Rabbia verso il mio compagno
Gentilissimi,
Da qualche tempo provo rabbia, quasi antipatia verso il mio compagno, sebbene lo ami tantissimo e sia convinta che lui è la persona giusta per me. So che questa frase può sembrare senza senso, eppure mi sento esattamente così.
Stiamo insieme da più di quattro anni. La nostra storia è andata abbastanza bene sin da subito e anzi è andata crescendo man mano che lui, una persona molto gelosa dei propri spazi e della propria indipendenza, ha imparato a lasciarsi andare... Fino allo scorso inverno, e per due anni, abbiamo anche convissuto, dapprima in maniera non continuativa e poi, per un anno, più stabilmente. Dico fino allo scorso inverno perché per motivi di lavoro sei mesi fa lui è stato costretto a cambiare continente, con la prospettiva di rimanere nel suo nuovo contesto per diversi anni.
Da allora, sebbene cerchi di dire a me stessa di portare pazienza, che col tempo troveremo una soluzione, va sempre peggio.
Mi sento sola, i weekend soprattutto sto male, divento apatica e triste, non mi va di fare nulla, non faccio che pensare a lui e ai fine settimana passati insieme... quasi non mi riconosco.
Io ho un buon lavoro, che mi impegna e mi appassiona, ma sarei pronta a lasciarlo per trasferirmi nella sua città. Gliene ho parlato, ma lui sembra rimandare la decisione... Dice che le cose si aggiusteranno col tempo, ma a me pare che non indichi un percorso concreto da seguire, le sue mi sembrano parole al vento perché ad esse non segue nulla di reale (ad esempio se ci sposassimo tutto sarebbe più facile dal punto di vista burocratico e non solo...). Mi fa male non riuscire a "quantificare" la durata di questo periodo per me di sofferenza... provo rabbia verso di lui perché mi costringe a vivere questa vita che non mi piace, e mi dice solo di portare pazienza senza sapermi dire fino a quando... Provo rabbia perché ha "creato" lui il problema ma non è capace di offrirmi una soluzione... né accettare quella che io gli propongo.
Eppure non riesco a lasciarlo, non posso, perché sono davvero innamorata di lui, e quando siamo insieme mi sembra tutto perfetto...
Davvero non so che fare... ho paura di rovinare tutto, forse sto già rovinando tutto.
Grazie anticipatamente a chi vorrà rispondermi.
Con tanti cari saluti.
Da qualche tempo provo rabbia, quasi antipatia verso il mio compagno, sebbene lo ami tantissimo e sia convinta che lui è la persona giusta per me. So che questa frase può sembrare senza senso, eppure mi sento esattamente così.
Stiamo insieme da più di quattro anni. La nostra storia è andata abbastanza bene sin da subito e anzi è andata crescendo man mano che lui, una persona molto gelosa dei propri spazi e della propria indipendenza, ha imparato a lasciarsi andare... Fino allo scorso inverno, e per due anni, abbiamo anche convissuto, dapprima in maniera non continuativa e poi, per un anno, più stabilmente. Dico fino allo scorso inverno perché per motivi di lavoro sei mesi fa lui è stato costretto a cambiare continente, con la prospettiva di rimanere nel suo nuovo contesto per diversi anni.
Da allora, sebbene cerchi di dire a me stessa di portare pazienza, che col tempo troveremo una soluzione, va sempre peggio.
Mi sento sola, i weekend soprattutto sto male, divento apatica e triste, non mi va di fare nulla, non faccio che pensare a lui e ai fine settimana passati insieme... quasi non mi riconosco.
Io ho un buon lavoro, che mi impegna e mi appassiona, ma sarei pronta a lasciarlo per trasferirmi nella sua città. Gliene ho parlato, ma lui sembra rimandare la decisione... Dice che le cose si aggiusteranno col tempo, ma a me pare che non indichi un percorso concreto da seguire, le sue mi sembrano parole al vento perché ad esse non segue nulla di reale (ad esempio se ci sposassimo tutto sarebbe più facile dal punto di vista burocratico e non solo...). Mi fa male non riuscire a "quantificare" la durata di questo periodo per me di sofferenza... provo rabbia verso di lui perché mi costringe a vivere questa vita che non mi piace, e mi dice solo di portare pazienza senza sapermi dire fino a quando... Provo rabbia perché ha "creato" lui il problema ma non è capace di offrirmi una soluzione... né accettare quella che io gli propongo.
Eppure non riesco a lasciarlo, non posso, perché sono davvero innamorata di lui, e quando siamo insieme mi sembra tutto perfetto...
Davvero non so che fare... ho paura di rovinare tutto, forse sto già rovinando tutto.
Grazie anticipatamente a chi vorrà rispondermi.
Con tanti cari saluti.
