Patologia incerta schiena e disturbi ansiosi
Buongiorno gentili dottori,
ho 24 anni e sono uno studente fuori sede laureando in giurisprudenza a Roma. Cercherò di essere breve ma al contempo esauriente.
Premetto che all'età di 18 anni mi è stata diagnosticata la celiachia e che prima di questo evento non avevo mai sofferto di alcuna patologia. Nonostante io abbia sempre seguito maniacalmente la dieta e sia stato fin troppo imbottito di vitamine e integratori da allora soffro di astenia e spossatezza, al punto che ho dovuto smettere qualsivoglia attività fisica, in quanto non riuscivo a sostenerne lo sforzo, seppure minimo (cosa che prima non avveniva). Tutto questo mentre mi accingevo a nuova vita universitaria, lontano da casa. Questo mi ha portato a rallentare per un periodo di circa un anno i miei studi con ovvi riscontri negativi sotto i profili mentali, fisici e familiari. Ma non ho mollato e mi sono rimesso sotto a studiare al punto che dovrei persino riuscire a terminare il tutto in tempo.
Nell'agosto del 2005 avviene un fatto che ritengo importante, in quanto mentre mi trovavo in vacanza in parco a tema, in un giro sulle montagne russe, per via di una cintura di sicurezza mal chiusa, mi procurai un fastidioso problema a livello vertebrale e cervicale(considerato erroneamente sul momento uno stordimento tipico da montagne russe), con conseguenti dolori...che non hanno più smesso di perseguitarmi da allora. E da qui comincia l'odissea di visite mediche che finora poco o nulla hanno concluso riguardo la mia situazione fisica. Le faccio un elenco per darle idea di cosa sia successo...
Ottobre 2005: dopo continui fastidi a spalla e collo mi decido a rivolgermi privatamente ad un ortopedico in Sardegna dove allora stavo, il quale con una visita approssimativa (ma dopo aver visto le radiografie che indicavano e indicano tuttora una verticalizzazione del rachide cervicale e una scoliosi) mi ha consigliato, vista la mia giovane età, di dedicarmi al nuoto e che tutto sarebbe passato…ma non fu così…infatti stetti male in piscina per via dei dolori(ovviamente smisi di andarci e non feci più nulla per paura) e nel contempo mi accorsi di questa fatica che si manifestava fortemente anche per piccoli sforzi, cominciando a preoccuparmi oltremodo per eventuali complicanze di tipo neurologico…
A gennaio successivo,tramite consiglio di amici, mi recai da un osteopata…il quale (ovviamente dietro pagamento lauto..!) mi ha “manipolato” per circa sei mesi con risultati effettivi veramente scarsi…in quanto l’unica fonte di benessere era la contemporanea ginnastica dolce che iniziai a fare nel suo stesso studio, in quanto a suo parere io “ero troppo legato, come chiuso in camicia stretta e fortemente emotivo tra l’altro”.
Tornato a Roma nel settembre 2006 ripresi i corsi universitari e gli studi, cercando di non pensare troppo ai disagi fisici e psicologici…andava tutto bene (bene relativo ovviamente, in quanto non facevo nulla altro se non frequentare i corsi e lavorare o fare la spesa) fino a che nel febbraio del 2007 ho cominciato a risentire fortemente di una strana sensazione di vertigine…
E questo è l’argomento fondamentale che desidero illustrare…in un primo momento ero decisamente spaventato in quanto non me lo spiegavo assolutamente…lo collegai ai problemi al collo e alla spalla ma cmq li avevo anche prima…la situazione è perdurata fortemente fino ad oggi, con periodi acuti e decisamente inabilitanti al punto che ho cominciato ad avere paura di uscire troppo lontano da casa per paura di cascare per strada…Ho letto diversi libri su fobie varie e ansie correlate, ma non mi ci sono troppo ritrovato…forse non mi capisco ma le assicuro che la mia paura si è placata col tempo perché mi sono deciso a guardare bene i singoli movimenti che mi creavano fastidio…e di sicuro c’entra qualcosa la mia postura, come sostiene il quarto ortopedico (peraltro con 4 teorie differenti…) che mi ha visitato di recente. Il problema è che nessuno si è deciso a darmi una cura, o quantomeno indirizzarmi sul percorso medico da seguire…
Per conto mio ho svolto decine di esami e visite di ogni tipo (sangue, ortopedici, otorinolaringoiatrici, cardiologici, esami e ecografie della tiroide, ecodoppler del collo, risonanza magnetica del cranio etc.) con unici responsi la suddetta verticalizzazione del rachide cervicale e la scoliosi e nel sangue un leggero ma costante sfasamento del TSH a livello tiroideo.
