Il mio lavoro non mi appartiene più
Salve a tutti
È più di un mese ormai che vivo perennemente con questo senso di ansia, con questo groppone sullo stomaco quando penso al mio lavoro.
Lavoro in un negozio per un gestore telefonico da 2 anni: ho un contratto indeterminato full time. È un lavoro stressante, pressante, pieno di obiettivi. L'azienda non fa altro che demoralizzarci, l'attività non va alla grande. Ho 22 anni e mi sento in gabbia. Non riesco ad accettare le mie giornate lavorative, è tutto così statico, non cambia mai nulla: ho voglia di un cambiamento di qualcosa che mi permetta di vivere in un'ambiente piu grande a contatto con più gente dove possa soprattutto darmi la possibilità di muovermi e non stare dietro a un computer. Non voglio più sentir parlare di obiettivi di performance, mi sento una pedina.
Sto vivendo male: non posso lasciare il mio lavoro perchè non c'è altro, chi mi offrirebbe un lavoro indeterminato oggi? È un discorso egoistico il mio, è vero. C'è gente che non lavora e vorrebbe tanto avere il mio stipendio. Ma intanto io mi sforzo, cerco di darmi forza da solo ma non ci riesco...mi sento demotivato. Ormai mi vengono attacchi di ansia, non ho più voglia di uscire, il mio morale è sotto terra. La notte mi sveglio di colpo, mi prendono forti dolori di stomaco, a volte sudo freddo. Non so cosa fare per questo malessere. Spero possiate aiutarmi e darmi un consiglio
È più di un mese ormai che vivo perennemente con questo senso di ansia, con questo groppone sullo stomaco quando penso al mio lavoro.
Lavoro in un negozio per un gestore telefonico da 2 anni: ho un contratto indeterminato full time. È un lavoro stressante, pressante, pieno di obiettivi. L'azienda non fa altro che demoralizzarci, l'attività non va alla grande. Ho 22 anni e mi sento in gabbia. Non riesco ad accettare le mie giornate lavorative, è tutto così statico, non cambia mai nulla: ho voglia di un cambiamento di qualcosa che mi permetta di vivere in un'ambiente piu grande a contatto con più gente dove possa soprattutto darmi la possibilità di muovermi e non stare dietro a un computer. Non voglio più sentir parlare di obiettivi di performance, mi sento una pedina.
Sto vivendo male: non posso lasciare il mio lavoro perchè non c'è altro, chi mi offrirebbe un lavoro indeterminato oggi? È un discorso egoistico il mio, è vero. C'è gente che non lavora e vorrebbe tanto avere il mio stipendio. Ma intanto io mi sforzo, cerco di darmi forza da solo ma non ci riesco...mi sento demotivato. Ormai mi vengono attacchi di ansia, non ho più voglia di uscire, il mio morale è sotto terra. La notte mi sveglio di colpo, mi prendono forti dolori di stomaco, a volte sudo freddo. Non so cosa fare per questo malessere. Spero possiate aiutarmi e darmi un consiglio
[#1]
Gentile Utente,
mi pare che Lei abbia fatto delle ottime considerazioni, sia a livello razionale (tempo indeterminato e sicurezz, dal momento che ha valutato l'assenza di altre opportunità da una parte), sia a livello emotivo (sente che questo lavoro non La soddisfa più, non sente di poter dare quanto vorrebbe o potrebbe).
In tali circostanze potrebbe essere utile chiedere aiuto per riformulare meglio e di persona questa situazione di disagio. Ha provato a rivolgersi ai Servizi offerti dalla Provincia o dal Comune per poter parlare con un consulente di altre opportunità lavorative? Ha già provato a sistemare il suo cv e inviarlo in alcune aziende da Lei selezionate o ad informarsi sulla mappa del mercato del lavoro della Sua zona?
Soprattutto ci dice che non si vede più in quel ruolo. Che tipo di lavoro le piacerebbe svolgere e in che ruolo si vede appagato?
mi pare che Lei abbia fatto delle ottime considerazioni, sia a livello razionale (tempo indeterminato e sicurezz, dal momento che ha valutato l'assenza di altre opportunità da una parte), sia a livello emotivo (sente che questo lavoro non La soddisfa più, non sente di poter dare quanto vorrebbe o potrebbe).
In tali circostanze potrebbe essere utile chiedere aiuto per riformulare meglio e di persona questa situazione di disagio. Ha provato a rivolgersi ai Servizi offerti dalla Provincia o dal Comune per poter parlare con un consulente di altre opportunità lavorative? Ha già provato a sistemare il suo cv e inviarlo in alcune aziende da Lei selezionate o ad informarsi sulla mappa del mercato del lavoro della Sua zona?
