Paura della solitudine/senso di vuoto
Vivo da sola da circa un anno e riesco più o meno a mantenermi. I Miei genitori si sono separati tanti anni fa. Non ho fratelli né sorelle e questa cosa mi fa soffrire molto da quando sono nata.
Quando avevo 9 anni mio padre è tornato a vivere nella sua terra di origine al nord dell’Italia e per me è stato un vero e proprio trama visto che era il mio punto di riferimento mentre mia madre quando ero piccola non esisteva per me.
Vivo da quasi tutta la vita, a fasi alterne, un forte disagio: sento dentro di me in modo profondo e direi quasi atavico una forte paura della solitudine, di un futuro da sola e un senso di vuoto, un buco che si contrae e si espande a seconda dei periodi.
Qualche volta questa paura si spinge fino all’ estremo, mi si chiude lo stomaco, mi sveglio la mattina con il panico o mi prendono delle crisi di pianto.
Mi succede ad esempio quando il pomeriggio esco dal lavoro e mi si prospetta un fine serata da sola e allora cado in un vortice di pensieri negativi: “non troverò mai più una persona con la quale condividere la vita, non costruirò mai una famiglia rimarrò da sola e invecchierò da sola. Beate le mie amiche che sono amate e accudite dai loro fidanzate (provo invidia per loro, un sentimento che odio e mi vergogno di quello che provo) ”
Ormai mi conosco discretamente, ho anche fatto diversi anni di analisi che mi ha aiutato ad essere leggermente più lucida in questi momenti neri, Per evitare questo allora cerco di riempirmi la vita, faccio sport vado al cinema ma mi rendo conto che talvolta lo faccio in maniera compulsiva. Inoltre non ho una grande disponibilità economica che attualmente mi permetta di svolgere tante attività che mi piacerebbero come lo yoga o altro.
Un altro problema è che spesso non so stare da sola a casa sul divano semplicemente a riposami o a leggere un libro. La casa da sola talvolta mi fa paura. Devo essere sempre in movimento perché se mi fermo mi intristisco.
In Amore ho avuto una storia importante dai 20 ai 24, un bravissimo ragazzo che mi ha amato follemente e che anch’io io ho amato tanto ma poi è diventato solo un amico , io ho perso l’attrazione fisica e sono stata io a lasciarlo.
Dopo di lui fino ad adesso solo esperienze fallimentari negative, storie complicate e contorte sono stata rifiutata anche con parole pesanti con le quali mi si diceva che ero una persona troppo fragile e impegnativa. Ho perso la fiducia in me stessa come donna, penso di non piacere,ho paura di un possibile rifiuto ed ho anche capito che quando un uomo si avvicina a me sente probabilmente questo mio bisogno di riempire il vuoto atavico e si mette talvolta paura.
Mi dico che forse la vita mi sta dicendo che non sono ancora pronta che devo imparare a stare da sola e credo anche sia giusto e importante io lo vorrei proprio, d'altro canto però sono anche un po' stufa sono 5 anni che sto da sola, sono una persona che ama condividere per natura e non avere una persona accanto a me con la quale farlo comincia a pesarmi
Mi spiego non voglio una persona qualunque nel senso che mi manca un Amore Autentico e di spessore. Tuttavia se consapevolmente dico questo poi nella realtà mi succede che ogni persona che incontro penso possa essere quella giusta facendo così anche grossi errori di valutazione.
Inoltre questa ricerca spasmodica dell’anima gemella sta diventato un’ossessione e non so come liberarmene, vedo che quasi tutte le mie amiche sono fidanzate, c’è anche chi è sposata o ha i figli così entro nel panico. Ma non trovo il metodo per distogliere la mente da questi pensieri ossessivi.
Sono anche sono una persona abbastanza indipendente, intraprendete viaggio molto ho fatto anche un’esperienza di vita all’estero non mi spaventa arrangiarmi ,.
