Ipotesi di abuso
Gentili medici,
vi scrivo perché ho bisogno di un parere riguardo ad una situazione che mi sta procurando molti pensieri. Vi racconto brevemente la mia storia in modo da offrirvi qualche dato. Ho 40anni, un lavoro appagante nel campo sociale, una più che soddisfacente rete amicale e sociale e una vita ricca ed interessante anche dal punto di vista affettivo. Convivo con il mio uomo da qualche anno: ho preso coscienza della mia omosessualità dopo i 20 anni e l’ho accettato senza drammi. Non ho però mai detto detto chiaramente le cose come stavano ai miei genitori che pur sanno di lui e della convivenza. Questo ha generato un equivoco che mi rendo conto non essere molto funzionale:mi illudo che abbiano capito ed accettato da soli. A marzo ho iniziato un percorso di psicoterapia,per sciogliere alcune difficoltà che sento importanti: difficoltà di comunicazione con il mio partner, difficoltà a considerare la casa in cui vivo con lui veramente mia, un rifugio dove stare bene. Da solo mi sono reso conto di proiettare all’esterno un disagio interno: a volte ho l’umore a terra, non investo affettivamente nella casa, avverto spesso un senso di ingiustizia e di rabbia e temo di non saperla gestire, e tendo a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Iniziata la terapia, racconto della mia infanzia che ricordo felice del mio rapporto con i genitori, che ho sempre stimato e amato. Racconto di un'adolescenza serena, durante la quale non ho conosciuto lo "sturm und drang" tipico.Durante questi tre mesi di terapia emerge che percepisco un senso di fallimento nei confronti della mia vita, incapacità di vivere l’aggressività in maniera assertiva e difficoltà comunicativa soprattutto a livello emotivo. Settimana scorsa durante la seduta, il terapeuta, in seguito ad un sogno che gli racconto, mi dice a bruciapelo che avrei vissuto l’esperienza di un abuso sessuale, allude che sia avvenuto in famiglia. Rimango agghiacciato, nego, ma mi ricorda la potenza dei meccanismi di difesa dell’inconscio, che il fatto di non averne ricordo non significa nulla, che è opportuno andare a scavare per far emergere la verità e di stare sereno, tanto qualsiasi cosa ormai è già successa. Da quel giorno mi sento come in un vortice. La mia razionalità ed anche il mio istinto mi dicono che non è successo niente, Mi chiedo quale senso abbia mettermi a scavare nei meandri dell’inconscio pur non in presenza di sintomi invalidanti: non ho attacchi di ansia né di angoscia, non ho incubi, la mia vita, pur con le difficoltà che ho raccontato prosegue in modo sufficientemente costruttivo, non mi pare di avere squilibri così forti da giustificare un’ipotesi così mortifera. Mi rendo conto degli ovvi limiti di un consulto online, ma vorrei comunque sapere, se possibile cosa ne pensate. L’avervi potuto scrivere mi ha comunque aiutato a mettere un po’ di ordine nei pensieri.
Grazie per avermi letto e per il tempo che mettete a disposizione, un cordiale saluto!
