Rapporti di amicizia
Donna 33 enne
Non sono mai stata una ragazza a cui piaceva molto uscire la sera, sono sempre stata riservata e un po timida, ma comunque dai 18 ai 26 anni circa sono sempre uscita spesso con le mie amiche la sera, anche se non sono mai stata una che tirava su il gruppo a causa del mio carattere tranquillo e forse non molto solare.
Per questo le altre mi hanno sempre, secondo me , non considerato molto .
Quando mi sono sposata (29 anni)ho cominciato a tagliare un po i contatti , questo anche a causa del fatto che ho scoperto subito dopo di essere affetta da una forma di tumore per fortuna non grave ma x la quale sono stata operata 3 volte(questo dopo circa soli tre mesi dal matrimonio) .
Di questo non ho raccontato molto alle mie amiche che ormai cercavo di evitare sia xchè mi dava fastidio raccontare i fatti miei, sia per evitare di uscire con loro ed essere sottoposta a domande varie.
Non sono brava a raccontare bugie e si sarebbe capito facilmente che nascondevo qualcosa…
Ora a distanza di anni non ho quasi più rapporti con loro, a parte degli sms e nel frattempo ho avuto un'altra ricaduta della malattia, sono stata ri-operata e stavolta è stata un operazione molto molto più impostate delle precedenti che mi ha lasciato segni a me(solo a me x fortuna) visibili.
Le mie amiche ogni tanto con sms mi chiedono se ho novità(figli , intendono perché quasi tutte loro sono nel frattempo diventate mamme) perché non mi vedono più….io non so come comportarmi, non mi va assolutamente di raccontare cio che mi è successo,so che si meraviglierebbero del fatto di non averle chiamate , di non essermi appoggiata a loro anche per un conforto morale, ma io non me la sono sentita, ho voluto che la cosa restasse in famiglia.
Mi sento in colpa a volte, altre volte invece mi dico che era giusto che facessi cio che mi sentivo di fare….
Ora se mi capiterà di incontrarle come dovrei comportarmi?
Penso che mi guardino con disprezzo, anche se questa non è la parola giusta…ma penso lei capisca cosa intendo.
Le chiedo gentilmente di darmi una sua opinione su quanto le ho scritto e magari dei consigli x il fururo,grazie.
Non sono mai stata una ragazza a cui piaceva molto uscire la sera, sono sempre stata riservata e un po timida, ma comunque dai 18 ai 26 anni circa sono sempre uscita spesso con le mie amiche la sera, anche se non sono mai stata una che tirava su il gruppo a causa del mio carattere tranquillo e forse non molto solare.
Per questo le altre mi hanno sempre, secondo me , non considerato molto .
Quando mi sono sposata (29 anni)ho cominciato a tagliare un po i contatti , questo anche a causa del fatto che ho scoperto subito dopo di essere affetta da una forma di tumore per fortuna non grave ma x la quale sono stata operata 3 volte(questo dopo circa soli tre mesi dal matrimonio) .
Di questo non ho raccontato molto alle mie amiche che ormai cercavo di evitare sia xchè mi dava fastidio raccontare i fatti miei, sia per evitare di uscire con loro ed essere sottoposta a domande varie.
Non sono brava a raccontare bugie e si sarebbe capito facilmente che nascondevo qualcosa…
Ora a distanza di anni non ho quasi più rapporti con loro, a parte degli sms e nel frattempo ho avuto un'altra ricaduta della malattia, sono stata ri-operata e stavolta è stata un operazione molto molto più impostate delle precedenti che mi ha lasciato segni a me(solo a me x fortuna) visibili.
Le mie amiche ogni tanto con sms mi chiedono se ho novità(figli , intendono perché quasi tutte loro sono nel frattempo diventate mamme) perché non mi vedono più….io non so come comportarmi, non mi va assolutamente di raccontare cio che mi è successo,so che si meraviglierebbero del fatto di non averle chiamate , di non essermi appoggiata a loro anche per un conforto morale, ma io non me la sono sentita, ho voluto che la cosa restasse in famiglia.
