Disturbi di ansia, paura dei farmaci e università

Gentili dottori, sono di nuovo qui a scrivervi, di nuovo nel panico totale.
Dopo il periodo "buio" dei continui attacchi di panico e"depressione", associati al mio angosciante disturbo di derealizzazione, ho iniziato la psicoterapia, da fine luglio. Andava tutto molto bene, ho imparato a gestire gli attacchi di panico, a razionalizzare le mie paure e capire che il mio disturbo fondamentalmente è frutto del mio pensiero (troppo contorto!)
La dottoressa mi aveva prescritto un consulto psichiatrico da cui era scaturito che dovessi iniziare una cura con xanax (1 milligrammo a rilascio prolungato) ed entact (5 milligrammi i primi giorni e poi 10)
Io mi sono rifiutata categoricamente perchè ho una paura estrema dei farmaci e perchè mi sembra estremamente "triste" che per stare bene e vivere serenamente l'unica cosa che posso fare sia assumere quella roba.. E poi la psicoterapia andava bene! Ad agosto ho riniziato ad uscire, ho anche bevuto una volta, nonostante avessi il senso di "irrealtà" lo gestivo abbastanza bene..
Fattosta che poi è giunto il momento di tornare all'università, e io che dicevo "a settembre vediamo, a settembre vediamo!" ora sono qui a vedere solo le macerie di un castello che mi sembrava aver costruito.. io studio fuorisede...Giovedì scorso sono partita per tornare lì all'università, rimanere qualche giorno per sistemare le cose a casa nuova e finire di preparare l'esame...Ma sono stati giorni tremendi.
Mi è sembrato di ritornare a luglio, piangevo, sentivo forte mancanza di casa..non ce l'ho fatta ho iniziato a prendere solo lo xanax (inutile), poi ieri alla fine ho preso e sono tornata a casa. Ora sono nel buio totale. La depersonalizzazione è aumentata, non so più cosa fare non mi sento in grado di fare nulla. L'unica soluzione mi sembra tornare a casa, un anno e curarmi (possibilmente senza farmaci). Ma mi frustra terribilmente pensare di lasciare l'università, non vivere più lì, studiare, andare a lezione, uscire la sera con quegli amici... Non so cosa fare. Il fatto è che non me la sento ora come ora ad andare lontano da casa..non mi sento in grado... allo stesso tempo stare a casa mi frustra.. E' una stupidaggine tornare a casa?
E posso evitare di fare la cura farmacologica?
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Dr.ssa Daniela Benedetto Psicoterapeuta, Psicologo 204 5
Gentile ragazza, continua ad andare in psicoterapia? E importante non interrompere il processo in quanto il "sintomo" di solito è il primo ad attenuarsi ma se non si procede nell'analisi dei problemi e si dipana la "matassa" si rischia di tornare vorticosamente indietro. Si ricordi comunque che dopo essere caduti l'unica cosa che si può fare è rialzarsi e rialzandosi impara meglio le tecniche per sostenersi e ricostruirsi. Detto ciò io credo sia importante non interrompere la sua vita ed i suoi percorsi soprattutto se è certa che corrispondano allle proprie scelte. Il legame familiare sembra essere più forte ma è anche quello che le conferma le proprie debolezze con cui lei ha difficoltà a confrontarsi. Prosegua la sua psicoterapia, soprattutto se ha deciso di non fare uso di psicofarmaci.
Ci tenga aggiornati.

Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
Visite in presenza e da remoto (on line)

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Cara Ragazza,

se la collega che ha iniziato da pochissimo a seguirti (nella tua città o in quella dove studi?) ha suggerito un consulto psichiatrico significa che ha valutato opportuno affiancare un supporto farmacologico alla psicoterapia proprio per evitare che la situazione prendesse la piega che sta prendendo.
Rinunciare alla vita da studentessa per ripiegare su un anno sabbatico per paura di allontanarti da casa infatti non è nè utile nè produttivo, ma rafforza la tua convinzione di non potercela fare da sola.

Bisogna che tu rifletta sulla soluzione che stai prospettando perchè il desiderio di restare a casa può essere proprio il motivo per il quale hai iniziato a stare male.

Vedo dal tuo precedente consulto che hai un forte senso di colpa nei riguardi della tua famiglia: senti di averla "abbandonata" per trasferirti a studiare e pensi che senza di te non ce la facciano, anche se non te lo fanno pesare.
Tutto questo si sta traducendo nella paura di essere tu quella che non ce la fa: il tutto per dare (involontariamente) a te stessa un buon motivo per restare a casa, accanto ai tuoi, e sedare così il senso di colpa (immotivato) per il tuo trasferimento.

