Il pensiero ossessivo della mia ex non mi abbandona
Gen.mi Dottori,
non riesco più a vivere.Soffro di distimia ed ansia da 26 anni.Sebbene il disturbo ha compromesso la mia vita sul piano professionale e affettivo,ho imparato a conviverci supportato da terapie farmacologiche e psicoterapiche.Purtroppo 7-8 anni un circolo vizioso stabilitosi fra precarietà lavorativa e depressione (sono agente di viaggio,e guida archeologica),ha ulteriormente compromesso la mia capacità lavorativa fino al suo arresto totale.Avrei voluto rivedere completamente la mia vita,perchè mi sono isolato da amicizie e dalla vita sentimentale che non mi era mai mancata ma non mi è stato possibile a causa della mia famiglia,con cui vivo,e le difficoltà economiche(madre vedova).L'atmosfera per è molto pesante,insopportabile.Non avevo praticamente più contatti sociali finchè conobbi alla fine del 2010 una ragazza che vive a 700km da me.C'è stato un feeling immediato,anzi io ero un pò restio a lasciarmi andare data la mia situazione,poi lei mi ha travolto per il suo grande bisogno di amore.E'stato così forte tanto da convincermi a trasferirmi da lei e questo più l'aver cambiato ambiente,mi ha fatto rinascere,pur restando i disturbi però confinati più in ambito somatico che nella sfera dell'umore,pertanto sopportabili.Avevo riscoperto il sesso gratificante,stupendo che avevo dimenticato da anni,sia per la depressione sia per i farmaci.Lei ha riempito la mia vita in pochi mesi,e io la sua(sembrava),c'era tutto:eros,affinità intellettuale,sensibilità,complicità...ma mi sono accorto presto di una differenza :lei prima di me stava "provando"diverse situazioni per trovare un uomo su "misura" che le facesse dimenticare una lunga e sofferta storia in cui è stata lasciata;io invece non cercavo nulla assorbito com'ero dai miei problemi per cui lei per me non era un"mezzo",ma mi aveva ridato la gioia di vivere o almeno la speranza di poterlo fare.La storia si interrompe a causa della sua instabilità e suoi precedenti atteggiamenti molto ambigui che avremmo potuto chiarire,ma su cui ha mentito e soprattutto mantenuto.Tornato a casa mia ho iniziato un'attività lavorativa,ma l'attività è andata male e la situazione a casa mia è peggiorata.E' cominciato un incubo:ansia a 1000,debiti,malattia di mia madre,e un misto di forte mancanza e rabbia per lei che mi aveva praticamente"usato",pur conoscendo la mia sofferta storia,e poi dimenticato in un batter d'occhio:in10 mesi pur sapendo l'inferno in cui ero precipitato nè una telefontata,nè un messaggio.Io sto tentando inutilmente da 10 mesi di strapparmela dalla mente,mi sono scritto centinaia di motivi per farlo,so che ha ripreso le sue "leggere"frequentazioni che era già il suo modus vivendi(a 38anni!) per non assumersi responsabilità,ma purtroppo a causa della mia depressione,l'inattività lavorativa non ho una vita di relazione e lei è sempre nella mia mente,lei è il mio eros,non vedo le altre donne,e non so se questa è ossessione o amore non superato.So solo che mi tortura e non mi fa riemergere!
