Adolescente e rifiuto della scuola

Buonasera, ho un problema che riguarda mio figlio di 15 anni. Il ragazzo frequenta la seconda superiore. Lo scorso anno, in prima superiore, dopo solo 2 mesi dagli inizi dell'anno scolastico ha deciso di cambiare scuola perché diceva che era troppo pesante, ossia doveva studiare troppo e non se la sentiva. Con rammarico e nonostante le ns. insistenze io e mia moglie lo abbiamo assecondato ed ha quindi cambiato scuola (andando in un istituto professionale più leggero). In qualche modo, senza grandi sforzi, è riuscito a terminare l'anno scolastico e passare in seconda. Devo dire che da Novembre scorso a Marzo abbiamo intrapreso un percorso con una psicologa per cercare di capire il perché di questo atteggiamento; ad oggi ancora non siamo riusciti a comprenderne i motivi fino in fondo; quello che posso dire è che la psicologa, nei vari incontri, ha sempre ribadito l'importanza di continuare il percorso scolastico....
A settembre, al rientro della scuola, mio figlio ha iniziato di nuovo a manifestare insofferenza dicendo che non vuole più andare a scuola, che attende di avere 16 anni (il prossimo marzo) per lasciare gli studi; mi dice che non vuole studiare e noi non possiamo costringerlo. Del resto ha ragione anche se, sia io che mia moglie, cerchiamo di fargli capire continuamente quanto, specialmente oggigiorno, sia importante la scuola per il futuro dei ns. ragazzi.
Il problema è che è apatico, non ha voglia di fare niente, pensa solo al suo "scooter", ad uscire con gli amici e non fare niente....senza assumersi alcun tipo di responsabilità.
So che questa è una questione abbastanza delicata e la mia pretesa non è certo risolvere i problemi attraverso un consulto online. Volevo solo sapere, per quanto sia possibile, secondo voi, se è giusto insistere con la scuola oppure lasciargli fare quello che vuole.....oppure mettere condizioni del tipo: se non studi allora non esci con gli amici....

Grazie per il vs. aiuto.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Gentile Signore,

per certi versi suo figlio è probabilmente un normale adolescente che preferisce pensare la motorino e agli amici piuttosto che a studiare, ma giustamente voi genitori siete due adulti che hanno uno sguardo più ampio sul presente e sul futuro del ragazzo, e quindi vi preoccupate di quale potrebbe essere il suo destino se iniziasse a lavorare a 16 anni invece di conseguire il diploma di scuola superiore.

Vorrei chiederle come è stata scelta la prima scuola frequentata da suo figlio e quali erano i suoi risultati nel ciclo di studi precedente.
La scuola scelta inizialmente era effettivamente troppo difficile o il problema si è concretizzato solo nel rifiuto di studiare del ragazzo?
Ha un'idea di cosa vuole fare da grande? Ne parlate mai?

Vorrei inoltre sapere che tipo di lavoro è stato effettuato con la Collega.
Ha incontrato solo il ragazzo o vi vedeva tutti assieme?
Il percorso è terminato per decisione congiunta o unilaterale?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Utente
Utente
Gentile dott.ssa innanzitutto la ringrazio per la collaborazione.
Cercherò di rispodere sinteticamente alle sue domande:
La prima scuola credo che sostanzialmente sia stata scelta perchè era un giusto compromesso tra un professionale ed un liceo (aveva scelto geometri) e sopratutto perché in classe aveva diversi amici d'infanzia.
Il mio parere è che mio figlio cerchi di evitare gli impegni, non nego che la scuola fosse impegnativa ma sono sicuro che la scelta di abbandnarla sia derivato dal fatto che non ha volgia di studiare e di impegnarsi.

Cosa vuole fare da grande? Bé nemmeno lui lo sa. Ne abbiamo parlato ma lui dice che non ha idea.

Il lavoro effettuato dalla sua collega è stato fatto sia con lui che con noi genitori. Con l'arrivo della fine della scuola (a maggio) il ragazzo stava meglio quindi abbiamo deciso di interrompere; tutta l'estate è stato bene poi, man mano che si avvicinava l'inizio della scuola ha iniziato a manifestare irrequietezza e disagio che si sono palesati immediatamente a settembre con l'inizio dell'anno scolastico.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
In precedenza come andava a scuola?
Aveva un buon rendimento ed è cambiato nel passaggio fra le medie e le superiori o anche prima non studiava volentieri?
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Utente
Utente
Alle medie era molto, molto bravo...non ha mai studiato eccessivamente ma probabilmente, essendo un ragazzo intelligente, gli bastava poco. Il cambiamento radicale è avvenuto con l'inizio delle scuole superiori dove la mole di studio e forse anche il senso di responsabilità a cui è stato chiamato sono diventati superiori, e forse complice anche la fase adolescenziale, sta succendendo quello che ho esposto..

