Bambino di 5 anni
Buongiorno, scrivo per il mio bambino di 5 anni. Proprio oggi mi ha chiamata l'asilo per dirmi che il mio tesoro ha bisogno di un consulto pedagogico perche rispetto agli altri bambini è piu' lento nel disegnare e quando la maestra fa le domane lui non interviene oppure deve andargli vicino per avere la risposta. Quindi la maestra vuole un incontro cone me e la pedagogista per valutare la situazione anche in previsione dell'entrata a scuola e della relazione che la maestra dovrà fare alla scuola elementare.
Il bambino è nato prematuro a 7 mesi e devo dire che è stato lentino nel camminare visto che ha iniziato a 19 mesi e nel parlare che ha raggiunto l'autonomia da 8-10 mesi. Per il resto tutto nella norma. Nessun ritardo.
Ho chiesto al bambino per il disegno lento e il non partecipare o rispondere davanti a tutti e lui mi ha detto che disegna lento perche' vuole fare bene e non interviene perche' si vergogna.
Il discorso è che lui se viene interrogato si agita perche' si sente osservato quindi penso preferisca astenersi per questo discorso. Nemmeno io, da piccola e anche ora, sono mai intervenuta nelle attività che si facevano a scuola e men che meno alzavo la mano per rispondere alle domande. Non per questo ne ho e ne risento nelle cose che facevo o che faccio. Non so cosa pensare. Mi è presa l'agitazione per questa questione. Ora dovrò parlare con la maestra e la pedagogista e francamente non so come affrontare la cosa anche perche' per me il problema non sussiste. E' solo una fatto caratteriale. C'e' che è lento chi veloce, chi partecipa come un forsennato e che osserva e basta, che vuol stare al centro dell'attenzione e chi se ne sta in disparte. Ho paura che con questa mania dilagante dei dottori pediatrici creino problemi dove non ce ne sono. Mi sapete dare un consiglio? Grazie.
Il bambino è nato prematuro a 7 mesi e devo dire che è stato lentino nel camminare visto che ha iniziato a 19 mesi e nel parlare che ha raggiunto l'autonomia da 8-10 mesi. Per il resto tutto nella norma. Nessun ritardo.
Ho chiesto al bambino per il disegno lento e il non partecipare o rispondere davanti a tutti e lui mi ha detto che disegna lento perche' vuole fare bene e non interviene perche' si vergogna.
Il discorso è che lui se viene interrogato si agita perche' si sente osservato quindi penso preferisca astenersi per questo discorso. Nemmeno io, da piccola e anche ora, sono mai intervenuta nelle attività che si facevano a scuola e men che meno alzavo la mano per rispondere alle domande. Non per questo ne ho e ne risento nelle cose che facevo o che faccio. Non so cosa pensare. Mi è presa l'agitazione per questa questione. Ora dovrò parlare con la maestra e la pedagogista e francamente non so come affrontare la cosa anche perche' per me il problema non sussiste. E' solo una fatto caratteriale. C'e' che è lento chi veloce, chi partecipa come un forsennato e che osserva e basta, che vuol stare al centro dell'attenzione e chi se ne sta in disparte. Ho paura che con questa mania dilagante dei dottori pediatrici creino problemi dove non ce ne sono. Mi sapete dare un consiglio? Grazie.
[#1]
Gentile signora la cosa migliore è quella di consultarsi con un neuropsichiatra infantile onde evitare costruzione inutili di problemi e di eliminare ogni dubbio.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
<<Mi è presa l'agitazione per questa questione. Ora dovrò parlare con la maestra e la pedagogista e francamente non so come affrontare la cosa anche perche' per me il problema non sussiste.>>
Inutile farsi prendere dall'agitazione per il timore di scoprire cose che non ci sono: se non ci sono davvero, tanto meglio, ma se ci fossero è decisamente più opportuno intervenire nel momento giusto.
Non prenda questo invito che le è stato rivolto dalle insegnanti come una seccatura o una colpevolizzazione nei suoi confronti o del suo bambino: le insegnanti hanno sott'occhio tante differenti situazioni e, se le hanno chiesto questo, è perché ritengono opportuno (per il bene di suo figlio) approfondire. Ciò non significa che emergerà per forza di cose qualcosa di particolarmente grave, magari si arriverà veramente a dire che non ci sono problemi e che lui è fatto così.
Ma un conto è dirlo dopo gli adeguati accertamenti (ad esempio, il colloquio con la pedagogista o, eventualmente, come suggerito dal Collega, la visita neuropsichiatrica) e un altro conto è dirlo prima.
Tutto questo considerando unicamente il benessere presente e futuro del suo bambino.
Se vuole, ci tenga aggiornati su come procede la situazione.