non riesco più a vivere.Soffro di distimia ed ansia da 26 anni.Sebbene il disturbo ha compromesso la mia vita sul piano professionale e affettivo,ho imparato a conviverci supportato da terapie farmacologiche e psicoterapiche.Purtroppo 7-8 anni un circolo vizioso stabilitosi fra precarietà lavorativa e depressione (sono agente di viaggio,e guida archeologica),ha ulteriormente compromesso la mia capacità lavorativa fino al suo arresto totale.Avrei voluto rivedere completamente la mia vita,perchè mi sono isolato da amicizie e dalla vita sentimentale che non mi era mai mancata ma non mi è stato possibile a causa della mia famiglia,con cui vivo,e le difficoltà economiche(madre vedova).L'atmosfera per è molto pesante,insopportabile.Non avevo praticamente più contatti sociali finchè conobbi alla fine del 2010 una ragazza che vive a 700km da me.C'è stato un feeling immediato,anzi io ero un pò restio a lasciarmi andare data la mia situazione,poi lei mi ha travolto per il suo grande bisogno di amore.E'stato così forte tanto da convincermi a trasferirmi da lei e questo più l'aver cambiato ambiente,mi ha fatto rinascere,pur restando i disturbi però confinati più in ambito somatico che nella sfera dell'umore,pertanto sopportabili.Avevo riscoperto il sesso gratificante,stupendo che avevo dimenticato da anni,sia per la depressione sia per i farmaci.Lei ha riempito la mia vita in pochi mesi,e io la sua(sembrava),c'era tutto:eros,affinità intellettuale,sensibilità,complicità...ma mi sono accorto presto di una differenza :lei prima di me stava "provando"diverse situazioni per trovare un uomo su "misura" che le facesse dimenticare una lunga e sofferta storia in cui è stata lasciata;io invece non cercavo nulla assorbito com'ero dai miei problemi per cui lei per me non era un"mezzo",ma mi aveva ridato la gioia di vivere o almeno la speranza di poterlo fare.La storia si interrompe a causa della sua instabilità e suoi precedenti atteggiamenti molto ambigui che avremmo potuto chiarire,ma su cui ha mentito e soprattutto mantenuto.Tornato a casa mia ho iniziato un'attività lavorativa,ma l'attività è andata male e la situazione a casa mia è peggiorata.E' cominciato un incubo:ansia a 1000,debiti,malattia di mia madre,e un misto di forte mancanza e rabbia per lei che mi aveva praticamente"usato",pur conoscendo la mia sofferta storia,e poi dimenticato in un batter d'occhio:in10 mesi pur sapendo l'inferno in cui ero precipitato nè una telefontata,nè un messaggio.Io sto tentando inutilmente da 10 mesi di strapparmela dalla mente,mi sono scritto centinaia di motivi per farlo,so che ha ripreso le sue "leggere"frequentazioni che era già il suo modus vivendi(a 38anni!) per non assumersi responsabilità,ma purtroppo a causa della mia depressione,l'inattività lavorativa non ho una vita di relazione e lei è sempre nella mia mente,lei è il mio eros,non vedo le altre donne,e non so se questa è ossessione o amore non superato.So solo che mi tortura e non mi fa riemergere!
[#1]
Psicologo
Gentile Utente,
evidentemente Lei ha già capito che la ragazza in questione non è il tipo che sembrava, anche se Le ha dato tanti momenti lieti e tanti motivi per sperare.
Provi a considerare la faccenda come una sorta di "sbandata" dalla quale dovrà necessariamente riprendersi, con la complicità del tempo e di altre attività che La terranno impegnato.
Magari si concentri nella ricerca di lavoro o di più lavori, si ponga degli obiettivi che per essere raggiunti richiederanno tutta la Sua energia, che è fondamentale.
Frequenti altre persone e altri luoghi, che Le daranno l'occasione per cambiare anche il modo di pensare e di considerare nuove prospettive.
Sarà una strada impegnativa ma necessaria per allontanarsi dalla Sua attuale condizione.
evidentemente Lei ha già capito che la ragazza in questione non è il tipo che sembrava, anche se Le ha dato tanti momenti lieti e tanti motivi per sperare.
Provi a considerare la faccenda come una sorta di "sbandata" dalla quale dovrà necessariamente riprendersi, con la complicità del tempo e di altre attività che La terranno impegnato.
Magari si concentri nella ricerca di lavoro o di più lavori, si ponga degli obiettivi che per essere raggiunti richiederanno tutta la Sua energia, che è fondamentale.
Frequenti altre persone e altri luoghi, che Le daranno l'occasione per cambiare anche il modo di pensare e di considerare nuove prospettive.
Sarà una strada impegnativa ma necessaria per allontanarsi dalla Sua attuale condizione.
[#2]
Gentile Signore,
l'intensità di un amore e l'intensità del dopo-amore, dipende da quanto questa relazione le ha dato, da quanto l'ha fatta sentire viva, da quanto l'ha fatta emozionare, provare piacere, da quanto tempo e spazio ha abitato i suoi pensieri e l'immaginario.
La ragazza in sè, è solo un mezzo per arrivare a parti di sè, magari impolverate o seppellite chissà dove e da quanto tempo.
La ricostruzione è dolorosa, lenta, destruenta.
l'elaborazione del lutto tanto complessa, quanto il suo passato di sofferenza, ma
possibile.
Valuti di chiedere un ulteriore supporto psicologico al terapeuta che si è occupato di Lei, in passato, ne trarrà sicuramente un grande vantaggio.
Cari auguri V,Randone
l'intensità di un amore e l'intensità del dopo-amore, dipende da quanto questa relazione le ha dato, da quanto l'ha fatta sentire viva, da quanto l'ha fatta emozionare, provare piacere, da quanto tempo e spazio ha abitato i suoi pensieri e l'immaginario.
