Non essere motivato a fare nulla
Salve, volevo solo un parere.
E' possibile non essere motivato nè a lavorare e nè a studiare all'università? Lasciai l'università perchè mi metteva un ansia ed un agitazione incredibile e così incominciai a lavorare. Dopo alcune esperienze di lavoro alcune lasciate perchè insopportabili ed altre più interessanti finite per scadenza di contratto mi ritrovo quì a dover scegliere cosa fare: studiare o lavorare. Ho provato a riapprocciare con l'università ma mi è ritornata l'ansia; la facoltà non mi entusiasma per niente ma non ce ne sono altre che mi fanno brillare gli occhi e comunque per cambiare dovrei lasciare la mia città. Per quanto riguarda il lavoro, invece, ci sono soltanto situazioni di tanto lavoro per pochi soldi e tanti lavori che non mi piacciono. Dovrei buttarmi nelle scelte? Ma come faccio, per esempio con l'università, se il giorno dopo essere stato a lezione mi sento male? Così mi sento bloccato e non riesco più a fare una scelta. Ma è normale questa cosa?
E' possibile non essere motivato nè a lavorare e nè a studiare all'università? Lasciai l'università perchè mi metteva un ansia ed un agitazione incredibile e così incominciai a lavorare. Dopo alcune esperienze di lavoro alcune lasciate perchè insopportabili ed altre più interessanti finite per scadenza di contratto mi ritrovo quì a dover scegliere cosa fare: studiare o lavorare. Ho provato a riapprocciare con l'università ma mi è ritornata l'ansia; la facoltà non mi entusiasma per niente ma non ce ne sono altre che mi fanno brillare gli occhi e comunque per cambiare dovrei lasciare la mia città. Per quanto riguarda il lavoro, invece, ci sono soltanto situazioni di tanto lavoro per pochi soldi e tanti lavori che non mi piacciono. Dovrei buttarmi nelle scelte? Ma come faccio, per esempio con l'università, se il giorno dopo essere stato a lezione mi sento male? Così mi sento bloccato e non riesco più a fare una scelta. Ma è normale questa cosa?
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Gentile Sig.re la normalità come lei sa è molto soggettiva. Di fatto pare di comprendere che lei comunque comincia a vivere questa situazione di "immobilità" come un problema.
Ha citato più volte l'idea di iscriversi all'università e l'ansia che questa e la relativa frequenza le alimenterebbe.
Si è chiesto da dove nasce questa ansia?
A scuola le interrogazioni le mettevano l'ansia?
La sua vita come cambierebbe se lei si laureasse?
Ha citato più volte l'idea di iscriversi all'università e l'ansia che questa e la relativa frequenza le alimenterebbe.
Si è chiesto da dove nasce questa ansia?
A scuola le interrogazioni le mettevano l'ansia?
La sua vita come cambierebbe se lei si laureasse?
Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
Visite in presenza e da remoto (on line)
[#2]
Ex utente
A scuola non ho mai avuto l'ansia da interrogazione o compito, mi impegnavo ed ero tranquillo al cento per cento. E' assurdo, lo so. Diciamo che sento il peso del tempo, dovrei finire il prima possibile. La vita sinceramente non penso che cambierebbe più di tanto e poi la facoltà affrontata non mi porterebbe a realizzare i miei desideri. Io vorrei una vita tranquilla. Diciamo che il non conoscere quando finirò, se finirò, la difficoltà, non conoscere le materie di studio, mi mette ansia. Mi sento un nulla facente, di quelli a cui piace pascere sulla poltrona e che non si prendono le proprie responsabilità. Non ho più voglia di fare qualcosa che non mi piace ed allo stesso tempo non ho il coraggio di fare ciò che penso faccia per me. Ho paura di sbagliare e non mi va di provare. Riconosco che la laurea è importante e che potrebbe darmi molte chance, così ogni anno cerco di autoconvincermi a prendermela. A scuola ero molto competente e quindi vedo questa faccenda come una sconfitta personale e/o un abbassamento delle capacità. Ma la situazione di immobilità che non è dovuta a fattori esterni è un problema? Vedo che tutti fanno qualcosa e piano piano raggiungono un traguardo. Solo io, invece, mi perdo come in un labirinto. Ed il tempo passa. Ho visto gente che alle superiori non sapeva fare neanche 2+2 che ora si è realizzata, ho visto amici con cui sono cresciuto insieme acquisire un profilo personale da invidia; ed io? ho fatto l'esatto contrario: da grande a piccolo.
[#3]
"Mi sento un nulla facente, di quelli a cui piace pascere sulla poltrona e che non si prendono le proprie responsabilità. "
Il tutto nasce mi sembra dopo la maturità.
Qual'è in effetti il suo rapporto con il senso di responsabilità? Quali progetti ha per la sua vita?
"poi la facoltà affrontata non mi porterebbe a realizzare i miei desideri. Io vorrei una vita tranquilla. "
Il suo desiderio è una vita tranquilla, senza pretese, senza troppe responsabilità e soprattutto mi sembra il controllo del tempo e delle energie da impegnare.
