Scelte sul futuro
Salve,
nonostante la mia età, porto avanti una attività da circa 4 anni e da due anni possiedo una mia ditta.
Il lavoro sta andando bene al punto tale che, nonostante i diversi collaboratori esterni, mi trovo a lavorare un numero molto elevato di ore al giorno anche perché sono in una fase di crescita in cui sto investendo tante risorse per far crescere il mio business.
Nel frattempo ho fatto un anno di università (riuscendo a dare la metà degli esami) e ora non so se continuare. Capite bene che sono già vari anni che studio e lavoro e questi ritmi mi stressano al punto tale che aggiungere lo studio a tutto il lavoro che svolgo ora vorrebbe dire sacrificare questi miei anni di vita in modo totale e, sinceramente, sono stanco mentalmente.
A tutto ciò aggiungo che vorrei trasferirmi all'estero poiché vivo in un Paese poco appagante ed avrei intenzione di trasferirmi già da ora per dare una svolta alla mia vita (grazie al tipo di lavoro che svolgo, posso tranquillamente trasferirmi altrove, senza perdere nulla).
In tutto ciò dov'è il problema? La pressione psicologica dell'abbandonare l'università come una sorta di fallimento, con un pensiero comune che mi fa quasi pensare che sicuramente fallirò prima o poi e lì rimpiangerò la laurea mai presa. Ed una massa di amici universitari quasi come se "se non prendi la laurea è come avere la terza media al giorno d'oggi".
Allora perché una parte di me vorrebbe continuare? Perché ho paura di non avere una "soluzione backup" in caso di problemi con il mio lavoro (chi può saperlo il futuro?).
Tutto ciò mi pressa in modo incredibile e mi mette in dubbio su cosa decidere per il mio futuro, se continuare o meno gli studi. Ciò che la gente non valuta è anche il costo-opportunità che ha lo studio: potersi dedicare decisamente meno alla crescita del business.
Adoro essere imprenditore e non riesco ad immaginarmi dipendente di qualcuno.
Come posso fare una scelta serena e chi mi faccia vivere senza rimpianti con me stesso?
nonostante la mia età, porto avanti una attività da circa 4 anni e da due anni possiedo una mia ditta.
Il lavoro sta andando bene al punto tale che, nonostante i diversi collaboratori esterni, mi trovo a lavorare un numero molto elevato di ore al giorno anche perché sono in una fase di crescita in cui sto investendo tante risorse per far crescere il mio business.
Nel frattempo ho fatto un anno di università (riuscendo a dare la metà degli esami) e ora non so se continuare. Capite bene che sono già vari anni che studio e lavoro e questi ritmi mi stressano al punto tale che aggiungere lo studio a tutto il lavoro che svolgo ora vorrebbe dire sacrificare questi miei anni di vita in modo totale e, sinceramente, sono stanco mentalmente.
A tutto ciò aggiungo che vorrei trasferirmi all'estero poiché vivo in un Paese poco appagante ed avrei intenzione di trasferirmi già da ora per dare una svolta alla mia vita (grazie al tipo di lavoro che svolgo, posso tranquillamente trasferirmi altrove, senza perdere nulla).
In tutto ciò dov'è il problema? La pressione psicologica dell'abbandonare l'università come una sorta di fallimento, con un pensiero comune che mi fa quasi pensare che sicuramente fallirò prima o poi e lì rimpiangerò la laurea mai presa. Ed una massa di amici universitari quasi come se "se non prendi la laurea è come avere la terza media al giorno d'oggi".
Allora perché una parte di me vorrebbe continuare? Perché ho paura di non avere una "soluzione backup" in caso di problemi con il mio lavoro (chi può saperlo il futuro?).
Tutto ciò mi pressa in modo incredibile e mi mette in dubbio su cosa decidere per il mio futuro, se continuare o meno gli studi. Ciò che la gente non valuta è anche il costo-opportunità che ha lo studio: potersi dedicare decisamente meno alla crescita del business.
Adoro essere imprenditore e non riesco ad immaginarmi dipendente di qualcuno.
Come posso fare una scelta serena e chi mi faccia vivere senza rimpianti con me stesso?
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
senza dubbio Lei dimostra di possedere volontà e spirito di iniziativa ammirevoli, e probabilmente si sente in grado di fare molto di più di ciò che fa attualmente.