Non voglio realmente creare disturbo, mi accorgo di aver scritto tantissimo, ma il succo di tutto questo è che non vivo bene, soprattutto con me stesso e di conseguenza con chi mi circonda o ci prova. Sono giovane e quando guardo avanti mi prende lo sconforto e questo mi fa sentire un verme perché so benissimo che moltissima gente sta peggio di me e magari nemmeno si lamenta…ma la mia vita è cambiata, io vorrei almeno sapere il perché, qualora si appurasse che non posso fare nulla per migliorare la mia situazione.
Un anno e mezzo fa ho persino visitato un neurologo in Sardegna (me lo segnalarono come un ottimo ed esperto medico) ma non mi visitò…appena entrato nel suo studio e in seguito a brevissima consultazione mi diede ansiolitici e antidepressivi per tre mesi in piena estate asserendo che dal mio modo di fare aveva capito che io ero una persona fortemente emotiva (peraltro era già la seconda volta che me lo sentivo dire)! Mi sentii preso in giro perché tutto sono fuorché depresso, non mollo mai!
Ora sono in fase di esami e l’altro giorno non ho potuto sostenere un esame perché ho passato la notte precedente in preda a giramenti di testa anche (soprattutto) stando a letto sdraiato. Inoltre ho notato che in certi giorni la sensazione di vuoto che sento sotto i miei piedi (dura pochissimo ma si ripete) si manifesta in qualsiasi posizione, sdraiato, seduto o in piedi…certe volte ho l’impressione di sprofondare nel letto all’infinito. Stare fermo in piedi poi…un’impresa! Non ho mai sofferto il mal di mare e ora se entro in ascensore o passo su una tavola di legno (ma anche solo nel camminare su qualcosa di non fisso) mi pare di essere una molla umana anche quando ne sono uscito e sto di nuovo su terra stabile…tutto si ripercuote sulla testa, vorrei impazzire.
Infine devo annotare un ulteriore evento sgradevole che già per la seconda volta in poche settimane mi si è presentato…Sono ora le 6 del mattino e ahimé sono sveglio contro la mia volontà, non più tardi di un’ora fa mi sono svegliato di soprassalto con la testa che mi girava e la destabilizzante sensazione di mancamento , gestita alla meglio cercando di fare movimenti e massaggiando lo stomaco in quanto questo è la fonte del disagio (indigestione?). Il problema è che già dalla volta precendente ho manifestato in seguito una fobia del sonno, non dormo più…ho paura di addormentarmi, paura di non svegliarmi o di svegliarmi di soprassalto in preda a questi problemi che, ripeto, sono legati alla digestione (ma temo non solo oramai) perché con ripetuti massaggi e una bevanda calda la situazione si stabilizza.
Signori medici…io chiedo, se possibile, di aiutarmi a capire se posso escludere una patologia neurologica (magari in seguito all’incidente sulle montagne russe) e nel caso indirizzarmi in qualche modo…non so più cosa fare. Temo si tratti di due disturbi separati (l’ultimo descritto è recente e originale), oramai ansioso lo sono diventato anche se magari prima non lo ero. Non vedo nulla davanti a me, è frustrante.
ringrazio in anticipo per la disponibilità tutti i medici che avranno avuto la pazienza di leggere le mie lunghe parole.
