefonato dicendomi che spera in un nostro futuro ma ha paura di amarmi meno di prima, dicendo di essere confuso per quei brutti pensieri e dubbi su di noi che si presentano spesso e senza un motivo particolare. Il giorno seguente ci siamo visti ed è andato tutto benissimo come al solito, lui parlava dei soliti progetti, abbiamo ricordato tutti i nostri più bei momenti e...era come al solito. In un altro episodio al seguito di una telefonata in cui io volevo sapere come andava con i pensieri e i dubbi (dopo un mese di tranquillità), mi ha detto che c'erano ancora e al seguito di questa risposta mi sono un po' arrabbiata dicendo che non era possibile. Quando ci siamo visti qualche giorno più tardi mi ha detto di non aver dormito la notte e di amarmi e che non mi lascerebbe mai perchè sarebbe il più grande errore della sua vita.
Queste contraddizioni vanno avanti da tre mesi. Io lo vedo felice con me, lo conosco da tempo e conosco a memoria i suoi sguardi e il modo in cui mi abbraccia...lui stesso è il primo a dire di star bene con me. Ma non capisco...
Ho letto del DOC da relazione, ma non essendo un'esperta non posso certo fare una diagnosi anche se i sintomi sembrano corrispondere. Mi sembrano tutte paranoie infondate...
Mi saprebbe aiutare?
Cordialmente
[#1]
Potrebbe darsi che questi dubbi e ruminazioni sul futuro e sulla relazione siano in effetti sintomi d'ansia; anzichè godere di una relazione, il Suo fidanzato ne è preoccupato. Se le cose stanno davvero così più se ne parla e si pone l'enfasi sui sintomi, più i sintomi si amplificano.
Chiaramente è indispensabile una diagnosi con uno psicologo di persona per capire la natura del disagio e impostare eventualmente un trattamento adeguato.
Saluti,
Chiaramente è indispensabile una diagnosi con uno psicologo di persona per capire la natura del disagio e impostare eventualmente un trattamento adeguato.
Saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
In effetti, come dice lei, più faccio riferimento a questi disturbi più sembrano peggiorare. Secondo lei come dovrei comportarmi? Perchè lo amo, ma non è che io viva benissimo queste situazioni. A volte sembra tutto perfetto e altre tutto a rotoli, mi sembra di aver a che fare con due persone diverse!
[#3]
Con le persone ansiose le rassicurazioni non funzionano... anche se sul momento sembrano funzionare perchè fanno scendere un po' il livello d'ansia, subito dopo generano altri dubbi. Quindi un primo passo può essere quello di evitare troppe rassicurazioni.
Il secondo e molto importante è suggerire un colloquio con uno psicologo per una diagnosi e una cura adeguata.
I disturbi d'ansia, se si tratta di questo, possono essere trattati in tempi anche relativamente stretti, con varie forme di trattamento come ad esempio la terapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Saluti,
Il secondo e molto importante è suggerire un colloquio con uno psicologo per una diagnosi e una cura adeguata.
I disturbi d'ansia, se si tratta di questo, possono essere trattati in tempi anche relativamente stretti, con varie forme di trattamento come ad esempio la terapia di tipo cognitivo-comportamentale.
Saluti,
[#4]
Utente
Ha parlato con un suo parente stretto che è psicologo. Il "verdetto" dopo il colloquio è stato che secondo il dottore nemmeno il mio ragazzo stesso sa quale sia la fonte del malessere (come in effetti è)... e in questi casi suggerisce una pausa per la coppia. Ma il problema secondo me non è la coppia perchè concretamente non c' è nulla che non funziona. Il mio ragazzo ha dato ascolto al parente ma non è riuscito a lasciarmi dicendo che non ne è capace e non vuole fare l'errore più grande della sua vita.
[#5]
La fonte del malessere è decisamente secondaria in questo caso.
Se quello che intende, cioè, è andare alla ricerca di cause nel passato, non è necessario.
Esistono forme di trattamento in cui si lavora per rimuovere la fastidiosa sintomatologia e promuovere quindi il benessere senza alcun bisogno di lavorare sulle cause, o lavorandoci solo se è il pz a volerlo.
Mi pare ovvio che il tuo ragazzo non sappia quale sia la fonte del malessere.
E probabilmente vi è anche un problema di mancato riconoscimento dei propri stati interni.
Il pensiero/immagine della relazione/coppia è l'evento critico che innesca l'attività ossessiva.
Saluti,
Se quello che intende, cioè, è andare alla ricerca di cause nel passato, non è necessario.
Esistono forme di trattamento in cui si lavora per rimuovere la fastidiosa sintomatologia e promuovere quindi il benessere senza alcun bisogno di lavorare sulle cause, o lavorandoci solo se è il pz a volerlo.
Mi pare ovvio che il tuo ragazzo non sappia quale sia la fonte del malessere.
E probabilmente vi è anche un problema di mancato riconoscimento dei propri stati interni.
Il pensiero/immagine della relazione/coppia è l'evento critico che innesca l'attività ossessiva.
Saluti,
[#6]
Utente
La ringrazio molto per la sua disponibilità. Gli proporrò la terapia come mi lei mi ha suggerito sperando che questi problemi siano solo paranoici e ossessivi come in effetti sembra e che non partano da reali problemi nella nostra coppia ma che, come dice lei, siano derivanti dall'immagine/pensiero della relazione.
[#7]
Non ho detto che sono derivanti dalla relazione nel senso che la relazione causa disagio; semplicemente un evento critico innesca l'attività ossessiva. L'evento in generale può essere un fatto concreto (ad es. se un pz.tocca un oggetto o pronuncia una frase) o un pensiero (es se un pz. pensa ai vantaggi che deriverebbero dalla morte di una persona cara) o un'immagine (ad es. a contenuto omosessuale) o una sensazione (es. di sporco) o addirittura un'emozione (es rabbia).
Non capisco come mai poi dovrebbe esserci una pausa per la coppia...
Buona serata,
Non capisco come mai poi dovrebbe esserci una pausa per la coppia...
Buona serata,
[#8]
Utente
Mi scusi, avevo capito male. Probabilmente ha ragione, il malessere potrebbe derivare da tutte queste cause. Per quanto riguarda la pausa era un consiglio di uno psicologo, che ovviamente noi non ci siamo sentiti di seguire perchè non è la coppia il problema. La ringrazio molto per le sue risposte, mi sono state di grandissimo aiuto. Mi auguro che l'ansia possa passare con l'aiuto di una terapia e che la nostra coppia ritorni ad essere quella di un tempo.
Buona serata
Buona serata
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.1k visite dal 03/11/2012.
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