Ipocondria
Buongiorno, sono una ragazza di 26 anni sposata con una bimba. Da ca. 3 anni soffro di ipocondria ma ultimamente in maniera acuta e ossessiva. La mia paura più grande é quella dei tumori già a scriverlo mi fa star male. Dopo parecchi mesi di stress mi è venuta la dissenteria...mi é durata parecchio tempo fatta visita dal Gastroenterologo e analisi vari con rx...analisi del sangue e feci totali tutto é ok,,, il mio medico di base dice che é solo stress. Ma io ho paura, paura di avere il peggio. Continuo a pesarmi, faccio fatica a mangiare anche se ho paura di dimagrire, mi misuro febbre e pressione...continuo a toccarmi l'addome....in poche parole è un incubo. Sono stata seguita da un psicoterapeuta prima di quest'ultima ricaduta..,ma lui dice che l ipocondria si sconfigge non facendo analisi. Come posso guarire? Grazie
[#1]
"il mio medico di base dice che é solo stress. Ma io ho paura, paura di avere il peggio"
Gentile signora, intanto bisogna precisare che dire "è solo stress" significa banalizzare un problema serio e concreto. Tutti noi siamo sottoposti a stress più o meno intensi, ma bisogna anche imparare a fronteggiare lo stress. E poi c'è un tipo di stress da non sottovalutare che può portare a seri disagi o disturbi psicopatologici, come sembra essere il Suo caso.
Se il medico Le ha detto che a livello fisico sta bene, sarebbe invece opportuno in queste circostanze contattare uno psicologo psicoterapeuta, esperto nel trattamento di questi disturbi che possa capire insieme a Lei di che cosa si tratta e che possa impostare un trattamento adeguato ed efficace.
Che cosa vuol dire che l'analisi non serve? Si riferisce alla psicoanalisi?
Un trattamento efficace per questo tipo di problemi è ad es. la terapia cognitivo-comportamentale. Lei che tipo di percorso ha fatto? E' stata Lei ad interrompere o lo psicoterapeuta? Perchè?
Gentile signora, intanto bisogna precisare che dire "è solo stress" significa banalizzare un problema serio e concreto. Tutti noi siamo sottoposti a stress più o meno intensi, ma bisogna anche imparare a fronteggiare lo stress. E poi c'è un tipo di stress da non sottovalutare che può portare a seri disagi o disturbi psicopatologici, come sembra essere il Suo caso.
Se il medico Le ha detto che a livello fisico sta bene, sarebbe invece opportuno in queste circostanze contattare uno psicologo psicoterapeuta, esperto nel trattamento di questi disturbi che possa capire insieme a Lei di che cosa si tratta e che possa impostare un trattamento adeguato ed efficace.
Che cosa vuol dire che l'analisi non serve? Si riferisce alla psicoanalisi?
Un trattamento efficace per questo tipo di problemi è ad es. la terapia cognitivo-comportamentale. Lei che tipo di percorso ha fatto? E' stata Lei ad interrompere o lo psicoterapeuta? Perchè?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Ex utente
Lo psicoterapeuta mi ha detto che l ipocondria si combatte non facendo analisi continue o correte dai dottori, cercando anche di non autocontrollarsi e quindi allarmarsi. Non se dirle che tipo di tecnica ha usato ma so che non ha fatto molto effetto. Ho smesso io dopo almeno un cinque sedute perché ogni qualvolta che lo chiamavo per rifissare l'appuntamento mi diceva di proseguire a casa con la terapia che mi aveva dato che consisteva nel fare appoggiare la mano destra sulla petto sx e viceversa e poi batterli per far si che le idee negative passassero da un emisfero all altro. Spero di esser stata chiara anche se é difficile da spiegare.
[#3]
Gentile Utente,
sicuramente NON ha senso nè è terapeutico basare una psicoterapia esclusivamente sui sintomi (soprattutto per questo tipo di problemi) perchè si finirebbe con amplificare la sintomatologia. E correre dietro tanti pareri medici sarebbe la stessa cosa...
Però, mi perdoni la franchezza, sono davvero perplessa da quanto riferisce:
"...mi diceva di proseguire a casa con la terapia che mi aveva dato che consisteva nel fare appoggiare la mano destra sulla petto sx e viceversa e poi batterli per far si che le idee negative passassero da un emisfero all altro... "
Non sono a conoscenza di tali tecniche ma credo sarebbe il caso di verificare se la persona cui si è rivolta per la diagnosi e cura del Suo problema sia regolarmente iscritta all'albo degli psicologi e all'elenco degli psicoterapeuti. Può verificarlo qui: www.psy.it
Un cordiale saluto,
sicuramente NON ha senso nè è terapeutico basare una psicoterapia esclusivamente sui sintomi (soprattutto per questo tipo di problemi) perchè si finirebbe con amplificare la sintomatologia. E correre dietro tanti pareri medici sarebbe la stessa cosa...