Cordiali saluti
ho 24 anni e sono uno studente fuori sede laureando in giurisprudenza a Roma. Cercherò di essere breve ma al contempo esauriente.
Premetto che all'età di 18 anni mi è stata diagnosticata la celiachia e che prima di questo evento non avevo mai sofferto di alcuna patologia. Nonostante io abbia sempre seguito maniacalmente la dieta e sia stato fin troppo imbottito di vitamine e integratori da allora soffro di astenia e spossatezza, al punto che ho dovuto smettere qualsivoglia attività fisica, in quanto non riuscivo a sostenerne lo sforzo, seppure minimo (cosa che prima non avveniva). Tutto questo mentre mi accingevo a nuova vita universitaria, lontano da casa. Questo mi ha portato a rallentare per un periodo di circa un anno i miei studi con ovvi riscontri negativi sotto i profili mentali, fisici e familiari. Ma non ho mollato e mi sono rimesso sotto a studiare al punto che dovrei persino riuscire a terminare il tutto in tempo.
Nell'agosto del 2005 avviene un fatto che ritengo importante, in quanto mentre mi trovavo in vacanza in parco a tema, in un giro sulle montagne russe, per via di una cintura di sicurezza mal chiusa, mi procurai un fastidioso problema a livello vertebrale e cervicale(considerato erroneamente sul momento uno stordimento tipico da montagne russe), con conseguenti dolori...che non hanno più smesso di perseguitarmi da allora. E da qui comincia l'odissea di visite mediche che finora poco o nulla hanno concluso riguardo la mia situazione fisica. Le faccio un elenco per darle idea di cosa sia successo...
Ottobre 2005: dopo continui fastidi a spalla e collo mi decido a rivolgermi privatamente ad un ortopedico in Sardegna dove allora stavo, il quale con una visita approssimativa (ma dopo aver visto le radiografie che indicavano e indicano tuttora una verticalizzazione del rachide cervicale e una scoliosi) mi ha consigliato, vista la mia giovane età, di dedicarmi al nuoto e che tutto sarebbe passato…ma non fu così…infatti stetti male in piscina per via dei dolori(ovviamente smisi di andarci e non feci più nulla per paura) e nel contempo mi accorsi di questa fatica che si manifestava fortemente anche per piccoli sforzi, cominciando a preoccuparmi oltremodo per eventuali complicanze di tipo neurologico…
A gennaio successivo,tramite consiglio di amici, mi recai da un osteopata…il quale (ovviamente dietro pagamento lauto..!) mi ha “manipolato” per circa sei mesi con risultati effettivi veramente scarsi…in quanto l’unica fonte di benessere era la contemporanea ginnastica dolce che iniziai a fare nel suo stesso studio, in quanto a suo parere io “ero troppo legato, come chiuso in camicia stretta e fortemente emotivo tra l’altro”.
Tornato a Roma nel settembre 2006 ripresi i corsi universitari e gli studi, cercando di non pensare troppo ai disagi fisici e psicologici…andava tutto bene (bene relativo ovviamente, in quanto non facevo nulla altro se non frequentare i corsi e lavorare o fare la spesa) fino a che nel febbraio del 2007 ho cominciato a risentire fortemente di una strana sensazione di vertigine…
E questo è l’argomento fondamentale che desidero illustrare…in un primo momento ero decisamente spaventato in quanto non me lo spiegavo assolutamente…lo collegai ai problemi al collo e alla spalla ma cmq li avevo anche prima…la situazione è perdurata fortemente fino ad oggi, con periodi acuti e decisamente inabilitanti al punto che ho cominciato ad avere paura di uscire troppo lontano da casa per paura di cascare per strada…Ho letto diversi libri su fobie varie e ansie correlate, ma non mi ci sono troppo ritrovato…forse non mi capisco ma le assicuro che la mia paura si è placata col tempo perché mi sono deciso a guardare bene i singoli movimenti che mi creavano fastidio…e di sicuro c’entra qualcosa la mia postura, come sostiene il quarto ortopedico (peraltro con 4 teorie differenti…) che mi ha visitato di recente. Il problema è che nessuno si è deciso a darmi una cura, o quantomeno indirizzarmi sul percorso medico da seguire…
Per conto mio ho svolto decine di esami e visite di ogni tipo (sangue, ortopedici, otorinolaringoiatrici, cardiologici, esami e ecografie della tiroide, ecodoppler del collo, risonanza magnetica del cranio etc.) con unici responsi la suddetta verticalizzazione del rachide cervicale e la scoliosi e nel sangue un leggero ma costante sfasamento del TSH a livello tiroideo.
