Comportamento aggressio dopo asilo

Buongiorno, ho un bambino di 3 anni che da circa 1 mese ha iniziato l'asilo. Premetto che è sempre stato un bambino molto obbediente e sensibile, ma con qualche problema nella socializzazione di gruppo (se incontra un singolo bambino con i suoi tempi socializza, quando sono in gruppo si isola). L'inizio dell'asilo per la prima settimana è andato benissimo, poi c'è stato un vero e proprio rifiuto, legato non tanto al distacco quanto si suppone (genitori e maestre) al fatto di dover affrontare il suo problema di socializzazione. Dopo una settimana di lacrime, sembrerebbe abbia deciso di affrontare il problema, non piange piu' e sembra tranquillo, oltre che piano piano inizia a giocare con qualche singolo bambino per volta, sembrerebbe stia trovando un suo equilibrio. Il problema però è il ritorno a casa, oltre ai week end, perchè ha assunto un atteggiamento ostile e aggressivo ad ogni tipo di regola, strafottente, molto disubbidiente, sempre arrabbiato ed anche con i bambini vicini di casa con cui ha sempre giocato litiga continuamente e sempre per colpa sua. Suppongo la sua sia una forma di ribellione nei nostri confronti o un mezzo di sfogo per una situazione difficile da affrontare, ma mi ritrovo in difficoltà perchè non so come comportarmi, fa capricci assurdi e sta diventando insofferente. Noi cerchiamo di parlargli di spiegargli che capiamo il suo stato d'animo e che non è giusto prendersela con gli altri, cerchiamo di coccolarlo e fargli sentire la nostra presenza, ma purtroppo in momenti difficili l'unica cosa che sembra funzionare è il castigo per riflettere su quello che ha fatto. Potrebbe consigliarmi su eventuali altre tecniche che si possano adottare per supportarlo e ristabilire la serenità famigliare? Grazie vivamente.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Signora,
Come tutte le fasi di adattamento, anche questa potrebbe essere transitoria.
Ottimale sarebbe non farsi prendere dall' ansia e dalla rabbia, mantenere le regole in casa, senza aggressivita' e con toni calmi e pacati.
Mantenere i soliti " no" , ma con estremo amore e dolcezza

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 14
gentile signora,
tutti i bambini sani naturalmente attorno ai tre anni si trovano nel cosiddetto "periodo dei NO".

Diventano improvvisamente testardi e spesso disobbedienti; non riescono più a interessarsi di un gioco più di qualche minuto e mettono alla prova le capacità di dialogo e la pazienza di molti genitori.


Questa fase è molto importante per il bambino e per la sua identità, sta imparando a differenziare i suoi desideri e le sue emozioni da quelle degli altri e dal mondo circostante.

Fino verso i 5 anni, inoltre è del tutto che un bambino possa avere comportamenti di aggressività e "menare le mani" soprattutto se maschio. Se cedesse senza opposizioni non avrebbe un comportamento normale.

E ancora,a quell'età la capacità di gestire dinamiche di gruppo non è ancora sviluppata ma prevalgono logiche (e necessità) di "leadership" solitaria, anche quando c'è la voglia di giocare in gruppo, il gioco solitario è ancora quello privilegiato.

Dunque non vi è alcun elemento strano nel suo racconto, mi sorprende però che le maestre non le abbiano spiegato che questo atteggiamento a questa età è del tutto normale, anzi sano.

Attenzione dunque con i castighi, che se proprio inevitabili, devono essere: 1) pochissimi, 2) motivati 3) solo per comportamenti e non per emozioni che il bambino esprime, inclusi i no 4) si devono concludere sempre con il perdono completo 5) devono prevedere delle alternative 6)piccoli e simbolici, mai umilianti per il bambino.

Il bambino se viene punito per comportamenti naturali alla sua età, che agli adulti non sembrano appropriati (perchè adulti), non solo non capirà, ma si sentirà inutilmente umiliato, con la certezza che in lui si alimenteranno sentimenti (e comportamenti correlati) allora si davvero non adeguati.


Ovviamente al bambino, per la sua stessa integrità psicologica, vanno messi dei limiti e fissate poche e chiare regole inderogabili. Ai genitori tocca l'arduo e duro compito di essere fermi ma gentili nel pretendere il rispetto di questi limiti.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentile Dott. Raggi, Le sono molto grata per la sua risposta molto esaustiva che mi ha tranquillizzato. Cercherò di seguire i suoi consigli che oltretutto sono molto dettagliati.

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Dr. Alessandro Raggi Psicologo, Psicoterapeuta 483 14
S'immagini, sono lieto di esserle stato utile,
ci tenga aggiornati.
Cordiali saluti