Però, mi perdoni la franchezza, sono davvero perplessa da quanto riferisce:
"...mi diceva di proseguire a casa con la terapia che mi aveva dato che consisteva nel fare appoggiare la mano destra sulla petto sx e viceversa e poi batterli per far si che le idee negative passassero da un emisfero all altro... "
Non sono a conoscenza di tali tecniche ma credo sarebbe il caso di verificare se la persona cui si è rivolta per la diagnosi e cura del Suo problema sia regolarmente iscritta all'albo degli psicologi e all'elenco degli psicoterapeuti. Può verificarlo qui: www.psy.it
Un cordiale saluto,
[#4]
Ex utente
Si l'ho trovato nell'albo. Guardi so che è anche bravo da pareri di amici...lui questo esercizio me li faceva con le sue dita davanti agli occhi un po' come quando si iptonizza dicendomi di pensare alle cose che mi preoccupano eppoi dovevo farlo a casa. Quel che le chiedo gentilmente è sapere se devo continuare con lo psicoterapeuta o devo fare altro.
[#5]
Cara Signora,
mi pare di capire che le sedute che ha svolto non l'hanno convinta dell'utilità di quanto il terapeuta le ha consigliato di fare.
La sua affermazione mi sembra più che altro un'opinione personale:
"L'ipocondria si sconfigge non facendo analisi"
Gli approcci a questo disturbo (come a tutti gli altri) sono più o meno analitici a seconda dell'orientamento dello psicoterapeuta, ma in linea di massima tutti compiono almeno la ricostruzione della storia del problema e dei motivi che l'hanno provocato, anche se in certi casi si evita di concentrarsi eccessivamente su questi aspetti per non alimentare le rimuginazioni ossessive del paziente.
In particolare, poi, mi sembra che lei abbia (giustamente) il desiderio di parlare e di esprimersi, ma che questo desiderio non sia stato ascoltato:
"Ho smesso io dopo almeno un cinque sedute perché ogni qualvolta che lo chiamavo per rifissare l'appuntamento mi diceva di proseguire a casa con la terapia che mi aveva dato".
Indipendentemente dalla bravura del terapeuta se lei sente sottovalutato e liquidato in questo modo il suo disagio può essere utile che si rivolga a qualcun'altro, soprattutto se ha il dubbio che questa scarsa disponibilità a fissare appuntamenti derivi più che altro dai molti impegni del collega.
In questi casi consigliamo sempre di parlarne un'ultima volta con lo psicologo che sta seguendo l'utente: se riesce a prendere appuntamento può essere utile che anche lei lo faccia.
mi pare di capire che le sedute che ha svolto non l'hanno convinta dell'utilità di quanto il terapeuta le ha consigliato di fare.
La sua affermazione mi sembra più che altro un'opinione personale:
"L'ipocondria si sconfigge non facendo analisi"
Gli approcci a questo disturbo (come a tutti gli altri) sono più o meno analitici a seconda dell'orientamento dello psicoterapeuta, ma in linea di massima tutti compiono almeno la ricostruzione della storia del problema e dei motivi che l'hanno provocato, anche se in certi casi si evita di concentrarsi eccessivamente su questi aspetti per non alimentare le rimuginazioni ossessive del paziente.
In particolare, poi, mi sembra che lei abbia (giustamente) il desiderio di parlare e di esprimersi, ma che questo desiderio non sia stato ascoltato:
"Ho smesso io dopo almeno un cinque sedute perché ogni qualvolta che lo chiamavo per rifissare l'appuntamento mi diceva di proseguire a casa con la terapia che mi aveva dato".
Indipendentemente dalla bravura del terapeuta se lei sente sottovalutato e liquidato in questo modo il suo disagio può essere utile che si rivolga a qualcun'altro, soprattutto se ha il dubbio che questa scarsa disponibilità a fissare appuntamenti derivi più che altro dai molti impegni del collega.
In questi casi consigliamo sempre di parlarne un'ultima volta con lo psicologo che sta seguendo l'utente: se riesce a prendere appuntamento può essere utile che anche lei lo faccia.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 2.2k visite dal 06/09/2012.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.