Sensazioni di irrealtà, apatia ed alienazione... a cosa può essere dovuto?
Buongiorno gentili medici,
sono un nuovo iscritto su medicitalia.it.
Mi sono iscritto perché sono piuttosto in ansia in merito ad una cosa che oramai mi trascino alcuni mesi, e mi piacerebbe ricevere il vostro gentile parere professionale.
La questione riguarda degli episodi (che, come detto, sono presenti da diversi mesi e che mi capitano con frequenza piuttosto variabile - in genere però sempre di pomeriggio e spesso nel week end), in cui percepisco come un senso di totale "alienazione" dal mondo circostante, come un grande senso di irrealtà.
Quando mi capita di essere in tale stato, non bado a ciò che accade attorno a me, cioè vedo le cose ma non ci ragiono sopra, non so nemmeno io come spiegare... se per dire vedessi un "uomo che spicca il volo davanti a me" il mio cervello non si soffermerebbe su questa enorme stranezza, io lo guarderei e passerei oltre, magari pensando "toh, un uomo che vola". È un esempio ovviamente fantascientifico ma rende l'idea.
Per fare un esempio più realistico, se la persona accanto a me mi parla ed io sono in questa condizione, io percepisco il senso di quel che dice ma è come se non ci badassi, potrebbe anche darmi una notizia sconvolgente che in quel momento il mio cervello non la percepirebbe... come se fossi talmente concentrato sui miei pensieri da far sì che tutto il resto passi in secondo piano. Ripeto, un senso di irrealtà, un (perdonatemi il termine) "rincoglionimento totale".
Mi è stato detto da terze persone che spesso effettivamente mi capita di avere dei deficit di attenzione, e riconosco in pieno la cosa.
Inoltre, posso aggiungere un'altra cosa: io ho sempre avuto bisogno di dormire poco, ma ultimamente ho preso l'abitudine di dormire intorno alle 8 ore a notte, e se capita che una notte ne dorma anche solo 4-5 (che alla fine per me dovrebbero essere sufficienti), durante il giorno successivo percepisco un anormale senso di spossatezza, pesantezza alla testa, magari con emicrania e giramenti di testa... come se non dormissi da tre notti.
Non lo so, non ho mai fatto alcun esame finora, non ho mai sofferto di nulla e non ho mai assunto farmaci (né ho intenzione di prenderne mai ;))), amo la vita e sono ambiziosissimo come sempre, però vi rivelo che questa cosa mi mette un po' di paura.
E se fosse una qualche forma di psicosi??? In passato ho anche avuto qualche attacco di panico a causa di queste sensazioni qua, con conseguenti "paure di impazzire"... e poi appena mi son calmato ho capito che era sciocco agitarmi così per nulla, e di attacchi di panico non ne ho più avuti.
Però mi rimane un po' di ansia.
Secondo voi cosa potrebbe essere?
Cosa potrei fare per placare questi momenti di totale "estraneazione", alienazione?
Evito il web perché so che è pieno di informazioni false e incomplete, ma se ricevo opinioni da voi esperti allora mi fido ciecamente.
Grazie a tutti!
Matteo
sono un nuovo iscritto su medicitalia.it.
Mi sono iscritto perché sono piuttosto in ansia in merito ad una cosa che oramai mi trascino alcuni mesi, e mi piacerebbe ricevere il vostro gentile parere professionale.
La questione riguarda degli episodi (che, come detto, sono presenti da diversi mesi e che mi capitano con frequenza piuttosto variabile - in genere però sempre di pomeriggio e spesso nel week end), in cui percepisco come un senso di totale "alienazione" dal mondo circostante, come un grande senso di irrealtà.
Quando mi capita di essere in tale stato, non bado a ciò che accade attorno a me, cioè vedo le cose ma non ci ragiono sopra, non so nemmeno io come spiegare... se per dire vedessi un "uomo che spicca il volo davanti a me" il mio cervello non si soffermerebbe su questa enorme stranezza, io lo guarderei e passerei oltre, magari pensando "toh, un uomo che vola". È un esempio ovviamente fantascientifico ma rende l'idea.
Per fare un esempio più realistico, se la persona accanto a me mi parla ed io sono in questa condizione, io percepisco il senso di quel che dice ma è come se non ci badassi, potrebbe anche darmi una notizia sconvolgente che in quel momento il mio cervello non la percepirebbe... come se fossi talmente concentrato sui miei pensieri da far sì che tutto il resto passi in secondo piano. Ripeto, un senso di irrealtà, un (perdonatemi il termine) "rincoglionimento totale".
Mi è stato detto da terze persone che spesso effettivamente mi capita di avere dei deficit di attenzione, e riconosco in pieno la cosa.
Inoltre, posso aggiungere un'altra cosa: io ho sempre avuto bisogno di dormire poco, ma ultimamente ho preso l'abitudine di dormire intorno alle 8 ore a notte, e se capita che una notte ne dorma anche solo 4-5 (che alla fine per me dovrebbero essere sufficienti), durante il giorno successivo percepisco un anormale senso di spossatezza, pesantezza alla testa, magari con emicrania e giramenti di testa... come se non dormissi da tre notti.
Non lo so, non ho mai fatto alcun esame finora, non ho mai sofferto di nulla e non ho mai assunto farmaci (né ho intenzione di prenderne mai ;))), amo la vita e sono ambiziosissimo come sempre, però vi rivelo che questa cosa mi mette un po' di paura.
