Autolesionismo...?
Salve, ho 18 anni, all'inizio di quest'estate ho vissuto dei bellissimi momenti, sono stata ruolo principale nel balletto della mia scuola di danza, un sogno per me, che giunto alla fine inevitabilmente, mi ha molto buttata giù, tutto mi sembrava molto spento.
Dunque, da quando è finita l'estate mi sentivo come impregnata di un turbamento, forse eco di giugno, ma in realtà senza un vero perché.
Una sera per caso ho preso a giocherellare con un paio di forbicine, facendomi dei taglietti superficiali sul polso. Senza un motivo preciso. I giorni successivi, a scuola, prendevo la puntina del compasso, o le chiavi, e ci giocherellavo allo stesso modo, ricalcando i vecchi segni, o facendone di nuovi.
Sono passati un po' più di un paio di mesi, e ho una lametta sempre nel portafoglio, e a scuola mi chiudo nei bagni tra un'ora e l'altra e mi taglio, giù fino a fare sanguinare, e lo faccio quasi ogni giorno, scuola-casa non ha importanza, quando ci penso ne ho voglia ed è come fumare.
Faccio la ballerina, ora è inverno, vado a lezione con una maglia a maniche lunghe ma ho il terrore che qualcuno veda i miei segni, ho il braccio abbastanza martoriato. Agli spettacoli uso del fondotinta. Il mio migliore amico un giorno li ha visti perché eravamo insieme a casa sua e io ero in maglietta. Mi ha guardato triste e mi ha chiesto "perché?" Sapete cosa gli ho risposto? NON LO SO. Ecco cosa. E avrei voluto piangere tutte le lacrime che avevo e non sentivo nulla di nulla.
Ogni tanto, quando dopo le lezioni pranzo a casa da sola, mi capita di mangiare parecchio, mi abboffo, se mi accorgo di avere esagerato mi induco il vomito, e subito dopo mi devo tagliare, perché...perché mi sembra di...consolarmi. Non so come spiegare. Guardo un po' le goccioline di sangue, poi curo bene i tagli disinfettandoli e fine.
Una cosa che ho capito? Mi sento sola da morire. Quello sì. Mortalmente sola.
Ho appurato la mia bisessualità un anno e mezzo fa, e sono molto innamorata di una ragazza che però non sa decidersi, ed una continua incertezza, un allontanarmi e un volermi di punto in bianco. Ho perso due care amicizie due anni fa. A scuola ho il mio migliore amico di cui parlavo. Ed è forse l'unica persona, l'unica, che quando vedo mi scioglie il cuore. I miei li vedo poco, sono sempre a scuola, o a danza, o in ospedale (faccio il clown di corsia). La sera quando rientro mi chiudo a studiare. I miei non sanno quasi nulla. Non sanno della mia ragazza, delle mie sigarette, del mio braccio che faccio sempre attenzione a nascondere.
Amo molto la vita e al suicidio non ci penso, perché mi piace possedere un corpo tutto mio e stare sulle mie gambe. Solo che mi sento tanto persa in me stessa, anche quando le persone con le migliori intenzioni mi cercano, sono restia dall'assecondare il contatto. Mi dovrei un po' ritrovare...e tutti quei tagli...che ne sarà di me? Non posso farlo per sempre! Ma ora smettere non mi sembra proprio possibile...
Grazie mille in anticipo
Dunque, da quando è finita l'estate mi sentivo come impregnata di un turbamento, forse eco di giugno, ma in realtà senza un vero perché.
Una sera per caso ho preso a giocherellare con un paio di forbicine, facendomi dei taglietti superficiali sul polso. Senza un motivo preciso. I giorni successivi, a scuola, prendevo la puntina del compasso, o le chiavi, e ci giocherellavo allo stesso modo, ricalcando i vecchi segni, o facendone di nuovi.
Sono passati un po' più di un paio di mesi, e ho una lametta sempre nel portafoglio, e a scuola mi chiudo nei bagni tra un'ora e l'altra e mi taglio, giù fino a fare sanguinare, e lo faccio quasi ogni giorno, scuola-casa non ha importanza, quando ci penso ne ho voglia ed è come fumare.