Soprattutto ci dice che non si vede più in quel ruolo. Che tipo di lavoro le piacerebbe svolgere e in che ruolo si vede appagato?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
Gentile dott. la ringrazio per la sua risposta cosi veloce.
Non mi sento più appagato in questo ruolo. Io credo che ció derivi da diversi fattori, uno in particolare: da sempre sono stato una persona minuta e con poca forza fisica.
Non ho mai fatto lavori manuali e dinamici. Quando parlo con i miei genitori della voglia di cambiare lavoro mi sono sentito dire che non era il caso perchè io, oltre a stare dietro ad un bancone, non so fare altro. Quando parlo con i miei amici della voglia di cambiare settore (per esempio grande distribuzione, discount ecc) quasi mi deridono e mi dicono che non mi saprebbero vedermi mai. È questo che non accetto più: ho voglia di darmi da fare, muovermi, imparare, sentirmi uomo...fare un lavoro che implichi il mio fisico oltre che la mente. Mi piacerebbe provare quel senso di gratitudine nei miei confronti che non trovo più.
A tutto questo di aggiunge il fatto che la mia azienda non va benissimo e siamo sottoposti a pressioni ogni giorno.
Non mi sento più appagato in questo ruolo. Io credo che ció derivi da diversi fattori, uno in particolare: da sempre sono stato una persona minuta e con poca forza fisica.
Non ho mai fatto lavori manuali e dinamici. Quando parlo con i miei genitori della voglia di cambiare lavoro mi sono sentito dire che non era il caso perchè io, oltre a stare dietro ad un bancone, non so fare altro. Quando parlo con i miei amici della voglia di cambiare settore (per esempio grande distribuzione, discount ecc) quasi mi deridono e mi dicono che non mi saprebbero vedermi mai. È questo che non accetto più: ho voglia di darmi da fare, muovermi, imparare, sentirmi uomo...fare un lavoro che implichi il mio fisico oltre che la mente. Mi piacerebbe provare quel senso di gratitudine nei miei confronti che non trovo più.
A tutto questo di aggiunge il fatto che la mia azienda non va benissimo e siamo sottoposti a pressioni ogni giorno.
[#3]
Gentile Utente,
le pressioni, gli obiettivi e la produttività mettono sotto pressione tutti i lavoratori e in qualunque ambiente, sia che ci si occupi di un lavoro manuale, sia di un lavoro intellettuale. Quindi immagino che se Lei riuscisse a cambiare lavoro si troverebbe ad incontrare comunque questo tipo di pressioni.
Però mi sorprende una cosa, in tutta onestà: il peso che Lei dà al parere altrui. E' vero che se ha sempre lavorato dietro un bancone con buona probabilità oggi sa fare bene questo lavoro e si sente a suo agio più in un ruolo che già conosce, ma perchè mettersi la zappa sui piedi, precludendo altre possibilità?
Quindi ribadisco: Lei ha fatto valutazioni opportune (sull'eventuale ricerca di un altro lavoro), ma accanto a queste valutazioni sta ascoltando anche i suoi deisderi "ho voglia di darmi da fare, muovermi, imparare, sentirmi uomo...fare un lavoro che implichi il mio fisico oltre che la mente".
Sa come potrebbe implementare qualcosa del genere?
Inoltre temo che i dati inseriti non siano corretti, perchè i dati sul peso sono inesatti. Lei dice di se stesso: "da sempre sono stato una persona minuta e con poca forza fisica".
E' certo che un lavoro diverso potrebbe modificare questo stato, oppure potrebbe essere utile anche lavorare in un'altra maniera (con una dieta adeguata e lavorando sul tono muscolare, magari divertendosi facendo sport)?
le pressioni, gli obiettivi e la produttività mettono sotto pressione tutti i lavoratori e in qualunque ambiente, sia che ci si occupi di un lavoro manuale, sia di un lavoro intellettuale. Quindi immagino che se Lei riuscisse a cambiare lavoro si troverebbe ad incontrare comunque questo tipo di pressioni.
Però mi sorprende una cosa, in tutta onestà: il peso che Lei dà al parere altrui. E' vero che se ha sempre lavorato dietro un bancone con buona probabilità oggi sa fare bene questo lavoro e si sente a suo agio più in un ruolo che già conosce, ma perchè mettersi la zappa sui piedi, precludendo altre possibilità?
Quindi ribadisco: Lei ha fatto valutazioni opportune (sull'eventuale ricerca di un altro lavoro), ma accanto a queste valutazioni sta ascoltando anche i suoi deisderi "ho voglia di darmi da fare, muovermi, imparare, sentirmi uomo...fare un lavoro che implichi il mio fisico oltre che la mente".
Sa come potrebbe implementare qualcosa del genere?
Inoltre temo che i dati inseriti non siano corretti, perchè i dati sul peso sono inesatti. Lei dice di se stesso: "da sempre sono stato una persona minuta e con poca forza fisica".
