Un soggetto ansioso ma
salve, mia moglie 39 anni e' un soggetto ansioso ma da un po'di tempo soffre di agorafobia con ansia con attacchi di panico(patologia accertata da uno psichiatra), tale manifestazione di eventi si sono accentuati con tensioni avute sul posto di lavoro tali da provocare in mia moglie ansie ed attacchi di panico tali da provocare in lei attacchi di lipotimia, quindi da quasi un anno e' in cura presso uno psichiatra ed uno psicologo assumendo cipralex e lexotan, ma sinceramente io non vedo risultati, infatti mia moglie non riesce ad andare piu' sul posto di lavoro perche' ha paura di qualche accesa discussione/protesta tale da poterle provocare le situazioni sopracitate, inoltre non riesce nemmeno a parlare a distanza(via telefono) con un collega di lavoro che inizia a piangere, recentemente alla sola vista di un collega al difuori del proprio ambito lavorativo le e' venuta un attacco di panico ed ansia tale da provocare in mia moglie come in altri precedenti episodi un rilassamento ed un black out con tremolio e quasi svenimento con sguardo perso nel vuoto, da premettere che mia moglie non e' una persona cosiddetta "forte" nei confronti della vita, molto arrendevole preoccupata, sono preoccupato perche' non riusciamo a venirne fuori, vorrei tanto che mia moglie ridiventasse "padrona" della sua vita che al momento non lo e', come possiamo riprendere a vivere una vita alquanto serena.
[#1]
Gentile Utente,
saprebbe dirci che tipo di percorso psicologico sta facendo sua moglie? Una psicoterapia? Se si, di quale orientamento? Qual'è il parere di sua moglie sul percorso in atto? Come si trova con il suo curante?
saprebbe dirci che tipo di percorso psicologico sta facendo sua moglie? Una psicoterapia? Se si, di quale orientamento? Qual'è il parere di sua moglie sul percorso in atto? Come si trova con il suo curante?
Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it
[#2]
Utente
grazie per la gentile risposta, una volta alla settimana, cio' accadeva prima del mese di agosto, andavamo a fare psicoterapia presso l'asl, poi mia moglie visti i non risultati sperati e la non fiducia nel proseguire con quello psicologo il percorso non ha voluto piu' andarci, al momento siamo rimasti in contatto con lo psichiatra dell'asl verso il quale mia moglie e' piu' propensa ad andare, ma purtroppo gli incontri con lo stesso sono pochissimi in quanto li effettuiamo in regime di ambulatorio e non sempre il dottore puo' incontrarci per varie urgenze a cui e' chiamato a soccorrere.
[#3]
Gentile Signore,
è possibile che quelli condotti presso l'Asl fossero colloqui di sostegno, più che una vera e propria psicoterapia.
Purtroppo le strutture pubbliche hanno scarse risorse e non sempre riescono a rispondere adeguatamente ai bisogni dell'utenza.
Se sua moglie si trova bene con lo psichiatra della struttura fa bene a continuare a sottoporsi ai periodici controlli, ma è il caso che contatti anche uno psicologo psicoterapeuta al quale affidarsi per lavorare sul problema.
Ci può spiegare in che modo si è presentato il problema?
E' accaduto qualche fatto specifico che si può considerare traumatico per sua moglie?
è possibile che quelli condotti presso l'Asl fossero colloqui di sostegno, più che una vera e propria psicoterapia.
Purtroppo le strutture pubbliche hanno scarse risorse e non sempre riescono a rispondere adeguatamente ai bisogni dell'utenza.
Se sua moglie si trova bene con lo psichiatra della struttura fa bene a continuare a sottoporsi ai periodici controlli, ma è il caso che contatti anche uno psicologo psicoterapeuta al quale affidarsi per lavorare sul problema.
Ci può spiegare in che modo si è presentato il problema?
E' accaduto qualche fatto specifico che si può considerare traumatico per sua moglie?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
[#4]
Utente
grazie, il problema a mia moglie si era gia' presentato alcuni anni fa' con un attacco di lipotimia dovuto ad un periodo di forte stress ed ansie accumulate, ma all'epoca non ci fu verso di convincere mia moglie ad avere un supporto psicologico, nel novembre 2011 mentre si trovava sul luogo di lavoro in seguito all'ennesimo atto di proteste dei dipendenti ma non rivolti a lei e' svenuta e da li' e' successo altre 3/4 volte sempre per le stesse motivazioni, quindi successivi attacchi di panico in luoghi affollati e continui stati d'ansia giornalieri.
[#5]
Se sua moglie ha bene in mente scene specifiche collegate all'esordio del malessere, che le creano disagio se ci ripensa, è possibile intervenire con un ciclo di sedute di EMDR, tecnica utilizzata per la riabilitazione dai traumi che lavora sulle rappresentazioni mentali e sui ricordi del soggetto che ha sviluppato malessere a seguito di eventi specifici.