Faccio la ballerina, ora è inverno, vado a lezione con una maglia a maniche lunghe ma ho il terrore che qualcuno veda i miei segni, ho il braccio abbastanza martoriato. Agli spettacoli uso del fondotinta. Il mio migliore amico un giorno li ha visti perché eravamo insieme a casa sua e io ero in maglietta. Mi ha guardato triste e mi ha chiesto "perché?" Sapete cosa gli ho risposto? NON LO SO. Ecco cosa. E avrei voluto piangere tutte le lacrime che avevo e non sentivo nulla di nulla.
Ogni tanto, quando dopo le lezioni pranzo a casa da sola, mi capita di mangiare parecchio, mi abboffo, se mi accorgo di avere esagerato mi induco il vomito, e subito dopo mi devo tagliare, perché...perché mi sembra di...consolarmi. Non so come spiegare. Guardo un po' le goccioline di sangue, poi curo bene i tagli disinfettandoli e fine.
Una cosa che ho capito? Mi sento sola da morire. Quello sì. Mortalmente sola.
Ho appurato la mia bisessualità un anno e mezzo fa, e sono molto innamorata di una ragazza che però non sa decidersi, ed una continua incertezza, un allontanarmi e un volermi di punto in bianco. Ho perso due care amicizie due anni fa. A scuola ho il mio migliore amico di cui parlavo. Ed è forse l'unica persona, l'unica, che quando vedo mi scioglie il cuore. I miei li vedo poco, sono sempre a scuola, o a danza, o in ospedale (faccio il clown di corsia). La sera quando rientro mi chiudo a studiare. I miei non sanno quasi nulla. Non sanno della mia ragazza, delle mie sigarette, del mio braccio che faccio sempre attenzione a nascondere.
Amo molto la vita e al suicidio non ci penso, perché mi piace possedere un corpo tutto mio e stare sulle mie gambe. Solo che mi sento tanto persa in me stessa, anche quando le persone con le migliori intenzioni mi cercano, sono restia dall'assecondare il contatto. Mi dovrei un po' ritrovare...e tutti quei tagli...che ne sarà di me? Non posso farlo per sempre! Ma ora smettere non mi sembra proprio possibile...
Grazie mille in anticipo
[#1]
Gentile ragazza,
Lei stessa ha compreso che prodursi i tagli, le abbufffate e gli atti di autolesionismo sia un modo di chiedere aiuto. Urlare direi! Urlare a qualcuno di accorgersi della sua sofferenza sorda.
Ill suo compagno che ha notato i tagli per un attimo si e' davvero messo a contatto con tali livelli profondi: il suo pianto lo testimonia. Per un attimo non e' stata piu' sola.
Il mio consiglio, invito, e' di chiedere questo aiuto ad un professionista psicologo psicoterapeuta al piu' presto!
Ci tenga informati e tantissimi auguri
Lei stessa ha compreso che prodursi i tagli, le abbufffate e gli atti di autolesionismo sia un modo di chiedere aiuto. Urlare direi! Urlare a qualcuno di accorgersi della sua sofferenza sorda.
Ill suo compagno che ha notato i tagli per un attimo si e' davvero messo a contatto con tali livelli profondi: il suo pianto lo testimonia. Per un attimo non e' stata piu' sola.
Il mio consiglio, invito, e' di chiedere questo aiuto ad un professionista psicologo psicoterapeuta al piu' presto!
Ci tenga informati e tantissimi auguri
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Gentilissima,
.....Il fatto di rendere visibili i segni dei tagli e delle ferite sul proprio corpo è un atto in cui si cerca di mutare un dolore che si vive internamente e che gli altri non vedono e non possono capire, in qualcosa di visibile a tutti quanti.Una volta compiuto "l'atto"ci si sente meglio,sembra infatti che procurarsi del male sia un dolore molto più controllabile e gestibile di una sofferenza interiore, impalpabile ma presente.
