Incapacità nel provare emozioni e sconforto generale
Salve,
Mi scuso in anticipo se questo dovesse essere un argomento già trattato in precedenza ma cercando nel forum non ho trovato niente di simile alla mia situazione. Vi scrivo perché da un po' di tempo a questa parte (in realtà si tratta di un periodo molto lungo il cui inizio risale a circa due anni fa), all'inizio un po' in sordina, poi crescendo esponenzialmente, ho notato sempre di più il bisogno, svegliandomi la mattina, di piangere, bisogno che sento in vari momenti della giornata e che cerco con tutta me stessa di non mostrare alle persone che ho accanto. A volte mi capita di guardarmi allo specchio o di guardare le mie mani o qualunque altra parte del corpo e di non riconoscerla come mia. Poi ultimamente sono diventata terrorizzata nel fare determinate cose. Per esempio, mi piaceva molto guidare ed ero molto brava, ma da qualche mese appena metto piede dentro alla macchina sono terrorizzata per tutto il caos che si può trovare in strada, cosa che prima non mi dava alcun fastidio. Ho sempre avuto la tendenza di rendere tutto perfetto ma adesso, se una cosa non è collocata in perfetta simmetria con il resto delle cose, o si trova fuori posto mi sento male. Il problema principale è che tutto ciò che mi circonda non mi porta alcun tipo di emozione, sorrido e mi mostro felice quando so che quello è il momento giusto per farlo e viceversa. In due anni non ho concluso niente, ho lavorato un po' per pagarmi gli studi che comunque non sto portando avanti.
Negli anni passati ho avuto una vita non molto facile, tra i vari lutti che si sono succeduti in famiglia, il trasloco in un altro Paese contro la mia volontà, i continui messaggi contrastanti di mia madre che mi incolpa per averle rovinato la vita e subito dopo mi dice di volermi bene, la conoscenza di mio padre che per tutta la mia vita si è comportato come uno zio che vedevo una volta all'anno, la decisione di andarmene dal mio Paese facendo i bagagli e tornando in Italia.
Due anni e mezzo fa credevo di aver trovato una sorta di equilibrio. Avevo trovato la mia "anima gemella" e tutto sembrava andare per il meglio. Avevo tantissimi amici, uscivo spesso ed ero felice. Poi è cominciato a crollarmi tutto addosso: i miei amici sono spariti e molti si sono trasferiti in altri Paesi, ho vissuto a casa del mio ragazzo perché mia madre aveva deciso di non mantenermi più, cosa che mi ha portato a cercare un lavoro, mio padre sta cominciando a farsi sentire presente ma l'unica cosa che mi tiene con i piedi saldi per terra è il mio ragazzo che è all'oscuro di tutto questo mio disagio.
Cosa devo fare? Vi ho scritto principalmente perché non capisco se questo è un disagio normale alla mia età e con il tempo riuscirò a superarlo o se in realtà ho bisogno di cure specifiche, che comunque non potrei permettermi.
Vi ringrazio in anticipo per la Vs risposta e Vi allego i miei più cordiali saluti.
Mi scuso in anticipo se questo dovesse essere un argomento già trattato in precedenza ma cercando nel forum non ho trovato niente di simile alla mia situazione. Vi scrivo perché da un po' di tempo a questa parte (in realtà si tratta di un periodo molto lungo il cui inizio risale a circa due anni fa), all'inizio un po' in sordina, poi crescendo esponenzialmente, ho notato sempre di più il bisogno, svegliandomi la mattina, di piangere, bisogno che sento in vari momenti della giornata e che cerco con tutta me stessa di non mostrare alle persone che ho accanto. A volte mi capita di guardarmi allo specchio o di guardare le mie mani o qualunque altra parte del corpo e di non riconoscerla come mia. Poi ultimamente sono diventata terrorizzata nel fare determinate cose. Per esempio, mi piaceva molto guidare ed ero molto brava, ma da qualche mese appena metto piede dentro alla macchina sono terrorizzata per tutto il caos che si può trovare in strada, cosa che prima non mi dava alcun fastidio. Ho sempre avuto la tendenza di rendere tutto perfetto ma adesso, se una cosa non è collocata in perfetta simmetria con il resto delle cose, o si trova fuori posto mi sento male. Il problema principale è che tutto ciò che mi circonda non mi porta alcun tipo di emozione, sorrido e mi mostro felice quando so che quello è il momento giusto per farlo e viceversa. In due anni non ho concluso niente, ho lavorato un po' per pagarmi gli studi che comunque non sto portando avanti.
