Depressione post lutto e attaccamento morboso a chi resta

mia madre è entrata in profonda depressione con aspetti psicotici un paio di settimane prima della morte (annunciata, essendo molto malato) di mio padre.
è attualmente in cura con antidepressivo+ dosi minime di antipsicotico e ansiolitico.

dopo aver "superato" la sua psicosi relativa alla rovina economica, ora tutte le sue "fissazioni" sono rivolte a me, unica figlia, sposata, abito a 40 km da lei.

sono stata a casa con lei 2 settimane dopo la morte di papà, poi una settimana a gg alterni rientrando dal lavoro, poi vista la situazione critica (era un po' assente e confusa) un'altra settimana intera in casa con lei. questa settimana doveva essere quella risolutiva: sto andando a lavorare e rientro da lei la sera, allo scopo di rientrare finalmente a casa mia da mio marito la settimana successiva. nei weekend io e mio marito la coccoliamo, ospitiamo a casa nostra ecc

il risultato non è stato quello sperato: durante la mia assenza si è come "congelata", non ha fatto nulla in casa tutto il giorno, neanche pranzato, al mio arrivo ha detto che "ASPETTAVA ME" per fare tutto. Non è servito il "predicozzo" perchè è stata recidiva, tanto che oggi ho inviato una vicina di casa ad assisterla durante i pasti e stasera sono risoluta a tornare a dormire a casa mia almeno per una sera, per "scuoterla un po'"

IL PROBLEMA é QUESTO: è passata dalla paura di non avere denaro, alla paura di vivere in casa senza di me, di stare senza di me, non vuole che vada a lavorare, teme che mi succeda qualcosa, fatica ad accettare che la mia casa è altrove.
HA RICREATO UN CORDONE OMBELICALE che sto tralciando perchè penso che debba cavarsela da sola (quando sono in casa la sera è molto attiva) e che stare con me per settimane da un lato le ha fatto male.
La settimana prossima vorrei che le facesse un po' di compagnia la signora che ha assistito mio padre quando era gravemente malato, ma poi vorrei che camminasse con le sue gambe.

COSA DEVO FARE? come devo comportarmi essendo che lei ha caricato tutto su di me (il suo lutto attuale è non vedermi, non è aver perso il marito, il lutto vero lo sta ancora schivando). quanto posso essere "ferma" nel distacco, quali sono le parole? ieri ho pianto tanto, delusa dal suo comportamento, e lei mi ha "consolata", ho cercato di riportare i ruoli al loro posto. ma stamattina era disperata all'idea che me ne andassi, e che stasera non torni da lei.
abbiamo attivato richiesta anche per un mese di sollievo in casa di riposo su consiglio psichiatra, per far capire che se non ce la fa senza di me, la soluzione non sarà il mio ritorno.

attendo consigli, sento il peso enorme della gestione dell'elaborazione del lutto della mamma. attualmente è troppo confusa per psicoterapia e il posto dove abita è in alta montagna per cui questo percorso sarebbe ostico logisticamente.

VI PREGO DATEMI QUALCHE BUONA PAROLA
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Lei chiede una buona parola da noi, che la rinfranchi.
Purtroppo la depressione si manifesta in molti dei modi che Lei riferisce. E non c'e' prsticamente nulla che Voi possiate dire per alleviare il problema.
Mi ha colpito positivamente che la mamma l'abbia "consolata". E' un segno positivo di non completa chiusura in se'.
Quello che potrebbe faren oltee alle terapie farmacologiche e' affiancare uno psicologo che costituisca un sostegno, un alleato.
Ci faccia sapere!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Sembra che il legame che descrive non sia difficoltoso e invischiato solo da parte di sua madre, ma in ambo i sensi. Sua madre si attacca a lei, in un certo senso "investendo" in lei in previsione di un futuro senza marito, mentre lei (che ci scrive) si porta addosso il peso enorme per questa situazione. Ovviamente sua madre lo percepisce e "ci gioca" per alimentare vicinanza e dipendenza.