[#1]
Gentile signorina,
E' comprrensibile e giustificabile la Sua rabbia: Lei e' costretta a vivere in una situazione frustrante in cui si sente sola. Vorrebbe vedere una soluzione ma il Suo ragazzo ha assunto una posizione di attesa e procastina qualsiasi azione.
Che consigliarLe in questa situazione?
Forse solo di decidere dentro di Lei se e quanto sia disposta ad accettare tale frustrazione.
Purtroppo. In un rapporto a due occorre la volonta' di entrambi per realizzare delle cose insieme.
Il momento in cui la Sua volonta' venisse meno il "sacrificio" che il Suo ragazzo Le sta imponendo avra' termine.
Quindi rifletta su questo: e' la Sua volonta' quella che deve ascoltare davvero.
Quando l'avra' ascoltata la rabbia svanira' perche' Lei avra' acquisito la certezza che e' Sua la scelta e non del suo ragazzo.
Ci scriva ancora se vuole e se possiamo esserLe d'aiuto.
Cordialmente
E' comprrensibile e giustificabile la Sua rabbia: Lei e' costretta a vivere in una situazione frustrante in cui si sente sola. Vorrebbe vedere una soluzione ma il Suo ragazzo ha assunto una posizione di attesa e procastina qualsiasi azione.
Che consigliarLe in questa situazione?
Forse solo di decidere dentro di Lei se e quanto sia disposta ad accettare tale frustrazione.
Purtroppo. In un rapporto a due occorre la volonta' di entrambi per realizzare delle cose insieme.
Il momento in cui la Sua volonta' venisse meno il "sacrificio" che il Suo ragazzo Le sta imponendo avra' termine.
Quindi rifletta su questo: e' la Sua volonta' quella che deve ascoltare davvero.
Quando l'avra' ascoltata la rabbia svanira' perche' Lei avra' acquisito la certezza che e' Sua la scelta e non del suo ragazzo.
Ci scriva ancora se vuole e se possiamo esserLe d'aiuto.
Cordialmente
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#2]
Utente
Gent.ma Dott.ssa Esposito,
La ringrazio molto per la Sua gentile risposta.
Il fatto è che io mi ripeto che non posso e non devo perdere il ragazzo che amo (e con il quale sto bene e vado d'accordo) per colpa della mia impazienza: non me lo potrei mai e poi mai perdonare. Quindi, in fondo, una scelta l'ho fatta (per mancanza di coraggio?), ed è quella di stare con lui nonostante tutto: ma questa scelta non impedisce né che io provi rabbia verso di lui, né il fatto che io accumuli risentimenti su risentimenti che prima o poi, in tutta probabilità, esploderanno...
A complicare tutto, poi, le sue rassicurazioni sul fatto che tutto andrà meglio: a me sembrano solo un modo piuttosto comodo, da parte sua, di tenermi con sé, facendomi sperare nel lieto fine. Mi sento anche un po' presa in giro, e questo certo non aiuta...
Sto riflettendo e riflettendo su una Sua frase, cara dottoressa: "In un rapporto a due occorre la volontà di entrambi per realizzare delle cose insieme"... (Aggiungo io: e anche lo stesso tempismo...)
Ecco, a me sembra di avercela solo io questa volontà... io vorrei vivere con lui, sarei pronta anche a fare dei sacrici per seguirlo, vorrei magari sposarlo, avere dei figli con lui... da parte sua, nulla di tutto ciò, sebbene lui mi abbia dimostrato in mille modi di amarmi, forse, certo, a modo suo... quanto a matrimonio e figli, sono cose che non esclude possa desiderare in futuro, ma alle quali non sa dare una dimensione temporale concreta... Questa cosa mi angoscia... Mi sento come tra l'incudine e il martello: l'incudine è il mio amore per lui, il martello la mia voglia di vivere una vita diversa.
Grazie ancora per il Suo consulto...
Cordialmente
La ringrazio molto per la Sua gentile risposta.
Il fatto è che io mi ripeto che non posso e non devo perdere il ragazzo che amo (e con il quale sto bene e vado d'accordo) per colpa della mia impazienza: non me lo potrei mai e poi mai perdonare. Quindi, in fondo, una scelta l'ho fatta (per mancanza di coraggio?), ed è quella di stare con lui nonostante tutto: ma questa scelta non impedisce né che io provi rabbia verso di lui, né il fatto che io accumuli risentimenti su risentimenti che prima o poi, in tutta probabilità, esploderanno...
A complicare tutto, poi, le sue rassicurazioni sul fatto che tutto andrà meglio: a me sembrano solo un modo piuttosto comodo, da parte sua, di tenermi con sé, facendomi sperare nel lieto fine. Mi sento anche un po' presa in giro, e questo certo non aiuta...
Sto riflettendo e riflettendo su una Sua frase, cara dottoressa: "In un rapporto a due occorre la volontà di entrambi per realizzare delle cose insieme"... (Aggiungo io: e anche lo stesso tempismo...)