Non voglio realmente creare disturbo, mi accorgo di aver scritto tantissimo, ma il succo di tutto questo è che non vivo bene, soprattutto con me stesso e di conseguenza con chi mi circonda o ci prova. Sono giovane e quando guardo avanti mi prende lo sconforto e questo mi fa sentire un verme perché so benissimo che moltissima gente sta peggio di me e magari nemmeno si lamenta…ma la mia vita è cambiata, io vorrei almeno sapere il perché, qualora si appurasse che non posso fare nulla per migliorare la mia situazione.
Un anno e mezzo fa ho persino visitato un neurologo in Sardegna (me lo segnalarono come un ottimo ed esperto medico) ma non mi visitò…appena entrato nel suo studio e in seguito a brevissima consultazione mi diede ansiolitici e antidepressivi per tre mesi in piena estate asserendo che dal mio modo di fare aveva capito che io ero una persona fortemente emotiva (peraltro era già la seconda volta che me lo sentivo dire)! Mi sentii preso in giro perché tutto sono fuorché depresso, non mollo mai!
Ora sono in fase di esami e l’altro giorno non ho potuto sostenere un esame perché ho passato la notte precedente in preda a giramenti di testa anche (soprattutto) stando a letto sdraiato. Inoltre ho notato che in certi giorni la sensazione di vuoto che sento sotto i miei piedi (dura pochissimo ma si ripete) si manifesta in qualsiasi posizione, sdraiato, seduto o in piedi…certe volte ho l’impressione di sprofondare nel letto all’infinito. Stare fermo in piedi poi…un’impresa! Non ho mai sofferto il mal di mare e ora se entro in ascensore o passo su una tavola di legno (ma anche solo nel camminare su qualcosa di non fisso) mi pare di essere una molla umana anche quando ne sono uscito e sto di nuovo su terra stabile…tutto si ripercuote sulla testa, vorrei impazzire.
Infine devo annotare un ulteriore evento sgradevole che già per la seconda volta in poche settimane mi si è presentato…Sono ora le 6 del mattino e ahimé sono sveglio contro la mia volontà, non più tardi di un’ora fa mi sono svegliato di soprassalto con la testa che mi girava e la destabilizzante sensazione di mancamento , gestita alla meglio cercando di fare movimenti e massaggiando lo stomaco in quanto questo è la fonte del disagio (indigestione?). Il problema è che già dalla volta precendente ho manifestato in seguito una fobia del sonno, non dormo più…ho paura di addormentarmi, paura di non svegliarmi o di svegliarmi di soprassalto in preda a questi problemi che, ripeto, sono legati alla digestione (ma temo non solo oramai) perché con ripetuti massaggi e una bevanda calda la situazione si stabilizza.
Signori medici…io chiedo, se possibile, di aiutarmi a capire se posso escludere una patologia neurologica (magari in seguito all’incidente sulle montagne russe) e nel caso indirizzarmi in qualche modo…non so più cosa fare. Temo si tratti di due disturbi separati (l’ultimo descritto è recente e originale), oramai ansioso lo sono diventato anche se magari prima non lo ero. Non vedo nulla davanti a me, è frustrante.
ringrazio in anticipo per la disponibilità tutti i medici che avranno avuto la pazienza di leggere le mie lunghe parole.