Mi sento in colpa a volte, altre volte invece mi dico che era giusto che facessi cio che mi sentivo di fare….
Ora se mi capiterà di incontrarle come dovrei comportarmi?
Penso che mi guardino con disprezzo, anche se questa non è la parola giusta…ma penso lei capisca cosa intendo.
Le chiedo gentilmente di darmi una sua opinione su quanto le ho scritto e magari dei consigli x il fururo,grazie.
[#1]
Quello che lei ci chiede non si risolve a colpi di consigli, purtroppo. Può darsi che non sia necessario un consulto specialistico di persona, ma questo lo può capire anche da sola, valutando se il disagio per questa difficoltà è tale da crearle dei limiti o da pesarle particolarmente nella vita di tutti i giorni.
Per il resto tenga conto che il fatto che qualcuno ci sia amico non ci obbliga in alcun modo a parlargli delle cose che preferiamo tenere per noi. Allontanarsi un po' dagli amici quando si fa coppia fissa o ci si sposa è abbastanza normale, la coppia tende a "chiudersi" su se stessa. Tutto sta a capire quanto, nel suo caso, questo allontanamento sia stato voluto o subito.
Per il resto tenga conto che il fatto che qualcuno ci sia amico non ci obbliga in alcun modo a parlargli delle cose che preferiamo tenere per noi. Allontanarsi un po' dagli amici quando si fa coppia fissa o ci si sposa è abbastanza normale, la coppia tende a "chiudersi" su se stessa. Tutto sta a capire quanto, nel suo caso, questo allontanamento sia stato voluto o subito.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Utente
Direi che il disagio per questa difficoltà
non è tale da crearle dei limiti o da pesare particolarmente nella mia vita di tutti i giorni.
Credo che l'allontanamaento sia stato sinceramente voluto da me e non subito.
Come dice lei, anche "se quello che chiedo non si risolve a colpi di consigli", lei mi è stato molto di aiuto, veramente!
Non ho mai sentito la mancanza delle amiche e nemmeno il bisogno di parlare loro delle mie sfortune personali.
Forse talvolta cado nella errata convinzione che "se qualcuno ci è amico non ci obbliga in alcun modo a parlargli delle cose che preferiamo tenere per noi"(riportando appunto ciò che lei mi scriveva prima e che mi rendo conto di condividere in pieno)
Mi ha scritto cose che mi rendo conto solo ora di pensare anche io, GRAZIE
non è tale da crearle dei limiti o da pesare particolarmente nella mia vita di tutti i giorni.
Credo che l'allontanamaento sia stato sinceramente voluto da me e non subito.
Come dice lei, anche "se quello che chiedo non si risolve a colpi di consigli", lei mi è stato molto di aiuto, veramente!
Non ho mai sentito la mancanza delle amiche e nemmeno il bisogno di parlare loro delle mie sfortune personali.
Forse talvolta cado nella errata convinzione che "se qualcuno ci è amico non ci obbliga in alcun modo a parlargli delle cose che preferiamo tenere per noi"(riportando appunto ciò che lei mi scriveva prima e che mi rendo conto di condividere in pieno)
Mi ha scritto cose che mi rendo conto solo ora di pensare anche io, GRAZIE
[#3]
Cara Utente,
forse quelle di cui ci parla non erano davvero sue amiche, ma conoscenti che ha frequentato per alcuni anni e che chiama "amiche" perchè questo termine è a volte utilizzato per indicare chiunque si frequenti con continuità, anche in mancanza di un vero e proprio rapporto di vicinanza, affetto e intimità che connota la vera amicizia.
Di queste ragazze lei ci dice "mi hanno sempre, secondo me, non considerato molto", perciò se la sua percezione è che non l'hanno mai molto calcolata, nè tanto meno le hanno dato importanza, perchè avrebbe dovuto desiderare di raccontare proprio a loro fatti così dolorosi e privati?