In questo momento sono pervasa da due sensazioni: tristezza/paura di rimanere da sola e frustrazione. La frustrazione riguarda il mio lavoro: lavoro con gli immigrati da 5 anni ormai, il lavoro è bello ma lo stipendio e il posto sono orribili. Ho varie lauree e parlo diverse lingue e vorrei provare a “spiccare il volo” da qualche parte mettermi alla prova Così da un lato sento questa frustrazione della quotidianità e cerco le offerte di lavoro mando cv anche all’estero in Africa ed esempio perché ho voglia di andare via perché mi dico che forse cambiando ambiente e vita magari incontro gente nuova e soprattutto un ragazzo d’altro canto questo ipotetico passo mi paralizza perché qui ormai ho i miei punti di riferimento.
Grazie
ci sono diverse questioni sulle quali varrebbe la pena fare un po' d'ordine.
"Per evitare questo allora cerco di riempirmi la vita, faccio sport vado al cinema ma mi rendo conto che talvolta lo faccio in maniera compulsiva..." Potrebbe essere così e in tal senso forse Lei dovrebbe imparare a stare con gli altri anzichè da sola.
Gli anni di analisi che ha fatto Le hanno permesso di avere una maggiore consapevolezza di come Lei funziona: benissimo. Però ora sarebbe il momento di cambiare attivamente ciò che Le impedisce di stare bene con gli altri.
Per quanto riguarda le relazioni sentimentali, dice bene: forse gli altri vedono in Lei la debolezza e il timore forte di stare da sola, di vedere il Suo futuro incerto e questo non solo non attrae le persone, ma addirittura le mette in fuga perchè le persone percepite così bisognose risultano impegnative e pesanti, non allo stesso livello.
Più che pensare a una fuga lontano da casa, penserei a sistemare qui queste questioni.
Uno psicologo psicoterapeuta che possa aiutarla concretamente a cambiare questi aspetti di Lei potrebbe essere molto utile, non crede?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Mi sembra che lei sia una persona intelligente e sensibile , con buona capacità di introspezione, le consiglio però di spostare lo sguardo da sè stessa per guardare gli altri davvero, è giovane e c'è tanto tempo davanti a lei per trovare un amore e la fine della solitudine.. non si faccia prendere dal panico dell'orologio biologico a questa età..!
Fuori da noi, c'è un mondo interessante se il nostro sguardo è attento, intellettualmente e affettivamente disponibile..
Non si tratta di cercare un partner ad ogni costo, ma di dare e ricevere attenzione, disponibilità, calore..
Con la collega le consiglio anch'io uno psicoterapeuta che l'aiuti " concretamente" ad aprirsi al mondo in questo senso.
Può certamente trovare aiuto in una struttura pubblica della sua città..
Cari saluti
MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it
Nella sua infanzia ha dovuto subire delle separazioni per Lei dolorose e ingiuste ed e' comprensibile questa sua sesibilita' alla "solitudine" che probabilmentew pesca in questi ricordi e in queste emozioni.
Certamente durante la sua analisi ha elaborato i significati che a livello simbolico inconscio lei potrebbe avere attribuito a queste separazioni.
Ora dovrebbe fare il tratto successivo, imparare davvero ad amare se stessa e a non avere bisogno dell'Altro per sentirsi riconosciuta e apprezzata. Potrebbe essere proprio questoil messaggio che Lei inconsciamente trasferisce a chi le si avvicina creando con lui una comunicazione disfunzionale.
Quindi più' che cercare di sfuggire la solitudine si dedichi a se stessa, si conceda benessere, piacere. Il piacere lo si puo' trovare in tanti modi, basta ascoltarsi: dei bei film, uno sopettcolo teatrale, un nuovo taglio di capelli. Per dire a se stessa che si vuole bene e si coccolera' in ogni modo.
Ci faccia sapere come va fra qualche tempo.
I migliori auguri.
Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132
è comprensibile che abbia una propensione verso sentimenti di solitudine, consideratala sua storia familiare e in particolare i rapporti con i genitori e la partenza al nord della figura paterna, quando aveva 9 anni.