Cordiali saluti
[#1]
Gentile utente,
tutto il suo lungo post deve prendere in considerazione due fattori che sono principalmente quelli della sua domanda iniziale.
Se dalle visite effettuate il problema alla schiena non e' risolvibile o necessita di trattamenti a lungo termine e' opportuno che segua i consigli dei medici.
Qualora, invece tutta la sintomatologia lamentata può essere ascrivibile ad una sintomatologia di tipo psichiatrico, allora il trattamento deve prevedere l'utilizzo dei presidi adatti alla sua condizione.
I trattamenti devono essere prolungati nel tempo.
Eventualmente, una volta consultato uno psichiatra e valutata la sua condizione clinica, sarebbe possibile considerare anche un trattamento combinato di tipo psicoterapeutico.
tutto il suo lungo post deve prendere in considerazione due fattori che sono principalmente quelli della sua domanda iniziale.
Se dalle visite effettuate il problema alla schiena non e' risolvibile o necessita di trattamenti a lungo termine e' opportuno che segua i consigli dei medici.
Qualora, invece tutta la sintomatologia lamentata può essere ascrivibile ad una sintomatologia di tipo psichiatrico, allora il trattamento deve prevedere l'utilizzo dei presidi adatti alla sua condizione.
I trattamenti devono essere prolungati nel tempo.
Eventualmente, una volta consultato uno psichiatra e valutata la sua condizione clinica, sarebbe possibile considerare anche un trattamento combinato di tipo psicoterapeutico.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
La ringrazio per la celerità della risposta dottore, a dire il vero ero incerto se postare due diverse questioni in materie separate, magari in ortopedia o disturbi gastrici. Ovviamente qui non verranno lette da medici del settore dico bene? in ogni caso il fattore psicologico è presente, non c'è dubbio ma le confesso che la trafila delle visite mi mette anche un po paura...che fare di preciso? avrebbe qualche nome da consigliarmi a roma? di nuovo grazie
[#3]
Gentile utente,
come ben saprà, un consulto on-line, seppur approfondito, non permette un pieno "incontro" con la persona e quindi è da considerare con tutti i limiti del caso.
Dalla sua descrizione, anche piuttosto precisa ed approfondita, emerge evidente un forte disagio al quale, come lei stesso sottolinea, talvolta fatica a contrapporsi. Ritengo infatti importante evidenziare che lei stesso riesce anche con poche parole a descrivere il suo stato: "...il succo di tutto è che non vivo bene...".
Seppur lasciando ai colleghi medici, che le vorranno rispondere, una diagnosi funzionale relativa agli importanti disturbi organici da lei citati e di certo da non sottovalutare, ritengo utile non esimermi da una opinione prettamente psicologica (come implicitamente da lei richiesto).
Mi incuriosisce il fatto che la quantità di professionisti ai quali si è rivolto è notevole e lei stesso tende anticipatamente ad auto-diagnosticarsi una patologia più prettamente "medica".
Questo per sottolineare e forse interrogarci su quanto, da parte sua, possa essere lasciata aperta una vana possibilità che questi disagi organici siano supportati e facilitati da un disagio "emotivo" di fondo.
La visita neurologica stessa, pare sia stata vissuta da lei come "di difficille accettazione". La invito tuttavia a notare che questa richiesta di consulto è stata, da lei stesso, inserita tra le domande di ambito psicologico.
Tutto ciò per aprirle una strada in più, evitando quindi in aticipo di limitare il campo delle possibiità di intervento solo in ambito medico organico, e quindi di invitarla a considerare che evidentemente in lei "esiste" anche una parte emotiva che forse vuole solo essere "riconosciuta" e meglio compresa.
Questo per dare la possibilità ed il giusto spazio di espressione ad una parte di se, per poter rifettere sugli eventi o le scelte "importanti" della sua vita come ad esempio quella di trasferirsi a Roma per la carriera universitaria, allontanandosi da casa e dalla famiglia.
