Mio padre non parla
Salve,
vivo con mia madre, mio fratello, mio nonna e mio padre. Fin da quando mia madre e mio padre sono sposati si ripetono continuamente periodi di calma a periodi di agitazione. Per periodi di calma intendo dei periodi in cui mio padre risponde, mangia insieme a noi a tavola e si comporta in modo più o meno normale, nel senso che non è arrabbiato, ma comunque non parla, a meno che non sia interpellato(a tavola quando c'è lui siamo tutti in silenzio), e passa la maggior parte del tempo in camera da letto. Per periodi di agitazioni intendo dei periodi, che a volte si sono protratti per 5-6 mesi, in cui mio padre passa tutto il tempo in camera da letto ed esce solo per andare a lavoro, non mangia mai con noi a tavola, ma da solo, aspettando che non ci siamo, e non ci rivolge la parola, neanche se proviamo a parlargli.
Spesso sono intervenuti degli estranei a parlargli per far terminare questi periodi e di solito con loro venivano fuori delle sue problematiche; diceva ad esempio:
"mia moglie dice tutto a sua madre invece che a me"
"I miei figli non mi dicono mai dove vanno"
"Tutti mi parlano dietro"
Ricordo che questo succedeva anche quando ero piccolo e a volte in questi periodi mio padre mi chiedeva, quando eravamo soli, che cosa dicessero di lui a casa o se parlassero di lui.
Qualunque cosa uno di noi gli chieda, lui reagisce sempre urlando e prendendosela con chi fa la domanda. Non so se è una questione di carattere, ma a causa di questo atteggiamento io ho paura di chiedere a mio padre qualsiasi cosa e infatti non gli chiedo mai di accompagnarmi da qualche parte per paura della reazione violenta.
Si comporta cosi solo con noi, mentre quando c'è qualcun altro, estraneo o amico, parla normalmente, ride e scherza come se non stesse succedendo niente, inoltre spesso nei periodi di calma sembra dimenticarsi del suo comportamento nei periodi di agitazione o forse fa finta che non siano mai accaduti.
Succede anche che mentre sta facendo qualcosa, mangiare, guardare la tv, lo chiamiamo e lui non sente, non perché è sordo, ma perché è come se si estraniasse completamente da tutto ciò che lo circonda e, infatti, quando andiamo vicino e lo tocchiamo, lui sussulta come se non si fosse accorto minimamente che lo stessimo chiamando anche a voce alta.
Un altro atteggiamento strano è che quando ha un appuntamento con qualcuno si prepara e si avvia molto tempo prima, per la paura di arrivare tardi. Prima partiva mezz'ora prima, adesso per andare a lavoro si avvia 2 ore prima.
Non siamo liberi di fare niente. Se mia madre vuole comprare un oggetto, come un'aspirapolvere, deve sempre chiedere a lui il permesso, il quale risponde sempre urlando e, se dice si, lo può comprare, mentre se lui vuole comprarsi una macchina non chiede il permesso a nessuno e se la compra.
Questa cosa, insieme a tante altre, mi sta facendo entrare in depressione, non esco più, penso sempre a questo e non ho voglia di fare niente.
Non so più cosa fare
vivo con mia madre, mio fratello, mio nonna e mio padre. Fin da quando mia madre e mio padre sono sposati si ripetono continuamente periodi di calma a periodi di agitazione. Per periodi di calma intendo dei periodi in cui mio padre risponde, mangia insieme a noi a tavola e si comporta in modo più o meno normale, nel senso che non è arrabbiato, ma comunque non parla, a meno che non sia interpellato(a tavola quando c'è lui siamo tutti in silenzio), e passa la maggior parte del tempo in camera da letto. Per periodi di agitazioni intendo dei periodi, che a volte si sono protratti per 5-6 mesi, in cui mio padre passa tutto il tempo in camera da letto ed esce solo per andare a lavoro, non mangia mai con noi a tavola, ma da solo, aspettando che non ci siamo, e non ci rivolge la parola, neanche se proviamo a parlargli.