vi scrivo perché ho bisogno di un parere riguardo ad una situazione che mi sta procurando molti pensieri. Vi racconto brevemente la mia storia in modo da offrirvi qualche dato. Ho 40anni, un lavoro appagante nel campo sociale, una più che soddisfacente rete amicale e sociale e una vita ricca ed interessante anche dal punto di vista affettivo. Convivo con il mio uomo da qualche anno: ho preso coscienza della mia omosessualità dopo i 20 anni e l’ho accettato senza drammi. Non ho però mai detto detto chiaramente le cose come stavano ai miei genitori che pur sanno di lui e della convivenza. Questo ha generato un equivoco che mi rendo conto non essere molto funzionale:mi illudo che abbiano capito ed accettato da soli. A marzo ho iniziato un percorso di psicoterapia,per sciogliere alcune difficoltà che sento importanti: difficoltà di comunicazione con il mio partner, difficoltà a considerare la casa in cui vivo con lui veramente mia, un rifugio dove stare bene. Da solo mi sono reso conto di proiettare all’esterno un disagio interno: a volte ho l’umore a terra, non investo affettivamente nella casa, avverto spesso un senso di ingiustizia e di rabbia e temo di non saperla gestire, e tendo a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Iniziata la terapia, racconto della mia infanzia che ricordo felice del mio rapporto con i genitori, che ho sempre stimato e amato. Racconto di un'adolescenza serena, durante la quale non ho conosciuto lo "sturm und drang" tipico.Durante questi tre mesi di terapia emerge che percepisco un senso di fallimento nei confronti della mia vita, incapacità di vivere l’aggressività in maniera assertiva e difficoltà comunicativa soprattutto a livello emotivo. Settimana scorsa durante la seduta, il terapeuta, in seguito ad un sogno che gli racconto, mi dice a bruciapelo che avrei vissuto l’esperienza di un abuso sessuale, allude che sia avvenuto in famiglia. Rimango agghiacciato, nego, ma mi ricorda la potenza dei meccanismi di difesa dell’inconscio, che il fatto di non averne ricordo non significa nulla, che è opportuno andare a scavare per far emergere la verità e di stare sereno, tanto qualsiasi cosa ormai è già successa. Da quel giorno mi sento come in un vortice. La mia razionalità ed anche il mio istinto mi dicono che non è successo niente, Mi chiedo quale senso abbia mettermi a scavare nei meandri dell’inconscio pur non in presenza di sintomi invalidanti: non ho attacchi di ansia né di angoscia, non ho incubi, la mia vita, pur con le difficoltà che ho raccontato prosegue in modo sufficientemente costruttivo, non mi pare di avere squilibri così forti da giustificare un’ipotesi così mortifera. Mi rendo conto degli ovvi limiti di un consulto online, ma vorrei comunque sapere, se possibile cosa ne pensate. L’avervi potuto scrivere mi ha comunque aiutato a mettere un po’ di ordine nei pensieri.
Grazie per avermi letto e per il tempo che mettete a disposizione, un cordiale saluto!
[#1]
Gentile Utente,
condivido il suo disorientamento rispetto all'ipotesi (un po' azzardata?) fortemente sostenuta dal suo terapeuta.
Non tutti gli orientamenti psicoterapeutici prevedono questo lavoro archeologico di scavo dentro il proprio passato.
La invito a leggere in proposito il seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1396-molestie-e-abusi-ipotesi-o-ricordi-quando-il-trauma-non-e-mai-avvenuto.html
Le suggerisco comunque di affrontare ancora le sue perplessità con il suo terapeuta nel corso della prossima seduta.
Cordialmente,
condivido il suo disorientamento rispetto all'ipotesi (un po' azzardata?) fortemente sostenuta dal suo terapeuta.
Non tutti gli orientamenti psicoterapeutici prevedono questo lavoro archeologico di scavo dentro il proprio passato.
La invito a leggere in proposito il seguente articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1396-molestie-e-abusi-ipotesi-o-ricordi-quando-il-trauma-non-e-mai-avvenuto.html
Le suggerisco comunque di affrontare ancora le sue perplessità con il suo terapeuta nel corso della prossima seduta.
Cordialmente,
Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i
[#2]
Gentile utente,
a parte l'opportunità di una simile, improvvisa, impreparata "interpretazione" (valutata dal suo terapeuta), c'è un profondo dibattito scientifico sul riemergere in corso di psicoterapia di antiche memorie di (ipotetici) abusi, dato l'alto numero di falsi ricordi di cui si ha notizia.
Nel suo caso, inoltre, sembra non ci siano state neanche parziali, ancorchè mascherate memorie.
E' vero, esistono i meccanismi di difesa inconsci, ma essi non possono giustificare un "fideismo" che giustifica tutto aprioristicamente.
Faccia bene le sue valutazioni, insieme al suo terapista!