Accanto a questo hai riferito una certa delusione per la nuova vita nella nuova città, il che andrebbe affrontato diversamente e non "fuggendo" perchè qualunque difficoltà tu abbia incontrato c'è sicuramente un modo diverso per gestirla.

In sintesi, quindi, alla luce di quello che ci dici in questo e nel precedente consulto si può presumere che il tuo malessere sia legato sia al senso di colpa per la famiglia che hai "abbandonato", sia alla delusione per ciò che hai trovato trasferendoti.
Per entrambe le questioni c'è sicuramente una soluzione, e per trovarla è necessario che tu continui ad essere seguita da uno psicologo.

I miracolosi miglioramenti che riferivi dopo solo 2 sedute ti segnalano che il problema non è probabilmente radicato, perchè se così fosse non sarebbe stata certo qualche seduta a consentirti improvvisamente di riprendere ad essere calma e serena: questo è un motivo in più per farti ancora aiutare senza interrompere il percorso intrapreso - o contattando uno psicologo nella città in cui risiederai, se non fosse la stessa in cui hai incontrato la nostra collega.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Serena Rizzo Psicologo 202 9
Cara ragazza,
può accadere che durante un percorso psicoterapico ci si trovi a dover affrontare un periodo di acutizzazione del sintomo poco dopo una fase di percettibile miglioramento dello stesso.
Ciò può avere più spiegazioni, ma spesso deriva dall'aver affrontato per la prima volta in terapia dinamiche delicate che,venendo a galla, creano una sorta di "scompenso" nella persona, la quale tenta di "difendersi" con una resistenza al cambiamento e quindi con il peggioramento dei sintomi riportati. Ciò però rappresenta una fase transitoria, ed è per questo fondamentale non abbandonare la terapia.
Inoltre dobbiamo considerare che il suo miglioramento è avvenuto ad Agosto, periodo in cui,essendo in vacanza, ha potuto "rimandare" le sue paure a Settembre, e ciò le ha permesso di staccare la spina e non pensarci. Sappiamo bene però che, evitare di pensare ad una situazione, non ne comporta la sua risoluzione,anzi, tende a rafforzare i timori associati alla stessa quando questa si ripresenta.
Probabilmente il suo disagio dipende fondamentalmente dal "senso di colpa" nell'aver lasciato i suoi e nel conseguente rifiuto della nuova sistemazione. Entrare nell'età adulta comporta anche il diritto/dovere di pensare a noi stessi. Ciò non equivale ad essere egoisti, ma inerisce al prendersi cura di noi stessi, riconoscendo e assecondando i nostri bisogni e i nostri desideri. Accade però che, se presi da continui sensi di colpa, rischiamo di non riconoscere ciò che vogliamo veramente e giungiamo a prendere delle decisioni spinti proprio da quei sensi di colpa e non dai nostri veri bisogni. A lungo andare ciò porta ad un forte senso di frustrazione e di impotenza, generato da un conflitto interno, che può sfociare in diverse forme di ansia.
Nel consulto precedente Lei afferma di trovarsi benissimo con la sua psicoterapeuta, questo è un ottimo punto di partenza! Si dia il tempo necessario per affrontare ciò che tanto la fa soffrire e provi a seguire i consigli della collega. Solo così piano piano ne uscirà, non solo per quanto concerne la risoluzione del sintomo, ma con una nuova consapevolezza di se stessa.
La saluto caramente,
Dott.ssa Serena Rizzo,
www.psicoterapiacognitivacampania.it
www.psicologiabenevento.it



Dr.ssa serena rizzo

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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile utente,
dove ha iniziato la psicoterapia? Considerando ciò che riferisce sembrerebbe consigliabile che effettuasse la psicoterapia nel luogo dove frequenta l'università perchè è quella la sede dove trova maggiori difficoltà e quindi ha bisogno di maggiore sostegno, di una presenza che la accompagni e la sostenga.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo

[#5]
Utente
Utente
Gentili dottori, non sono più passata di qui per diversi motivi, un pò perchè effettivamente tornando a casa sono stata meglio, un pò perchè non sapevo più che altro aggiungere.
Vi ringrazio moltissimo per l'attenzione comunque :)