Spesso sono intervenuti degli estranei a parlargli per far terminare questi periodi e di solito con loro venivano fuori delle sue problematiche; diceva ad esempio:
"mia moglie dice tutto a sua madre invece che a me"
"I miei figli non mi dicono mai dove vanno"
"Tutti mi parlano dietro"
Ricordo che questo succedeva anche quando ero piccolo e a volte in questi periodi mio padre mi chiedeva, quando eravamo soli, che cosa dicessero di lui a casa o se parlassero di lui.
Qualunque cosa uno di noi gli chieda, lui reagisce sempre urlando e prendendosela con chi fa la domanda. Non so se è una questione di carattere, ma a causa di questo atteggiamento io ho paura di chiedere a mio padre qualsiasi cosa e infatti non gli chiedo mai di accompagnarmi da qualche parte per paura della reazione violenta.
Si comporta cosi solo con noi, mentre quando c'è qualcun altro, estraneo o amico, parla normalmente, ride e scherza come se non stesse succedendo niente, inoltre spesso nei periodi di calma sembra dimenticarsi del suo comportamento nei periodi di agitazione o forse fa finta che non siano mai accaduti.
Succede anche che mentre sta facendo qualcosa, mangiare, guardare la tv, lo chiamiamo e lui non sente, non perché è sordo, ma perché è come se si estraniasse completamente da tutto ciò che lo circonda e, infatti, quando andiamo vicino e lo tocchiamo, lui sussulta come se non si fosse accorto minimamente che lo stessimo chiamando anche a voce alta.
Un altro atteggiamento strano è che quando ha un appuntamento con qualcuno si prepara e si avvia molto tempo prima, per la paura di arrivare tardi. Prima partiva mezz'ora prima, adesso per andare a lavoro si avvia 2 ore prima.
Non siamo liberi di fare niente. Se mia madre vuole comprare un oggetto, come un'aspirapolvere, deve sempre chiedere a lui il permesso, il quale risponde sempre urlando e, se dice si, lo può comprare, mentre se lui vuole comprarsi una macchina non chiede il permesso a nessuno e se la compra.
Questa cosa, insieme a tante altre, mi sta facendo entrare in depressione, non esco più, penso sempre a questo e non ho voglia di fare niente.
Non so più cosa fare
[#1]
Gentile ragazzo,
Il comportamento che ci riferisce puo'essere dovuto a diverse cause: un disturbo di personalita', delle crisi familiari che si sono verificate in passato e si sono stratificae nel tempo.
Non sarebbe corretto da parte nostra avanzare dellle ipotesi sulla base di quanto lei ci riferisce e coglie.
Suo Padre ha mai avuto dei problemi che abbiano comportato il ricorso a psicofarmaci?
Ne sente l'esigenza?
E sua madre cosa ne pensa?
Ci aggiorniamo quanto prima.
Il comportamento che ci riferisce puo'essere dovuto a diverse cause: un disturbo di personalita', delle crisi familiari che si sono verificate in passato e si sono stratificae nel tempo.
Non sarebbe corretto da parte nostra avanzare dellle ipotesi sulla base di quanto lei ci riferisce e coglie.
Suo Padre ha mai avuto dei problemi che abbiano comportato il ricorso a psicofarmaci?
Ne sente l'esigenza?
E sua madre cosa ne pensa?
Ci aggiorniamo quanto prima.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Caro Ragazzo,
per un figlio è sicuramente complicato e doloroso avere a che fare con un genitore che si comporta in modo incomprensibile, anomalo e/o violento.
Il pensiero corre inevitabilmente ai padri degli altri, che si immaginano presenti e disponibili - o quanto meno non così problematici -, e il confronto fa peggiorare lo stato d'animo.
Anche l'assenza di una spiegazione chiara e condivisa circa quanto succede, da ricevere dagli altri adulti della famiglia, alimenta il senso di solitudine e di impotenza che un ragazzo come te prova nel vivere in una casa dove sono presenti queste dinamiche.
Se è vero che tuo papà è "strano", è vero anche che tua mamma l'ha scelto e sposato e non ha pensato di separarsi da lui.
Di conseguenza, sentimenti a parte, deve avere un'idea su ciò che succede a suo marito ed è sicuramente a conoscenza di dettagli e di elementi che tu, vista l'età, non puoi conoscere perchè ancora non c'eri o eri troppo piccolo per capire.