Le auguro un percorso sinceramente utile, orientato verso obiettivi e con metodi verificabili o, quanto meno, dialetticamente condivisibili.
Cordiali saluti.
a parte l'opportunità di una simile, improvvisa, impreparata "interpretazione" (valutata dal suo terapeuta), c'è un profondo dibattito scientifico sul riemergere in corso di psicoterapia di antiche memorie di (ipotetici) abusi, dato l'alto numero di falsi ricordi di cui si ha notizia.
Nel suo caso, inoltre, sembra non ci siano state neanche parziali, ancorchè mascherate memorie.
E' vero, esistono i meccanismi di difesa inconsci, ma essi non possono giustificare un "fideismo" che giustifica tutto aprioristicamente.
Faccia bene le sue valutazioni, insieme al suo terapista!
Le auguro un percorso sinceramente utile, orientato verso obiettivi e con metodi verificabili o, quanto meno, dialetticamente condivisibili.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Marisa Nicolini, psicologa-psicoterapeuta
m_nicolini@virgilio.it
riceve a Roma e a Viterbo
[#3]
Gentile Signore,
La mia appartenenza all'area psicodinamica mi suggerisce di mediare la sua imressione negativa rispetto all'affermazione del suo terapeuta.
Se e' stata formulta tale ipotesi e' verosime che ne sussistano presupposti.
Naturalmente la scelta ' e la volonta' di fare tale "scavo" devono essere solo Sue. Nessun terapeuta si sognerebbe di indurla a farla perche' sarebbe inutile. Se la sua rimozione e' stata cosi' radicale essa si difende e non si lascera' dissolvere prima che Lei non abbia costruito dentro di se' delle strutture sostitutive idonee e sicure.
Spero di esserLe stata di aiuto.
Cordialmente
La mia appartenenza all'area psicodinamica mi suggerisce di mediare la sua imressione negativa rispetto all'affermazione del suo terapeuta.
Se e' stata formulta tale ipotesi e' verosime che ne sussistano presupposti.
Naturalmente la scelta ' e la volonta' di fare tale "scavo" devono essere solo Sue. Nessun terapeuta si sognerebbe di indurla a farla perche' sarebbe inutile. Se la sua rimozione e' stata cosi' radicale essa si difende e non si lascera' dissolvere prima che Lei non abbia costruito dentro di se' delle strutture sostitutive idonee e sicure.
Spero di esserLe stata di aiuto.
Cordialmente
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
[#4]
Utente
Gentilissimi dottori,
vi ringrazio molto per le risposte che mi avete dato e che, sostanzialmente confermano i miei dubbi e la volontà di affrontare la questione con il terapeuta, nel corso della prossima seduta. Attualmente, come accennavo, alterno momenti di serenità, ad altri di profondo sconforto per l'ipotesi che mi è stata fatta e che mi ha colto del tutto impreparato. Pur mantenendo razionalmente ed emotivamente la convinzione che nessuno abbia potuto farmi del male, il tarlo del dubbio si insinua e mi logora. Forse avrei preferito che tale ipotesi mi fosse stata proposta quando mi fossi dichiarato pronto ad affrontare questo lavoro di scavo....
Grazie ancora e un cordiale saluto!
vi ringrazio molto per le risposte che mi avete dato e che, sostanzialmente confermano i miei dubbi e la volontà di affrontare la questione con il terapeuta, nel corso della prossima seduta. Attualmente, come accennavo, alterno momenti di serenità, ad altri di profondo sconforto per l'ipotesi che mi è stata fatta e che mi ha colto del tutto impreparato. Pur mantenendo razionalmente ed emotivamente la convinzione che nessuno abbia potuto farmi del male, il tarlo del dubbio si insinua e mi logora. Forse avrei preferito che tale ipotesi mi fosse stata proposta quando mi fossi dichiarato pronto ad affrontare questo lavoro di scavo....
Grazie ancora e un cordiale saluto!