La ragazza in sè, è solo un mezzo per arrivare a parti di sè, magari impolverate o seppellite chissà dove e da quanto tempo.
La ricostruzione è dolorosa, lenta, destruenta.
l'elaborazione del lutto tanto complessa, quanto il suo passato di sofferenza, ma
possibile.
Valuti di chiedere un ulteriore supporto psicologico al terapeuta che si è occupato di Lei, in passato, ne trarrà sicuramente un grande vantaggio.
Cari auguri V,Randone
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#3]
Utente
Gent.mi Dottori,
innanzitutto vi ringrazio per celerità delle risposte. Ritengo le vostre indicazioni giuste nella prospettiva di impegnare le mie risorse nella ricostruzione lavorativa, su cui però va detto incombe il peso della depressione aggravatasi proprio in seguito a questo evento che, come ha giustamente rilevato la Dr.ssa Randone,mi aveva ridato una gioia di vivere dimenticata rimettendo in moto tanti progetti ormai privi di entusiasmo da molto tempo. Per questo adesso più che mai sento la necessità di non ricorrere solo all'uso dei farmaci,peraltro in questa fase dolorosissima, assolutamente insufficienti se non addirittura inutili (sto infatti seriamente pensando ad un deciso cambiamento di rotta nell'affrontare il mio disturbo depressivo decisivamente in senso psicoterapico), perchè dall'esperienza sentimentale vissuta,mi sono accorto che l'appoggio (e in questo caso il legame affettivo) con una persona ha posto in poco tempo in me molti più orizzonti,nonostante il sottofondo sordo del malessere,di quanto ce fossero prima o di quanto non ce ne siano affatto adesso.Saranno passi faticosissimi,ma intendo provarci. Alla dr.ssa Randone volevo chiedere in particolare come mai l'elaborazione di questo lutto anche dal punto di vista sessuale è per me così terribilmente tormentata e difficile a distanza di un anno dalla fine della storia con questa ragazza rispetto a rapporti affettivi passati molto più prolungati nel tempo.Va detto che con lei l'intesa sessuale è stata intensissima,perchè fisica ma molto complice anche mentalmente: Un dato che forse può essere importante, è che dopo molti anni di sofferta anorgasmia e una netta diminuzione della libido (ma non di deficit erettile) , a causa degli antidepressivi,prezzo inevitabile secondo la psichiatria non tenendo forse conto di quanto possa incidere sulla vita di un uomo dai 40 fino agli attuali 49anni e sui risvolti psichici, pur continuando ad assumere gli stessi farmaci,con questa donna questi disturbi erano quasi del tutto scomparsi facendomi ritrovare una sessualità che consideravo perduta. Purtroppo per ora costretto dalla morsa della depressione all'isolamento, lei occupa tutto il mio immaginario erotico, e mi rende difficile pensare di rivivere le stesse sensazioni e lo stesso coinvolgimento.Ed qui che vorrei un consiglio. In passato mi è capitato due volte qualcosa di simile,e seguendo il mio istinto sono andato a distanza di mesi a "ritrovare"le partner e in un certo senso l'idealizzazione che era seguita al distacco si è sempre ridimensionata in poco tempo e l'elaborazione delle storie (importanti e durature entrambe) è stata rapida e naturale. Ma la mia fragilità attuale non mi consente assolutamente di rischiare. Ed qui che desiderei un consiglio perchè ho sentito parei discordanti in questi casi: c'è chi dice di operare un "distacco mentale totale"(per quel che è possibile e cosa che io ho tentato finora senza successo),e c'è chi sostiene che invece la storia vada "rivissuta",guardando foto,leggendo messaggi ed è forse questa una forma di elaborazione? Se è così non sento,in questa fase delicatissima della mia vita,di farcela senza un adeguato sostegno psicologico.Vi chiedo di perdonare la lunghezza del messaggio,ma è la prima volta che posso aprirmi in 12 mesi. Vi ringrazio della cortesia già prestatami.Cordiali saluti.