Che spiegazione ti dai di quello che succede?
Hai provato a chiedere a tua mamma o a tua nonna perchè si comporta così' e se lo faceva anche da giovane?
per un figlio è sicuramente complicato e doloroso avere a che fare con un genitore che si comporta in modo incomprensibile, anomalo e/o violento.
Il pensiero corre inevitabilmente ai padri degli altri, che si immaginano presenti e disponibili - o quanto meno non così problematici -, e il confronto fa peggiorare lo stato d'animo.
Anche l'assenza di una spiegazione chiara e condivisa circa quanto succede, da ricevere dagli altri adulti della famiglia, alimenta il senso di solitudine e di impotenza che un ragazzo come te prova nel vivere in una casa dove sono presenti queste dinamiche.
Se è vero che tuo papà è "strano", è vero anche che tua mamma l'ha scelto e sposato e non ha pensato di separarsi da lui.
Di conseguenza, sentimenti a parte, deve avere un'idea su ciò che succede a suo marito ed è sicuramente a conoscenza di dettagli e di elementi che tu, vista l'età, non puoi conoscere perchè ancora non c'eri o eri troppo piccolo per capire.
Che spiegazione ti dai di quello che succede?
Hai provato a chiedere a tua mamma o a tua nonna perchè si comporta così' e se lo faceva anche da giovane?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#3]
Utente
No, mio padre non ha mai avuto problemi che richiedessero psicofarmaci e non ne sente l'esigenza.
Si, mia mamma mi ha detto che lo faceva anche da giovane, nel senso che anche con i genitori non parlava mai.
Neanche lei è mai riuscita a capire il perché di questo comportamento. So che da giovani mia madre lo lasciò e lui andò da lei piangendo e allora si sono rimessi insieme. Inizialmente le cose andavano meglio, ma poi sono andate sempre peggiorando e senza mai capire bene il motivo.
Forse anche per mezzo di mia nonna, perché da quello che ho capito mio padre non ha mai voluto che vivesse con noi.
Però, se questo accadeva fin da quando era giovane, io penso che non ne siamo la causa, ma che abbia una specie di trauma infantile o familiare.
Io sarei felice di andare con lui da uno psicologo, ma non so proprio come dirglielo.
Già normalmente ho difficoltà a iniziare un discorso, per paura e perché non ho mai avuto un rapporto di confidenza con lui.
Non saprei proprio come dirgli di andare da uno psicologo e poi lui chiederebbe il perché e io cosa dovrei dirgli? Potrebbe arrabbiarsi di nuovo o sentirsi considerato pazzo, e allora quale reazione potrebbe avere?
Si, mia mamma mi ha detto che lo faceva anche da giovane, nel senso che anche con i genitori non parlava mai.
Neanche lei è mai riuscita a capire il perché di questo comportamento. So che da giovani mia madre lo lasciò e lui andò da lei piangendo e allora si sono rimessi insieme. Inizialmente le cose andavano meglio, ma poi sono andate sempre peggiorando e senza mai capire bene il motivo.
Forse anche per mezzo di mia nonna, perché da quello che ho capito mio padre non ha mai voluto che vivesse con noi.
Però, se questo accadeva fin da quando era giovane, io penso che non ne siamo la causa, ma che abbia una specie di trauma infantile o familiare.
Io sarei felice di andare con lui da uno psicologo, ma non so proprio come dirglielo.
Già normalmente ho difficoltà a iniziare un discorso, per paura e perché non ho mai avuto un rapporto di confidenza con lui.
Non saprei proprio come dirgli di andare da uno psicologo e poi lui chiederebbe il perché e io cosa dovrei dirgli? Potrebbe arrabbiarsi di nuovo o sentirsi considerato pazzo, e allora quale reazione potrebbe avere?
[#4]
Potrebbe avere una reazione negativa, certo, ma se lei trovasse una formula relazionale, che tenda a riconoscere un disagio umano come qualcosa che riguarda anche lei e che non comprende, potrebbe invece aprire un dialogo fra voi due.
Sembra infatti che tutti siate abituati a questo stile di relazione e nessuno cerchi di entrare nel mondo di questo suo genitore cosi' inaccessibile ma pur sempre presente fra voi.