Io credo ci sia una sfiducia di base e una ipotetica richiesta di "prestazione", una aspettativa sia interna ma anche esterna, vissuta o reale, che la blocca rispetto alla paura di fallire. L'ansia è una difesa, è un campanello d'allarme che la tiene distante dal timore di non farcela.
"Non ho più voglia di fare qualcosa che non mi piace ed allo stesso tempo non ho il coraggio di fare ciò che penso faccia per me."
Cos'è che non ha più voglia di fare? cos'è che non ha il coraggio di fare ma pensa faccia per lei?
Il tutto nasce mi sembra dopo la maturità.
Qual'è in effetti il suo rapporto con il senso di responsabilità? Quali progetti ha per la sua vita?
"poi la facoltà affrontata non mi porterebbe a realizzare i miei desideri. Io vorrei una vita tranquilla. "
Il suo desiderio è una vita tranquilla, senza pretese, senza troppe responsabilità e soprattutto mi sembra il controllo del tempo e delle energie da impegnare.
Io credo ci sia una sfiducia di base e una ipotetica richiesta di "prestazione", una aspettativa sia interna ma anche esterna, vissuta o reale, che la blocca rispetto alla paura di fallire. L'ansia è una difesa, è un campanello d'allarme che la tiene distante dal timore di non farcela.
"Non ho più voglia di fare qualcosa che non mi piace ed allo stesso tempo non ho il coraggio di fare ciò che penso faccia per me."
Cos'è che non ha più voglia di fare? cos'è che non ha il coraggio di fare ma pensa faccia per lei?
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Ex utente
"Io credo ci sia una sfiducia di base e una ipotetica richiesta di "prestazione", una aspettativa sia interna ma anche esterna, vissuta o reale, che la blocca rispetto alla paura di fallire."
può spiegarsi meglio?
In effetti è proprio dopo la maturità che non ho più avuto idea di cosa fare nella vita. Finchè si andava a scuola neanche si pensava al dopo. Scuola la mattina e compiti la sera; tutt'ok. Dopo però nel chiedermi cosa avrei voluto fare mi sono accorto di non avere una risposta e quindi mi sono perso. Come lei dice una mia grande priorità è quella di avere del tempo libero e di non cedere tutte le energie sul lavoro. Non mi piace il fatto di dover dedicare tutta la giornata al lavoro. Secondo lei è un ragionamento da svogliato?
Sono una persona molto responsabile sulla vita di tutti i giorni.
Rimando sempre all'indomani l'inizio di una nuova vita, più azioni - concretezza - senso del dovere, ma poi si rivela sempre un nulla di fatto.
La cosa che mi fa stare male per quanto riguarda il lavoro e che neanche ci provo; vedo gli annunci, non mi interessano e chiudo tutto. Secondo me il giusto dovrebbe essere quello di provare ciò che si trova e resistere il più possibile.
Dall'esterno non ho troppe pressioni a dir la verità ma credo che la gente che conosco si aspetti che io faccia qualcosa.
A volte vorrei fare tutto (studiare, lavorare, quello e quell'altro) e nel momento in cui devo impegnarmi perdo tutta la volontà.
Vorrei una vita normale, non voglio diventare chissà chi. Una casa, una famiglia, un auto, un cane, lo stadio la domenica, la passeggiata la sera, andare in pizzeria ed un viaggetto ogni tanto; soprattutto una tranquillità economica.
P.S. la mia età del profilo non è reale. sono poco più che ventenne
può spiegarsi meglio?
In effetti è proprio dopo la maturità che non ho più avuto idea di cosa fare nella vita. Finchè si andava a scuola neanche si pensava al dopo. Scuola la mattina e compiti la sera; tutt'ok. Dopo però nel chiedermi cosa avrei voluto fare mi sono accorto di non avere una risposta e quindi mi sono perso. Come lei dice una mia grande priorità è quella di avere del tempo libero e di non cedere tutte le energie sul lavoro. Non mi piace il fatto di dover dedicare tutta la giornata al lavoro. Secondo lei è un ragionamento da svogliato?
Sono una persona molto responsabile sulla vita di tutti i giorni.
Rimando sempre all'indomani l'inizio di una nuova vita, più azioni - concretezza - senso del dovere, ma poi si rivela sempre un nulla di fatto.
La cosa che mi fa stare male per quanto riguarda il lavoro e che neanche ci provo; vedo gli annunci, non mi interessano e chiudo tutto. Secondo me il giusto dovrebbe essere quello di provare ciò che si trova e resistere il più possibile.
Dall'esterno non ho troppe pressioni a dir la verità ma credo che la gente che conosco si aspetti che io faccia qualcosa.
A volte vorrei fare tutto (studiare, lavorare, quello e quell'altro) e nel momento in cui devo impegnarmi perdo tutta la volontà.
Vorrei una vita normale, non voglio diventare chissà chi. Una casa, una famiglia, un auto, un cane, lo stadio la domenica, la passeggiata la sera, andare in pizzeria ed un viaggetto ogni tanto; soprattutto una tranquillità economica.
P.S. la mia età del profilo non è reale. sono poco più che ventenne
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 8.2k visite dal 11/10/2012.
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