E se fosse una qualche forma di psicosi??? In passato ho anche avuto qualche attacco di panico a causa di queste sensazioni qua, con conseguenti "paure di impazzire"... e poi appena mi son calmato ho capito che era sciocco agitarmi così per nulla, e di attacchi di panico non ne ho più avuti.
Però mi rimane un po' di ansia.
Secondo voi cosa potrebbe essere?
Cosa potrei fare per placare questi momenti di totale "estraneazione", alienazione?
Evito il web perché so che è pieno di informazioni false e incomplete, ma se ricevo opinioni da voi esperti allora mi fido ciecamente.
Grazie a tutti!
Matteo
[#1]
Potrebbe essere che lei da più importanza e significato del necessario a dei fenomeni normalissimi. È un processo molto comune in chi soffre di tendenze ansiose. Si fa attenzione a una sensazione del nostro corpo, ad es. l'estraneazione momentanea, nel suo caso, e la si amplifica a dismisura. Ci si crea da soli il problema, come nel caso dell'attacco di panico.
Forse le converrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia e chiedere un parere. Ma ovviamente la cosa non le farebbe piacere, perché in genere chi ha paura d'impazzire ha un forte bisogno di controllo e di "fare da sé":
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Ed è il continuo tentativo di controllo che il controllo lo fa perdere.
Forse le converrebbe rivolgersi a uno psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia e chiedere un parere. Ma ovviamente la cosa non le farebbe piacere, perché in genere chi ha paura d'impazzire ha un forte bisogno di controllo e di "fare da sé":
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
Ed è il continuo tentativo di controllo che il controllo lo fa perdere.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Gentilissimo Dr. Giuseppe,
innanzitutto la ringrazio per la pronta risposta.
Come lei giustamente mi fa notare, sono più io a dare importanza a sensazioni normali, dovute prevalentemente ad un po' d'ansia a me intrinseca (in famiglia ho molti parenti ansiosi, e fin da piccolo sono sempre stato un po' tendente al nervosismo). Tuttavia mi stavo domandando se ciò fosse normale o meno come sintomo, chiedendo un consulto ad uno specialista (in questo caso, virtualmente).
Ho anche letto il suo link, che ho trovato molto interessante e soprattutto veritiero, per quanto ciò che menziona non mi riguardi (io ho già uno psicologo con cui parlo in caso di bisogno e non mi vergogno assolutamente né di frequentarlo, né penso che sia una "cosa di cui vergognarsi").
La ringrazio di nuovo per la sua utilissima risposta.
Con affetto,
M.
innanzitutto la ringrazio per la pronta risposta.
Come lei giustamente mi fa notare, sono più io a dare importanza a sensazioni normali, dovute prevalentemente ad un po' d'ansia a me intrinseca (in famiglia ho molti parenti ansiosi, e fin da piccolo sono sempre stato un po' tendente al nervosismo). Tuttavia mi stavo domandando se ciò fosse normale o meno come sintomo, chiedendo un consulto ad uno specialista (in questo caso, virtualmente).
Ho anche letto il suo link, che ho trovato molto interessante e soprattutto veritiero, per quanto ciò che menziona non mi riguardi (io ho già uno psicologo con cui parlo in caso di bisogno e non mi vergogno assolutamente né di frequentarlo, né penso che sia una "cosa di cui vergognarsi").
La ringrazio di nuovo per la sua utilissima risposta.
Con affetto,
M.
[#3]
Caro utente,
anche io concordo con il collega sul fatto che potrebbe trattarsi di ansia, con conseguenti sintomi di depersonalizzazione, dato che lei riferisce di aver sofferto di panico in passato. Tuttavia sono dell'opinione che dovrebbe rivolgersi ad uno specialista psicoterapeuta privatamente per indagare tutte le aree della sua vita. Solo così sarà possibile avere una spiegazione ai suoi dubbi.
Un abbraccio
anche io concordo con il collega sul fatto che potrebbe trattarsi di ansia, con conseguenti sintomi di depersonalizzazione, dato che lei riferisce di aver sofferto di panico in passato. Tuttavia sono dell'opinione che dovrebbe rivolgersi ad uno specialista psicoterapeuta privatamente per indagare tutte le aree della sua vita. Solo così sarà possibile avere una spiegazione ai suoi dubbi.
Un abbraccio
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#4]
>>> io ho già uno psicologo con cui parlo in caso di bisogno
>>>
Purtroppo questo è un equivoco comunissimo: che dallo psicologo ci si vada per parlare, per capire e per sfogarsi.
Parlare è un mezzo di comunicazione, ma nel caso di sintomi come quelli che descrive la cura non consiste solo nel parlare, ma nel ricevere assegnazioni comportamentali precise, che devono essere messe in atto in modo preciso. Altrimenti uscire dall'ansia può richiedere relativamente molto tempo. Viceversa, con forme di terapia focalizzata e attiva come la strategica o la comportamentale si può uscirne in poco tempo.
>>>
Purtroppo questo è un equivoco comunissimo: che dallo psicologo ci si vada per parlare, per capire e per sfogarsi.
Parlare è un mezzo di comunicazione, ma nel caso di sintomi come quelli che descrive la cura non consiste solo nel parlare, ma nel ricevere assegnazioni comportamentali precise, che devono essere messe in atto in modo preciso. Altrimenti uscire dall'ansia può richiedere relativamente molto tempo. Viceversa, con forme di terapia focalizzata e attiva come la strategica o la comportamentale si può uscirne in poco tempo.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 19k visite dal 01/11/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Attacchi di panico
Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?