Dialogo con me stesso e doc
Buongiorno,
Da sempre ho una domanda che vizia le mie giornate è: Perché mi risulta tutto così complicato?
Mi è stato diagnosticato due anni fa una forma di D.O.C e suggerita una terapia farmacologica con sertralina cloridrato a cui mi sono sottoposto per alcuni mesi, successivamente decisi di sospendere la cura perché effettivamente riuscivo e riesco a gestire le manifestazioni compulsive in maniera abbastanza autonoma, ma nonostante questo, continuo ad avvertire una sorta di disturbo che non riguarda gli atteggiamenti compulsivi, ma altro; Le spiego per chiarezza:
Mi trovo costantemente (ogni istante della mia giornata escluse le ore di sonno) a dialogare con me stesso, a riflettere interiormente o ad alta voce, spesso anche in luoghi pubblici adottando il cellulare per camuffare un atteggiamento che so essere disdicevole in alcuni contesti, passo molto tempo a raccontare a me stesso i miei problemi sentimentali, le mie paure e come poterli risolvere, quasi fossi il mio migliore amico; nonostante questo ho un bel gruppo di amici reali con cui spendo serate divertenti e la mia vita sociale è attiva, non esagerata, ma nemmeno atipica, voglio dire,ho i soliti quattro amici di sempre, i miei colleghi, amici di altre città, quindi non mi sento assolutamente abbandonato, ma questo non mi impedisce di sedermi con me stesso e spendere pomeriggi a dialogare, quasi a recitare una parte!Spesso infatti ho come l'impressione che ci sia una sorta di "copione" a cui mi attengo, una parte che impersono quasi fossi un attore che calca il palcoscenico "reale" della vita e che una sorta di cinepresa eterea sia lì ad immortalare i miei istanti, sono consapevole di quanto questo non sia reale, ma nonostante tutto in molte occasioni mi comporto "secondo copione": Rido alle battute degli altri anche se non sono così ironiche, mi tengo disponibile per aiutare chi è in difficoltà, sono sincero al limite dell'esasperato perché è l'idealtipo che vorrei essere, ma non riesco a capire se sia davvero il mio modello di uomo a cui aspiro o piuttosto il tipo di uomo che vorrei scorgere se avessi la possibilità di scrutare dall'alto le persone.Di queste cose non ho mai fatto parola con il neurologo che mi seguì in passato perché sono più recenti.Mi chiedo quanto delle mie scelte siano effettivamente libere oppure influenzate da questo mio modo "distorto" di vedere la realtà, quanto sia davvero innamorato di quella ragazza indisponente,quanto le mie relazioni con gli altri siano sincere oppure il risultato dei ruoli assegnati agli altri che nel mio personale psicodramma interpretano gli amici, gli affetti e le difficoltà. Mi trovo ad indugiare in questo pensiero: Quanto è vincolante il ruolo della società nelle nostre relazioni e quanto invece sia libero il nostro sceglierci, ma anche qui mi arrovello in panegirici senza capo né coda!
Tutto mi pare complicato: Le relazioni, i rapporti,gli scambi, i sentimenti e i momenti più sereni li vivo in viaggio,quando sono un passeggero
Da sempre ho una domanda che vizia le mie giornate è: Perché mi risulta tutto così complicato?
Mi è stato diagnosticato due anni fa una forma di D.O.C e suggerita una terapia farmacologica con sertralina cloridrato a cui mi sono sottoposto per alcuni mesi, successivamente decisi di sospendere la cura perché effettivamente riuscivo e riesco a gestire le manifestazioni compulsive in maniera abbastanza autonoma, ma nonostante questo, continuo ad avvertire una sorta di disturbo che non riguarda gli atteggiamenti compulsivi, ma altro; Le spiego per chiarezza:
Mi trovo costantemente (ogni istante della mia giornata escluse le ore di sonno) a dialogare con me stesso, a riflettere interiormente o ad alta voce, spesso anche in luoghi pubblici adottando il cellulare per camuffare un atteggiamento che so essere disdicevole in alcuni contesti, passo molto tempo a raccontare a me stesso i miei problemi sentimentali, le mie paure e come poterli risolvere, quasi fossi il mio migliore amico; nonostante questo ho un bel gruppo di amici reali con cui spendo serate divertenti e la mia vita sociale è attiva, non esagerata, ma nemmeno atipica, voglio dire,ho i soliti quattro amici di sempre, i miei colleghi, amici di altre città, quindi non mi sento assolutamente abbandonato, ma questo non mi impedisce di sedermi con me stesso e spendere pomeriggi a dialogare, quasi a recitare una parte!Spesso infatti ho come l'impressione che ci sia una sorta di "copione" a cui mi attengo, una parte che impersono quasi fossi un attore che calca il palcoscenico "reale" della vita e che una sorta di cinepresa eterea sia lì ad immortalare i miei istanti, sono consapevole di quanto questo non sia reale, ma nonostante tutto in molte occasioni mi comporto "secondo copione": Rido alle battute degli altri anche se non sono così ironiche, mi tengo disponibile per aiutare chi è in difficoltà, sono sincero al limite dell'esasperato perché è l'idealtipo che vorrei essere, ma non riesco a capire se sia davvero il mio modello di uomo a cui aspiro o piuttosto il tipo di uomo che vorrei scorgere se avessi la possibilità di scrutare dall'alto le persone.Di queste cose non ho mai fatto parola con il neurologo che mi seguì in passato perché sono più recenti.Mi chiedo quanto delle mie scelte siano effettivamente libere oppure influenzate da questo mio modo "distorto" di vedere la realtà, quanto sia davvero innamorato di quella ragazza indisponente,quanto le mie relazioni con gli altri siano sincere oppure il risultato dei ruoli assegnati agli altri che nel mio personale psicodramma interpretano gli amici, gli affetti e le difficoltà. Mi trovo ad indugiare in questo pensiero: Quanto è vincolante il ruolo della società nelle nostre relazioni e quanto invece sia libero il nostro sceglierci, ma anche qui mi arrovello in panegirici senza capo né coda!