Tutto ciò naturalmente supportato da un adeguato professionista, psicologo e/o psicoterapeuta, che possa accompagnarla, in sicurezza, attraverso queste riflessioni, non sempre facili e piacevoli.
Mi auguro di essere riuscito a rispondere, seppur parzialmente, al suo quesito, se non altro dandole la possibilità di riflettere anche su quello che si nasconde dietro a ciò che "normalmente vedono i nostri occhi".
Cordiali saluti.
PS: colgo l'occasione per rispondere anche alla richhiesta che lei stesso ha fatto al collega, Dr. Ruggiero, per permttermi di dirle che non sono di Roma ma posso facilmente segnalarle contatti di colleghi, seri professionisti, che potrebbero accompagnarla in questo difficile percorso di ricerca interiore. Può trovare i loro recapiti sul sito: http://www.psicologincerchio.it
come ben saprà, un consulto on-line, seppur approfondito, non permette un pieno "incontro" con la persona e quindi è da considerare con tutti i limiti del caso.
Dalla sua descrizione, anche piuttosto precisa ed approfondita, emerge evidente un forte disagio al quale, come lei stesso sottolinea, talvolta fatica a contrapporsi. Ritengo infatti importante evidenziare che lei stesso riesce anche con poche parole a descrivere il suo stato: "...il succo di tutto è che non vivo bene...".
Seppur lasciando ai colleghi medici, che le vorranno rispondere, una diagnosi funzionale relativa agli importanti disturbi organici da lei citati e di certo da non sottovalutare, ritengo utile non esimermi da una opinione prettamente psicologica (come implicitamente da lei richiesto).
Mi incuriosisce il fatto che la quantità di professionisti ai quali si è rivolto è notevole e lei stesso tende anticipatamente ad auto-diagnosticarsi una patologia più prettamente "medica".
Questo per sottolineare e forse interrogarci su quanto, da parte sua, possa essere lasciata aperta una vana possibilità che questi disagi organici siano supportati e facilitati da un disagio "emotivo" di fondo.
La visita neurologica stessa, pare sia stata vissuta da lei come "di difficille accettazione". La invito tuttavia a notare che questa richiesta di consulto è stata, da lei stesso, inserita tra le domande di ambito psicologico.
Tutto ciò per aprirle una strada in più, evitando quindi in aticipo di limitare il campo delle possibiità di intervento solo in ambito medico organico, e quindi di invitarla a considerare che evidentemente in lei "esiste" anche una parte emotiva che forse vuole solo essere "riconosciuta" e meglio compresa.
Questo per dare la possibilità ed il giusto spazio di espressione ad una parte di se, per poter rifettere sugli eventi o le scelte "importanti" della sua vita come ad esempio quella di trasferirsi a Roma per la carriera universitaria, allontanandosi da casa e dalla famiglia.
Tutto ciò naturalmente supportato da un adeguato professionista, psicologo e/o psicoterapeuta, che possa accompagnarla, in sicurezza, attraverso queste riflessioni, non sempre facili e piacevoli.
Mi auguro di essere riuscito a rispondere, seppur parzialmente, al suo quesito, se non altro dandole la possibilità di riflettere anche su quello che si nasconde dietro a ciò che "normalmente vedono i nostri occhi".
Cordiali saluti.