innanzitutto vi ringrazio per celerità delle risposte. Ritengo le vostre indicazioni giuste nella prospettiva di impegnare le mie risorse nella ricostruzione lavorativa, su cui però va detto incombe il peso della depressione aggravatasi proprio in seguito a questo evento che, come ha giustamente rilevato la Dr.ssa Randone,mi aveva ridato una gioia di vivere dimenticata rimettendo in moto tanti progetti ormai privi di entusiasmo da molto tempo. Per questo adesso più che mai sento la necessità di non ricorrere solo all'uso dei farmaci,peraltro in questa fase dolorosissima, assolutamente insufficienti se non addirittura inutili (sto infatti seriamente pensando ad un deciso cambiamento di rotta nell'affrontare il mio disturbo depressivo decisivamente in senso psicoterapico), perchè dall'esperienza sentimentale vissuta,mi sono accorto che l'appoggio (e in questo caso il legame affettivo) con una persona ha posto in poco tempo in me molti più orizzonti,nonostante il sottofondo sordo del malessere,di quanto ce fossero prima o di quanto non ce ne siano affatto adesso.Saranno passi faticosissimi,ma intendo provarci. Alla dr.ssa Randone volevo chiedere in particolare come mai l'elaborazione di questo lutto anche dal punto di vista sessuale è per me così terribilmente tormentata e difficile a distanza di un anno dalla fine della storia con questa ragazza rispetto a rapporti affettivi passati molto più prolungati nel tempo.Va detto che con lei l'intesa sessuale è stata intensissima,perchè fisica ma molto complice anche mentalmente: Un dato che forse può essere importante, è che dopo molti anni di sofferta anorgasmia e una netta diminuzione della libido (ma non di deficit erettile) , a causa degli antidepressivi,prezzo inevitabile secondo la psichiatria non tenendo forse conto di quanto possa incidere sulla vita di un uomo dai 40 fino agli attuali 49anni e sui risvolti psichici, pur continuando ad assumere gli stessi farmaci,con questa donna questi disturbi erano quasi del tutto scomparsi facendomi ritrovare una sessualità che consideravo perduta. Purtroppo per ora costretto dalla morsa della depressione all'isolamento, lei occupa tutto il mio immaginario erotico, e mi rende difficile pensare di rivivere le stesse sensazioni e lo stesso coinvolgimento.Ed qui che vorrei un consiglio. In passato mi è capitato due volte qualcosa di simile,e seguendo il mio istinto sono andato a distanza di mesi a "ritrovare"le partner e in un certo senso l'idealizzazione che era seguita al distacco si è sempre ridimensionata in poco tempo e l'elaborazione delle storie (importanti e durature entrambe) è stata rapida e naturale. Ma la mia fragilità attuale non mi consente assolutamente di rischiare. Ed qui che desiderei un consiglio perchè ho sentito parei discordanti in questi casi: c'è chi dice di operare un "distacco mentale totale"(per quel che è possibile e cosa che io ho tentato finora senza successo),e c'è chi sostiene che invece la storia vada "rivissuta",guardando foto,leggendo messaggi ed è forse questa una forma di elaborazione? Se è così non sento,in questa fase delicatissima della mia vita,di farcela senza un adeguato sostegno psicologico.Vi chiedo di perdonare la lunghezza del messaggio,ma è la prima volta che posso aprirmi in 12 mesi. Vi ringrazio della cortesia già prestatami.Cordiali saluti.
[#4]
Gentile Utente,
come tutte le questioni psicologiche è necessario trovare la teoria che si adatta al proprio vissuto psicologico, e non tanto adattarsi alla teoria.
Ogni soluzione psicologica è come un abito per cui l'abito va cucito sul corpo che deve indossarlo, dato che non sempre è possibile modificare il corpo per adattarlo all'abito.
Le faccio notare una cosa.
> In passato mi è capitato due volte qualcosa di simile,e seguendo il mio istinto sono andato a distanza di mesi a "ritrovare"le partner
Questo vuol dire che quel che ha provato in parte era indipendente dalla partner, ma, molto probabilmente legato *a quel che si faceva*: non al *con chi lo si faceva*.
Che ne pensa?
come tutte le questioni psicologiche è necessario trovare la teoria che si adatta al proprio vissuto psicologico, e non tanto adattarsi alla teoria.
Ogni soluzione psicologica è come un abito per cui l'abito va cucito sul corpo che deve indossarlo, dato che non sempre è possibile modificare il corpo per adattarlo all'abito.
Le faccio notare una cosa.
> In passato mi è capitato due volte qualcosa di simile,e seguendo il mio istinto sono andato a distanza di mesi a "ritrovare"le partner
Questo vuol dire che quel che ha provato in parte era indipendente dalla partner, ma, molto probabilmente legato *a quel che si faceva*: non al *con chi lo si faceva*.
Che ne pensa?
Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492
[#5]
Utente
Gent.le Dr.Bellizzi,
in effetti Lei ha toccato un punto fondamentale. Fermo restando la mia "invocazione d'aiuto"relativa alla dolorosa ferita sentimentale, preoccupante perchè persistente a distanza di tempo, rispetto a quanto mi sia mai accaduto in passato, e per la quale mi sono rivolto a voi esperti, credo che sia questa mia attuale impossibilità di "non poter agire"a impedire il rimarginarsi della profonda ferita, al di là della partner per la quale ora sto soffrendo.
Questa "impotenza"riguardo ad una risoluzione "attiva" come quelle da me messe in atto in passato in circostanze simili,va ad aggiungersi alla più generale impossibilià di azione causata dalla depressione e dalla conseguente perdita di identità sociale per l'attuale condizione di disabilità lavorativa,da cui sto faticosamente cercando di riprendermi. Tutto questo accade alle soglie dei 50anni,il cui peso non lo avvertirei nel simbolico o meno passaggio che questa età rappresenta, ma nelle condizioni in cui questo passaggio trova me in particolare. E' come se questa difficoltà a elaborare la fine traumatica di questa storia sentimentale, tra l'altro molto significativa anche perchè stava rappresentando una "rinascita"da una condizione già difficile precedentemente,sottolineasse maggiormente la mia sopraggiunta difficoltà più generale,a causa della malattia,nel gestire gli aspetti fondamentali della mia vita. Quindi l'incapacità(e anche impossibilità materiale) attuale di affrontare "attivamente" la situazione a cui mi spingeva il dolore stesso,come accadeva in passato, non solo mi ha costretto a tenermi il dolore irrisolto,ma mi segnala ulteriormente ciò che sono diventato ora.
in effetti Lei ha toccato un punto fondamentale. Fermo restando la mia "invocazione d'aiuto"relativa alla dolorosa ferita sentimentale, preoccupante perchè persistente a distanza di tempo, rispetto a quanto mi sia mai accaduto in passato, e per la quale mi sono rivolto a voi esperti, credo che sia questa mia attuale impossibilità di "non poter agire"a impedire il rimarginarsi della profonda ferita, al di là della partner per la quale ora sto soffrendo.
Questa "impotenza"riguardo ad una risoluzione "attiva" come quelle da me messe in atto in passato in circostanze simili,va ad aggiungersi alla più generale impossibilià di azione causata dalla depressione e dalla conseguente perdita di identità sociale per l'attuale condizione di disabilità lavorativa,da cui sto faticosamente cercando di riprendermi. Tutto questo accade alle soglie dei 50anni,il cui peso non lo avvertirei nel simbolico o meno passaggio che questa età rappresenta, ma nelle condizioni in cui questo passaggio trova me in particolare. E' come se questa difficoltà a elaborare la fine traumatica di questa storia sentimentale, tra l'altro molto significativa anche perchè stava rappresentando una "rinascita"da una condizione già difficile precedentemente,sottolineasse maggiormente la mia sopraggiunta difficoltà più generale,a causa della malattia,nel gestire gli aspetti fondamentali della mia vita. Quindi l'incapacità(e anche impossibilità materiale) attuale di affrontare "attivamente" la situazione a cui mi spingeva il dolore stesso,come accadeva in passato, non solo mi ha costretto a tenermi il dolore irrisolto,ma mi segnala ulteriormente ciò che sono diventato ora.
[#6]
Gent.le utente,
so che troverà spiacevole la mia replica, ma devo ricordarle che all'interno di una consulenza on line non è possibile affrontare in modo così approfondito il vissuto di una persona, tutto ciò è possibile attraverso il colloquio con lo Psicologo-Psicoterapeuta
Può rivolgersi alla sua ASL di riferimento e qualora avesse ulteriori difficoltà ci scriva e cercheremo di esserle d'aiuto.
so che troverà spiacevole la mia replica, ma devo ricordarle che all'interno di una consulenza on line non è possibile affrontare in modo così approfondito il vissuto di una persona, tutto ciò è possibile attraverso il colloquio con lo Psicologo-Psicoterapeuta
Può rivolgersi alla sua ASL di riferimento e qualora avesse ulteriori difficoltà ci scriva e cercheremo di esserle d'aiuto.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#7]
Utente
Mi scuso se ho contravvenuto a qualche regolamento del sito,essendo appena iscritto,ma trovando molta utilità nella competenza dei gentili dottori che mi hanno celermente risposto,mi sono probabilmente dilungato eccessivamente.Rinnovo il mio ringraziamento e la valutazione molto positiva del servizio offerto.Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 12.1k visite dal 16/09/2012.
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