Problemi legati alla fimosi

Il mio attuale compagno, con il quale intrattengo un rapporto sentimentale da circa un mese, mi ha messo al corrente di un suo piccolo problema (vissuto però finora come un problema di un certo peso).
Mi ha fatto presente che, soffrendo di fimosi, riesce a raggiungere l'orgasmo con grande fatica e solo dopo auto masturbazione e in tempi molto lunghi. Sin dai primi momenti in cui abbiamo cominciato ad avere rapporti sessuali io mi sono resa conto di certi suoi "blocchi" ed ho cercato di aiutarlo e sostenerlo proprio al fine di minimizzare il problema e ridargli una certa fiducia nelle sue capacità sessuali, gravemente messe in discussione dalla ex moglie, la quale raggiungeva il suo orgasmo in fretta e dopo interrompeva immediatamente il rapporto, lasciando lui a sbrigarsela da solo.
Dal momento che a mia volta ho una grande difficoltà a raggiungere l'orgasmo con la sola penetrazione ho pensato bene di indurre il mio compagno a "giocare" su queste nostre reciproche difficoltà e l'ho portato a concludere il rapporto proprio con l'automasturbazione reciproca, guardandoci e parlandoci. Questo fatto ha in qualche modo "forzato" certi suoi blocchi e da allora lui riesce spesso a raggiungere l'orgasmo anche con la penetrazione e in tempi relativamente brevi, segnale, a mio avviso, che in realtà il problema era stato indotto da altri e non dalla fimosi in sè e per sè. Avevo rilevato da come lui si comportava nel rapporto che il passato coniugale aveva pesantemente compromesso le sue capacità sessuali: il mio uomo aveva come paura di toccarmi e ancora di più di sporcarmi con il suo sperma ed io l'ho invece invitato a farlo con intenzione e a massaggiarmi con il suo sperma, cosa a me molto gradita, ed ho fatto la stessa cosa io con lui, strofinandomi a lui o bagnandomi le mani del suo sperma e massaggiando lui. Questo fatto, unito al parlarsi costantemente durante il rapporto, ha fatto sì che egli riuscisse ad avere immediatamente un altro rapporto e ad eiaculare nuovamente in breve tempo, solo con la penetrazione. Lui però vive male questa cosa, lo sento da quello che ogni tanto mi dice, in qualche modo teme che io abbia fatto tutto questo solo per fare piacere a lui, io cerco di convincerlo del contrario, facendogli capire in tutti i modi che l'affetto che mi lega a lui mi fa superare qualunque ostacolo e che comunque fin dai primi momenti avevo intuito che la sua sessualità aspettava solo di emergere e che non sto facendo altro che stimolarlo affinchè la sua vera natura di uomo sessualmente molto generoso, fantasioso e privo di tabù si rivelasse sotto tutti i suoi aspetti.
Da qualche giorno, però, qualcosa si è bloccato nuovamente, non se la sente di far l'amore con me perchè dice di non amarmi abbastanza per desiderare di cominciare con me una vita di coppia, che comunque è intesa da lui in modo assolutamente diverso da come la intendo io, da come parla capisco che la vita di coppia che ha conosciuto finora era costituita essenzialmente da molte limitazioni, molti tabù, pretese di vario genere, gelosia morbosa a cui lui ha sottostato per quieto vivere e nella speranza di salvare il matrimonio. Io la intendo invece in modo molto più aperto, lo invito a parlare di qualunque problema, di qualunque minima ombra veli il nostro rapporto. Ma questo non è bastato e ora lui ha deciso di non vedermi per un pò al fine di fare chiarezza dentro di sè.
Io tengo molto a questa persona e non voglio perderla, la domanda che rivolgo a voi è la seguente: Può un problema come la fimosi compromettere la psiche umana al punto da far rinunciare ad un rapporto che prometteva di essere felice e ricco di sentimento? Può generare la paura di scoprire la propria vera natura?
A volte ho l'impressione che il mio uomo voglia rinunciare alla nostra felicità solo perchè si sta trovando su un terreno che non conosce e che probabilmente per questo ritiene ingestibile.
Il mio uomo ha 41 anni ed io 47. Questo è un altro piccolo gap, dovuto più ad una questione anagrafica in quanto io dimostro almeno 10 anni meno di quelli che ho in realtà e fisicamente lo attraggo moltissimo. Gli piace molto accarezzarmi e baciarmi, sentire la mia pelle, e se all'inizio mi credeva dominante per il mio modo di pormi in società, nel rapporto ha scoperto però che, al contrario, sono io che desidero essere dominata e glielo faccio intendere in tutti i modi, anche se in certi momenti mi presto allo scambio dei ruoli.
Grazie per avermi letto.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

probabilmente "dietro" la fimosi, ci sono ben altri problemi che le sconsiglierei di indagare se non e' una esperta del settore, inviando opportunamente il suo compagno da un collega.
L'intervento di fimosi si sarebbe potuto fare molti anni fa senza alcun problema.
Sarebbe preferibile non cercare di forzare il suo uomo a discutere con lei di alcune problematiche che possono sottostare a problematiche ben piu' complesse e profonde.

Se il suo compagno lo riterra' opportuno, puo' rivolgersi ad un esperto per poter discutere dei suoi problemi sessuali e decisionali.
Credo, da cio' che si evince dal suo racconto, che il suo compagno non ne abbia alcuna intenzione.

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Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
Il mio compagno è a sua volta un medico e ha fatto un parziale intervento per risolvere questo problema già 20 anni fa circa. Credo che se ci fossero problematiche più importanti egli stesso si sarebbe rivolto ad un collega specializzato, mentre dai suoi racconti emerge invece una sessualità pesantemente ostacolata da un rapporto matrimoniale piuttosto costrittivo. Lungi dal voler indagare su aspetti che non sono di mia competenza quello che ho cercato di fare è solo di stare vicino al mio uomo e di ridargli la necessaria fiducia in sè stesso invitandolo a vivere il sesso come una forma di comunicazione e di gioco all'interno di un rapporto d'amore che si era da subito rivelato ricco di comprensione e tenerezza da ambo le parti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

credo che la problematica sia piu' complessa.
Spesso anche da parti di medici, la diffidenza rispetto ai colleghi di area psichiatrica puo' portare a non rivolgersi ad essi.
A mio avviso, sarebbe opportuna una valutazione specialistica.