Cordialmente,
Inutile farsi prendere dall'agitazione per il timore di scoprire cose che non ci sono: se non ci sono davvero, tanto meglio, ma se ci fossero è decisamente più opportuno intervenire nel momento giusto.
Non prenda questo invito che le è stato rivolto dalle insegnanti come una seccatura o una colpevolizzazione nei suoi confronti o del suo bambino: le insegnanti hanno sott'occhio tante differenti situazioni e, se le hanno chiesto questo, è perché ritengono opportuno (per il bene di suo figlio) approfondire. Ciò non significa che emergerà per forza di cose qualcosa di particolarmente grave, magari si arriverà veramente a dire che non ci sono problemi e che lui è fatto così.
Ma un conto è dirlo dopo gli adeguati accertamenti (ad esempio, il colloquio con la pedagogista o, eventualmente, come suggerito dal Collega, la visita neuropsichiatrica) e un altro conto è dirlo prima.
Tutto questo considerando unicamente il benessere presente e futuro del suo bambino.
Se vuole, ci tenga aggiornati su come procede la situazione.
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#3]
Concordo con le colleghe,
aggiungo soltanto una osservazione senza voler giudicare nessuno.
20-30 anni fa chi era più lento o aveva difficoltà a scuola rimaneva indietro, perdeva qualche anno,
magari veniva etichettato come poco intelligente. In genere la famiglia veniva "allertata" alle medie, quando vengono al pettine alcune difficoltà, magari si andava a lavorare presto e i problemi venivano lasciati alle spalle.
Oggi per ogni difficoltà abbiamo a disposizione esperti e "diagnosi" : disturbi dell'apprendimento, bambini iperattivi, difficoltà relazionali. Può essere un bene, se si lavora tutti insieme per il bene del piccolo, o un male, se si "cerca il colpevole" se si formano giudizi frettolosi sui bambini o se si
crea preoccupazione eccessiva ed allarme.
Ieri si rischiava di non capire il bambino e di conseguenza di non aiutarlo.
Un bambino dislessico se aiutato vivrà molto più serenamente la sua difficoltà.
Oggi si rischia di "allarmare" i genitori, e di "patologizzare" far diventare le difficoltà a scuola
una specie di "malattia".
E' il modo di guardare alle difficoltà del bambino che fa la differenza,
vedere cosa non va può fare stare male il genitore che magari si sente "giudicato" si preoccupa
che il figlio venga "etichettato" come problematico, e l'eccessiva preoccupazione non fa mai bene.
Fare finta di niente, può invece far mancare un aiuto a suo figlio che può forse averne bisogno.
Vi auguro di avere la fortuna di incontrare insegnanti sensibili (ce ne sono molti) ed esperti che INSIEME A VOI capiscano le difficoltà di suo figlio al fine di renderlo più sicuro e di aiutarlo a imparare e a crescere.
Cordiali saluti
I
aggiungo soltanto una osservazione senza voler giudicare nessuno.
20-30 anni fa chi era più lento o aveva difficoltà a scuola rimaneva indietro, perdeva qualche anno,
magari veniva etichettato come poco intelligente. In genere la famiglia veniva "allertata" alle medie, quando vengono al pettine alcune difficoltà, magari si andava a lavorare presto e i problemi venivano lasciati alle spalle.
Oggi per ogni difficoltà abbiamo a disposizione esperti e "diagnosi" : disturbi dell'apprendimento, bambini iperattivi, difficoltà relazionali. Può essere un bene, se si lavora tutti insieme per il bene del piccolo, o un male, se si "cerca il colpevole" se si formano giudizi frettolosi sui bambini o se si
crea preoccupazione eccessiva ed allarme.
Ieri si rischiava di non capire il bambino e di conseguenza di non aiutarlo.
Un bambino dislessico se aiutato vivrà molto più serenamente la sua difficoltà.
Oggi si rischia di "allarmare" i genitori, e di "patologizzare" far diventare le difficoltà a scuola
una specie di "malattia".
E' il modo di guardare alle difficoltà del bambino che fa la differenza,
vedere cosa non va può fare stare male il genitore che magari si sente "giudicato" si preoccupa
che il figlio venga "etichettato" come problematico, e l'eccessiva preoccupazione non fa mai bene.
Fare finta di niente, può invece far mancare un aiuto a suo figlio che può forse averne bisogno.
Vi auguro di avere la fortuna di incontrare insegnanti sensibili (ce ne sono molti) ed esperti che INSIEME A VOI capiscano le difficoltà di suo figlio al fine di renderlo più sicuro e di aiutarlo a imparare e a crescere.
Cordiali saluti
I
Dr. Rocco Fornara
psicologo.psicoterapeuta
[#4]
Ex utente
Dottori buongiorno, ringrazio tutti delle gentili risposte.