Ecco, a me sembra di avercela solo io questa volontà... io vorrei vivere con lui, sarei pronta anche a fare dei sacrici per seguirlo, vorrei magari sposarlo, avere dei figli con lui... da parte sua, nulla di tutto ciò, sebbene lui mi abbia dimostrato in mille modi di amarmi, forse, certo, a modo suo... quanto a matrimonio e figli, sono cose che non esclude possa desiderare in futuro, ma alle quali non sa dare una dimensione temporale concreta... Questa cosa mi angoscia... Mi sento come tra l'incudine e il martello: l'incudine è il mio amore per lui, il martello la mia voglia di vivere una vita diversa.
Grazie ancora per il Suo consulto...
Cordialmente
[#3]
Gentile utente,
come ha detto la collega occorre l'accordo di entrambi per realizzare una vita a due e progetti comuni.
Lei ha detto che il suo ragazzo è o era una persona molto gelosa dei suoi spazi, che ora ha ripreso in pieno bisogna dire.
Il consiglio che le do è che se, come dice, c'è un forte sentimento, non conviene rischiare di perdere tutto per impazienza, però converrebbe che vi chiariste su tutti gli aspetti che dilazionano le decisioni, magari anche con l'aiuto di uno psicologo.
Ad es. se è il matrimonio o i figli che spaventano il suo ragazzo, probabilmente parlarne con uno psicologo lui o tutti e due o anche solo lei stessa potrà aiutarvi.
Saluti
come ha detto la collega occorre l'accordo di entrambi per realizzare una vita a due e progetti comuni.
Lei ha detto che il suo ragazzo è o era una persona molto gelosa dei suoi spazi, che ora ha ripreso in pieno bisogna dire.
Il consiglio che le do è che se, come dice, c'è un forte sentimento, non conviene rischiare di perdere tutto per impazienza, però converrebbe che vi chiariste su tutti gli aspetti che dilazionano le decisioni, magari anche con l'aiuto di uno psicologo.
Ad es. se è il matrimonio o i figli che spaventano il suo ragazzo, probabilmente parlarne con uno psicologo lui o tutti e due o anche solo lei stessa potrà aiutarvi.
Saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
[#4]
Gentile Ragazza,
le emozioni non verbalizzate, la rabbia non espressa, il silenzio protratto, il fare proprie le esigenze altrui a scapito del suo sentire più profondo e reale, il non detto, rappresentano un attentato alla coppia.
Le suggerisco, di valutare l'ipotesi di effettuare una terapia di coppia, luogo simbolico caratterizzato dall'assenza di giudizio e da un clima di grande ematia, dove il non detto, si trasforma in parola e la parola, in progetto comune, passando dall'elaborazione della rabbia, del dolore e dell'acredine.
Un caro augurio
V.Randone
le emozioni non verbalizzate, la rabbia non espressa, il silenzio protratto, il fare proprie le esigenze altrui a scapito del suo sentire più profondo e reale, il non detto, rappresentano un attentato alla coppia.
Le suggerisco, di valutare l'ipotesi di effettuare una terapia di coppia, luogo simbolico caratterizzato dall'assenza di giudizio e da un clima di grande ematia, dove il non detto, si trasforma in parola e la parola, in progetto comune, passando dall'elaborazione della rabbia, del dolore e dell'acredine.
Un caro augurio
V.Randone
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
[#5]
ad esempio se ci sposassimo tutto sarebbe più facile dal punto di vista burocratico e non solo...
Cara utente, in che modo sarebbe tutto più facile? Il problema delle due città non resterebbe comunque? Vorrei capire meglio cosa significherebbe per lei questo nuovo legame. La renderebbe forse più libera di seguirlo? Le darebbe delle certezze in più?
Cara utente, in che modo sarebbe tutto più facile? Il problema delle due città non resterebbe comunque? Vorrei capire meglio cosa significherebbe per lei questo nuovo legame. La renderebbe forse più libera di seguirlo? Le darebbe delle certezze in più?
Dr.ssa Laura Mirona
dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it
[#6]
Utente
Anzitutto grazie mille anche alle Dott.sse Sciubba, Randone e Mirona per le loro risposte...
La Dott.ssa Mirona mi chiede in che maniera il matrimonio semplificherebbe le cose... le semplificherebbe sul piano burocratico (visti, residenza ecc...) e sul piano emotivo (mio), perché mi darebbe l'impressione di lasciare tutto per una persona che sente di volersi impegnare seriamente con me... Non che il matrimonio sia un'assicurazione contro le delusioni, ci mancherebbe, ma mi darebbe l'idea che il progetto, per l'appunto, è "comune" e non solo mio... Sarebbe, in altre parole, il suo modo per dirmi "ok, vieni qui, stiamo insieme, saremo io e te d'ora in poi"...
