Sesso e psiche: quando l'erezione viene meno.
Buongiono.
Ho 32 anni e soffro, da una 10ina, di stati d’ansia che si manifesta con insonnia.
Due anni fa ho conosciuto la mia ragazza.
Premetto ora di non avere alcuna difficoltà erettiva con masturbazione.
Ho sempre tuttavia sentito uno stato di ansia nell’atto penetrativo.
Ansia data più che altro dal ricordo di occasioni precedenti in cui non ero riuscito a penetrarla e alle negative emozioni che ne fecero seguito (sconforto, inadeguatezza, rabbia, nervosismo, tristezza e un forte senso di colpa).
Ma furono eventi occasionali perché tali erano.
Dopo quasi 2 anni dall’inizio del rapporto lei ha sospeso l’uso della pillola anticoncezionale.
Optammo per il profilattico, che riuscii a indossare, ma nel contempo persi l’erezione.
Demmo la colpa al preservativo e cambiai modello.
Ebbi ancora successo in un paio di occasioni ma quando le cose andavano bene avevo sempre la sensazione di essere stato miracolato.
Visto l’impennarsi della percentuale di “sconfitte”, ad ogni “vittoria” dentro di me tiravo un sospiro di sollievo… “dai che questa volta è andata”.
Speravo quasi poter rimandare al più tardi possibile il successivo rapporto sessuale per cercare di “godere” psicologicamente il più a lungo possibile del precedente rapporto andato a buon fine.
Ad oggi non riesco ad avere un rapporto sessuale penetrativo da circa un mese e mezzo.
Allo sconforto, inadeguatezza, rabbia, nervosismo, e la tristezza che mi assale quando le cose non vanno bene, si aggiungono i pensieri ricorrenti di “cosa succede se vado avanti così?”, “Esiste una data di scadenza alla pazienza della mia compagna?”.
Si aggiunge l’umiliazione di una mancata espressione di virilità sotto gli occhi della propria donna, la consapevolezza di essere “un uomo a metà”.
L’insonnia aumenta, la sua sofferenza, che si aggiunge alla mia.
Lei cerca saltuariamente di vestirsi in modo più attraente per indurmi più voglia ma per certi versi è quasi controproducente.
Accende certamente il desiderio ma aumenta di riflesso anche la pressione psicologica, legata al fatto che la controparte si attenda una “reazione” importante dal suo vestirsi così…
Diventa un supplizio meccanico da portare a termine, una prova d’esame il cui esito è già scontato.
Credo che nemmeno l’uso del preservativo sia in sé il problema. Se oggi riprendesse l’uso della pillola tutto ciò diventerebbe un altro esame, un’altra prova da passare.
Varrebbe a dire “Dai, Amore. Ora puoi andare via liscio. Vediamo ora cosa sai fare”.
Il preservativo ha rotto un equilibrio ma ritengo piuttosto che abbia fatto emergere una tensione di sottofondo già esistente, un’ansia che da controllabile adesso sembra governarmi.
E’ difficile per me comunicare verbalmente con lei allo stato profondo, poiché difficilmente ottengo dei feedback.
E questo non lo riscontro solo nel sopra citato caso. Ci vuole una generosa pazienza per riuscire a tirarle fuori delle parole che formulino un problema o uno stato d’animo.
Vi ringrazio per il supporto che potrete darmi
Ho 32 anni e soffro, da una 10ina, di stati d’ansia che si manifesta con insonnia.
Due anni fa ho conosciuto la mia ragazza.
Premetto ora di non avere alcuna difficoltà erettiva con masturbazione.
Ho sempre tuttavia sentito uno stato di ansia nell’atto penetrativo.
Ansia data più che altro dal ricordo di occasioni precedenti in cui non ero riuscito a penetrarla e alle negative emozioni che ne fecero seguito (sconforto, inadeguatezza, rabbia, nervosismo, tristezza e un forte senso di colpa).
Ma furono eventi occasionali perché tali erano.
Dopo quasi 2 anni dall’inizio del rapporto lei ha sospeso l’uso della pillola anticoncezionale.
Optammo per il profilattico, che riuscii a indossare, ma nel contempo persi l’erezione.
Demmo la colpa al preservativo e cambiai modello.
Ebbi ancora successo in un paio di occasioni ma quando le cose andavano bene avevo sempre la sensazione di essere stato miracolato.
Visto l’impennarsi della percentuale di “sconfitte”, ad ogni “vittoria” dentro di me tiravo un sospiro di sollievo… “dai che questa volta è andata”.