Ritengo che se non riuscite a cavarvela da sole una consultazione congiunta con un collega psicologo potrebbe giovarvi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2012 al 2016
Ex utente
@dr.ssa Esposito: si per fortuna a volte mia mamma è cosciente del fatto che sto facendo molto per lei, c'è un'apertura. ..


@dr. Santonocito: il legame difficoltoso si è creato...è ovvio che se mia mamma mi vuol tenere a sè, io per quel che posso sto con lei per non far ulteriormente precipitare la sua depressione, poi però arriva il momento in cui dico: adesso basta. è difficoltoso perchè la mamma mi ha messa in difficoltà. per quanto riguarda mio marito, siamo sposati da un anno, andiamo d'amore e d'accordo, vogliamo crearci una famiglia, lui è molto paziente e per "salvare la mamma" non ha fatto storie affinchè mi trasferissi da lei... forse su questo mia madre ha approffittato. DOV'E' ESATTAMENTE CHE SI PUò FRENARE LA SUA TENDENZA AD "APPROFFITTARE" E "GIOCARE" SULLA SITUAZIONE, E COME FARE? d'altronde visto che si va a creare una sorta di "competizione" da parte sua verso il genero, quando dico a mia mamma che torno a casa mia, lo faccio ribadendo che è una MIA scelta, fatta nel SUO interesse affinchè recuperi indipendenza e non metto di mezzo mio marito affinchè nel suo disagio lei poi non finisca per vederlo come un "nemico".....

alla prospettiva di far venire la signora a pagamento, è già stata scontenta per il fatto che va pagata (questione denaro ancora un po' viva), e allora le ho detto che dovrà cavarsela da sola....
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> per "salvare la mamma" non ha fatto storie affinchè mi trasferissi da lei... forse su questo mia madre ha approffittato
>>>

Eh, sembrerebbe proprio di sì.

>>> DOV'E' ESATTAMENTE CHE SI PUò FRENARE LA SUA TENDENZA AD "APPROFFITTARE" E "GIOCARE" SULLA SITUAZIONE, E COME FARE?
>>>

Non possiamo dirglielo da qui. Soltanto consultandosi con uno psicologo di persona, se lo riterrà utile, potrà ricevere suggerimenti adatti al suo caso.

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Attivo dal 2012 al 2016
Ex utente
di certo dovrò allontanarmi un pochino e rassicurarla, senza correre appena lei chiama.

una domanda:
a volte le dico esplicitamente "guarda che il problema non sono io, io ci sono, ti voglio bene, ti vengo a trovare ecc, il problema grosso che devi affrontare e che stai cercando di schivare è la morte di papà". sbaglio ad essere così brutale?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
In realtà dicendole così non è affatto brutale, nel senso che non va a intaccare il problema fondamentale: la riluttanza di sua madre a rendersi più autonoma. Anche darle rassicurazioni può essere controproducente, perché ricevere rassicurazioni è pur sempre ricevere il messaggio: "Ci sono io a prendermi cura di te, non fosse altro per rassicurarti".

Non mi fraintenda: rassicurare non è un male di per sé, è un male quando c'è di mezzo l'ansia, perché spesso la va ad alimentare.

Ma di queste cose dovrebbe discutere con uno psicologo di persona.

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
0entile signora,
Purtroppo non e' "dicendo" a sua madre quello che l'affligge che le dara' una risorsa per affrontarlo.
Sua madre sa perfettamente qual'e' il suo dolore. Ma deve conviverci e sopravviverci!
Cordialmente
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Attivo dal 2012 al 2016
Ex utente
ci proverò a portarla da uno psicologa.
in ogni caso ho capito, evito di "coccolarla con rassicurazioni su rassicurazioni", ma cerco di essere più ferma e sicura di me stessa...

grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
>>> ci proverò a portarla da uno psicologa.
>>>

Dallo psicologo dovreste andarci entrambe, perché entrambe avete qualcosa da imparare, ognuna dal proprio lato.