Anche il suo atteggiamento in famiglia è cambiato: è scostante, risponde sempre soprattutto a mia moglie e, personalmente, ho avuto diversi scontri verbali molto accesi con lui.....è davvero difficile gestirlo....
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Che sia cambiato è normale perchè sta crescendo, e nell'adolescenza avviene una presa di distanza dalla famiglia che non di rado si concretizza con modalità decisamente poco piacevoli per i genitori, ma anche per il figlio stesso.

Non conoscendo di persona il caso non saprei dire se la ribellione del ragazzo rientri nella norma o se invece ci sia dell'altro, però posso dirle che sicuramente lo scontro con la realtà della scuola superiore l'ha turbato non poco: i ragazzi capaci e intelligenti, che riescono bene a scuola fino alle medie anche senza studiare molto, faticano decisamente a farsi una ragione della necessità di studiare tre o quattro volte tanto per rendere bene anche alle superiori.

Sono abituati a puntare su memoria e intelligenza e non sull'impegno, per questo non comprendono nè accettano da subito le nuove necessità di studio che un liceo o istituto tecnico impongono.
Involontariamente la vostra accettazione della richiesta di cambiare scuola a soli due mesi dall'inizio può avergli confermato che effettivamente non era all'altezza, e ora paradossalmente si potrebbe trovare a frequentare un istituto decisamente al di sotto delle sue capacità, che non lo stimola a sufficienza ad impegnarsi.

Secondo lei il ragazzo per quale tipo di lavoro potrebbe essere portato?
Ha inclinazioni artistiche o è un tipo preciso?
Prima di scegliere le superiori era stato sottoposto a test di orientamento dalla scuola?
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Utente
Utente
Se devo essere sincero non saprei davvero per quale lavoro potrebbe essere portato; non dimostra inclinazione di alcun tipo, nemmeno artistica.

Un anno fa, per completare il quadro, giocava in una squadra di calcio, alla prima partita che è stato tenuto in panchina ha deciso di smettere.

Sempre un anno fa gli abbiamo comprato lo scooter "nuovo" che aveva scelto lui (mentre gli potevo comprare benissimo un usato)...dopo 3 mesi, dico dopo 3 mesi gli è venuto in mente che lo scooter non gli piaceva più, che si era pentito (questo perché probabilmente gli amici gli hanno detto qualcosa di negativo sul motore)...

Adesso a distanza di 12 mesi (cosi rispondo alla domanda sulla "precisione") lo scooter è completamente irriconocibile, tenuto malissimo.

La scorsa primavera, inoltre, gli abbiamo trovato le sigarette...
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Mi sembra quindi di capire che di solito lo accontentate quando ha delle richieste, ma il vostro ruolo richiede anche fermezza nello stabilire delle regole e nell'essere punti di riferimento adulti.
Se volete che diventi un uomo forte e sicuro di sè è necessario che non gliele diate tutte vinte e che gli insegniate che ricevere dei no fa parte della vita, così come che non mollare è importante anche se le cose non vanno come si desidererebbe che andassero.

Come vi regolate con le punizioni?
Tendete a lasciar correre?
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 340 11
Gentile papà,
è evidente che suo figlio sta attraversando un momento di crisi piuttosto forte. In alcune situazioni gli adolescenti sono molto abili nel mascherare le proprie sofferenze dietro amici, uscite e apparente (ma solo tale) spensieratezza, ostentando poco interesse per sè e per il proprio futuro. Ma in realtà dentro la delusione per ciò che loro stessi sentono di non riuscire a ottenere è realmente bruciante.

Anche io, come la collega Massaro, ho avuto la sensazione che probabilmente in alcune situazioni voi genitori siate stati con lui particolarmente indulgenti.
Porre dei limiti a un adolescente significa aiutarlo innanzitutto a riconoscerli: è una funzione in parte educativa, ma soprattutto che contribuisce in modo fondamentale alla strutturazione del sè del ragazzo, alla sua maturazione verso l'età adulta.

Vi consiglierei di rivolgervi nuovamente a uno specialista, che possa riprendere con voi temi che evidentemente hannoa ncora bisogno di essere affrontati.

Cordialità,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it