Speravo quasi poter rimandare al più tardi possibile il successivo rapporto sessuale per cercare di “godere” psicologicamente il più a lungo possibile del precedente rapporto andato a buon fine.
Ad oggi non riesco ad avere un rapporto sessuale penetrativo da circa un mese e mezzo.
Allo sconforto, inadeguatezza, rabbia, nervosismo, e la tristezza che mi assale quando le cose non vanno bene, si aggiungono i pensieri ricorrenti di “cosa succede se vado avanti così?”, “Esiste una data di scadenza alla pazienza della mia compagna?”.
Si aggiunge l’umiliazione di una mancata espressione di virilità sotto gli occhi della propria donna, la consapevolezza di essere “un uomo a metà”.
L’insonnia aumenta, la sua sofferenza, che si aggiunge alla mia.
Lei cerca saltuariamente di vestirsi in modo più attraente per indurmi più voglia ma per certi versi è quasi controproducente.
Accende certamente il desiderio ma aumenta di riflesso anche la pressione psicologica, legata al fatto che la controparte si attenda una “reazione” importante dal suo vestirsi così…
Diventa un supplizio meccanico da portare a termine, una prova d’esame il cui esito è già scontato.
Credo che nemmeno l’uso del preservativo sia in sé il problema. Se oggi riprendesse l’uso della pillola tutto ciò diventerebbe un altro esame, un’altra prova da passare.
Varrebbe a dire “Dai, Amore. Ora puoi andare via liscio. Vediamo ora cosa sai fare”.
Il preservativo ha rotto un equilibrio ma ritengo piuttosto che abbia fatto emergere una tensione di sottofondo già esistente, un’ansia che da controllabile adesso sembra governarmi.
E’ difficile per me comunicare verbalmente con lei allo stato profondo, poiché difficilmente ottengo dei feedback.
E questo non lo riscontro solo nel sopra citato caso. Ci vuole una generosa pazienza per riuscire a tirarle fuori delle parole che formulino un problema o uno stato d’animo.
Vi ringrazio per il supporto che potrete darmi
[#1]
Gentile Utente,
in tutti questi anni, nonostante la sua attribuzione del disturbo a questioni psicologiche, ha effettuato controlli andrologici?
Prima di questa ragazza ne ha avute altre? Le cose andavano diversamente?
Dal punto di vista relazionale come vanno le cose tra di voi? Quali progetti avete?
Le suggerisco inoltre la lettura del seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1852-ansia-da-prestazione-e-spectatoring.html
Cordialmente,
in tutti questi anni, nonostante la sua attribuzione del disturbo a questioni psicologiche, ha effettuato controlli andrologici?
Prima di questa ragazza ne ha avute altre? Le cose andavano diversamente?
Dal punto di vista relazionale come vanno le cose tra di voi? Quali progetti avete?
Le suggerisco inoltre la lettura del seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1852-ansia-da-prestazione-e-spectatoring.html
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Utente
Gentile dottoressa Scalco, grazie per l'interessamento.
Forse rimarrà stupita dicendo che io e la mia partner (che ha 4 anni meno di me) ci siamo conosciuti, due anni fa, illibati.
Entrambi abbiamo avuto pregresse esperienze amorose poco fortunate, che hanno dato luogo ad esperienze sessuali che tuttavia non hanno portato ad un completo consumarsi degli eventi (rapporto completo). Ciò vale per entrambi.
Non ho ancora effettuato controlli andrologici, che comunque è mia intenzione fare.
La mia attenzione alla psicologia è dettata dal fatto che non ho mai avuto disfunzionalità di questo tipo praticando l’autoerotismo.
All’inizio certamente abbiamo avuto delle difficoltà.
Entrambi, prima lei con dolori vaginali dati dalla tensione, poi io con carenze erettive iniziali.
Ma il rapporto con questa ragazza è straordinario proprio per questo.
Perché anche da questo punto di vista, siamo cresciuti insieme e il tempo e l’esperienza accumulata insieme, strada facendo, ci ha dato ragione risolvendo gran parte di questi problemi in poco tempo.
Relazionalmente, questo è il primo grande ostacolo che incontriamo.
L’unico appunto che le potrei rivolgere è la carenza comunicativa (verbale) in eventi difficili come questo.
Nutriamo tuttavia progetti retti, matrimoniali e volti alla costruzione.