Dopo un colloquio con la psicologa che segue mia sorella qui nella città dove viviamo con la famiglia, (lo so non si fa!!! ma ero nell'angoscia totale e mi sembrava di non trarre più giovamenti dalla mia psicoterapeuta, nonostante mi fosse stata molto vicina anche telefonicamente durante il periodo in cui ero tornata all'università fuorisede..) sono stata letteralmente illuminata da questa dottoressa, non so come e cosa abbia fatto, mi ha dato una fortissima dose di energia positiva, mi ha fatto capire che fare delle scelte non significa mai intraprendere per forza e per sempre quella via (poi ha aggiunto ironicamente "beh a meno che tu non decida di avere bambini o suicidarti!") ma io sono riuscita a prendere finalmente in mano la situazione, ho deciso di trasferirmi in un'università vicino casa in cui peraltro è stato riattivato il corso di laurea che volevo fare dall'inizio (filosofia... come se non avessi già troppo la mente incasinata!), ho iniziato le lezioni e ne sono rimasta entusiasmata... Ho riniziato ad uscire, a coltivare i miei hobby (dal canto alla pittura), mi sono innamorata di un ragazzo (tra l'altro un vero e proprio c******e ma non sto qui a parlarvi di queste "stupidaggini")..tutto tornava a sorridermi! L'ansia a volte c'era ma riuscivo a gestirla..il senso di irrealtà idem
Poi fine settimana scorsa le mie amiche dell'università dov'ero l'anno scorso mi hanno invitata ad andare lì.... NON L'AVESSI MIA FATTO. E' stato un trauma, a partire dal viaggio in treno da sola, e la permanenza lì...volevo tornare immediatamente a casa, ero in continuo stato d'ansia e mi sono resa conto di aver fatto benissimo ad andare via.. Il viaggio di ritorno per quanta ansia avevo ho chiesto ad uno sconosciuto di sedersi vicino a me sul treno! Fatto sta che da quando sono tornata ho riniziato ad avere maggiore ansia.. chiaramente non come luglio....però mi angoscia abbastanza.. Ho paura di prendere mezzi pubblici, avverto spesso il senso di irrealtà e la paura che maggiormente mi angoscia in questi giorni è di PERDERE LA MEMORIA, ho paura che dato che spesso mi sembra quasi di non esistere, allora tutte le cose che ho fatto non esistano e quindi le dimentico..e mi sento triste per questo..perchè ho avuto una bella vita..
pensate che piano piano tornerò a stare meglio?E che forse i miei disturbi dipendano da situazioni irrisolte che ho vissuto l'anno scorso e sulle quali devo lavorare con la dottoressa? Il problema è che mi sembra che lei non possa aiutarmi troppo..cioè io la adoro però lei scrive scrive...mi fa parlare ma io spesso non so cosa dirle.. mi fa vedere schemi su come funziona l'ansia, mi fa respirare.. Ma io vorrei scavare le radici dell'ansia e capirne le motivazioni..
Forse la tecnica che usa non è adeguata? O forse deve ancora arrivare a fare la vera e propria psicanalisi?? (ah comunque sto prendendo xanax da un mese e poco più.. siccome sono una sciamannata a volte bevo un pò ma sto davvero male il giorno dopo quindi ho imparato a farmi i fatti miei!!)

P.s. E....è davvero inopportuno tornare dall'analista di mia sorella anche per una sola seduta? (che poi mia sorella ha ormai terminato la terapista, infatti ci va tipo solo una-due volte al mese)

Grazie in anticipo!!!
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicoterapeuta, Psicologo 1.7k 38
Gentile ragazza,
l'episodio che le è occorso depone per problemi legati all'ansia ancora irrisolti.
La collega dovrebbe comunque avere elaborato un'ipotesi psicodiagnostica in merito all'origine dell'ansia anche se potrebbe non avergliela comunicata per motivi di opportunità.
Se ad ogni modo ritiene che il percorso con la sua psicologa non sia suscettibile di ulteriori progressi è consigliabile cambiare professionista o persino approccio terapeutico.
Le segnalo che l'indirizzo Strategico Breve ha particolarmente studiato e curato i Disturbi d'ansia.
[#7]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
"mi fa vedere schemi su come funziona l'ansia, mi fa respirare.. Ma io vorrei scavare le radici dell'ansia e capirne le motivazioni..
Forse la tecnica che usa non è adeguata?"

Carissima,

tutte le psicoterapie sono adeguate a risolvere qualunque disturbo o patologia, ma a volte accade che un determinato approccio non possa aiutare oltre ad un certo limite un determinato paziente, perchè non gli è congeniale.

Da quanto ci riferisci direi che l'approccio della Collega è di tipo cognitivo-comportamentale, ma la tua richiesta di andare un po' più a fondo per comprendere i motivi di quello che ti accade mi porta a risponderti che forse un approccio di tipo psicodinamico/psicoanalitico sarebbe più adatto a te.

