Paura di mangiare e inappetenza
Ho richiesto due consulti precedenti in gastroenterologia, e di malattie organiche non è risultato un granché dagli esami e visite da me effettuate. Il mio grosso problema è che dopo esser stato male, ora non ho più fame, ho paura di mangiare, riesco a mangiare quando sono a casa mia, sempre poco, basta che ci sia tranquillità. Quando devo mangiare spesso mi tremano le mani, e mi sento molto triste perchè prima di non star bene mangiavo abbondantemente, senza problemi, tutto quello che mi piaceva e ora penso e ho paura che tutto quello che potrei mangiare mi possa far rimettere di nuovo.. Ero contento del peso che avevo raggiunto (62kg) perchè sono sempre stato magrolino e mi sentivo bene, anche con quel filo di pancetta che avevo, ora sono diventato 54kg e non so che fare, non riesco a trovare le forze per mangiare di nuovo con spensieratezza! Il mio medico di base mi dice di stare tranquillo e per aiutarmi un po' mi ha dato lo Zoloft da 50mg e Xanax al bisogno (10goccie ogni tanto quando sento tremori, continui sospiri o "ricerca" di aria)... Le ho chiesto se era il caso che iniziassi una psicoterapia, ma ho paura e purtroppo non molta fiducia (mi scuso anticipatamente) e non so che fare, mi sento in una strada senza uscita, è da agosto che va avanti così, non riesco a mangiare con gli amici perchè ho paura, mi sta venendo anche la paura di uscire di casa per fare qualsiasi altra cosa. E la cosa che mi stupisce di più è che prima di non star bene, vivevo la mia vita felice, uscivo quando mi andava, stavo in compagnia, lavoravo (ora sono disoccupato per fine contratto, ma mi sento contento così) i problemi che si creano in casa, un po' cercavo di superarli assieme ai miei famigliari, un po' ignoravo.. ora sento tutto addosso, come se mi sentissi in colpa di tutto.. non c'è un bel rapporto tra me e mio padre, non si parla quasi mai, è anziano e parla molto spesso con mio fratello più grande (che lavora assieme a lui) e sembri che ignori me, mia madre e l'altro mio fratello (vive un po' nel suo mondo), sono molto attaccato a mia madre, che in questo periodo mi è sempre vicina e io faccio fatica a staccarmi da lei, perchè mi fa parlare e lei parla con me, soltanto che lei è da anni depressa e mai nessuno l'hanno aiutata in modo adeguato, e ho paura di diventare anche io così... non so più come uscirne, starei sempre in casa, eviterei gli amici, e se fosse possibile eviterei il cibo, ma mi metto forza e mangio perchè morire alla fine non lo voglio (anche se ci penso), eviterei anche di tornare a lavorare, dopo un lavoro che ho trovato stressante che è durato quasi un anno (ma che durante mi continuavo a farlo mi dicevo mi fa schifo, non vedo l'ora di essere a casa, ma continuavo solo per lo stipendio) e proprio non so più che fare, non so nemmeno se sostenerci a vicenda me e mia madre sia giusto per entrambi.. mi trovo in un vicolo cieco a soli 23 anni..
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Gentile Utente,
sembrerebbe emergere che dato che non si fida degli psicologi e chiede aiuto agli psicologi in via virtuale, in fondo in fondo tutta questa paura non la ha ed inizia ad esplorare come siamo fatti.
E forse cerca aiuto al di fuori del sostegno fornito da Sua madre, forse perchè si è già reso conto che *non è giusto*, o forse, e mi corregga se sbaglio, è più appropriato dire, che non basta.
Da quel che scrive sembra che Lei debba gestire tante perdite: il peso, l'appetito, il lavoro, la città, e forse la felicità.
E come si può ridarLe tutto questo on-line? È un pò complicato. Faccia il passo della psicoterapia, dato che i farmaci da soli non bastano. Aiutano a calmare la mente e preparano il terreno per quel lavoro che è la psicoterapia, o il sostegno psicologico; solo che c'è bisogno di una diagnosi per sapere quale intervento sia più adatto a Lei.
sembrerebbe emergere che dato che non si fida degli psicologi e chiede aiuto agli psicologi in via virtuale, in fondo in fondo tutta questa paura non la ha ed inizia ad esplorare come siamo fatti.
E forse cerca aiuto al di fuori del sostegno fornito da Sua madre, forse perchè si è già reso conto che *non è giusto*, o forse, e mi corregga se sbaglio, è più appropriato dire, che non basta.
Da quel che scrive sembra che Lei debba gestire tante perdite: il peso, l'appetito, il lavoro, la città, e forse la felicità.
E come si può ridarLe tutto questo on-line? È un pò complicato. Faccia il passo della psicoterapia, dato che i farmaci da soli non bastano. Aiutano a calmare la mente e preparano il terreno per quel lavoro che è la psicoterapia, o il sostegno psicologico; solo che c'è bisogno di una diagnosi per sapere quale intervento sia più adatto a Lei.