Mi soffermerei però sulla storia sentimentale importante che ha interrotto all'età di 24 anni. Ricorda se è successo qualcosa nel periodo immediatamente precedente che abbia potuto far cadere il suo interesse?
Ne ha parlato col suo ragazzo di allora?
Le faccio queste domande perché spesso quando non si riesce più a costruire relazioni serie e stabili, è perché c'è una storia precedente, apparentemente chiusa, ma che in realtà continua a rimanere attiva nella mente e nel cuore. Ciò spesso accade quando la chiusura è stata non consensuale, ma soprattutto non accompagnata da sufficienti chiarimenti, colloqui o discussioni sui motivi che hanno determinato la rottura e che possano renderne definitiva l'accettazione.
Consideri anche che spesso la persona non si rende conto di avere una storia "in sospeso", mentre uno psicologo potrebbe rendersene conto molto più facilmente.
Le consiglio perciò di approfondire questo aspetto con un professionista.
Saluti
Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Terapia on line
Terapia Breve Strategica e della Gestalt
Disturbi psicologici e mente-corpo
con le sue origini e le sue "voragini", mi sembra quasi una logica conseguenza provare tali sentimenti e tale visuto.
Vivere all'insegna dell'urgenza, delle cose da fare, per non "sentire", però non è una valida soluzione, anzi mi sembra una non-soluzione, attuata con lo scopo di stordirsi di cose da fare, per non incontrarsi con il suo vuoto interiore.
La compulsione, riempie solo sul momento, dopo lascia un vuoto incredibile, maggiore di prima.
Prima di pensare di poter stare bene con gli altri, dovrebbe imparare a stare bene con se stessa, a volersi bene, a perdonarsi, a farsi una buona compagnia, sia che sia in mezzo alla folla, al cinema o sul divano di casa sua.
La relazione d'amore più importante, prima di averla con un uomo, dovrebbe averla con se stessa!
Forse un altra trance di analisi o di psicoterapia, sarebbe indicata, magari in una struttura pubblica, dove i costi sono sicuramente più contenuti.
In boccca al lupo
V.Randone
Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it
Mi rendo conto della necessità di riprendere una terapia ma in questo preciso momento, purtoppo, la mie disponibilità economiche non me lo permettono, faccio parte della generazione 1000 euro :-/
Mi avete dato molti spunti per riflettere, avreste forse qualche testo di psicologia da consigliarmi, che parli proprio della paura della solitudine?
Per rispondere alla Dottoressa Sciubba: ho riflettuto sulla sua domanda, quella storia di amore è finita perchè da parte mia è scemata l'attrazione fisica e di conseguenza non avevo più desiderio di fare l'amore con lui, avrei potuto trascorrere mesi interi senza farlo. Ciò nonostante andavano molto d'accordo eravamo una bella coppia nel senso che non c'erano problemi di incompatibilità, ed avevamo pure tante cose e interessi in comune per questo ci ho messo molto tempo per prendere la decisione di lasciarlo. Con la mia psicoterapeuta di allora ho cercato di capire da cosa dipendesse questo calo del desiderio, volevo capire se potevo esserne io la causa (educazione molto rigida con un approccio direi problematico alla sessualità) o se invece il NOI non combaciasse più da quel punto di vista
Mentre facevo questo percorso il mio ragazzo di allora mi disse che lui avrebbe accettato qualunque cosa, paradossalmente anche il fatto che facessimo l'amore in maniera veramente sporadica pur di stare insieme, mi disse esattamente " che lui mi avrebbe accettato pure così" e questo mi mandò in crisi perchè mi sentivo come se fossi il problema, come se non funzionassi bene come donna ma fortunatamente ho poi scoperto che non era così.
Certo penso molto spesso a lui, nel senso che non ho mai più trovato una persona con il suo spessore emotivo e intellettuale, una persona che mi amasse così tanto e e su cui potessi contare incondizionatamente. tuttavia credo che mi fossi aggrappata a lui perchè era diventato il mio migliore amico, mio fratello e mio padre...aveva per così dire riempito perfettamente il vuoto..
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