Tutto mi pare complicato: Le relazioni, i rapporti,gli scambi, i sentimenti e i momenti più sereni li vivo in viaggio,quando sono un passeggero
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...Mi chiedo quanto delle mie scelte siano effettivamente libere oppure influenzate da questo mio modo "distorto" di vedere la realtà, quanto sia davvero innamorato di quella ragazza indisponente,quanto le mie relazioni con gli altri siano sincere oppure il risultato dei ruoli assegnati agli altri che nel mio personale psicodramma interpretano gli amici, gli affetti e le difficoltà...
gentile ragazzo, se queste rimuginazioni non le danno la possibilità di essere sereno allora anch'esso possono essere espressione di doc.
deve ricordare che quando le domande non danno una reale possibilità di risposta concreta suscitano risposte altrettanto irrazionali e infinite. Spesso il doc è l'espressione di domande tecnicamente scorrette, le rimuginazioni ne sono una conseguenza.
saluti
gentile ragazzo, se queste rimuginazioni non le danno la possibilità di essere sereno allora anch'esso possono essere espressione di doc.
deve ricordare che quando le domande non danno una reale possibilità di risposta concreta suscitano risposte altrettanto irrazionali e infinite. Spesso il doc è l'espressione di domande tecnicamente scorrette, le rimuginazioni ne sono una conseguenza.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
La ringrazio per la sua risposta, anche io suppongo sia una delle tante manifestazioni del disturbo, ma questo mi impedisce di avere una visione chiara sulla mia vita e mi rende estremamente frustrato; relativizzando ogni cosa é come se tutto fosse e non fosse possibile! Affronterò il problema!
Saluti
Saluti
[#3]
Utente
La ringrazio per la sua risposta, anche io suppongo sia una delle tante manifestazioni del disturbo, ma questo mi impedisce di avere una visione chiara sulla mia vita e mi rende estremamente frustrato; relativizzando ogni cosa é come se tutto fosse e non fosse possibile! Affronterò il problema!
Saluti
Saluti
[#4]
>>> Perché mi risulta tutto così complicato?
>>>
La risposta potrebbe benissimo essere: "Perché lei è affetto da Doc", il che in questo caso rispondenderebbe anche a: "Perché mi faccio questa domanda?"
>>> effettivamente riuscivo e riesco a gestire le manifestazioni compulsive in maniera abbastanza autonoma
>>>
Questo apparentemente potrebbe sembrare un punto a favore, ma nel Doc il voler far da sè è quasi sempre un'espressione del disturbo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
L'essenza del Doc è il bisogno esagerato di controllo, perciò "chi fa da sé fa per tre" non è più una virtù, ma diventa la maledizione che attanaglia.
Per fare prima e risparmiare tempo, dovrebbe rivolgersi a un terapeuta esperto in disturbi ossessivi.
>>>
La risposta potrebbe benissimo essere: "Perché lei è affetto da Doc", il che in questo caso rispondenderebbe anche a: "Perché mi faccio questa domanda?"
>>> effettivamente riuscivo e riesco a gestire le manifestazioni compulsive in maniera abbastanza autonoma
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Questo apparentemente potrebbe sembrare un punto a favore, ma nel Doc il voler far da sè è quasi sempre un'espressione del disturbo:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2109-ansia-depressione-problemi-sessuali-relazionali-c-posso-farcela-da-solo.html
L'essenza del Doc è il bisogno esagerato di controllo, perciò "chi fa da sé fa per tre" non è più una virtù, ma diventa la maledizione che attanaglia.
Per fare prima e risparmiare tempo, dovrebbe rivolgersi a un terapeuta esperto in disturbi ossessivi.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 2.1k visite dal 29/10/2012.
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