Per quanto riguarda l'idea di rivolgerti alla psicologa di tua sorella, che ha quasi terminato di lavorare con lei, penso che potresti farle direttamente questa domanda e sentire se effettivamente hanno finito il percorso e quindi potrebbe occuparsi anche di te o meno.
Questa possibilità però dipende anche dal tipo di orientamento che segue la dottoressa, che non hai specificato.
[#8]
Utente
Utente
Il giorno dopo che vi ho chiesto il consulto sono stata dalla mia dottoressa e (dopo averle raccontato tutte le peripezie che mi sono successe negli ultimi 10 giorni) le ho chiesto se sta analizzando ciò che le dico e se ha già pensato alle cause del mio malessere e della mia ansia, lei ha risposto di si, mi ha anche esposto alcune cause ed effettivamente mi sono resa conto di quanto avesse ragione.. Poi le ho chiesto se alla fine del percorso riuscirò a capire tutte le ragioni di questa mia ansia, o perlomeno del fatto che la "scarico" avendo attacchi di panico e senso di depersonalizzazione..e lei mi ha detto che arriveremo a capire anche queste cose e che riuscirò piano a gestirle. Io comunque ho imparato a gestire propriamente gli attacchi di panico, attraverso la respirazione e gli esercizi di training autogeno.. Però mi sento ancora "strana".. La dottoressa dice che è normale perchè smaltire l'ansia è un processo lungo ma dal quale si può uscire.. Voi gentili medici, avete mai avuto pazienti con un disturbo simile al mio? Cioè questo senso di "irrealtà" durante il quale tuttavia sono razionale, ma ho paura e provo disagio.. Spero che passerà presto! Ho riniziato la mia vita, ma purtroppo ho ancora questi disagi.. Voi che pensate? La cura per questo disagio è semplicemente il "non pensarci"??
La dottoressa comunque mi ha detto che vuole rivedermi tra due settimane perchè "posso farcela" ed io effettivamente posso farcela, però..ecco ho ancora dei disagi... Uffa! Ho paura e sono triste perchè mi sembra di non vivere al 100% e che sto perdendo la mia gioventù per queste paturnie mentali del cavolo.... Scusate il linguaggio colloquiale.. Un saluto

Comunque non so che tipo di orientamento segua la dottoressa di mia sorella..
[#9]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Se non ho capito male hai iniziato la terapia solo a fine luglio, quindi in tutto quante sedute hai fatto?
La cadenza quindicinale delle sedute è stata abituale in questi 3 mesi o ti è stata proposta solo ora?
[#10]
Utente
Utente
Si ho iniziato la terapia a fine luglio e ci siamo sempre viste una volta a settimana e sono state credo 12-13 sedute.. L'ultima volta (mercoledì scorso) mi ha detto che ci saremmo riviste dopo due settimane (mercoledì prossimo)

La prima settimana sono stata bene..negli ultimi giorni però sto tornando ad avere un generale senso di ansia durante la giornata, soprattutto la mattina..la mattina è proprio brutta perchè la notte faccio ricorrenti sogni ansiosi e mi sveglio spesso da sola, quindi quando è ora di alzarmi mi sveglio già con l'ansia...ansia accompagnata da un generale malessere (un pò di mal di testa, dolori al collo, un pò alla schiena..inappetenza )
Poi pensare di prendere la macchina e arrivare fino all'università mi mette enorme ansia (devo prendere l'autostrada) però mi sforzo e prendo la macchina, poi arrivata all'uni sto quasi sempre tranquilla a parte qualche momento durante le lezioni in cui avverto un pò il senso di irrealtà.. Però anche prendere mezzi pubblici mi mette ansia cioè, non capisco di cosa dovrei aver paura però ce l'ho!
Comunque posso affermare di essere molto migliorata rispetto a luglio, solo che ecco ho molti sbalzi di umore e di ansia.. spero sia normale.. Comunque mercoledì ne parlerò con la dottoressa, anche dei sogni e del mio malessere
Io spero davvero di tornare ad avere una vita normale, perchè ricordo di averla avuta...stavo così bene... Spero che questo disagio passerà, o che almeno riuscirò a neutralizzarlo imparando a gestirlo al meglio e spero che non condizionerà in peggio la mia vita futura..
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233
Non so se passare ad un intervallo di due settimane fra una seduta e l'altra sia opportuno, visto il malessere che ci riferisci di provare: come è stato motivato?

In ogni caso ovviamente la nostra Collega ti vede e noi no, quindi solo lei può valutare compiutamente il quadro ed è importante che parliate anche della frequenza ottimale degli incontri, soprattutto se ti sembra che siano troppo pochi.

Del supporto farmacologico non avete più discusso?

Hai sempre l'intenzione (più o meno chiara) di cambiare psicologa o non lo pensi più?
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