Potreste perciò cercare in zona uno psicologo che impieghi questa tecnica.
Potreste perciò cercare in zona uno psicologo che impieghi questa tecnica.
[#7]
Mi spiace, ma da qui non possiamo suggerire singoli nominativi e comunque non conosco nessun collega nella sua regione che utilizzi questa tecnica.
Può iniziare a consultare l'elenco degli iscritti a questo sito o cercare tramite un motore di ricerca la voce "emdr" unitamente al nome della vostra città per trovare i recapiti in zona.
Può iniziare a consultare l'elenco degli iscritti a questo sito o cercare tramite un motore di ricerca la voce "emdr" unitamente al nome della vostra città per trovare i recapiti in zona.
[#8]
Caro Utente,
da ciò che lei scrive la situazione di disagio di sua moglie sembra essersi rafforzata nel tempo.
Ciò accade di frequente quando un problema,soprattutto di matrice ansiosa,non viene affrontato tempestivamente e poi costantemente, attraverso un percorso di psicoterapia.
Le manifestazioni ansiose tendono a rafforzarsi nel tempo, mettendo in atto le stesse un vero e proprio circuito riverberante,un circolo vizioso, dal quale "sembra" impossibile uscire. Ciò che mantiene il problema nel tempo è la rappresentazione mentale, lo schema cognitivo, rappresentato dai pensieri che sua moglie utilizza nell'interpretazione di quelle situazioni scatenanti successivamente la crisi di panico. Un approccio psicoterapico funzionale alla risoluzione di tali dinamiche potrebbe essere quello cognitivo, basandosi essenzialmente sull'identificazione dei pensieri negativi associati alla situazione temuta e alla modificazione degli stessi; ciò chiaramente si associa ad un'analisi più profonda del problema, cercando,insieme al paziente, di recuperare l'origine di uno schema di pensiero orientato in un determinato modo (nel caso di sua moglie, riferendomi alle informazioni che Lei ci fornisce, probabilmente si tratta di uno schema di pensiero orientato presumibilmente all'autosqualifica, ad una scarsa autostima, ad una tendenza alla svalutazione).
Al di là del modello scelto, Le consiglio vivamente di affrontare con sua moglie la necessità di intraprendere un percorso di psicoterapia, di non rimandare tale decisione e, una volta iniziato, di seguire lo stesso con costanza.
La saluto cordialmente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it.
da ciò che lei scrive la situazione di disagio di sua moglie sembra essersi rafforzata nel tempo.
Ciò accade di frequente quando un problema,soprattutto di matrice ansiosa,non viene affrontato tempestivamente e poi costantemente, attraverso un percorso di psicoterapia.
Le manifestazioni ansiose tendono a rafforzarsi nel tempo, mettendo in atto le stesse un vero e proprio circuito riverberante,un circolo vizioso, dal quale "sembra" impossibile uscire. Ciò che mantiene il problema nel tempo è la rappresentazione mentale, lo schema cognitivo, rappresentato dai pensieri che sua moglie utilizza nell'interpretazione di quelle situazioni scatenanti successivamente la crisi di panico. Un approccio psicoterapico funzionale alla risoluzione di tali dinamiche potrebbe essere quello cognitivo, basandosi essenzialmente sull'identificazione dei pensieri negativi associati alla situazione temuta e alla modificazione degli stessi; ciò chiaramente si associa ad un'analisi più profonda del problema, cercando,insieme al paziente, di recuperare l'origine di uno schema di pensiero orientato in un determinato modo (nel caso di sua moglie, riferendomi alle informazioni che Lei ci fornisce, probabilmente si tratta di uno schema di pensiero orientato presumibilmente all'autosqualifica, ad una scarsa autostima, ad una tendenza alla svalutazione).
Al di là del modello scelto, Le consiglio vivamente di affrontare con sua moglie la necessità di intraprendere un percorso di psicoterapia, di non rimandare tale decisione e, una volta iniziato, di seguire lo stesso con costanza.
La saluto cordialmente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it.
Dr.ssa serena rizzo
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Ci faccia sapere come procede la situazione e cosa deciderete di fare, posto che un intervento di tipo psicologico è sicuramente necessario non solo per ridare serenità a sua moglie (e a lei), ma anche per modificare quegli aspetti che la rendono "debole" e poco capace di affrontare le situazioni di conflitto.
Non si tratta infatti di riportarla ad essere "come prima", ma di consentirle di diventare "diversa da prima", più forte e consapevole delle proprie capacità e possibilità.
Non si tratta infatti di riportarla ad essere "come prima", ma di consentirle di diventare "diversa da prima", più forte e consapevole delle proprie capacità e possibilità.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 1.7k visite dal 18/10/2012.
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