E' certo che un lavoro diverso potrebbe modificare questo stato, oppure potrebbe essere utile anche lavorare in un'altra maniera (con una dieta adeguata e lavorando sul tono muscolare, magari divertendosi facendo sport)?
[#4]
Gent.le ragazzo,
la sua esperienza dimostra come una condizione lavorativa per quanto stabile e retribuita possa essere vissuta con disagio, ma a questo punto vorrei rivolgerle alcune domande: è sicuro che in un altro contesto non sarebbe sottoposto alle pressioni connesse al raggiungimento di obiettivi? Oppure a pressioni di altra natura?
La risposta può essere di nuovo cambiare lavoro oppure è possibile prendere in considerazione un'alternativa alla fuga
E' disposto a mettere in discussione il suo approccio con l'attuale lavoro? Il pensiero di fuggire nasce dal sentirsi in gabbia...ma questa gabbia ha una porta? ha provato a confrontarsi con i suoi colleghi sulle difficoltà che sta vivendo?
Gli obiettivi dell'azienda possono diventare i suoi obiettivi se sente di "fare la differenza", se è disposto ad individuare un modo di svolgere il lavoro che possa valorizzare la sua personalità.
la sua esperienza dimostra come una condizione lavorativa per quanto stabile e retribuita possa essere vissuta con disagio, ma a questo punto vorrei rivolgerle alcune domande: è sicuro che in un altro contesto non sarebbe sottoposto alle pressioni connesse al raggiungimento di obiettivi? Oppure a pressioni di altra natura?
La risposta può essere di nuovo cambiare lavoro oppure è possibile prendere in considerazione un'alternativa alla fuga
E' disposto a mettere in discussione il suo approccio con l'attuale lavoro? Il pensiero di fuggire nasce dal sentirsi in gabbia...ma questa gabbia ha una porta? ha provato a confrontarsi con i suoi colleghi sulle difficoltà che sta vivendo?
Gli obiettivi dell'azienda possono diventare i suoi obiettivi se sente di "fare la differenza", se è disposto ad individuare un modo di svolgere il lavoro che possa valorizzare la sua personalità.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#5]
Utente
Grazie per le vostre risposte.
Effettivamente sono una persona che si basa molto sul parere altrui ed è una cosa che reputo sbagliata. Il problema effettivamente è proprio questo. Purtroppo, o fortunatamente (dipende dai punti di vista) mi sono ritrovato con un lavoro quasi di ufficio all'età di 20 anni: questo non mi ha permesso di fare esperienze in vari settori e soprattutto di non "assaporare" il vero sacrificio del lavoro che mi e' stato trasmesso da mio padre e che continuo a vedere nei miei amici. Non ho molte esperienze effettivamente, anzi...mi sento un buono a nulla anche se tutti mi reputano una persona in gamba e determinata. Mi sento come se fossi arrivato al traguardo e che non potró mai più crescere nelle mie esperienze, perchè ormai il lavoro ce l'ho e quello sarà.
Devo ammettere che tutto questo si è consolidato da quando un mio amico ha trovato un lavoro in un discount, da qualche mese: vedo in lui la grinta, il sacrificio del lavoro fisico cose che io non ho mai fatto ma che vorrei fare per sentirmi dire di essere capace e per sentirmi soddisfatto. Ho vosto in lui voglia di crescere anche in passato: accettava ogni proposta anche la piu squallida pur di lavorare. Nello stesso tempo penso e mi chiedo: se ora lo proponessero a me, io lo farei? in un primo momento direi si poi vengo travolto da quella paura e insicurezza: paura di non essere in grado, paura di lasciare il certo per l'incerto ecc. È un discorso strano è vero, potrebbe non avere senso, ma è una cosa che mi sta rendendo la vita infernale.
Vi ringrazio ancora per i vostri consigli.
Effettivamente sono una persona che si basa molto sul parere altrui ed è una cosa che reputo sbagliata. Il problema effettivamente è proprio questo. Purtroppo, o fortunatamente (dipende dai punti di vista) mi sono ritrovato con un lavoro quasi di ufficio all'età di 20 anni: questo non mi ha permesso di fare esperienze in vari settori e soprattutto di non "assaporare" il vero sacrificio del lavoro che mi e' stato trasmesso da mio padre e che continuo a vedere nei miei amici. Non ho molte esperienze effettivamente, anzi...mi sento un buono a nulla anche se tutti mi reputano una persona in gamba e determinata. Mi sento come se fossi arrivato al traguardo e che non potró mai più crescere nelle mie esperienze, perchè ormai il lavoro ce l'ho e quello sarà.