Ci provi e ci riaggiorniamo per ascotare le su impressioni.
I migliori saluti
Sembra infatti che tutti siate abituati a questo stile di relazione e nessuno cerchi di entrare nel mondo di questo suo genitore cosi' inaccessibile ma pur sempre presente fra voi.
Ci provi e ci riaggiorniamo per ascotare le su impressioni.
I migliori saluti
[#5]
Caro ragazzo,
è una situazione sicuramente difficile, ma via web non è facile fare delle ipotesi valide. Sicuramente sua padre non è il tipo da "prima mossa", se provasse lei? Pensa che le continuerebbe a rispondere male?
è una situazione sicuramente difficile, ma via web non è facile fare delle ipotesi valide. Sicuramente sua padre non è il tipo da "prima mossa", se provasse lei? Pensa che le continuerebbe a rispondere male?
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#6]
Gentile Utente,
Suo padre vive la situazione che Lei stesso descrive:
> vivo con mia madre, mio fratello, mio nonna e mio padre.
Suo padre è ultimo nella descrizione che Lei fa della Sua famiglia, relegandolo all'ultimo posto, ed in un certo senso riflettendo quanto lamentato da Suo padre.
Che criterio ha usato per descrivere la Sua famiglia?
Sulla base di cosa ha deciso l'ordine di presentazione della Sua famiglia?
Provi Lei a venire incontro a Suo padre sulla base delle richieste che fa Suo padre, ovviamente per quel che Le compete:
> "mia moglie dice tutto a sua madre invece che a me"
Questo è problema di Sua mamma, della nonna materna e di Suo padre.
La cosa dove abitate è materna o paterna?
> "I miei figli non mi dicono mai dove vanno"
Questo è qualcosa che Lei in quanto figlio può fare. Può anche usare degli sms, se è difficile parlarci, nel senso che obiettivamente non sempre è possibile incontrarsi di persona.
> "Tutti mi parlano dietro"
Sa, questo potrebbe essere dato dal fatto che se a tavola state zitti, quando si alza poi sente che parlate e quindi deduce che quando c'è lui non si parla. Lei ha mai provato a dire qualcosa a tavola?
Suo padre vive la situazione che Lei stesso descrive:
> vivo con mia madre, mio fratello, mio nonna e mio padre.
Suo padre è ultimo nella descrizione che Lei fa della Sua famiglia, relegandolo all'ultimo posto, ed in un certo senso riflettendo quanto lamentato da Suo padre.
Che criterio ha usato per descrivere la Sua famiglia?
Sulla base di cosa ha deciso l'ordine di presentazione della Sua famiglia?
Provi Lei a venire incontro a Suo padre sulla base delle richieste che fa Suo padre, ovviamente per quel che Le compete:
> "mia moglie dice tutto a sua madre invece che a me"
Questo è problema di Sua mamma, della nonna materna e di Suo padre.
La cosa dove abitate è materna o paterna?
> "I miei figli non mi dicono mai dove vanno"
Questo è qualcosa che Lei in quanto figlio può fare. Può anche usare degli sms, se è difficile parlarci, nel senso che obiettivamente non sempre è possibile incontrarsi di persona.
> "Tutti mi parlano dietro"
Sa, questo potrebbe essere dato dal fatto che se a tavola state zitti, quando si alza poi sente che parlate e quindi deduce che quando c'è lui non si parla. Lei ha mai provato a dire qualcosa a tavola?
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#7]
Utente
Non ho deciso l'ordine di presentazione, l'ho scritto senza pensare, forse proprio perché lo considero all'ultimo posto, non lo so.
Abitiamo nella casa materna.
Si, negli ultimi anni ho cercato di dire sempre dove andavo.
Sa, ogni volta che ho parlato di queste cose con qualcuno mi hanno sempre risposto: "Hai mai provato a fare qualcosa tu?"
Ad esempio:
"Mio padre non mi parla" - "Tu hai mai provato a parlargli?"
"Mio padre non mi accompagna a scuola" - "Tu glielo chiedi?"
"Mio padre è arrabbiato" - "Sei sicuro che non gli hai fatto niente?"