Ho letto con interesse l’articolo citato e la mia prima sensazione è di essermi riconosciuto puntualmente in un preciso paragrafo:
“...deficit prestazionali connessi a spostamenti del focus attentivo dovuti all’ansia.
L’inibizione dell’eccitazione è da collegare all’interruzione dell’elaborazione degli stimoli erotici, derivata dall’interferenza cognitiva e dalla “distrazione” dei pensieri disturbanti causati dall’ansia”.
Ciò l’ho riscontro particolarmente nell’ultimo tentativo, risalente a due giorni fa.
Nei preliminari mi sono sforzato di non pensare a nulla, ed ero rassicurato nel vedere l’erezione crescere, fino a quando lei non ha pronunciato le parole magiche: “Amore, stanotte ho sognato che mi penetravi”.
Parole che in condizioni normali avrebbero dovuto eccitare molto, mi hanno invece dato una mazzata in testa che mi ha ricondotto direttamente al punto nero di questa situazione.
La perdita di erezione, ma anche di eccitazione, è stata istantanea.
Forse rimarrà stupita dicendo che io e la mia partner (che ha 4 anni meno di me) ci siamo conosciuti, due anni fa, illibati.
Entrambi abbiamo avuto pregresse esperienze amorose poco fortunate, che hanno dato luogo ad esperienze sessuali che tuttavia non hanno portato ad un completo consumarsi degli eventi (rapporto completo). Ciò vale per entrambi.
Non ho ancora effettuato controlli andrologici, che comunque è mia intenzione fare.
La mia attenzione alla psicologia è dettata dal fatto che non ho mai avuto disfunzionalità di questo tipo praticando l’autoerotismo.
All’inizio certamente abbiamo avuto delle difficoltà.
Entrambi, prima lei con dolori vaginali dati dalla tensione, poi io con carenze erettive iniziali.
Ma il rapporto con questa ragazza è straordinario proprio per questo.
Perché anche da questo punto di vista, siamo cresciuti insieme e il tempo e l’esperienza accumulata insieme, strada facendo, ci ha dato ragione risolvendo gran parte di questi problemi in poco tempo.
Relazionalmente, questo è il primo grande ostacolo che incontriamo.
L’unico appunto che le potrei rivolgere è la carenza comunicativa (verbale) in eventi difficili come questo.
Nutriamo tuttavia progetti retti, matrimoniali e volti alla costruzione.
Ho letto con interesse l’articolo citato e la mia prima sensazione è di essermi riconosciuto puntualmente in un preciso paragrafo:
“...deficit prestazionali connessi a spostamenti del focus attentivo dovuti all’ansia.
L’inibizione dell’eccitazione è da collegare all’interruzione dell’elaborazione degli stimoli erotici, derivata dall’interferenza cognitiva e dalla “distrazione” dei pensieri disturbanti causati dall’ansia”.
Ciò l’ho riscontro particolarmente nell’ultimo tentativo, risalente a due giorni fa.
Nei preliminari mi sono sforzato di non pensare a nulla, ed ero rassicurato nel vedere l’erezione crescere, fino a quando lei non ha pronunciato le parole magiche: “Amore, stanotte ho sognato che mi penetravi”.
Parole che in condizioni normali avrebbero dovuto eccitare molto, mi hanno invece dato una mazzata in testa che mi ha ricondotto direttamente al punto nero di questa situazione.
La perdita di erezione, ma anche di eccitazione, è stata istantanea.
[#3]
Gentie ragazzo,
Io direi di rivolgervi in coppia ad uno psicologo psicoterapeuta perfezionato in seSsuologia.
Cio' perche' da quanto lei riferisce il problema potebbe essere' derivato da problematiche psicologiche del vostro rapporto: timori inconsci che le producono tale fenomeno ma che costituiscono una dinmica difensiva. Prova di questo e' stata la sua reazione di blocco rispetto al sogo dela sua ragazza.
Pobabilmente sara' sfficiente una consulenza per inquadrare i problemi.
I migliori saluti
Io direi di rivolgervi in coppia ad uno psicologo psicoterapeuta perfezionato in seSsuologia.
Cio' perche' da quanto lei riferisce il problema potebbe essere' derivato da problematiche psicologiche del vostro rapporto: timori inconsci che le producono tale fenomeno ma che costituiscono una dinmica difensiva. Prova di questo e' stata la sua reazione di blocco rispetto al sogo dela sua ragazza.
Pobabilmente sara' sfficiente una consulenza per inquadrare i problemi.
I migliori saluti
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 29/10/2012.
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