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#2]
Ex utente
No tutta questa paura non ce l'ho, ho solo tanta paura di intraprendere un percorso molto, troppo lungo e di non tornare più a vivere serenamente come facevo prima...
Ho letto parecchio (altro problema sono sempre su internet alla ricerca di sintomi e di spiegazioni, come si può vedere dai miei consulti :( sull'emetofobia, e un po' mi ci ritrovo, ricordo esattamente tutti gli episodi di rimettere che ho avuto da bambino e il penultimo è stato ormai 15 anni fa, e in questi anni ho vissuto senza problemi, anche se ce n'erano e ce ne sono ancora in famiglia, ma quest'ultimo episodio di vomito non riesco a dargli un perchè, e questo mi logora, e penso ogni giorno di stare male.. ho fatto cure in questo periodo e mi stupisco che la psiche possa bloccare la fame e fare così tanti "danni"..
solo che non so a chi rivolgermi, nella mia provincia comunque vicino a me..
un bravo psicologo/psichiatra non è facile da trovare sfogliando le "pagine gialle" e basta :(
la ringrazio della sua risposta e di un'eventuale a questa replica..
Ho letto parecchio (altro problema sono sempre su internet alla ricerca di sintomi e di spiegazioni, come si può vedere dai miei consulti :( sull'emetofobia, e un po' mi ci ritrovo, ricordo esattamente tutti gli episodi di rimettere che ho avuto da bambino e il penultimo è stato ormai 15 anni fa, e in questi anni ho vissuto senza problemi, anche se ce n'erano e ce ne sono ancora in famiglia, ma quest'ultimo episodio di vomito non riesco a dargli un perchè, e questo mi logora, e penso ogni giorno di stare male.. ho fatto cure in questo periodo e mi stupisco che la psiche possa bloccare la fame e fare così tanti "danni"..
solo che non so a chi rivolgermi, nella mia provincia comunque vicino a me..
un bravo psicologo/psichiatra non è facile da trovare sfogliando le "pagine gialle" e basta :(
la ringrazio della sua risposta e di un'eventuale a questa replica..
[#3]
Gentile Utente,
delle volte la mente è molto forte e riesce ad ottenere obiettivi di cui non sempre c'è piena consapevolezza. Alcune volte si riesce a controllare il potere della mente, altre volte non è controllabile, ma sapere cosa fa la mente ci permette di gestire le nostre reazioni e di correre ai ripari o di sfruttare a proprio vantaggio i meccanismi mentali.
La mente però non è onnipotente, ed ha dei limiti: il corpo, l'ambiente nel quale viviamo, la situazione che viviamo, le persone che abbiamo intorno.
Pensare ogni giorno di stare male, però, alimenta lo stare male, e rendersi conto di quale cibo mandiamo alla mente è un primo passo.
delle volte la mente è molto forte e riesce ad ottenere obiettivi di cui non sempre c'è piena consapevolezza. Alcune volte si riesce a controllare il potere della mente, altre volte non è controllabile, ma sapere cosa fa la mente ci permette di gestire le nostre reazioni e di correre ai ripari o di sfruttare a proprio vantaggio i meccanismi mentali.
La mente però non è onnipotente, ed ha dei limiti: il corpo, l'ambiente nel quale viviamo, la situazione che viviamo, le persone che abbiamo intorno.
Pensare ogni giorno di stare male, però, alimenta lo stare male, e rendersi conto di quale cibo mandiamo alla mente è un primo passo.
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Caro Utente,
se ci fossero altre strade da percorrere non esiterei a consigliarglieLe, ma, essendo il suo un disagio di origine psicologica, l'unica modalità per affrontarlo e risolverlo è la psicoterapia.
La stessa necessita però di un impegno costante nel volersi mettere in gioco, di costanza e fiducia nel terapeuta.
Se tali elementi sussistono, il percorso psicoterapico risulta essere efficace e, a differenza delle terapie farmacologiche, agisce all'origine del problema, evitandone la ricomparsa.
Valuti tale possibilità.
Cordialmente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
se ci fossero altre strade da percorrere non esiterei a consigliarglieLe, ma, essendo il suo un disagio di origine psicologica, l'unica modalità per affrontarlo e risolverlo è la psicoterapia.
La stessa necessita però di un impegno costante nel volersi mettere in gioco, di costanza e fiducia nel terapeuta.
Se tali elementi sussistono, il percorso psicoterapico risulta essere efficace e, a differenza delle terapie farmacologiche, agisce all'origine del problema, evitandone la ricomparsa.
Valuti tale possibilità.
Cordialmente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it
Dr.ssa serena rizzo
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4.2k visite dal 23/10/2012.
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