PS: colgo l'occasione per rispondere anche alla richhiesta che lei stesso ha fatto al collega, Dr. Ruggiero, per permttermi di dirle che non sono di Roma ma posso facilmente segnalarle contatti di colleghi, seri professionisti, che potrebbero accompagnarla in questo difficile percorso di ricerca interiore. Può trovare i loro recapiti sul sito: http://www.psicologincerchio.it
Dr. ALBERTO MAZZOTTI
- PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA a Forlì T.331/2394517
info@albertomazzotti.it - www.AlbertoMazzotti.it
[#4]
Gentile utente,
dal suo post emerge una spiccata lucidità nell'autoanalisi e nella consapevolezza dei suoi disagi. Nei casi come questi però, a mio avviso, è molto importante la diagnosi differenziale. Mi spiego meglio: bisogna comprendere a pieno se la verticalizzazione del rachide può determinare i disturbi di cui lei parla (vertigini, ecc). Esclusa la componente organica, si può prendere in considerazione l'intervento di una causa psichica all'origine e nel mantenimento dei suoi disturbi. Ma attenzione: spesso, in soggetti con tratti temperamentali d'ansia, un episodio scatenante (nel suo caso potrebbe essere stato l' "incidente nel parco divertimenti) con evidenti ripercussioni sul piano fisico, può innescare un maggiore capacità di autoascolto delle proprie sensazioni fisiche, con una falsata percezione delle stesse e un incremento della preoccupazione delle proprie condizioni di salute con "peggioramento" delle stesse che nel tempo possono portare ad alterazioni del tono dell'umore e incremento dei livelli d'ansia con ripercussioni sia sul proprio stile di vita (alimentazione, sonno, attività sessuale) che menomazioni nel contesto socio-lavorativo (difficoltà a sostenere specifici compiti, difficoltà relazionali ecc). La mia opinione è dunque che una buona valutazione del suo stato psichico attuale da parte di uno psichiatra(considerata l'insonnia di cui riferiva, il suo stato d'animo attuale)le gioverebbe non poco, come anche una buona comunicazione tra quest'ultimo e il suo ortopedico in modo tale da poter comprendere meglio l'interezza del suo disturbo. In medicina l'approccio multidisciplinare è sempre quello vincente.
Cordiali saluti
Dott. Vincenzo Menniti
www.psycheonline.it
vincenzo.menniti@gmail.com
dal suo post emerge una spiccata lucidità nell'autoanalisi e nella consapevolezza dei suoi disagi. Nei casi come questi però, a mio avviso, è molto importante la diagnosi differenziale. Mi spiego meglio: bisogna comprendere a pieno se la verticalizzazione del rachide può determinare i disturbi di cui lei parla (vertigini, ecc). Esclusa la componente organica, si può prendere in considerazione l'intervento di una causa psichica all'origine e nel mantenimento dei suoi disturbi. Ma attenzione: spesso, in soggetti con tratti temperamentali d'ansia, un episodio scatenante (nel suo caso potrebbe essere stato l' "incidente nel parco divertimenti) con evidenti ripercussioni sul piano fisico, può innescare un maggiore capacità di autoascolto delle proprie sensazioni fisiche, con una falsata percezione delle stesse e un incremento della preoccupazione delle proprie condizioni di salute con "peggioramento" delle stesse che nel tempo possono portare ad alterazioni del tono dell'umore e incremento dei livelli d'ansia con ripercussioni sia sul proprio stile di vita (alimentazione, sonno, attività sessuale) che menomazioni nel contesto socio-lavorativo (difficoltà a sostenere specifici compiti, difficoltà relazionali ecc). La mia opinione è dunque che una buona valutazione del suo stato psichico attuale da parte di uno psichiatra(considerata l'insonnia di cui riferiva, il suo stato d'animo attuale)le gioverebbe non poco, come anche una buona comunicazione tra quest'ultimo e il suo ortopedico in modo tale da poter comprendere meglio l'interezza del suo disturbo. In medicina l'approccio multidisciplinare è sempre quello vincente.