[#5]
(..) Pur mantenendo razionalmente ed emotivamente la convinzione che nessuno abbia potuto farmi del male, il tarlo del dubbio si insinua e mi logora (..)
gentile utente non crei da una ipotesi priva di fondamento un nuovo problema.
sulla base di quanto scritto le consiglio vivamente di rileggere questo articolo già consigliatole sulle IMPROBABILI ipotesi di abuso
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1396-molestie-e-abusi-ipotesi-o-ricordi-quando-il-trauma-non-e-mai-avvenuto.html
saluti
gentile utente non crei da una ipotesi priva di fondamento un nuovo problema.
sulla base di quanto scritto le consiglio vivamente di rileggere questo articolo già consigliatole sulle IMPROBABILI ipotesi di abuso
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1396-molestie-e-abusi-ipotesi-o-ricordi-quando-il-trauma-non-e-mai-avvenuto.html
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#6]
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, mi permetto di farle una domanda provocatoria. Quale prova accetterebbe il suo terapeuta del fatto che l'abuso NON E' AVVENUTO?
Altrimenti, si rischia di cadere nell'equivoco "se lo ricordo, è avvenuto, se non lo ricordo l'ho rimosso".
Io prenderei in considerazione un possibile lavoro sull'abuso SE e SOLO SE fossi pronto anche ad accettare prove "contro": cioè, se nella mia mente esistesse l'idea che "se succede questo è quest'altro, se scavando trovo questo e quest'altro sono pronto a ritrattare sull'ipotesi dell'abuso".
Aggiungo: qualsiasi persona che nutra fiducia nel proprio terapeuta (che è un professionista nelle cui mani consegniamo aspetti delicatissimi della nostra persona) si sentirebbe scosso ad un'affermazione così certa e lapidaria. E potrebbe cominciare a nutrire dei dubbi: "ma se lo dice lui, allora dev'essere successo qualcosa, anche se io non lo ricordo!".
E se non fosse così?
Nel rispetto del lavoro del collega, forse, anche se questa ipotesi si fosse formata nella sua mente, avrebbe potuto formularla in termini ipotetici, lasciando a lei ed a sè la possibilità di verificare ciò che propone; altrimenti, è sempre vero, e lo è potenzialmente per tutti.
Cordiali saluti
Altrimenti, si rischia di cadere nell'equivoco "se lo ricordo, è avvenuto, se non lo ricordo l'ho rimosso".
Io prenderei in considerazione un possibile lavoro sull'abuso SE e SOLO SE fossi pronto anche ad accettare prove "contro": cioè, se nella mia mente esistesse l'idea che "se succede questo è quest'altro, se scavando trovo questo e quest'altro sono pronto a ritrattare sull'ipotesi dell'abuso".
Aggiungo: qualsiasi persona che nutra fiducia nel proprio terapeuta (che è un professionista nelle cui mani consegniamo aspetti delicatissimi della nostra persona) si sentirebbe scosso ad un'affermazione così certa e lapidaria. E potrebbe cominciare a nutrire dei dubbi: "ma se lo dice lui, allora dev'essere successo qualcosa, anche se io non lo ricordo!".
E se non fosse così?
Nel rispetto del lavoro del collega, forse, anche se questa ipotesi si fosse formata nella sua mente, avrebbe potuto formularla in termini ipotetici, lasciando a lei ed a sè la possibilità di verificare ciò che propone; altrimenti, è sempre vero, e lo è potenzialmente per tutti.
Cordiali saluti
[#7]
Gent.mo utente,
Pur concordando in conclusione nel "consiglio" offertoLe" le motivazioni utilizzate dai vari consulenti che sono intervenute differiscono a causa dei presupporti dell'approccio di riferimento.
Alla base dell'approccio psicodinamico psicoanalitico vi e' il presupposto dell'esistenza di un "inconscio" che per definizione ospita le cose "che non sappiamo di sapere". E' percio' implicito che a livello razionale tali contenuti non siano presenti.