Questo atto di autolesionismo di solito compare proprio in concomitanza di disturbi alimentari come nel suo caso.
lei è una ragazza molto sensibile,e le sue ferite sono un grido verso il mondo per chiedere aiuto, per essere ascoltati, ma soprattutto amati.
Fare il clown in corsia, gesto nobilissimo che denota una grande interiorità ed un' estrema capacità di donarsi agli altri.
Il mio consiglio è quello di chiedere un aiuto ad uno psicologo in modo che possa intraprendere un percorso dove esprimere e rielaborare dei disagi pesanti che ha vissuto in passato e che l'hanno portata fino a questo punto.
Si può e si deve riprendere in mano la sua vita, continuare a ballare con le sue gambe e con un corpo non più martoriato, ma sano e integro.
Spero di esserle stata in qualche modo d'aiuto
I miei migliori auguri.
.....Il fatto di rendere visibili i segni dei tagli e delle ferite sul proprio corpo è un atto in cui si cerca di mutare un dolore che si vive internamente e che gli altri non vedono e non possono capire, in qualcosa di visibile a tutti quanti.Una volta compiuto "l'atto"ci si sente meglio,sembra infatti che procurarsi del male sia un dolore molto più controllabile e gestibile di una sofferenza interiore, impalpabile ma presente.
Questo atto di autolesionismo di solito compare proprio in concomitanza di disturbi alimentari come nel suo caso.
lei è una ragazza molto sensibile,e le sue ferite sono un grido verso il mondo per chiedere aiuto, per essere ascoltati, ma soprattutto amati.
Fare il clown in corsia, gesto nobilissimo che denota una grande interiorità ed un' estrema capacità di donarsi agli altri.
Il mio consiglio è quello di chiedere un aiuto ad uno psicologo in modo che possa intraprendere un percorso dove esprimere e rielaborare dei disagi pesanti che ha vissuto in passato e che l'hanno portata fino a questo punto.
Si può e si deve riprendere in mano la sua vita, continuare a ballare con le sue gambe e con un corpo non più martoriato, ma sano e integro.
Spero di esserle stata in qualche modo d'aiuto
I miei migliori auguri.
Dr. Sara Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it
[#3]
Utente
Gentile dottoressa E.,
La ringrazio molto per la risposta, nel mio liceo a breve riaprirà lo sportello psicologico, per ora non ho grandi alternative, poiché vorrei lasciare i miei genitori all'oscuro di queste faccende...
Credo che lei leggendo anche poche righe mie abbia capito buona parte del problema, vi terrò sicuramente informati, e grazie ancora
Gentile dottoressa R.,
grazie per le sue belle parole e per avermi espresso il suo parere, che ho letto con amaro piacere, perché sia lei che la collega mi capite anche senza avermi mai vista.
Nel momento in cui dovessi rivolgermi allo psicologo scolastico, a vostro avviso, cosa dovrei dirgli? Da dove dovrei cominciare? temo molto che le sedute saranno confuse e sfoceranno nell'inutile se non riesco ad essere un minimo pertinente...mi dispiace molto per questa situazione, perché mi sono sempre trovata molto bene integrando il mio piccolo mondo con la bellezza di quello fuori, invece ora quello fuori è ancora lì, mentre il mio è sbagliato sbagliato sbagliato
La ringrazio molto per la risposta, nel mio liceo a breve riaprirà lo sportello psicologico, per ora non ho grandi alternative, poiché vorrei lasciare i miei genitori all'oscuro di queste faccende...
Credo che lei leggendo anche poche righe mie abbia capito buona parte del problema, vi terrò sicuramente informati, e grazie ancora
Gentile dottoressa R.,
grazie per le sue belle parole e per avermi espresso il suo parere, che ho letto con amaro piacere, perché sia lei che la collega mi capite anche senza avermi mai vista.