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Dr.ssa Sarah Cervi Psicologo, Psicoterapeuta 74 1
Gentile Utente,
la preoccupazione per sua madre è comprensibile e che lei sia coinvolta è, a mio avviso, naturale. Inoltre non dimentichi che anche lei ha perso suo padre, dopo averlo visto soffrire a causa della sua malattia e anche questo contribuisce a renderla coinvolta...
Di sicuro a sua madre gioverebbe un sostegno psicologico che la aiuti ad elaborare il lutto, quindi fa benissimo a stimolarla in tal senso. Non è lei che deve farsi carico di cose che sua madre, se non fosse per questa intensa sofferenza, sarebbe in grado di fare autonomamente. Quindi va aiutata con un sostegno da parte di un professionista.

Infine voglio rimandarle che leggendo la sua mail mi ha molto colpita la sua determinazione nel mantenere quella sana distanza dal problema che le ha permesso di capire cosa sia più utile fare per sua madre, ma anche per lei, ovvero evitare di assecondare la richiesta di dipendenza di sua madre nei suoi confronti, spingerla a rendersi autonoma e aiutarla allo stesso tempo ad ottenere un sostegno psicologico, necessario in questo periodo difficile della sua vita.
Le auguro di trovare un bravo professionista che si occupi di sua madre.

cordialmente

Sarah Cervi
www.psicologadellosviluppo-roma.blogspot.it
www.comunitalaquiete.blogspot.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317
Gentile Utente,
spesso dopo dolori, lutti e sindromi depressive, c'è la possibilità di andare in contro ad "un'inversione di ruoli", tra genitori e figli.
Sua madre, sembra "adoperare" la malattia e lo sconforto, per attirarla a sè, amorevolmente manipolarla e farla stare in pensiero.
Uno psicologo reale, potrà sicuramente aiutarla a trovare la "giusta distanza" emozionale da sua madre , finalizzata al ripristino dei ruoli e ad un più funzionale e sano equilibrio psichico di entrambe.
Cari auguri. V. Randone

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Attivo dal 2012 al 2016
Ex utente
il weekend è andato abbastanza bene, la mamma era meno "assente".
mi pare che VOGLIA PROVARE A STARE BENE, A SUPERARE LE SUE PAURE, A "FARCELA" ! mi dice anche che le spiace di darmi pensieri, a volte si rende conto di quanto sta combinando.
ci sono stati dei momenti in cui era davvero LA MAMMA DI SEMPRE!

da stamattina, per mezza giornata (8-13.30) si occuperà di lei una signora, che assistette mio padre nella sua malattia durante l'ospedalizzazione.
lei è buona e solare, è un'infermiera dominicana, spero possa fare qualcosa.

ieri sera mia mamma era seriamente intenzionata ad "accettare" il fatto che non vivo con lei e ho la mia vita, anche se a volte nei nostri discorsi sembrava dimenticarsene davvero (ad esempio quando parlavo di trasporto pubblico per andare al lavoro mi diceva che sbagliavo, che l'autobus non ferma davanti al mio lavoro; allora le ho dovuto ricordare che parlo dell'autobus che parte da casa MIA e non da casa SUA).

sono stata chiara sul fatto che se non ce la fa da sola ci vuole la signora, che se non basta quest'ultima qualche ora ci vorrà la RSA (col medico stiamo comunque facendo richiesta per precauzione per un posto di sollievo un mesetto)

stamattina è arrivata la signora, mamma era ovviamente un po' persa, è scesa verso il garage dal quale sono partita e non è voluta risalire per un'ora. ora è stata convinta a risalire, mi ha detto che cercherà di mettere a frutto la giornata (con voce triste, vabbè..) e spero che la giornata prosegua più serenamente...