Per quanto riguarda il non detto... in realtà ho esplicitato la mia frustrazione al mio fidanzato, spesso piango al telefono con lui quando si tocca questo tema... solo che siamo sempre allo stesso punto... lui che mi rassicura su ipotetiche future soluzioni e io invece che voglio un progetto concreto...
Grazie mille per il suggerimento di rivolgermi a uno psicologo... sarebbe l'ideale andarci con lui, ma torna molto poco in italia...
Una buona domenica a tutti
La Dott.ssa Mirona mi chiede in che maniera il matrimonio semplificherebbe le cose... le semplificherebbe sul piano burocratico (visti, residenza ecc...) e sul piano emotivo (mio), perché mi darebbe l'impressione di lasciare tutto per una persona che sente di volersi impegnare seriamente con me... Non che il matrimonio sia un'assicurazione contro le delusioni, ci mancherebbe, ma mi darebbe l'idea che il progetto, per l'appunto, è "comune" e non solo mio... Sarebbe, in altre parole, il suo modo per dirmi "ok, vieni qui, stiamo insieme, saremo io e te d'ora in poi"...
Per quanto riguarda il non detto... in realtà ho esplicitato la mia frustrazione al mio fidanzato, spesso piango al telefono con lui quando si tocca questo tema... solo che siamo sempre allo stesso punto... lui che mi rassicura su ipotetiche future soluzioni e io invece che voglio un progetto concreto...
Grazie mille per il suggerimento di rivolgermi a uno psicologo... sarebbe l'ideale andarci con lui, ma torna molto poco in italia...
Una buona domenica a tutti
[#7]
" lui è stato costretto a cambiare continente, con la prospettiva di rimanere nel nuovo contesto per diversi anni"..
In quale continente ? lei è mai andata a trovarlo ? lui è tornato qualche volta ? E' fondamentale sapere e capire questo..
E' ipotizzabile per lei andare lì a vedere come gira la vita , come sia il contesto lavorativo di lui?
Per poter riflettere anche su qualcosa di concreto oltre che sui sentimenti e le promesse..oltre che sulle reciproche aspettative e forse diversi sguardi sul mondo.
Io mi permetto di dirle che al suo posto andrei a vedere, giusto per non macerarsi di rabbia..
Cari auguri
In quale continente ? lei è mai andata a trovarlo ? lui è tornato qualche volta ? E' fondamentale sapere e capire questo..
E' ipotizzabile per lei andare lì a vedere come gira la vita , come sia il contesto lavorativo di lui?
Per poter riflettere anche su qualcosa di concreto oltre che sui sentimenti e le promesse..oltre che sulle reciproche aspettative e forse diversi sguardi sul mondo.
Io mi permetto di dirle che al suo posto andrei a vedere, giusto per non macerarsi di rabbia..
Cari auguri
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
[#8]
Utente
Gentile Dottoressa,
Premetto che il continente è l'Africa, e che quindi, come potrà immaginare, il contesto non è dei più facili.
Sono andata a trovarlo una volta, sono rimasta con lui per una settimana, e ho avuto modo di conoscere i suoi colleghi, di vedere la sua casa, la città, l'ambiente lavorativo... Adesso però, purtroppo, per motivi di lavoro, non posso andare di nuovo.
Lui all'inizio tornava una volta al mese, anche se per pochissimi giorni... E infatti i primi mesi sono andati abbastanza bene. Tutto sommato riuscivo ad aspettarlo.
Ultimamente invece il lavoro si è fatto per lui più intenso. Adesso non ci vediamo da quasi due mesi, e non ha ancora acquistato il biglietto aereo per il prossimo rientro in Italia. Forse è anche quest'attesa maggiore che mi sta facendo andare in tilt, non so.
Grazie per la Sua risposta...
Cordiali saluti.
Premetto che il continente è l'Africa, e che quindi, come potrà immaginare, il contesto non è dei più facili.
Sono andata a trovarlo una volta, sono rimasta con lui per una settimana, e ho avuto modo di conoscere i suoi colleghi, di vedere la sua casa, la città, l'ambiente lavorativo... Adesso però, purtroppo, per motivi di lavoro, non posso andare di nuovo.
Lui all'inizio tornava una volta al mese, anche se per pochissimi giorni... E infatti i primi mesi sono andati abbastanza bene. Tutto sommato riuscivo ad aspettarlo.
Ultimamente invece il lavoro si è fatto per lui più intenso. Adesso non ci vediamo da quasi due mesi, e non ha ancora acquistato il biglietto aereo per il prossimo rientro in Italia. Forse è anche quest'attesa maggiore che mi sta facendo andare in tilt, non so.
Grazie per la Sua risposta...
Cordiali saluti.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 20.3k visite dal 08/09/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.