Negli anni passati ho avuto una vita non molto facile, tra i vari lutti che si sono succeduti in famiglia, il trasloco in un altro Paese contro la mia volontà, i continui messaggi contrastanti di mia madre che mi incolpa per averle rovinato la vita e subito dopo mi dice di volermi bene, la conoscenza di mio padre che per tutta la mia vita si è comportato come uno zio che vedevo una volta all'anno, la decisione di andarmene dal mio Paese facendo i bagagli e tornando in Italia.
Due anni e mezzo fa credevo di aver trovato una sorta di equilibrio. Avevo trovato la mia "anima gemella" e tutto sembrava andare per il meglio. Avevo tantissimi amici, uscivo spesso ed ero felice. Poi è cominciato a crollarmi tutto addosso: i miei amici sono spariti e molti si sono trasferiti in altri Paesi, ho vissuto a casa del mio ragazzo perché mia madre aveva deciso di non mantenermi più, cosa che mi ha portato a cercare un lavoro, mio padre sta cominciando a farsi sentire presente ma l'unica cosa che mi tiene con i piedi saldi per terra è il mio ragazzo che è all'oscuro di tutto questo mio disagio.
Cosa devo fare? Vi ho scritto principalmente perché non capisco se questo è un disagio normale alla mia età e con il tempo riuscirò a superarlo o se in realtà ho bisogno di cure specifiche, che comunque non potrei permettermi.
Vi ringrazio in anticipo per la Vs risposta e Vi allego i miei più cordiali saluti.
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Gentile ragazza sono tanti i motivi per cui ora si sente in disarmonia. Molti gli "sforzi" per mantenersi in equilibrio. Escludere le emozioni potrebbe essere un tentativo non consapevole di evitare ulteriori stress e delusioni. D'altra parte felice non è e soprattutto serena in considerazione dell'altalenanza affettiva (madre, padre) e dei continui cambiamenti di luogo abitativo. Il pianto apparentemente immotivato esprime lo stato d'animo che la pervade.
Credo che al di là della "normalità" che è sempre relativa lei possa trovare giovamento da un confronto con uno psicologo psicoterapeuta per approfondire le dinamiche proprie della sua situazione e ri-trovare quelle energie e quegli strumenti per fare fronte al meglio alla sua vita.
Credo che al di là della "normalità" che è sempre relativa lei possa trovare giovamento da un confronto con uno psicologo psicoterapeuta per approfondire le dinamiche proprie della sua situazione e ri-trovare quelle energie e quegli strumenti per fare fronte al meglio alla sua vita.
Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
Visite in presenza e da remoto (on line)
[#2]
Gentile utente,
Concordo con la collega nel consigliarle di recarsi da uno psicologo/psicoterapeuta per elaborare tutti questi vissuti che sicuramente sono troppi e troppo aggrovigliati perché lei possa venirne a capo per conto suo.
Il fatto che lei poi cerchi e riesca a nascondere tutto questo disagio alle persone che la circondano non fa altro che peggiorare la situazione ed acuire tutto ciò che già la fa star male e questo ci fa pensare a maggior ragione che avere uno spazio suo nel quale aprirsi e condividere tutto ciò che la affligge non possa essere altro che un bene.
Si ricordi che, nel caso la sua situazione economica non fosse rosea, dato che e' giovane e si mantiene da sola agli studi, può rivolgersi ai servizi territoriali presso la sua ASL di riferimento.
Cordiali Saluti,
Concordo con la collega nel consigliarle di recarsi da uno psicologo/psicoterapeuta per elaborare tutti questi vissuti che sicuramente sono troppi e troppo aggrovigliati perché lei possa venirne a capo per conto suo.
Il fatto che lei poi cerchi e riesca a nascondere tutto questo disagio alle persone che la circondano non fa altro che peggiorare la situazione ed acuire tutto ciò che già la fa star male e questo ci fa pensare a maggior ragione che avere uno spazio suo nel quale aprirsi e condividere tutto ciò che la affligge non possa essere altro che un bene.
Si ricordi che, nel caso la sua situazione economica non fosse rosea, dato che e' giovane e si mantiene da sola agli studi, può rivolgersi ai servizi territoriali presso la sua ASL di riferimento.
Cordiali Saluti,
Dr.ssa Carla Casini
Psicologa Psicoterapeuta Sesto Fiorentino Firenze
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.5k visite dal 19/10/2012.
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