Sinceramente non so cosa potrebbe fare un figlio a un padre per non farlo parlare più. Ricordo che fin da quando avevo 10 anni e mio padre si arrabbiava, chiedevano sempre a me e mio fratello di andarci a parlare e io non capivo che cosa succedeva, di cosa dovevamo parlare. A 10 anni è il padre che deve pensare al figlio o il figlio che deve pensare al padre?
Ogni volta che si arrabbiava mi hanno fatto sentire sempre responsabile di tutto e io, col passare del tempo, iniziavo a pensare di essere la colpa, avevo paura, tremavo, ero terrorizzato dal fatto di dovergli parlare, mi venivano le fitte allo stomaco. Preferivo stare chiuso in casa dalla mattina alla sera, piuttosto di uscire, perché avrei dovuto prima dirlo a lui. Quando lo sentivo gridare dalla mia stanza chiudevo la porta e mi tappavo le orecchie; ripetevo nella mia mente: "basta, basta, basta". Quando si parlava con lui si finiva sempre a gridare e io sono rimasto traumatizzato, questa cosa me la porterò dietro a vita. Fatto sta che nessuno se n'è mai importato di questo.
NO.
Non è strano che uno si chiude in camera senza parlare, non per qualche giorno, ma per mesi interi(io non so neanche come sia possibile una cosa del genere e se qualcuno me lo avesse raccontato non ci avrei creduto)
Non è strano che si avvia a lavoro due ora prima e rimane lì ad aspettare
Non è strano che, se ha un'impegno alle 5 di pomeriggio e io gli chiedo di accompagnarmi da qualche parte all'una, dice di no perché fa tardi e poi rimane per ore ad aspettare nel letto senza far niente.
Non è strano che quando esce o arriva a casa non saluta nessuno, che, quando mangiamo, finisce, si alza e se ne va.
No, perché davanti agli altri cambia completamente aspetto, sembra normale, nessuno si immaginerebbe mai cosa viviamo ogni giorno.
Lei dice che io, in quanto figlio, posso fare queste cose.
La verità è che io non ce la faccio, non posso prendermi questa responsabilità, e , allo stesso tempo, non riesco più a vivere questa situazione, vorrei che magicamente un giorno mi svegliassi e tutto fosse normale.
Purtroppo non sarà così e, anzi, scrivere qui e sentire le vostre risposte lo rende ancora più reale.
Abitiamo nella casa materna.
Si, negli ultimi anni ho cercato di dire sempre dove andavo.
Sa, ogni volta che ho parlato di queste cose con qualcuno mi hanno sempre risposto: "Hai mai provato a fare qualcosa tu?"
Ad esempio:
"Mio padre non mi parla" - "Tu hai mai provato a parlargli?"
"Mio padre non mi accompagna a scuola" - "Tu glielo chiedi?"
"Mio padre è arrabbiato" - "Sei sicuro che non gli hai fatto niente?"
Sinceramente non so cosa potrebbe fare un figlio a un padre per non farlo parlare più. Ricordo che fin da quando avevo 10 anni e mio padre si arrabbiava, chiedevano sempre a me e mio fratello di andarci a parlare e io non capivo che cosa succedeva, di cosa dovevamo parlare. A 10 anni è il padre che deve pensare al figlio o il figlio che deve pensare al padre?
Ogni volta che si arrabbiava mi hanno fatto sentire sempre responsabile di tutto e io, col passare del tempo, iniziavo a pensare di essere la colpa, avevo paura, tremavo, ero terrorizzato dal fatto di dovergli parlare, mi venivano le fitte allo stomaco. Preferivo stare chiuso in casa dalla mattina alla sera, piuttosto di uscire, perché avrei dovuto prima dirlo a lui. Quando lo sentivo gridare dalla mia stanza chiudevo la porta e mi tappavo le orecchie; ripetevo nella mia mente: "basta, basta, basta". Quando si parlava con lui si finiva sempre a gridare e io sono rimasto traumatizzato, questa cosa me la porterò dietro a vita. Fatto sta che nessuno se n'è mai importato di questo.
NO.