Al sistema incnscio si puo' accedere tramite sogni, associazioni libere, lapsus, atti mancati.
Non si tormenti percio'con una ricerca "razionale" di ricordi.
Parli meglio con il Suo terapeuta di questa Sua riflessione.
In ambito psicoterapeutico sara' un colloquio molto utile e terapeutico.
Se potremo esserLe ancora utili ci scriva nuovamente.
I migliori saluti.
Pur concordando in conclusione nel "consiglio" offertoLe" le motivazioni utilizzate dai vari consulenti che sono intervenute differiscono a causa dei presupporti dell'approccio di riferimento.
Alla base dell'approccio psicodinamico psicoanalitico vi e' il presupposto dell'esistenza di un "inconscio" che per definizione ospita le cose "che non sappiamo di sapere". E' percio' implicito che a livello razionale tali contenuti non siano presenti.
Al sistema incnscio si puo' accedere tramite sogni, associazioni libere, lapsus, atti mancati.
Non si tormenti percio'con una ricerca "razionale" di ricordi.
Parli meglio con il Suo terapeuta di questa Sua riflessione.
In ambito psicoterapeutico sara' un colloquio molto utile e terapeutico.
Se potremo esserLe ancora utili ci scriva nuovamente.
I migliori saluti.
[#8]
Le suggerisco di leggere "Guardarsi dentro rende ciechi", di P. Watzlawick.
Avrà così modo di rendersi conto quanto certe modalità di fare terapia possano essere diverse da altre.
Avrà così modo di rendersi conto quanto certe modalità di fare terapia possano essere diverse da altre.
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#9]
Utente
Gentilissimi dottori,
vi ringrazio veremente molto per il supporto che mi avete dato.
Dottor De Vincentiis, avevo già letto il suo articolo nel quale ho trovato risposte interessanti e pertinenti: mi ha fatto piacere leggerla.
Dottor Cali, in effetti se ho compreso bene la sua riflessione, la fiducia riposta nel terapeuta rende il tarlo del dubbio un vero peso...mi sento, solo a tratti per fortuna, come un folle al quale viene interrotto il delirio!! ... sono però abbastanza forte da non lasciarmi sopraffare...
Gent.ma dott.sa Esposito, la ringrazio per il suo contributo. Conosco le differenze tra i vari approcci, sono psicopedagogista, prossimo alla seconda laurea in scienze psicologiche, e, pur non essendo terapeuta, contesto al mio la modalità troppo brusca della sua affermazione, espressa, almeno io l'ho vissuta così, non in termini ipotetici, ma come una certezza, il che mi condiziona molto nella scelta di accettare o meno questo lavoro di scavo...Penso anch'io che il parlarne serenamente con lui sarà terapeutico ed utile, per entrambi...
Grazie ancora, un cordiale saluto.
vi ringrazio veremente molto per il supporto che mi avete dato.
Dottor De Vincentiis, avevo già letto il suo articolo nel quale ho trovato risposte interessanti e pertinenti: mi ha fatto piacere leggerla.
Dottor Cali, in effetti se ho compreso bene la sua riflessione, la fiducia riposta nel terapeuta rende il tarlo del dubbio un vero peso...mi sento, solo a tratti per fortuna, come un folle al quale viene interrotto il delirio!! ... sono però abbastanza forte da non lasciarmi sopraffare...
Gent.ma dott.sa Esposito, la ringrazio per il suo contributo. Conosco le differenze tra i vari approcci, sono psicopedagogista, prossimo alla seconda laurea in scienze psicologiche, e, pur non essendo terapeuta, contesto al mio la modalità troppo brusca della sua affermazione, espressa, almeno io l'ho vissuta così, non in termini ipotetici, ma come una certezza, il che mi condiziona molto nella scelta di accettare o meno questo lavoro di scavo...Penso anch'io che il parlarne serenamente con lui sarà terapeutico ed utile, per entrambi...
Grazie ancora, un cordiale saluto.
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 2.8k visite dal 08/09/2012.
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