Penso che non abbiate avuto un rapporto stretto anche perchè ci dice che non ha mai sentito la mancanza delle amiche, e se non ho capito male con questo ha inteso dire non solo che non le mancano quelle ragazze, ma che in generale non le manca non avere amiche.
E' così?
Ha mai avuto una migliore amica?
Se sì, come mai il rapporto si è interrotto?
forse quelle di cui ci parla non erano davvero sue amiche, ma conoscenti che ha frequentato per alcuni anni e che chiama "amiche" perchè questo termine è a volte utilizzato per indicare chiunque si frequenti con continuità, anche in mancanza di un vero e proprio rapporto di vicinanza, affetto e intimità che connota la vera amicizia.
Di queste ragazze lei ci dice "mi hanno sempre, secondo me, non considerato molto", perciò se la sua percezione è che non l'hanno mai molto calcolata, nè tanto meno le hanno dato importanza, perchè avrebbe dovuto desiderare di raccontare proprio a loro fatti così dolorosi e privati?
Penso che non abbiate avuto un rapporto stretto anche perchè ci dice che non ha mai sentito la mancanza delle amiche, e se non ho capito male con questo ha inteso dire non solo che non le mancano quelle ragazze, ma che in generale non le manca non avere amiche.
E' così?
Ha mai avuto una migliore amica?
Se sì, come mai il rapporto si è interrotto?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Utente
una migiore amica in realta credo di non averla mai avuta, ho un amica (piu di una in tempi diversi)con la quale mi trovavo molto bene ma a nessuna mi sono mai sentita di poter confidare veramente tutto di me o della mi afamiglia, ecc....sono stati rapporti che duravano pochi mesi o anni ma durante i quali non mi sono mai aperta completamente confidando tutto di me.
è come se in fondo in fondo sentissi di non essermi mai fidata molto della persona che avevo di fronte...e forse questo può essere che sia stato percepito dall'altra...
è come se in fondo in fondo sentissi di non essermi mai fidata molto della persona che avevo di fronte...e forse questo può essere che sia stato percepito dall'altra...
[#5]
"è come se in fondo in fondo sentissi di non essermi mai fidata molto della persona che avevo di fronte...e forse questo può essere che sia stato percepito dall'altra..."
E' possibile che lei in fondo pensi che aprirsi significhi rendersi vulnerabile e dare all'altro la possibilità di colpirla utilizzando la confidenza che lei gli ha riservato.
Questo però non dovrebbe succedere in un vero rapporto d'amicizia, che è diverso dai rapporti che lei ha intrattenuto con quelle ragazze.
Nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza che atteggiamento ha imparato a tenere con gli altri?
E' stata incoraggiata dai suoi a fare amicizia o invece le è stato detto (o comunicato implicitamente) che bisogna sempre stare attenti perchè non si sa mai?
I suoi genitori hanno amici?
E' possibile che lei in fondo pensi che aprirsi significhi rendersi vulnerabile e dare all'altro la possibilità di colpirla utilizzando la confidenza che lei gli ha riservato.
Questo però non dovrebbe succedere in un vero rapporto d'amicizia, che è diverso dai rapporti che lei ha intrattenuto con quelle ragazze.
Nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza che atteggiamento ha imparato a tenere con gli altri?
E' stata incoraggiata dai suoi a fare amicizia o invece le è stato detto (o comunicato implicitamente) che bisogna sempre stare attenti perchè non si sa mai?
I suoi genitori hanno amici?
[#6]
Utente
direi più la seconda:le è stato detto (o comunicato implicitamente) che bisogna sempre stare attenti perchè non si sa mai?
ma questo in seguito ad esperienze in cui le persone alle quali ci si confidava poi spettegolavano alle spalle...nemmeno i miei hanno amici, hanno avuto una vita piena di sofferenze,umiliazioni,malattie e sacrifici.
ma questo in seguito ad esperienze in cui le persone alle quali ci si confidava poi spettegolavano alle spalle...nemmeno i miei hanno amici, hanno avuto una vita piena di sofferenze,umiliazioni,malattie e sacrifici.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.7k visite dal 22/10/2012.
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