Tristezza infinita

Buongiorno,
sono una ragazza affetta da nanismo ipofisario, ipogonadismo ipogonadotropo e ipotiroidismo...tutto è nato all'età di 15 anni, quando mia mamma si allarmò nel non vedermi crescere abbastanza in altezza e nel non vedere alcun segno di sviluppo puberale. Da allora, mi hanno sempre sottoposta a disparate analisi, seguo diverse cure. Iniezione dell'ormone GH, terapia ormonale sostitutiva, eutirox 50 per la disfunzione tiroidea, calcio e vitamnia D. In conseguenza a questo quadro clinico ho anche l'osteopenia, a soli 25 anni!Ho sempre cercato di vivere questa situazione nel modo più sereno possibile, cercando di non pensarci, cercando di pensare al fatto che nella sfortuna, sono stata fortunata a non avere malattie ben peggiori, cercando di focalizzare la mia attenzione su ciò che ho di buono nella mia vita: una famiglia sempre presente, un ragazzo che mi ama nonostante sappia esattamente cosa vuol dire starmi accanto, amiche ed amici veri su cui poter contare ma... ci sono momenti in cui cado nel più totale sconforto e nonostante sia circondata da persone splendide io mi sento terribilmente sola. Sono cresciuta sentendomi perennemente inadeguata, odio il mio corpo, sento di esserne prigioniera...da piccola sono stata derisa dai miei coetani con nomignoli come "nanetta, puffetta, tette piatte, ecc" che mi hanno resa insicura e mi rendo conto che anche per questo ho una bassissima autostima...oggi chi mi guarda non penserebbe mai che io sia una persona malata. Ho un'altezza media, un seno normale e stando a quello che dicono un bell'aspetto...ma a me non importa assolutamente nulla, quando sento di essere osservata la cosa mi infastidisce e divento timida e impacciata. Quello che mi rende così depressa è la consapevolezza di essermi stata negata la gioia di creare una famiglia, un figlio/a mio, cresciuto e nato dalla mia pancia. Inevitabilmente mi sento una mezza donna e provo un grande senso di colpa verso il mio compagno, che nonostante cerca di rassicurarmi dicendomi che mi amerà sempre per quello che sono e che a tutto si può trovare rimedio (come l'adozione o altri modi), sento di negargli una gioia infinita e so che lui vorrebbe tanto in futuro un figlio. Ho pensato a volte di lasciarlo fingendo di non amarlo più, per spingerlo tra le braccia di un'altra donna NORMALE. Mi spaventa l'osteopenia.Ho subito 2 fratture in 5 mesi per cadute banalissime, che mi hanno causato la perdita di 2 lavori perchè sono una precaria con contrattini a termine...sono terrorizzata di subire ancora mobbing, perchè non tutti comprendono il mio caso e c'è chi pensa che io sia esagerata. Forse è davvero così?Forse la mia mente vacilla?Ho bisogno di un supporto psicologico? Vivo nella costante paura di trombosi, fratture, continue visite e analisi e paura di un futuro incerto che mi attende. La mia vita è come in un film, con finta forza, coraggio e speranza e mi sento in pace solo quando sono sola e posso appoggiare la maschera che ho costruito a pennello.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo 615 14
Gentile signora,
alla sua domanda rispondo sì, secondo me dovrebbe intraprendere un percorso psicologico. Le sono stati diagnosticati i suoi problemi in una età dove già di per sé si fanno i conti con il corpo che cambia, ed è un percorso difficile. Lei ha dovuto affrontare delle complicazioni ulteriori.

Mi sembra di capire che abbia affrontato il tutto in modo molto razionale ed intelligente, si è costruita comunque una vita soddisfacente dal punto di vista affettivo, delle amicizie, familiare, però sostiene di sentirsi sola. Lei sa quale è il problema: non accetta il suo corpo.

Lei accenna al fatto di aver subito mobbing: mi permetto di farle osservare che spesso, quando non si rispetta se stessi, facilmente si diventa bersaglio del mancato rispetto altrui. Non so se potrebbe essere il suo caso.

Tutti noi indossiamo delle maschere, recitiamo dei ruoli, il problema nasce quando "la maschera" è un pò troppo rigida. Lei non vuole mostrare la sua fragilità, le sue insicurezze. A livello razionale ha saputo fare i conti con quanto le è accaduto, ma non a livello emotivo. Forse avrebbe bisogno di un lavoro psicologico un pò più profondo.

Provi ad effettuare una consulenza psicologica presso un collega psicoterapeuta che potrebbe inquadrare meglio la situazione e proporle il lavoro da svolgere insieme.

Un caro saluto,



Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

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Utente
Utente
Gentilissima Dottoressa,
La ringrazio infinitamente per la sua attenzione immediata. La sua risposta mi fa davvero riflettere e sono giunta alla conclusione che si, è il caso di parlare con una persona qualificata della mia fragilità emotiva. Sottolineo il fatto di non essere sempre così, anzi...come anche Lei ha accennato, ho sempre affrontato i problemi in modo razionale e con una certa rassegnazione e serenità, credo di essere una persona affettuosa, carismatica e solare, stando anche al parere di chi mi conosce personalmente...ma nella mia mente alcune volte, soprattutto quando si avvicina il giorno di dover andare alla visita con il mio Dottore Endocrinologo, riaffiorano questi brutti pensieri che mi portano a restare per un paio di giorni in uno stato malinconico e quasi depressivo e da qui esce tutta la mia fragilità. Forse anche a livello lavorativo è come dice Lei, in realtà fino a questo momento, non avevo mai provato a vedere questa possibile opzione. Perciò, concludendo, cercherò un Suo collega che possa realmente aiutarmi a ritrovare la mia strada, perchè mi rendo conto che più cresco, più rimango intrappolata in questo limbo di dispiacere. Grazie ancora. Cordiali saluti.
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicoterapeuta, Psicologo 615 14
Sono lieta di esserle stata utile.
Le faccio i miei più cari auguri.
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