Non è strano che uno si chiude in camera senza parlare, non per qualche giorno, ma per mesi interi(io non so neanche come sia possibile una cosa del genere e se qualcuno me lo avesse raccontato non ci avrei creduto)
Non è strano che si avvia a lavoro due ora prima e rimane lì ad aspettare
Non è strano che, se ha un'impegno alle 5 di pomeriggio e io gli chiedo di accompagnarmi da qualche parte all'una, dice di no perché fa tardi e poi rimane per ore ad aspettare nel letto senza far niente.
Non è strano che quando esce o arriva a casa non saluta nessuno, che, quando mangiamo, finisce, si alza e se ne va.
No, perché davanti agli altri cambia completamente aspetto, sembra normale, nessuno si immaginerebbe mai cosa viviamo ogni giorno.
Lei dice che io, in quanto figlio, posso fare queste cose.
La verità è che io non ce la faccio, non posso prendermi questa responsabilità, e , allo stesso tempo, non riesco più a vivere questa situazione, vorrei che magicamente un giorno mi svegliassi e tutto fosse normale.
Purtroppo non sarà così e, anzi, scrivere qui e sentire le vostre risposte lo rende ancora più reale.
[#8]
Hai pienamente ragione: è tutto strano nel senso che se lo analizzi con il criterio della razionalità è probabilmente imposibile arrivare ad una spiegazione logica.
A meno che non sia successo qualcosa che tu non sai fra di loro, e che lui non sia "semplicemente" molto arrabbiato (e la faccia pagare anche a chi non c'entra, come te e tuo fratello), è possibile che tuo papà soffra di un disturbo mentale che però non è possibile diagnosticare senza conoscerlo.
Quel che è certo è che non è una tua responsabilità occuparti di lui e che hai subito una situazione che non meritavi di subire, compreso il fatto che avevi tutto il diritto di essere trattato da figlio e non da pari sia da lui che da mamma e nonna, che ti invitavano a ragionare come se foste tutti sullo stesso piano e non aveste invece diversi ruoli, diritti e doveri in famiglia.
Questo atteggiamento, unito al fatto che tua madre non pensa probabilmente neanche alla lontana di separarsi, ti fa capire che sono tutti co-attori di una medesima dinamica, dalla quale è necessario che tu ti allontani il prima possibile per non essere ulteriormente danneggiato e travolto.
Con tuo fratello in che rapporti sei?
Quanti anni di differenza avete?
Lui cosa pensa della situazione e come si comporta?
A meno che non sia successo qualcosa che tu non sai fra di loro, e che lui non sia "semplicemente" molto arrabbiato (e la faccia pagare anche a chi non c'entra, come te e tuo fratello), è possibile che tuo papà soffra di un disturbo mentale che però non è possibile diagnosticare senza conoscerlo.
Quel che è certo è che non è una tua responsabilità occuparti di lui e che hai subito una situazione che non meritavi di subire, compreso il fatto che avevi tutto il diritto di essere trattato da figlio e non da pari sia da lui che da mamma e nonna, che ti invitavano a ragionare come se foste tutti sullo stesso piano e non aveste invece diversi ruoli, diritti e doveri in famiglia.
Questo atteggiamento, unito al fatto che tua madre non pensa probabilmente neanche alla lontana di separarsi, ti fa capire che sono tutti co-attori di una medesima dinamica, dalla quale è necessario che tu ti allontani il prima possibile per non essere ulteriormente danneggiato e travolto.
Con tuo fratello in che rapporti sei?
Quanti anni di differenza avete?
Lui cosa pensa della situazione e come si comporta?
[#10]
Vista la giovane età di entrambi immagino che studiate o lavoriate o comunque che possiate cercare un lavoro, il che potrebbe ad esempio essere un mezzo per andarvene tutti e due di casa, assieme.
Perchè non cominci a parlargli della situazione?
Come hai visto in tutti questi anni fare finta di niente non porta a niente.
Probabilmente è arrivato il momento di cambiare strategia e di sostenervi a vicenda per raggiungere un obiettivo comune.
Perchè non cominci a parlargli della situazione?
Come hai visto in tutti questi anni fare finta di niente non porta a niente.
Probabilmente è arrivato il momento di cambiare strategia e di sostenervi a vicenda per raggiungere un obiettivo comune.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 19.4k visite dal 30/10/2012.
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