Il terapeuta può presenziare al funerale di un paziente?
Espongo:oggi,a gruppo-analisi,il terapeuta ci ha raccontato un episodio.Una paziente,tempo addietro,era triste perchè aveva chiesto ad un conoscente,ottenendo un diniego,se,in caso di dipartita(della paziente),il conoscente si sarebbe recato al funerale.La paziente ha rivolto la medesima domanda al terapeuta e,costui,gli ha detto di si.Io non credevo fosse possibile?!Sapevo che,terapeuta e paziente,non possono incontrarsi al di fuori del setting terapeutico ed avere contatti d'alcun genere.Forse,in caso di dipartita del paziente,la situazione varia?!Io voglio molto bene al mio terapeuta.Lo vedo come un refernte affettivo assimilabile ad una figura paterna.Però,causa vincoli deontologici,il suo supporto può essere soltanto di matrice terapeutica.Quindi,ovviamente,al di fuori del setting,non possono avvenire contatti,neanche,ad es.,su social-network.Ho paura di chiedere io,ciò,al terapeuta.Temo che,nel mio caso,mi dica di no.Io gli voglio bene.però,lui,non mi stima.Lo sento
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gentile utente, considerando che non esistono regole fisse, ma dal momento in cui lei scrive:
(..)però,lui,non mi stima.Lo sento (..)
il problema, forse, non sta nelle regole fuori dal setting ma dalla relazione teraputica che si è impiantata e che, forse, meriterebbe un maggior approfondimento in seduta.
saluti
(..)però,lui,non mi stima.Lo sento (..)
il problema, forse, non sta nelle regole fuori dal setting ma dalla relazione teraputica che si è impiantata e che, forse, meriterebbe un maggior approfondimento in seduta.
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
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"terapeuta e paziente,non possono incontrarsi al di fuori del setting terapeutico ed avere contatti d'alcun genere"
E' vero, ma se il paziente fosse morto (stiamo infatti parlando del suo funerale) il rapporto professionale sarebbe ormai cessato e il terapeuta potrebbe decidere di unirsi ai cari del paziente per l'estremo saluto.
Pensa che se lei venisse a mancare il suo psicoterapeuta non ne sarebbe rattristato?
E' vero, ma se il paziente fosse morto (stiamo infatti parlando del suo funerale) il rapporto professionale sarebbe ormai cessato e il terapeuta potrebbe decidere di unirsi ai cari del paziente per l'estremo saluto.
Pensa che se lei venisse a mancare il suo psicoterapeuta non ne sarebbe rattristato?
Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it
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Utente
Grazie a chi mi ha risposto.
Il mio terapeuta,penso io,non mi stima.
Io,di contro,in un transfert,vedo in lui un referente affettivo assimilabile ad una figura paterna.
Gli voglio bene,tanto.
Non potrei immaginare di essere seguito da un altro specialista.
Mi piacerebbe incontrarlo al di fuori del setting terapeutico:andare a mangiare una pizza insieme.
Mi piacerebbe scambiare con lui delle tenerezze e dei gesti d'affetto,come tra padre e figlio.
So,purtroppo,che la deontologia e l'etica professionale non lo consentono,
Io,comunque,penso che,lui,non mi stimi
Il mio terapeuta,penso io,non mi stima.
Io,di contro,in un transfert,vedo in lui un referente affettivo assimilabile ad una figura paterna.
Gli voglio bene,tanto.
Non potrei immaginare di essere seguito da un altro specialista.
Mi piacerebbe incontrarlo al di fuori del setting terapeutico:andare a mangiare una pizza insieme.
Mi piacerebbe scambiare con lui delle tenerezze e dei gesti d'affetto,come tra padre e figlio.
So,purtroppo,che la deontologia e l'etica professionale non lo consentono,
Io,comunque,penso che,lui,non mi stimi
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E' importantissimo che lei gli parli di quello che sente e del fatto che non si sente stimato da lui.
Se si tratta di sentimenti transferali, come lei ipotizza, non sono sentimenti dipendono dalla persona del suo psicoterapeuta, ma da precedenti relazioni significative nelle quali lei li ha provati e li ora sta semplicemente trasferendo allo psicologo, in quanto figura di riferimento.
In questo senso è fondamentale che lei condivida il suo vissuto per poterlo modificare: è in terapia proprio per questo, quindi non ha senso che nasconda quello che ci ha riferito.
Se si tratta di sentimenti transferali, come lei ipotizza, non sono sentimenti dipendono dalla persona del suo psicoterapeuta, ma da precedenti relazioni significative nelle quali lei li ha provati e li ora sta semplicemente trasferendo allo psicologo, in quanto figura di riferimento.
In questo senso è fondamentale che lei condivida il suo vissuto per poterlo modificare: è in terapia proprio per questo, quindi non ha senso che nasconda quello che ci ha riferito.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 4k visite dal 12/10/2012.
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