Il tutto però si scontra inevitabilmente col fatto che la giornata ha solo 24 ore, che spesso risultano insufficienti; quindi, penso che bisognerà necessariamente rinunciare a qualcosa.
Riguardo alla stanchezza, quando si è stanchi è bene prendersi una pausa, per poi riprendere l'attività in piena forma.
Per il trasferimento all'estero ha il mio personale appoggio, ma tenga presente che se non parla la lingua locale a livello madrelingua, e se non conosce la mentalità e la normativa locali, sarà un'operazione molto lunga e faticosa, quindi converrà prepararsi per tempo (e questo vuol dire semplicemente: studiare).
Per quanto riguarda la laurea, tenga presente che non costituisce un arrivo ma una partenza, quindi o si hanno ben chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere, i quali richiedono un impegno a tutto campo (e a tempo pieno), oppure risulterà una "costosa decorazione" e nient'altro.
Il numero di laureati a spasso lo dimostra, mentre da ciò che Lei scrive si direbbe che si sia già "qualificato" come imprenditore.
Pensi a tutto ciò e prenda le Sue decisioni.
senza dubbio Lei dimostra di possedere volontà e spirito di iniziativa ammirevoli, e probabilmente si sente in grado di fare molto di più di ciò che fa attualmente.
Il tutto però si scontra inevitabilmente col fatto che la giornata ha solo 24 ore, che spesso risultano insufficienti; quindi, penso che bisognerà necessariamente rinunciare a qualcosa.
Riguardo alla stanchezza, quando si è stanchi è bene prendersi una pausa, per poi riprendere l'attività in piena forma.
Per il trasferimento all'estero ha il mio personale appoggio, ma tenga presente che se non parla la lingua locale a livello madrelingua, e se non conosce la mentalità e la normativa locali, sarà un'operazione molto lunga e faticosa, quindi converrà prepararsi per tempo (e questo vuol dire semplicemente: studiare).
Per quanto riguarda la laurea, tenga presente che non costituisce un arrivo ma una partenza, quindi o si hanno ben chiari gli obiettivi che si vogliono raggiungere, i quali richiedono un impegno a tutto campo (e a tempo pieno), oppure risulterà una "costosa decorazione" e nient'altro.
Il numero di laureati a spasso lo dimostra, mentre da ciò che Lei scrive si direbbe che si sia già "qualificato" come imprenditore.
Pensi a tutto ciò e prenda le Sue decisioni.
[#2]
Gentilissimo "imprenditore",
sicuramente è importante ascoltare le opinioni di chi ci è vicino e ci vuole bene, senza però rischiare di farsi coinvolgere e/o influenzare troppo da frasi tipiche e diffuse come "se non hai la laurea non conti niente...".
Mi sembra invece di capire che in questo momento della sua vita la laurea non costituisce una priorità, anzi, è una delle possibili opportunità future e quello che conta è capire se è veramente la sua prima opzione nella lista di cose da fare o se è più forte la sensazione di inferiorità derivante dal non possedere un titolo (anche se ben compensata da un lavoro redditizio e soddisfacente).
Credo che per fare chiarezza sia necessario approfondire alcuni dettagli: è abbastanza insolito che un ragazzo giovane si trovi a gestire un lavoro importante (se non sbaglio con i calcoli, era ancora alle superiori!), questa cosa è avvenuta per caso? E' stata una sua scelta? Dopo 4 anni, vede questa strada come un sacrificare altre sue aspirazioni o come un'opportunità di ulteriore crescita?
Il viaggio all'estero è di per sè un'altra idea sicuramente positiva, ma va anche questa calata nella sua realtà: anche questa possibilità è una delle cose a cui dovrebbe rinunciare per il lavoro, o è una via di fuga da qualcosa che la opprime?
Non abbia fretta di capire quello che vuol fare, non ci sono limiti di età per l'università!
sicuramente è importante ascoltare le opinioni di chi ci è vicino e ci vuole bene, senza però rischiare di farsi coinvolgere e/o influenzare troppo da frasi tipiche e diffuse come "se non hai la laurea non conti niente...".
Mi sembra invece di capire che in questo momento della sua vita la laurea non costituisce una priorità, anzi, è una delle possibili opportunità future e quello che conta è capire se è veramente la sua prima opzione nella lista di cose da fare o se è più forte la sensazione di inferiorità derivante dal non possedere un titolo (anche se ben compensata da un lavoro redditizio e soddisfacente).