Se ci sarà da lavorare sul bambino non esiteremo a farlo. Il punto è che lui al di fuori dell'asilo non è lento ne poco attivo, parla molto e con tutti e risponde sempre per gli altri. Devo sempre dirgli di fare un po' di silenzio che si sente solo lui. E' solare e ride sempre.
Ho chiesto, a modo mio, al bambino le varie cose che mi hanno detto le maestre e lui, sinceramente solo come un bambino puo' fare, mi ha risposto che: non risponde davanti agli altri perche' si vergogna un pochetto visto che lo guardano tutti e in silenzio , prima di rispondere vuole pensarci bene essendo un bimbo precisotto, i disegni li fa un po piano, solo all'asilo perche' a casa la velocità e normale, perche' vuole pensare bene a come fare il disegno, progettarlo insomma, e siccome a casa consuma un sacco di pennarelli perche' colora con molta foga, non vuole che succeda all'asilo perche servono anche agli altri e se lui li consuma gli altri non possono piu' disegnare. Discorso altruistico. Per il discorso attività ha detto che lo stufano un pochetto e che sono sempre le stesse. Non sto giustificando il mio bimbo quello che dico è realmente cosi. Se mi fossi accorta che c'era qualcosa che non andava, per come sono io, sarei già corsa ai ripari. Lui non è lento ne indietro ne dislessico ne altro. E' precisotto e vuole fare le cose fatte bene e come ci mette l'anima nelle cose che gli interessano, diventa estremamente pigro nelle cose che non gli interessano come tutti i bimbi. La maestra però non avrebbero dovuto fissare un appuntamento con la pedagogista, solo per parlare s'intente, senza prima chiederlo a noi genitori. E' uscita dal suo ruolo e non ci ha rispettati come genitori. Lei mi ha solo detto di presentarmi il tal giorno che c'era l'appuntamento senza consultarmi prima e non tenendo conto che già le avevo detto che al di fuori era esattamente l'opposto di come diceva lei. Le ho anche precisato che magari c'era qualcosa nel programma e nell'ambiente dell'asilo ma lei ha ignorato tutto ciò e ha agito al posto di noi genitori. Ogni bambino ha i suoi tempi e si deve lasciare crescere. Anticipare i tempi non serve a nulla. C'è chi arriva prima e chi dopo. Chi arriva prima in certe cose e chi in altre....e via dicendo. Al di la di tutto andremmo all'appuntamento e poi si vedrà.
Saluti a tutti.
Se ci sarà da lavorare sul bambino non esiteremo a farlo. Il punto è che lui al di fuori dell'asilo non è lento ne poco attivo, parla molto e con tutti e risponde sempre per gli altri. Devo sempre dirgli di fare un po' di silenzio che si sente solo lui. E' solare e ride sempre.
Ho chiesto, a modo mio, al bambino le varie cose che mi hanno detto le maestre e lui, sinceramente solo come un bambino puo' fare, mi ha risposto che: non risponde davanti agli altri perche' si vergogna un pochetto visto che lo guardano tutti e in silenzio , prima di rispondere vuole pensarci bene essendo un bimbo precisotto, i disegni li fa un po piano, solo all'asilo perche' a casa la velocità e normale, perche' vuole pensare bene a come fare il disegno, progettarlo insomma, e siccome a casa consuma un sacco di pennarelli perche' colora con molta foga, non vuole che succeda all'asilo perche servono anche agli altri e se lui li consuma gli altri non possono piu' disegnare. Discorso altruistico. Per il discorso attività ha detto che lo stufano un pochetto e che sono sempre le stesse. Non sto giustificando il mio bimbo quello che dico è realmente cosi. Se mi fossi accorta che c'era qualcosa che non andava, per come sono io, sarei già corsa ai ripari. Lui non è lento ne indietro ne dislessico ne altro. E' precisotto e vuole fare le cose fatte bene e come ci mette l'anima nelle cose che gli interessano, diventa estremamente pigro nelle cose che non gli interessano come tutti i bimbi. La maestra però non avrebbero dovuto fissare un appuntamento con la pedagogista, solo per parlare s'intente, senza prima chiederlo a noi genitori. E' uscita dal suo ruolo e non ci ha rispettati come genitori. Lei mi ha solo detto di presentarmi il tal giorno che c'era l'appuntamento senza consultarmi prima e non tenendo conto che già le avevo detto che al di fuori era esattamente l'opposto di come diceva lei. Le ho anche precisato che magari c'era qualcosa nel programma e nell'ambiente dell'asilo ma lei ha ignorato tutto ciò e ha agito al posto di noi genitori. Ogni bambino ha i suoi tempi e si deve lasciare crescere. Anticipare i tempi non serve a nulla. C'è chi arriva prima e chi dopo. Chi arriva prima in certe cose e chi in altre....e via dicendo. Al di la di tutto andremmo all'appuntamento e poi si vedrà.
Saluti a tutti.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 12.7k visite dal 19/10/2012.
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