Nel momento in cui dovessi rivolgermi allo psicologo scolastico, a vostro avviso, cosa dovrei dirgli? Da dove dovrei cominciare? temo molto che le sedute saranno confuse e sfoceranno nell'inutile se non riesco ad essere un minimo pertinente...mi dispiace molto per questa situazione, perché mi sono sempre trovata molto bene integrando il mio piccolo mondo con la bellezza di quello fuori, invece ora quello fuori è ancora lì, mentre il mio è sbagliato sbagliato sbagliato
[#4]
Gentilissima,
si apra come ha fatto con noi, liberamente e saprà lui o lei dove farla cominciare;
non deve dispiacersi di nulla, capita a tante persone di doversi confrontare con il proprio mondo interiore;
il suo non è sbagliato, mi creda; in questo momento è solo sofferente e va capito e aiutato, solo questo.
Ancora auguri e spero insieme alla collega di aver alleviato almeno in parte le sue paure;
proceda sicura, fuori c'è ancora un mondo colorato.
si apra come ha fatto con noi, liberamente e saprà lui o lei dove farla cominciare;
non deve dispiacersi di nulla, capita a tante persone di doversi confrontare con il proprio mondo interiore;
il suo non è sbagliato, mi creda; in questo momento è solo sofferente e va capito e aiutato, solo questo.
Ancora auguri e spero insieme alla collega di aver alleviato almeno in parte le sue paure;
proceda sicura, fuori c'è ancora un mondo colorato.
[#6]
..... E avrei voluto piangere tutte le lacrime
che avevo e non "sentivo nulla di nulla... "
Carissima ragazza,
è proprio in queste parole che si racchiude probabilmente tutto il suo dolore e, allo stesso tempo, parte del "perchè" tende a farsi del male fisicamente.
Quando il vissuto emotivo diventa molto intenso,quasi inondante, e la persona non riesce a elaborare e rintracciare fino in fondo i propri stati interni, la propria sofferenza, tende ad utilizzare il corpo per "sentirsi", per aver un contatto diretto, immediato, più forte con se stessa.
Questa difficoltà a gestire le proprie emozioni, è rappresentata inoltre dalla tendenza alle abbuffate e da i comportamenti compulsivi in generale.
"Mi dovrei un po' ritrovare..."
Ed in queste parole si può riassumere ciò che Le ho appena spiegato.
Ritrovare se stessa, sentirsi, non più attraverso il corpo, ma andando in fondo a se stessa, rintracciando e vivendo quelle emozioni,in parte anestetizzate,in parte esternalizzate in maniera non funzionale.
Segua il consiglio delle colleghe, non esiti a chiedere aiuto ad uno psicologo.
E non si preoccupi. Non esiste una procedura su cosa dire e come farlo, provi ad essere se stessa e pian piano il resto verrà da sè.
Le auguro tutto il meglio possa vivere una ragazza della sua età e la saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
che avevo e non "sentivo nulla di nulla... "
Carissima ragazza,
è proprio in queste parole che si racchiude probabilmente tutto il suo dolore e, allo stesso tempo, parte del "perchè" tende a farsi del male fisicamente.
Quando il vissuto emotivo diventa molto intenso,quasi inondante, e la persona non riesce a elaborare e rintracciare fino in fondo i propri stati interni, la propria sofferenza, tende ad utilizzare il corpo per "sentirsi", per aver un contatto diretto, immediato, più forte con se stessa.
Questa difficoltà a gestire le proprie emozioni, è rappresentata inoltre dalla tendenza alle abbuffate e da i comportamenti compulsivi in generale.
"Mi dovrei un po' ritrovare..."
Ed in queste parole si può riassumere ciò che Le ho appena spiegato.
Ritrovare se stessa, sentirsi, non più attraverso il corpo, ma andando in fondo a se stessa, rintracciando e vivendo quelle emozioni,in parte anestetizzate,in parte esternalizzate in maniera non funzionale.
Segua il consiglio delle colleghe, non esiti a chiedere aiuto ad uno psicologo.
E non si preoccupi. Non esiste una procedura su cosa dire e come farlo, provi ad essere se stessa e pian piano il resto verrà da sè.
Le auguro tutto il meglio possa vivere una ragazza della sua età e la saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
Dr.ssa serena rizzo
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3k visite dal 26/10/2012.
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