Devo ammettere che tutto questo si è consolidato da quando un mio amico ha trovato un lavoro in un discount, da qualche mese: vedo in lui la grinta, il sacrificio del lavoro fisico cose che io non ho mai fatto ma che vorrei fare per sentirmi dire di essere capace e per sentirmi soddisfatto. Ho vosto in lui voglia di crescere anche in passato: accettava ogni proposta anche la piu squallida pur di lavorare. Nello stesso tempo penso e mi chiedo: se ora lo proponessero a me, io lo farei? in un primo momento direi si poi vengo travolto da quella paura e insicurezza: paura di non essere in grado, paura di lasciare il certo per l'incerto ecc. È un discorso strano è vero, potrebbe non avere senso, ma è una cosa che mi sta rendendo la vita infernale.
Vi ringrazio ancora per i vostri consigli.
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"Mi sento come se fossi arrivato al traguardo e che non potró mai più crescere nelle mie esperienze, perchè ormai il lavoro ce l'ho e quello sarà."
Gentile Utente, sarebbe davvero opportuno comprendere in quale ruolo potrebbe sentirsi più a suo agio. Però è importante anche fare valutazioni molto accurate, come Le dicevo e come pare che Lei abbia fatto e stia facendo anche qui.
Ci sono persone che stanno molto bene nello svolgere un lavoro come il Suo, che offre sicurezza (e un po' di noia...) e possono svolgerlo per tutta la vita, sia perchè quelle persone funzionano in un certo modo sia perchè hanno altre prorità: una volta realizzate al lavoro, desiderano investire altrove. Ma Lei è effettivamente molto giovane ed è comprensibile che voglia fare anche altre esperienze.
E ci sono anche delle persone che si sentono bene nelle sfide, anche a scapito della sicurezza. In fondo l'essere umano, in un ambito o nell'altro, è intrigato dalle sfide e in un certo senso dalla loro ricerca, per tante ragioni, non ultima quella di esercitare una certa padronanza, gestendo situazioni o problemi e vedendo così crescere le proprie capacità.
Da qui però noi possiamo solo fornirLe degli spunti. Invece sarebbe utile capire in prima battuta che cosa vuole, in quale ruolo si vede meglio, quali sono i suoi sogni, ecc... e vedere anche se tutto ciò è percorribile in questo particolare momento e in base alle Sue possibilità.
Può farsi aiutare, se crede, da uno psicologo del lavoro che, anche attraverso la somministrazione di questionari e test, potrà aiutarLa a capire meglio che cosa vuole. Ci sono dei servizi che nascono proprio per questa ragione, ad esempio i Servizi di Orientamento al lavoro.
Oltre a questo, una volta intercettato anche il settore più idoneo, potrebbe imparare a fare una ricerca di un nuovo lavoro molto mirata, selezionando le Aziende, riscrivendo una lettera di marketing o il suo cv.
Le faccio tanti auguri per il Suo futuro,
Gentile Utente, sarebbe davvero opportuno comprendere in quale ruolo potrebbe sentirsi più a suo agio. Però è importante anche fare valutazioni molto accurate, come Le dicevo e come pare che Lei abbia fatto e stia facendo anche qui.
Ci sono persone che stanno molto bene nello svolgere un lavoro come il Suo, che offre sicurezza (e un po' di noia...) e possono svolgerlo per tutta la vita, sia perchè quelle persone funzionano in un certo modo sia perchè hanno altre prorità: una volta realizzate al lavoro, desiderano investire altrove. Ma Lei è effettivamente molto giovane ed è comprensibile che voglia fare anche altre esperienze.
E ci sono anche delle persone che si sentono bene nelle sfide, anche a scapito della sicurezza. In fondo l'essere umano, in un ambito o nell'altro, è intrigato dalle sfide e in un certo senso dalla loro ricerca, per tante ragioni, non ultima quella di esercitare una certa padronanza, gestendo situazioni o problemi e vedendo così crescere le proprie capacità.
Da qui però noi possiamo solo fornirLe degli spunti. Invece sarebbe utile capire in prima battuta che cosa vuole, in quale ruolo si vede meglio, quali sono i suoi sogni, ecc... e vedere anche se tutto ciò è percorribile in questo particolare momento e in base alle Sue possibilità.
Può farsi aiutare, se crede, da uno psicologo del lavoro che, anche attraverso la somministrazione di questionari e test, potrà aiutarLa a capire meglio che cosa vuole. Ci sono dei servizi che nascono proprio per questa ragione, ad esempio i Servizi di Orientamento al lavoro.
Oltre a questo, una volta intercettato anche il settore più idoneo, potrebbe imparare a fare una ricerca di un nuovo lavoro molto mirata, selezionando le Aziende, riscrivendo una lettera di marketing o il suo cv.
Le faccio tanti auguri per il Suo futuro,
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 19.8k visite dal 23/09/2012.
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