Credo che per fare chiarezza sia necessario approfondire alcuni dettagli: è abbastanza insolito che un ragazzo giovane si trovi a gestire un lavoro importante (se non sbaglio con i calcoli, era ancora alle superiori!), questa cosa è avvenuta per caso? E' stata una sua scelta? Dopo 4 anni, vede questa strada come un sacrificare altre sue aspirazioni o come un'opportunità di ulteriore crescita?
Il viaggio all'estero è di per sè un'altra idea sicuramente positiva, ma va anche questa calata nella sua realtà: anche questa possibilità è una delle cose a cui dovrebbe rinunciare per il lavoro, o è una via di fuga da qualcosa che la opprime?
Non abbia fretta di capire quello che vuol fare, non ci sono limiti di età per l'università!
Dr.ssa Ambra Mazzola
www.psicologocrema-mazzola.it
[#3]
Utente
Il mio lavoro è basato sul web, tranne naturalmente per l'incontro con i clienti. Ho collaboratori in varie parti del mondo e questo mi permette di lavorare ovunque senza particolari problemi.
Fin da piccolo l'idea della "gestione", dell'imprenditoria, mi ha sempre attratto, poi, proseguendo con studi di tipo commerciale (diploma da ragioniere programmatore) ho affinato questo mio interesse in modo concreto e direi professionale. Già dal terzo superiore ho sviluppato un mio business in cui ho sviluppato le mie competenze in ambito di programmazione informatica per migliorare la produttività di ciò che facevo.
Poi man mano con gli anni la cosa si è sviluppata (e ovviamente è stato un percorso totalmente in salita, inclusi i fallimenti) fino a diventare una ditta individuale. Ho una gran passione per quello che faccio. Credo che si passi la maggior parte della propria vita lavorando e, fare un lavoro che non ci dia emozioni vuol dire "prendersi il lusso" di sprecare oltre metà delle proprie giornate nel fare un qualcosa che non rispecchia il nostro vero essere. Ed io un percorso che da la carica l'ho trovato.
Se potessi scegliere, continuerei a fare ciò che faccio senza alcun limite perché, almeno per ora, non c'è altro lavoro che vorrei fare.
Il mio dubbio nasce dal fatto che la mia impostazione imprenditoriale mi porta ad avere una grande considerazione del concetto di "diversificazione di investimento". Io non investo mai in una sola cosa o in un solo tipo di servizio, diversifico sempre perché "non si sa mai".
Come direbbero gli americani "don't put all your eggs in one basket".
Quindi, continuare gli studi in parallelo al lavoro mi sembrava una buona diversificazione del tipo "male male, ho una laurea e non finisco a fare lavori poco soddisfacenti e poco retribuiti".
Fin da piccolo l'idea della "gestione", dell'imprenditoria, mi ha sempre attratto, poi, proseguendo con studi di tipo commerciale (diploma da ragioniere programmatore) ho affinato questo mio interesse in modo concreto e direi professionale. Già dal terzo superiore ho sviluppato un mio business in cui ho sviluppato le mie competenze in ambito di programmazione informatica per migliorare la produttività di ciò che facevo.
Poi man mano con gli anni la cosa si è sviluppata (e ovviamente è stato un percorso totalmente in salita, inclusi i fallimenti) fino a diventare una ditta individuale. Ho una gran passione per quello che faccio. Credo che si passi la maggior parte della propria vita lavorando e, fare un lavoro che non ci dia emozioni vuol dire "prendersi il lusso" di sprecare oltre metà delle proprie giornate nel fare un qualcosa che non rispecchia il nostro vero essere. Ed io un percorso che da la carica l'ho trovato.
Se potessi scegliere, continuerei a fare ciò che faccio senza alcun limite perché, almeno per ora, non c'è altro lavoro che vorrei fare.
Il mio dubbio nasce dal fatto che la mia impostazione imprenditoriale mi porta ad avere una grande considerazione del concetto di "diversificazione di investimento". Io non investo mai in una sola cosa o in un solo tipo di servizio, diversifico sempre perché "non si sa mai".
Come direbbero gli americani "don't put all your eggs in one basket".
Quindi, continuare gli studi in parallelo al lavoro mi sembrava una buona diversificazione del tipo "male male, ho una laurea e non finisco a fare lavori poco soddisfacenti e poco retribuiti".
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 25/09/2012.
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