Cordiali saluti
Dott. Vincenzo Menniti
www.psycheonline.it
vincenzo.menniti@gmail.com
[#5]
Utente
Ringrazio sia il Dr. Mazzotti che il suo collega Dr. Menniti, avevo sbagliato a dubitare della efficacia di questo sito. E inoltre l'umanità che mi avete dimostrato mi mette molto a mio agio, situazione che purtroppo in moltissimi studi medici che ho frequentato è venuta a mancare. Sta di fatto che il mio carattere mi porta ad una autoanalisi approfondita al limite dell'ipocondria, non enumero enciclopedie e volumi che ho letto in materia medica (non pretendo di saperne più di altri, ma la paura mi ha indotto a questa ontinua ricerca di qualcosa che non so cosa sia). Ora io penso che troverò uno psicologo-psichiatra a roma e...dovrò spiegarlo ai miei, che mal accettano questa situazione in quanto non ritengano essere la mia una situazione oggettiva ma soggettiva (ma cmq ne parlano come se fossi io a voler stare così perchè "sono troppo intelligente per sprecare il mio tempo dai medici" e "sto buttando al vento il mio dono di natura"...assurdo). In pratica mi invento tutto per mancanza di volontà...probabilmente non comprendono che in certi momenti stare a distanza di un mare è già uno sforzo di volontà immenso...studiare e lavorare al contempo non aiuta. Ma non fa niente, non starò qui a disquisire su questo ora, mi rimbocco le maniche e cerco di risolvere la situazione. In primis ho preso appuntamento da un chirurgo vertebrale e appena torno a roma parlerò con lo psicologo.
Di nuovo grazie, sinceramente.
Di nuovo grazie, sinceramente.
[#6]
Carissimo,
fa piacere constatare che, nonostante la giovane età, sia così maturo nell'affrontare le problematiche che sta incontrando sul suo cammmino; alcuni atteggiamenti ("autoanalisi approfondita al limite dell'ipocondria, non enumero enciclopedie e volumi che ho letto in materia medica"),che rivela nell' ultimo post rientrano in un quadro ben preciso, dunque affrontarli nell'apposita sede non possono fare altro che giovarle. Vorrei in ultimo dirle, nella speranza di alleggerire il suo carico di malessere, che molto spesso i familiari di chi soffre di disagi psichici tendono a minimizzare il tutto attribuendo ad una scarsa forza di volontà la causa dei malesseri, non sapendo che in questa maniera provocano sensi di colpa in chi sta effettivamente male. Questo accade per ignoranza in materia o semplicemente per la negazione stessa di un problema che non si sa come fronteggiare, in quanto nei problemi psichici non è visibile la parte "danneggiata" come magari accade per una frattura. Ricordi che accusare un depresso del proprio malessere a causa della sua supposta mancanza di volontà o debolezza è la medesima cosa che farlo con un paziente che non partecipa ad una maratona perchè ha una gamba fratturata. Il paragone può sembrare paradossale ma è efficace. Credo che nessuno potendo scegliere, preferisce star male; non crede?
Cordiali saluti
Dott. Vincenzo Menniti
www.psycheonline.it
vincenzo.menniti@gmail.com
fa piacere constatare che, nonostante la giovane età, sia così maturo nell'affrontare le problematiche che sta incontrando sul suo cammmino; alcuni atteggiamenti ("autoanalisi approfondita al limite dell'ipocondria, non enumero enciclopedie e volumi che ho letto in materia medica"),che rivela nell' ultimo post rientrano in un quadro ben preciso, dunque affrontarli nell'apposita sede non possono fare altro che giovarle. Vorrei in ultimo dirle, nella speranza di alleggerire il suo carico di malessere, che molto spesso i familiari di chi soffre di disagi psichici tendono a minimizzare il tutto attribuendo ad una scarsa forza di volontà la causa dei malesseri, non sapendo che in questa maniera provocano sensi di colpa in chi sta effettivamente male. Questo accade per ignoranza in materia o semplicemente per la negazione stessa di un problema che non si sa come fronteggiare, in quanto nei problemi psichici non è visibile la parte "danneggiata" come magari accade per una frattura. Ricordi che accusare un depresso del proprio malessere a causa della sua supposta mancanza di volontà o debolezza è la medesima cosa che farlo con un paziente che non partecipa ad una maratona perchè ha una gamba fratturata. Il paragone può sembrare paradossale ma è efficace. Credo che nessuno potendo scegliere, preferisce star male; non crede?
Cordiali saluti
Dott. Vincenzo Menniti
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vincenzo.menniti@gmail.com
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